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Cantiere Riva, dopo 3 secoli la prima volta elettrica

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In questa storia  vi raccontiamo la biografia plurisecolare della famiglia Riva che nel Lago di Como produce da sempre barche in legno. Gioielli nautici ammirati in tutto il mondo, da oggi anche in versione elettrica. 

Ernesto Riva fondò l’impresa nel lontano 1771, il discendente Ernesto Riva ha impresso una svolta commerciale durante il boom economico degli anni ’60, Ernesto è il nome della prima barca elettrica del Cantiere Riva di Laglio nel Lago di Como. Alta sartoria che da 246 anni regala preziosi gioielli artigianali, esclusivamente in legno, al mondo della nautica italiana. Il meglio della tradizione, il meglio dell’innovazione. Motto e filosofia di Daniele Riva, titolare e depositario di questa prestigiosa storia imprenditoriale, rappresentante dell’ottava generazione della famiglia che iniziò la produzione con le barche da lavoro e per i pescatori del lago. Un’evoluzione continua: “Abbiamo costruito anche le inglesine, derivavano dalle barche utilizzate nel Tamigi, per gli hotel e per le gite delle famiglie benestanti. Nel ‘900 i nonni, durante il primo conflitto mondiale, si sono dedicati alla produzione per l’esercito perché i cantieri liguri, come Baglietto, erano stati bombardati, e il lavoro si spostò qui. Una zona più sicura. Finita la guerra mio papà Ernesto, ai tempi del boom economico, ha seguito la filiera del canottaggio e soprattutto è stato molto bravo a non seguire la tendenza del vetroresina e conservare il legno”.

C’è sempre una prima volta

Una biografia aziendale attenta ai mutamenti sociali ed economici come dimostra la recente scelta di sposare l’elettrico. “Io ho cercato di coniugare la tecnologia con la tradizione – spiega il suo percorso imprenditoriale Daniele Riva -. Ad iniziare dall’uso delle macchine a controllo numerico, innovazione che ha permesso di ottenere degli ottimi risultati: attualmente le nostre barche primeggiano nei campionati sportivi. Infine la barca elettrica che avevo in mente da sempre. Un concetto di navigazione nuovo per una nautica seduta, un po’ statica. Un sasso nello stagno. Mi sono convinto anche per gli effetti sempre più negativi generati dall’inquinamento e dal moto ondoso prodotto da imbarcazioni obsolete sull’ecosistema e sulle strutture del Lago di Como, anche la nautica deve proporre nuovi scenari culturali e soluzioni tecniche diverse dal passato”.

Il titolare Daniele Riva (a sx) e il progettista Mani Frers (a dx) posano davanti alla prima barca elettrica Riva

La Barca

Si tratta di un prototipo, interamente costruito a mano, da 7 metri. Un modello per le imbarcazioni a motore da diporto con range tra i 6 e i 9 metri. Disegnato dall’ archistar Germán Mani Frers , per capirci ha progettato barche di fama come il Moro, Prada e Swedish Challenge per la Coppa America. I numeri della barca: lunghezza 7,65 m, larghezza 2,32 m, portata 8 persone, velocità massima venti nodi, motore 80 KW, autonomia di 2 ore su velocità a 12 nodi, ma sulle batterie si sta ancora lavorando per trovare la soluzione migliore.

Il centro ricerche 

La memoria storica al servizio dell’innovazione, questo il concetto che guida E- R Concept ovvero il Centro Ricerche per la Nautica che avrà sede nella Sciostra (la sede operativa del cantiere) del 1771 dove si vogliono far incontrare tradizione e ricerca scientifica. “Vogliamo utilizzare questo spazio per sviluppare barche nuove da utilizzare nei laghi, ma anche come tender di barche importanti, in modo ecologico – sottolinea Daniele Riva – . Con il professor Carlo Bertorello intendiamo organizzare anche un meeting annuale con i maggiori esperti del settore”. Il professore è un luminare del campo: progettista di imbarcazioni da diporto, docente di Ship Design all’Università di Napoli Federico II e di Ship Stability al Master di Yacht Design del Politecnico di Milano e all’Accademia Navale di Livorno. Infine è stato responsabile delle costruzioni del Consorzio Azzurra per l’America’s Cup 87. Un laboratorio per la nautica del futuro – sostenuto dalla Regione Lombardia e in collaborazione con Cna Lombardia, Milano, Brianza e Lario – che è certamente  quella elettrica.

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3 COMMENTI

  1. da simpatizzante di vela/remi (poco praticante) devo dire che vagando per il lago sia Maggiore che di Orta contemplando paesaggi e scenari (almeno per me) stupendi devo dire che una delle cose che più disturba la pace che si trova in certi angoli e da sinceramente fastidio sono oltre al rumore le puzze di idrocarburo (a volte pure malcombusto) delle imbarcazioni a motore. Ben venga il motore elettrico sulle barche e speriamo che un giorno diventi obbligatorio ….almeno sui laghi

    • Per la verita’ in molti laghi del nord Europa obbligatorio lo e’ gia’. Oggi molti porticcioli sono ammorbati da scarichi e odori insopportabili: ne guadagnerebbero tutti, se sotto costa e in attracco navigassero in elettrico. Noi enfatizzeremo le esperienze virtuose e esortiamo chi ci segue a segnalarcele.

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