Home Nautica Cantiere Matteri: dalla prima motolancia elettrica al battello

Cantiere Matteri: dalla prima motolancia elettrica al battello

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E’ uno dei papà italiani della nautica elettrica, 40 anni fa esordiva al Lago di Como con la motolancia “Lo spirito di Volta” dedicata all’inventore della pila. Oggi costruisce battelli e gondole a zero emissioni e non vuole rinunciare al sogno di un campionato europeo di barche elettriche a Como. Si chiama Erio Matteri e la sua famiglia costruisce barche da quasi due secoli.

Erio Matteri sperimentava i motori elettrici marini nel Lago di Como quando ancora non esisteva la raccolta differenziata e lo specchio d’acqua era una discarica naturale dove tutti buttavano di tutto. Coscienza ecologica pari a zero. Correvano gli anni ’80, parliamo di 40 anni fa, quando il discendente dei maestri d’ascia del Cantiere Matteri aperto dal 1865, riuscì ad imbarcare nella sua avventura elettrica giganti industriali come il gruppo Ansaldo Industria, Magnetti Marelli e l’incubatore tecnologico Bicocca.

Addarella il battello che fa servizio nel fiume Adda. Ha due motori elettrici e trasporta fino a 48 persone

Tanta ricerca ed impegno, grande attenzione dalle maggiori istituzioni europee, ma “il progetto di una barca a propulsione elettrica era un’idea imprenditoriale troppo avanzata rispetto alle esigenze di mercato e si era troppo avanti rispetto alle tecnologie disponibili ed applicabili al piccolo diporto e allo stato dell’arte della ricerca applicativa”. Quattro decenni dopo,  nonostante le difficoltà,   Erio ha tagliato numerosi traguardi, per esempio  Addarella (sul fiume Adda) e Amicizia (una gondola elettrica nel lago di Alserio) che trasportano ad emissioni zero migliaia di turisti, famiglie, studenti e soprattutto “hanno fatto migliaia di ore di lavoro e non si sono mai fermate”.

La gondola elettrica Amicizia che trasporta le scolaresche al lago di Alserio

Erio nonostante le difficoltà nello sviluppo dei motori elettrici ha tanti progetti nel cassetto e vuole ricordare il debutto, a fine anni ottanta con una barca ibrida, un tender dove un sistema automatico permetteva di disinserire il diesel ed inserire l’elettrico, e poi “Spirito di Volta“. La barca, vi è salito pure Bill Gates, tutta elettrica, dedicata all’inventore della pila.”Ci siamo cimentati anche con una barca ad idrogeno in collaborazione con Fiat Ricerche“. Un passato di sperimentazioni. Sulle evoluzioni attuali il costruttore navale scatta una fotografia nitida: “Il settore più frizzante per la nautica elettrica è quello del trasporto pubblico e del turismo con le barche dislocate che devono andare a 9/10 nodi e hanno molto spazio per poter inserire le batterie. Funzionano bene e fanno risparmiare”.

Arca di Noè l’ultima barca elettrica del cantiere

Sul mercato dei privati, le idee sono altrettanto chiare : “L’elettrico non è per motoscafi veloci, per andare a 25 nodi abbiamo solo 20 minuti di autonomia. Un discorso prematuro a causa dei costi, del peso e dello spazio necessario per le batterie. Il problema non è il motore, ma la batteria. Diverso il ragionamento per barche da usare a 10 nodi e per diverse ore, per questo uso si fanno barche discrete”.

Il turismo è linfa vitale per il settore e a casa Matteri sono pronti ad inaugurare un servizio di escursioni sul lago con “Arca di Noè“, l’ultima creatura: “Si tratta di un 10 metri che trasporta 12 persone e dovrebbe fare i 9 nodi per un’autonomia di 6 ore oppure si potrà navigare per 12  con una velocità di 5 nodi”. Ricordiamo anche la motorizzazione elettrica curata per alcune barche storiche del lago come una Lucia -uno dei simboli del Lago – del 1950.

“Il futuro non è il motore a scoppio, questo è chiaro ma bisogna aspettare le evoluzioni della tecnologia della batteria e nella progettazione delle barche fare un passo indietro al ‘900 quando si avevano pochi cavalli“. Questa la riflessione di uno dei padri della nautica elettrica italiana che ha ancora un sogno nel cassetto: “Negli anni scorsi partecipavamo ai campionati europei delle barche elettriche e solari: abbiamo quasi vinto tutto, non sono mai arrivato secondo. Ma non sono mai riuscito ad organizzare una gara internazionale qui, nella città di Volta, perchè mi è mancato il sostegno. Ma non mi spiacerebbe…”. Quasi un invito a chi può per una manifestazione non solo sportiva, ma utile alla causa elettrica che oltre di tecnologia e buone batterie ha necessità di scaldare il cuore.

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