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Campagne contro l’auto elettrica: c’è chi interviene…

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La giornalista di TF1, primo canale francese, durante uno dei servizi "incriminati".
Campagne contro l’auto elettrica: c’è chi interviene contro chi, in televisione, diffonde bufale in continuazione. Ma, ci segnala Ivone, accade in Francia, non in Italia, contro il primo canale TF1, ad opera dell’Arcom, l’organo di vigilanza.

campagne controCampagne contro…/ In Francia l’autorità è intervenuta contro il primo canale, in Italia?

“Vivo in Francia e seguo il vostro sito con grande interesse da molti anni. Viaggio in Italia con la mia auto elettrica 5-6 volte all’anno. Essendo di origine italiana, seguo con attenzione ciò che accade nel Paese, incluse le notizie relative alla mobilità elettrica. Anche in Francia, come in Italia, ci sono giornalisti che criticano le auto elettriche.
Recentemente, però, ho letto questa notizia che ho ritenuto utile segnalarvi: “Il gendarme dell’audiovisivo richiama TF1 dopo diverse segnalazioni di reportage contro l’auto elettrica. Per curiosità, in Italia esiste un organismo che vigila sulla correttezza delle informazioni trasmesse dai canali televisivi? Cordiali saluti. Ivone Benfatto

No, da noi c’è assoluta libertà di bufala

Risposta. No, da noi c’è un Giurì di autodisciplina che vigila sulla correttezza della pubblicità. E c’è un organismo, l’Agcom, che controlla che a tutte le forze politiche venga dato uno spazio adeguato. Poi, solo per la Rai, c’è una Commissione di Vigilanza Parlamentare che a sua volta vigila sulla correttezza dell’informazione, ma anche qui con attenzione particolare agli spazi concessi ai vari partiti.
E dire che di servizi costruiti ad arte per demolire l’immagine dell’auto elettrica se ne sono visti tanti…Nel caso francese, l’Arcom è intervenuta dopo avere ricevuto numerose proteste sul come erano costruire le inchieste di TF1. In una di queste la giornalista raccontava di avere speso 13 euro per fare 100 km. Cosa piuttosto difficile in un Paese in cui anche le ricariche fast costano la metà che da noi.
Altri reportage avevano enfatizzato il rischio di incendio delle elettriche, che in realtà è statisticamente più contenuto rispetto alle auto termiche. Per ora non ci sono state sanzioni per TF1. Ma solo un richiamo ad “affrontare  questioni essenziali relative all’ecologia e allo sviluppo sostenibile con tutto il rigore e la moderazione richiesti“.
Le fake news dell’Italia che odia l’elettrico: VIDEO-INTERVISTA al prof. Nicola Armaroli del CNR

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7 COMMENTI

  1. Capisco tutto, pero’ al caro lettore chiedo: in Francia non ci sono dozzine di siti che supportano le auto elettriche, con calcolatori di risparmio, spesso un tantino gonfiati? No perche’ in UK ne e’ pieno e sono sempre: cost saving calculator.

    Delle perdite di ricarica, ad esempio, non si parla mai, come della svalutazione che e’ putroppo ancora molto importante. Anche questa, a mio parare, non e’ informazione del tutto trasparante. Ma fa parte del gioco.

  2. Il diritto di critica in una democrazia è sacrosanto, se poi qualcuno diffonde dati non veritieri ( questo riguarda qualsiasi argomento), esiste la possibilità di replica per smentire la bufala. Altrimenti, è facile scivolare verso la censura, vogliamo copiare la Russia o la Cina?

    • se si scrive o realizza un servizio video proponendo “opinioni” in base a gusti o opportunità è un conto; se si diffondono notizie false è tutt’altro… o no?

      • a volte però le notizie false più spesso sono le mezze verità (ovvero vengono gonfiate quelle che più fan comodo “dimenticandosi” le altre). Questo è uno sport comune da entrambe le parti … trovare qualcuno veramente obiettivo che elenchi pregi e difetti nei diversi ambienti (abitativo, lavorativo, economico, generazionale, di istruzione ecc ecc) è difficilissimo, si ricade quasi sempre sui casi personali come se questi dovessero rispecchiare l’intera popolazione italiana/europea/mondiale incolpando chi non li imita di essere un analfabeta funzionale che non meriterebbe manco di andare a votare.
        Io di principio sono contro gli obblighi perchè spesso, anche se fatti a buon fine, portano a risultati opposti come pure sono contro le “crociate” per redimere le persone alla “verità” ..la consapevolezza edlla bontà delle soluzioni deve venire dalla convizione personale (ottenuta da fatti reali) non da leggi scritte sulla pietra rigide e immutabili imposte con degli obblighi.

        • Ognuno dovrebbe informarsi molto, riflettere e confrontare le proprie convinzioni con altri, e prendere una decisione, seppur col beneficio del dubbio.
          In famiglia, con 4 o 5 o 6 modi diversi di vedere le cose ne abbiamo già dimostrazione…ma se si sale in auto ..dove andare andrebbe deciso prima.. ed i “comandi” (volante e pedaliera) li ha una persona soltanto.. (immagina un’ auto con 4 volanti e pedaliere ! 😱).
          Quando si scelgono le politiche sociali e industriali una sintesi va fatta..e bisogna essere consapevoli dei tempi. dei costi, delle conseguenze.

          Troppi italiani vanno ancora dietro ai pifferai🐀🐁🐀🐁🐀🐁

          • si e se poi le scelte le fa un incompetente (sperando che dietro di lui non ci sua pure chi lo “aiuta” a farle) otteniamo quello che sta succedeno ora in europa col rischio che il guidatore ci butti tutti in fondo al crepaccio.
            Se le scelte o i tempi sono sbagliati si cambiano prima non si aspetta di esser precipitati per farlo.

          • Ottimo Antonio. Solo sulla crisi climatica lei continua a scrivere “chi vivrà vedrà”. Da dove? Dal fondo del burrone?

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