Solo gli autocarri e gli autobus elettrici crescono nelle vendite, solo i mezzi a batteria per il trasporto merci e passeggeri presentano il segno più nelle tabelle diffuse da Anfia per i primi nove mesi del 2025.
Vediamo i numeri sugli autocarri: l’elettrico segna una crescita del 192,4%: da 170 unità nel 2024 a 497 nel 2025. Stessa tendenza per gli autobus dove l’elettrico cresce dell’83%: da 499 a 913 unità.
Anche l’idrogeno fa la sua comparsa con 7 immatricolazioni. In forte calo i diesel ( -9,2 per gli autocarri e -15,6% per gli autobus). Tracollo per gli ibridi e il metano in ambedue le tipologie dei veicoli. Attenzione si cresce tanto, ma il diesel negli autocarri rappresenta il 96% delle vendite. Discorso diverso per gli autobus: 52,55% diesel e 22,88% elettrici. Qui si va oltre la tendenza, anche se l’elettrificazione è più semplice e sostenuta dai fondi del Pnrr.
Un piccolo grande boom per gli autocarri elettrici
I numeri sono ancora tutti dalla parte del diesel, ma è un piccolo grande boom in percentuale per gli autocarri elettrici. Categoria molto ampia – dai mezzi medi dalle 3,5 tonnellate agli oltre 16 di quelli pesanti – e diversificata. Vediamo i numeri elaborati da Anfia: «Analizzando il mercato per alimentazione, nei primi nove mesi dell’anno la quota di mercato dei veicoli alimentati a gas risulta dell’1,5% (era dell’1,8% a gennaio-settembre 2024), per un totale di 310 unità, mentre gli autocarri elettrici e ibridi gasolio/elettrico rappresentano il 2,4% del totale (lo 0,8% a gennaio-settembre 2024)». Un bel salto in avanti. Soprattutto per l’elettrico: crescita del 192,4%, da 170 unità nel 2024 a 497 nel 2025. Vendite quasi triplicate. Anche se il diesel domina con il 96% del venduto.

Cinque camion elettrici: Iveco, Scania, Volvo, Mercedes, Renault
Nel complesso il mercato soffre. «L’assenza di una reale crescita organica del mercato è riscontrabile dal dato cumulato dei primi 9 mesi dell’anno, che si conferma negativo in coerenza con la contrazione già complessivamente registrata nel 2024, commenta Luca Sra, delegato ANFIA per il trasporto merci, auspichiamo un intervento deciso da parte del legislatore». Promesse tradite: «l’annuncio di un nuovo fondo pluriennale per il rinnovo del parco circolante risalente ormai allo scorso aprile, non ha ancora avuto alcun seguito, a dispetto delle crescenti esigenze di un settore chiamato ad affrontare importanti investimenti per la decarbonizzazione delle proprie flotte». La transizione va sostenuta. Nel dettaglio si chiede il rifinanziamento della Nuova Sabatini e la reintroduzione di fiscalità di vantaggio per gli investimenti in tecnologie veicolari alternative.
Quasi un autobus su quattro acquistato è elettrico
Il settore soffre (-16,8% rispetto a gennaio-settembre 2024) ma se si legge la tabella delle vendite secondo l’alimentazione si scopre una chiara tendenza green. Vediamo i numeri di ANFIA: «la quota di mercato degli autobus alimentati gas è del 18% a gennaio-settembre 2025 (era del 24,5% nei primi nove mesi del 2024), mentre gli elettrici, ibridi gasolio/elettrico e ibridi metano/elettrico rappresentano il 29,2% (23,7% a gennaio settembre 2024)».
Se ci concentriamo sull’elettrico i numeri sono da boom: cresce dell’83%, da 499 a 913 unità. E qui non è solo un balzo percentuale visto che rappresenta il 22,8% delle vendite. Quasi un bus su quattro venduto/acquistato è a batteria. Si affacciano anche 7 bus a idrogeno, qualcuno come la Valle d’Aosta ha revocato il bando su questa alimentazione.
Tracollo per metano e i bus ibridi, l’influenza del Pnrr
Poco più della metà degli autobus venduti è diesel (52%), poi si registra il tracollo di metano (-37,5), ibrido gasolio/elettrico (-60,8) e ibrido metano/elettrico (-45.5%). Se Trump vuole venderci il suo Gnl questo non ha successo per gli autobus dove assistiamo ad un vero e proprio tonfo: -89,3 ovvero se ne sono venduti solo 3 contro i 28 del 2024. Parliamo di numeri di nicchia dove le oscillazioni assumono facilmente percentuali importanti.

I dati confermano la maturità tecnologica della scelta elettrica, anche se ricordiamo l’importanza dei fondi Pnrr e il sostegno di Consip (leggi). In alcune regioni e città come Milano e Genova, ma anche Cagliari, l’elettrificazione tende in tempi brevi a sostituire quasi completamente le altre alimentazioni. C’è una diversità geografica di approccio dettata più dalla cultura politica ed aziendale che tecnologica.

Rispetto al trasporto merci vi è anche una maggiore facilità grazie alla programmazione delle linee e ogni autobus ha la sua colonnina che l’aspetta in deposito. In alcuni casi si può ricaricare su strada con il pantografo. Gli stalli per i camion, con percorsi che possono cambiare ogni giorno, sono invece molto rari. Operazione più semplice ma molto importante perché i bus circolano in zone ad alta densità umana.
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Avere bus elettrici, mi sembra il minimo sindacabile. Per i camion, spero in una sempre più rapida diffusione