Calore “pulito” da parcheggi e metro: una start up ci prova a New York

Sfruttare il calore trattenuto in sotterranei, parcheggi, stazioni della metropolitana: una start up svizzera rilancia a New York l’idea – già sperimentata in Europa. Tanto da attirare l’attenzione del settimanale New Yorker che gli ha dedicato un ampio servizio. 

New York custodisce, sotto le sue strade, un tesoro energetico spesso ignorato: il calore trattenuto nei suoi tunnel sotterranei, nei parcheggi e nei centri commerciali. Una fonte pulita che oggi una startup svizzera, Enerdrape, punta a trasformare in energia utile per riscaldare e raffrescare edifici senza perforare il terreno. L’idea nasce da anni di ricerca accademica e potrebbe rivoluzionare la decarbonizzazione delle città, ha scritto il New Yorker, il settimanale più iconico nel panorama della stampa americana.

Riscaldamento, un mercato da 550 miliardi di dollari

Il riscaldamento rappresenta quasi la metà dei consumi energetici mondiali, un mercato destinato a raggiungere i 500 miliardi di dollari secondo BloombergNEF. Le soluzioni geotermiche tradizionali, pur promettenti, si scontrano con costi elevati e vincoli logistici: trivellazioni e grandi spazi sono difficili da trovare in contesti urbani.

Enerdrape propone pannelli prefabbricati capaci di assorbire calore da strutture sotterranee in cemento, come stazioni della metropolitana o autorimesse. D’estate il sistema cattura il calore degli edifici e lo scarica nel sottosuolo, mentre d’inverno compie l’operazione inversa, sfruttando la temperatura costante della terra come una batteria naturale. Ogni pannello serve circa 10 metri quadrati di superficie e funziona in combinazione con pompe di calore.

Il progetto è il frutto della ricerca di Lyesse Laloui, professore al Politecnico di Losanna, che da oltre 15 anni studia come trasformare le infrastrutture sotterranee in serbatoi energetici. Dopo un primo prototipo nel 2015, la startup ha preso forma nel 2019, rivolgendo l’attenzione soprattutto agli edifici residenziali costruiti prima degli anni ’60, particolarmente diffusi a New York e difficili da decarbonizzare.

Riscaldare le case a Londra? Ci pensano la metropolitana e le fognature

In Europa, sperimentazioni da Parigi a Stoccolma

Sfruttare il calore di sotterranei, parcheggi e luoghi chiusi frequentati da migliaia di persone è una idea che viene sempre più sviluppata negli ultimi anni. A Londra, ad esempio, il calore della metropolitana viene convogliato in rete per riscaldare abitazioni e uffici nell’area di Islington, in un progetto pilota considerato tra i più innovativi del Regno Unito. A Parigi, il calore della linea 11 della metro alimenta parte degli impianti di un complesso residenziale, riducendo sensibilmente l’uso di gas. Anche a Stoccolma, alcune stazioni ferroviarie utilizzano il calore corporeo dei passeggeri e quello intrappolato negli spazi sotterranei per riscaldare edifici vicini. Queste sperimentazioni hanno dato risultati positivi, mostrando come il sottosuolo urbano possa diventare una vera fonte energetica rinnovabile.

Enerdrape ha già avviato collaborazioni con enti pubblici e privati: dalla catena svizzera Coop Immobilier fino a un complesso residenziale di edilizia popolare a Parigi, dove 145 pannelli coprono il 25% del fabbisogno di acqua calda riducendo 15 tonnellate di CO₂ l’anno.

Negli USA la strada appare più complessa: i costi iniziali di installazione (tra 100.000 e 500.000 dollari) e la minore diffusione delle pompe di calore rappresentano ostacoli importanti. Tuttavia, Enerdrape promette energia a un costo compreso tra 3 e 4 centesimi per kWh, molto meno dei prezzi medi del gas americano. La tecnologia non è adatta ai grattacieli, ma potrebbe trovare ampio spazio negli edifici bassi che costituiscono la maggioranza del patrimonio immobiliare newyorkese.

Visualizza commenti (1)
  1. Era anche ora che ci si accorgesse che una buona parte delle fossili si usa per produrre calore, e quindi emissioni.
    Per cui un po’ meno hype e un po’ meno investimenti per il famigerato “hard to abate” che genera distorsioni quali idrogeno e cattura co2 e più focus sull”easy to abate” che proprio per questo già OGGI darebbe risultati molto più importanti in termini di co2 evitata a parità di spesa.
    L’accumulo stagionale di calore (e di freddo) è una principio semplicissima e dotato di flessibilità e versatilità come pochi. Tutto sta nel battezzare 3-4 tecnologie per sfruttarlo su larga scala e puntarci forte.
    E il bello è che le tecnologie già esistenti sfruttano materiali ampiamente disponibili anche in Europa e know how in cui l’Europa primeggia (pompe di calore, geotermia). Perché non sfruttare l’occasione per ridare slancio al vecchio continente?

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