California, la batteria virtuale di Tesla salva la rete dal black out

batterie virtuale

Nell’ora più critica per ogni rete elettrica a forte intensità di rinnovabili, tra le 19 e le 21, la batteria virtuale (VPP) di Tesla ha salvato la California dal black out. E’ successo nella serata del 24 scorso, quando i Powerwall domestici di Tesla integrati in Virtual Power Plant hanno supportato la rete erogando cumulativamente 345 MWh netti con una potenza costante di oltre 300 MW. E’ grosso modo l’apporto di una centrale termoelettrica di medie dimensioni. Tesla ha celebrato l’evento sul social X di proprietà di Elon Musk.

Stoccaggio “democratico”: Tesla aggrega 25 mila Powerwall

Un evento del genere si era già verificato in precedenza, evitando pericolosi black out. Quest’anno la California ha creato anche la prima grande batterie virtuale utilizzando direttamente le auto in ricarica anzichè gli stoccaggi domestici.

Veicoli elettrici in California: verso la prima centrale virtuale

Tesla è stata una delle prime aziende ad adottare questa tecnologia, grazie al suo Powerwall già integrato alla rete con modalità bidirezionali “intelligenti”. L’anno scorso Tesla ha lanciato tramite App il programma pilota di centrale virtuale assieme a  PG&E, la società elettrica che copre la California settentrionale.

Dai Powerwall alla rete per 2 dollari al kWh

I proprietari di Tesla Powerwall iscritti al programma dall’App  possono monitorare i prelievi, fissare una carica minima delle proprie batterie domestiche da salvaguardare, ricevere un  compenso per l’energia ceduta pari a circa 2 dollari per kWh. Alcuni possessori di Powerwall hanno dichiarato di guadagnare addirittura centinaia di dollari all’anno con ogni Powerwall tramite la centrale elettrica virtuale di Tesla. Un importo decisamente interessante che matura grazie alla ipervalutazione del servizio di demand response in emergenza che può arrivare ad essere retribuito dal sistema fino a 500 dollari a MWh come è successo il 24 scorso. In maggio Tesla ha reso noto di aver versato 9,9 milioni di euro complessivi nel 2024 agli iscritti ai suoi programmi di centrali elettriche virtuali.

batteria virtuale
Ecco come funziona una batteria virtuale. Fonte: Enel North America

Al programma Tesla aderisce anche la centrale elettrica virtuale (VPP) dell’installatore di pannelli solari  Sunrun in California che 2024 ha più che quadruplicato gli iscritti al suo programma di supporto alla  rete elettrica dello Stato CalReady VPP. Comprende ora circa 75.000 installazioni residenziali di batterie.  L’azienda utilizza il Powerwall 3 di Tesla, che ha una capacità energetica di 13 kWh.

Quest’anno la California sta registrando temperature record già da aprile. E i picchi di carico dovuti alla climatizzazione degli edifici  mettono a dura prova la rete. Sunrun prevede infatti che quest’anno il CalReady VPP dovrebbe fornire una media di 250 MW per evento di due ore, con la capacità di raggiungere un picco istantaneo di 375 MW. CalReady è disponibile per supportare la rete elettrica della California dalle 16:00 alle 21:00 tutti i giorni, da maggio a ottobre.

I VPP conquistano il Nord America delle rinnovabili

Il 24 aprile scorso  Ava Community Energy, in collaborazione con Lunar Energy, ha annunciato un altro VPP in California che utilizza il suo software proprietario “Gridshare” e eroga la sua energia sempre a Pacific Gas and Electric ( PG&E ).

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La batteria virtuale gestita dalla piattaforma Gridsahre di Lunar Energy

Anche il produttore di batterie da accumulo Sonnen ha lanciato la sua prima centrale elettrica virtuale (VPP) in Canada in collaborazione con la società di servizi Epcor, il fornitore di energia elettrica al dettaglio Solartility, l’Università di Alberta e l’impresa edile Landmark Homes.

Il VPP di Sonnen verrà implementato nella comunità Blatchford Lands di Landmark, situata a Edmonton, capitale dell’Alberta.

E l’ Italia? Grande potenziale inespresso

E in Italia? Per ora non abbiamo notizie di VPP già operative e collegate alla rete. Molti operatori, però, ci stanno pensando. Gli ultimi dati risalenti allo scorso anno, infatti, ci dicono che il potenziale in Italia sarebbe molto elevato. I piccoli impianti di autoproduzione da fotovoltaico sono già oltre 1 milione e seicentomila per oltre 30.300 MW di potenza installata. Più della metà, per l’esattezza 650 mila dispongono di dispositivi di accumulo con una potenza complessiva di 4,50 GW e una capacità di 9,60 GWh. Una bella riserva di energia pronta a stabilizzare la rete.

Visualizza commenti (15)
  1. le notizie dalla California sono anche più notevoli:

    – hanno 35 GW-h di batterie di rete, cifra in rapida crescita
    – hanno 5 GW-h di batterie domestiche, tra cui anche dei Powerwall Tesla abilitati a partecipare allo scambio di energia con la rete
    – la potenza totale sta superando 10 GW

    – negli orari serali le batterie forniscono alla rete una potenza di circa 7 GW per 4 ore, risultando in quell’orario anche quantitativamente la prima fonte di energia nel mix energetico (energia che hanno caricato di giorno dagli impianti fotovoltaici)

    – la notizia “tecnica” è però spesso offuscata o sporcata sui media da altri problemi di gestione “economica” della rete di distribuzione in California, tra spese di riparazione e adeguamento (interramento) delle linee di trasmissione ai grossi incendi boschivi, per spese di eccessivi investimenti semirecenti in centrali a gas (risulati eccessivi in breve tempo per la velocità della loro transizione energetica; purtroppo sta succedendo anche in Italia), e selvaggia gestione delle tariffe di distribuzione dovute a una regolamentazione ora sotto riesame

    un po’ selvaggia e cara sino ad ora (oltre che per le invece giustificate spese per ripristino e adeguamento a causa dei grossi incendi boschivi) della rete di distribuzione della California

    – i programmi della California sono di arrivare velocemente a 52 GW di Potenza (circa 200 GW-h) di batterie e poi aumentare ulteriormente

  2. Come sempre in Italia siamo indietro su tutto, dando l’autorizzazione ad una VPP Tesla anche in Italia avremmo già una centrale enorme a disposizione. Anche i Sonnen sono molto diffusi, per non parlare di Huawei…
    L’autorizzazione ad una VPP renderebbe il ROI di un accumulo domestico ancora più conveniente, attirando nuove installazioni in retrofit su impianti come il mio dove una batteria non ha nessun tipo di convenienza economica al momento.

  3. Questo articolo fa abbastanza riflettere e rivalutare dei commenti fatti su altri in cui si dava per scontato che i grandi numeri dell’accumulo andranno fatti con lo utility scale e non con il domestico, chiaramente per motivi di costo.
    Si sottovaluta però che i grandi BESS vanno pur sempre connessi alla rete, e danno i loro benefici solo alla rete nazionale e non a quelle locali.

    Molti dei recenti blackout in varie città italiane potevano forse essere evitati con una VPP che a quel punto non andrebbe a supportare solo Terna sulla RTN ma anche tutti i distributori locali in momenti di sovraccarico.

    SI potrebbe fare assocando ai segnali di prezzo nazionali del PUZ altri segnali provenienti dalle cabine primarie e secondarie che vanno ad alzare il prezzo percepito dalla VPP quando la rete è localmente sovraccarica

    Senza contare che un accunumo domestico fa nativamente da buffer verso la rete, abbassando i picchi di immissione e consumo,, pertanto permettendo di non sovradimensionare le/o sovraccaricare) le reti locali

  4. Praticamente questi senza l’aiuto degli impianti fotovoltaici con accumulo avrebbero continui black out?
    Inoltre un Tesla power wall costa 10000€, con una capacità di 13,5kwh, con la solita cifra mi prendo 6 batterie d’accumulo da 15kwh l’uno.
    Poi mi sembra follia 2 dollari al kw, con quella cifra alla fine dell’anno ci costruisci una centrale fotovoltaica senza più bisogno di prelevare dagli utenti

      1. Nessun film, molti siti vendono box con BMS e 16 celle da 3,2v lifepo4 con capacità da 15kwh 51,2v, I prezzi vanno dai 1600€ ai 2000€ dipende dalla marca della batteria che vuoi.
        E comunque anche le pylontech us5000 che puoi trovare al brico sono 5kwh e costano 1100€.
        Ovviamente spedizione e consegna da magazzino europeo in 4 giorni.
        Certo se chiami la ditta un impianto fotovoltaico con accumulo ti chiede sopra i 10000€ se poi vuoi il power wall di tesla preparati l’esportazione dei reni.
        Dietro c’è un bel business, e visto che il fai da te non è facile ed anche un lavoro molto tecnico i prezzi sono molto alti

      2. anche 1010 euro ( 1284 dollari) + 600 euro spedizione
        per accumulo verticale su ruote da 18,3 KW-h

        le versioni con inverter costano +300e (inverter piccolini) o +500e (inverter più grande)… con 2000 euro spezione completa hai un equivalente come specifiche del Powerwall… gli altri +8000 euro per le finiture e per il sofwtare mi sembrano una ladrata, poi de gustibus

        non spammo altri link ma basta scrivere “litio 15kwh” sul portale commerciale cinese, o cercare su altri siti europei

        1. si trovano facilmente, su tanti siti certificati, inoltre su YouTube molti fanno test sulle batterie e spiegano bene come fare un impianto fotovoltaico.
          ora non lo trovo ma avevo visto un box bianco verticale con le ruote, fra batterie e box (da montare tutto) sui 1700€, meglio dei cubi che non sai dove poggiare, potevi ordinarlo già assemblato con 300€ in più.
          ormai c’è un app per tutto, ma basta l’app l’inverter che ti dice tutto ciò di cui hai bisogno, tanto la usi 2 volte e poi rimane li sul telefono 😁

  5. Invece da noi il GSE ti fa il ritiro dedicato a pochi cent al kWh. E i poi ci devi pagare le tasse. Mah

    1. la parte antipatica sembra il balzello delle tasse, immagino per i tempo che fa perdere

      ma se l’energia te la ritira nelle ore centrali diurne, da un impianto FTV rivolto a Sud, ci sta che la ritiri a “solo” 4-5 cents al kw-h, non è così sbagliato, a quell’ora c’è molta “concorrenza” di FTV utility che abbassa i prezzi di produzione dell’energia immessa in rete 🙂

      se la corrente te la ritirasse di primo mattino e tardo pomeriggio, prodotta da impianto FTV esposto Est-Ovest, già potrebbe pagarla di più, il PUN sta a circa 10 cents

      se la ritira da un impianto FTV con batteria, e allora la ritira magari alle ore 19-21, e a volte anche alle 7:00, il prezzo di mercato orario del PUN è al picco, circa 18-20 cents al kwh, dovuto al prezzo stabilito dalle centrali a metano a ciclo semplice

      se poi l’energia la ritira in momenti in cui il gestore di rete e i produttori non hanno programmato in anticipo bene la produzione oraria, e serve fare un “bilanciamento” di urgenza in tempo reale, allora piccole ma necessarie quantità di energia vengono scambiate anche ad alto prezzo, anche ben sopra 20 cents; se ho capito al momento gli accumuli BESS di taglia industriale guadagnano bene anche su questo, il mercato del bilanciamento rapido, oltre che dello shift di energia serale e dei servizi di stabilizzzione di frequenza, e a quanto pare anche il software dei Powerwall e altre batterie domestiche in America possono fare trading rapido dell’energia

      insomma per gli impianti domestici per essere più renumerativo vendere energia, e magari di sera tramite batteria, serve un software abilitato ad applicare un prezzo di ritiro orario che varia in tempo reale, come nell’esempio dell’articolo

      altrimenti se fai “prezzo fisso”, ci stanno i 4-5 censt; oppure in alternativa, il gestore di rete e il distributore dovrebbero consentire di scanbiare energia tra vicini di stessa cabina elettrica, senza ricaricare gli oneri di rete e le tasse.. il concetto delle comuità energetiche, ma andrebbe fatto con meno burocrazia.. poi però qualche grossa partecipata guadagnerebbe molto meno.. dettagli a parte, concorderei che il mercato italiano non è ancora trasparente, ci sono un sacco di intermediari. oltre che rendite di posizione delle vecchie filiere 😉

      1. effettivamente si potrebbe programmare ‘l’inverter per immettere anche l’energia immagazzinata nella batteria (una percentuale) , se ho molto accumulo, ma so che nelle notti di estate ne userò solo una piccola porzione potrei usarla per far profitto, giustamente se tutti immettono grazie ai pannelli vien pagata poco, ma se sei l’unico che lo fa quando il sole non c’è, il prezzo sale.

        1. il concetto su cui si ragiona poco è che le batterie domestiche sono un asset con un costo importante e un fattore di utilizzo relativamente basso rispeto ai BESS. In giornate localmente nuvolose lavorano poco, di notte lavorano poco, se rimango due settimane fuori casa lavorano poco…è questo che ad oggi le rende non del tutto convenienti sia per il proprietario che per il sistema.

          Messe a disposizione della rete esprimono tutto il proprio valore, probabilmente faranno qualche ciclo in più che potrebbe ridurne la vita ma ampiamente ripagato dalla moltitudine di servizi che possono offrire.
          In un mondo in cui serviranno enormi quantità di batterie non ci si può permettere di sfruttare a metà quelle esistenti, e mi riferisco anche alle EV

  6. A seconda delle condizioni (zona, potenza erogata ), i rimborsi arrivano anche a diversi dollari al kWh contribuito! È sicuramente un affare sia per i privati che mettono a disposizione i propri PowerWall che per l’ambiente , visto che si possono dismettere dei peaker a gas ! E la collettività risparmia pure denaro .

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