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California, addio auto termiche dal 2035: ecco le regole

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La California segue l’Europa e mette al bando le auto teriche dal 2035. Il California Air Resources Board ha approvato il regolamento Advanced Clean Cars II che dà esecuzione alla delibera del governatore Gavin Newsom, adottata nel 2020.

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Il Goverbatore della California Gavin Newson

Riportando la notizia il New York Times  fa notare che nessuno dei Paesi che già hanno decretato il phase out dei veicoli ICE si è ancora dato regole articolate e ferree come quelle appena approvate dalla California, lo Stato più popoloso degli Stati Uniti e quello con più automobili circolanti. Rappresenta infatti il 10% del mercato americano totale. Altri 15 Stati, tra cui tra cui New York, Washington e Massachusetts, ne seguiranno l’esempio portando la quota a oltre il 40%. L’ Advanced Clean Cars II dovrà ora essere ratificato dall’Epa, l’agenzia federale di protezione dell’ambiente.

In California 35% di auto elettriche già dal 2026

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Fissa obiettivi ambiziosi già a breve scadenza. Entro il 2026, infatti, il 35% delle nuove autovetture vendute in California dovrà essere a zero emissioni. La percentuale salirà al 43% nel 2027, 51% nel 2028, secondo la progressione indicata dal grafico qui a fianco. Ma il regolamento include molte altre disposizioni e incentivi per accelerare la transizione.

Sette regole per una rivoluzione

Queste le regole base epr la transizione
-I veicoli elettrici devono avere un’autonomia minima di 150 miglia.
-Fino al 20% dei veicoli di una casa automobilistica possono essere PHEV, ma questi devono avere un’autonomia elettrica minima di 50 miglia.
-Ogni modello di EV deve includere un cavo di ricarica e devono essere disponibili adattatori per caricabatterie pubblici standard.
-Le garanzie devono garantire il 70% della capacità della batteria per 8 anni o 100.000 miglia (75% nell’anno modello 2031).
-Le metriche dello stato della batteria devono essere sviluppate per i veicoli usati, in modo che gli acquirenti possano vedere quanta capacità della batteria stanno acquistando.
-Le informazioni sulla riparazione dei veicoli elettrici devono essere fornite alle officine di riparazione indipendenti.
-Ci sono incentivi finanziari speciali per ridurre il prezzo dei veicoli elettrici per gli acquirenti a basso reddito.
-Le case automobilistiche possono essere multate fino a 20.000 dollari per ogni auto che non raggiunge gli obiettivi di produzione.

Dieci miliardi di dollari di incentivi

L’ufficio del governatore Newsom ha anche annunciato una serie di investimenti destinati ad accelerare l’adozione di veicoli elettrici, inclusi 10 miliardi di dollari per incentivi per i veicoli, infrastrutture di ricarica e sensibilizzazione del pubblico. Lo Stato offre già uno sconto di 7.000 dollari (oltre al credito d’imposta federale di 7.500) per l’acquisto di veicoli plug-in e un incentivo di 9.500 dollari per i residenti a basso reddito che  scambiano un veicolo tradizionale con un veicolo elettrico.

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In California le immatricolazioni di auto elettriche superano già di tre volte quelle della ibride plug-in

Le case auto: obiettivi “estremamente difficili”

John Bozzella, presidente dell’Alliance for Automotive Innovation,  ha detto al Times che le case automobilistiche sarebbero felici di vendere più veicoli elettrici, ma che il regolamento della California sulle auto elettriche è “estremamente difficile” da soddisfare. «Il fatto che questi requisiti siano realistici o realizzabili o meno _ ha spiegato _ è direttamente collegato a fattori esterni come l’inflazione, le infrastrutture di ricarica e di carburante, le catene di approvvigionamento, la manodopera, la disponibilità e il prezzo dei minerali critici e la carenza di semiconduttori in corso».

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42 COMMENTI

  1. “Allora eviti di rendersi ridicolo con frasi da bar sport come quella da cui è partita la discussione (e che ripropongo per chi l’avesse perduta: “L’Europa da sola non può decidere nemmeno quando andare in bagno. Veda lei come può “guidare” una transizione di questo genere).” Ripeto: questa è l’opinione della rivista alla quale lei è abbonato. La successione temporale non c’entra nulla. Dopodichè so benissimo che lei rimarrà della sua opinione e io della mia. Quanto al rendersi ridicoli, le assicuro che vi è parecchia scelta, su questo sito.

  2. Massimo Degli Esposti 30 Agosto 2022 at 17:56

    “Grazie del consiglio, ma sono già abbonato. E all’Università ho studiato Scienze politiche, indirizzo storico.” Fa piacere notare che abbiamo qualcosa in comune, tranne il fatto che io non ho l’abbonamento. Ovviamente, noto che abbiamo pareri molto diversi sul grado di autonomia dell’Europa. Strano che lei sia abbonato ad una rivista che ha opinioni contrarie alla sua.

      • Frequento questo sito anche perchè ha opinioni diverse dalle mie. Ma se lei mi da del Paragone, deve farlo anche con tutta la redazione del periodico a cui si è abbonato.

        • Non faccia Paragoni assurdi: sarei pronto a scommettere che oggi Caracciolo non riscriverebbe il suo “Euro No”

          • Non sto parlando di questo, ma del suo tentativo di ridicolizzarmi accostandomi a Paragone. Ripeto: dovrebbe farlo anche per la rivista alla quale è abbonato.

          • Allora eviti di rendersi ridicolo con frasi da bar sport come quella da cui è partita la discussione (e che ripropongo per chi l’avesse perduta: “L’Europa da sola non può decidere nemmeno quando andare in bagno. Veda lei come può “guidare” una transizione di questo genere).
            Si ricordi che il Green Deal è del 2019, mentre l’Australia e gli Stati Uniti d’America ci arrivano ora. Aggiungo che l’Europa è l’unica area del mondo ad aver rispettato alla lettera gli impegni presi firmando il Protocollo di Kyoto nel 1992. Anzi, con il piano 20-20, ha fatto ancora meglio: ha ridotto le emissioni del 22% rispetto al 1990 con un Pil cresciuto nello stesso periodo del 66%.

  3. A me sembra un ottimo piano, 1000 volte meglio questo che quello ottuso dell’Europa. Non direi che hanno copiato dagli europei, direi che hanno fatto di testa loro e hanno fatto molto meglio. Intanto prevede una quota di PHEV con autonomia di 50 miglia, un obiettivo decisamente alla portata nel 2035 (già oggi esistono modelli che arrivano a 66 miglia) ma soprattutto intelligente: consentirà gli spostamenti quotidiani al 100% in elettrico per davvero senza alcuna penalizzazione per i pochi spostamenti annui a lunga distanza. Questo l’Europa estremista non l’ha voluto prevedere e da qui tanto astio verso il suo provvedimento. W il pragmatismo californiano!

    E poi ci sono altri interventi intelligenti: quelli sull’acquisto delle auto usate con certificazione della carica residua, l’attenzione verso i riparatori indipendenti (W la California!). Da notare che per il 2026 la quota prevista del 35% è relativa a PHEV e BEV, quindi anche se è ambizioso in teoria è un traguardo raggiungibile.

    Per inciso, per chi ha seguito la vicenda Hornet vs Tonale (ovvero Dodge vs Alfa Romeo, fratelli nemici), mentre la Tonale PHEV ha un sistema a 48 volt la Hornet (stessa auto ma con brand Dodge, con più cv e con un prezzo più basso) ha un sistema a 300 volt, come le elettriche “vere”. L’autonomia nel caso della Hornet è di 30 miglia, poche, però è palese che con “uno sforzo in più” si può arrivare a 50. Aperta e chiusa parentesi per dire che se il legislatore fa il suo dovere e impedisce alle case di mettere sul mercato phev con autonomia ridicola (di fatto uccidendo questa tecnologia in culla) ma impone il limite minimo delle 50 miglia allora fa felice i consumatori e salva una tecnologia che può essere in molti casi d’aiuto.

    • Credo che il requisito californiano per l’autonomia delle ibride sia piú severo di quello a cui siamo abituati data la maggiore presenza di zone spopolate negli USA dove non converrebbe molto installare colonnine. Una curiositá sulla Tonale : i 48V (e 15 kW..) del motore elettrico bastano a garantire un minimo di prestazioni o sono sfruttabili solo nei centri abitati in pianura ??

      • 15 Kw circa bastano per avanzare a 100 Km/h. Provi a vedere quanto gas utilizza a quella velocità e avrà la risposta.

        • Sí forse con 15 kW si arriva ai 100 kmh ma in quanto tempo con 48V (tensione operativa da ciclomotore elettrico) e il peso della Tonale ? Non voglio pensare alle prestazioni in salita.. Pensavo che il mild hybrid fosse una soluzione superata da anni.

      • Sulla Tonale (che qualcuno chiama Banale) non parlo perché è un modello che odio (in quanto premium e quindi il mio odio si riversa su tutto l’attuale listino Alfa Romeo) ma posso dirti questo della Hornet (che trovo interessante – pur non amando i suv – per l’eccellente rapporto prezzo/qualità): 1.3 benzina + motore elettrico da 121 cv per una potenza complessiva di 288 cv e 518 nm di coppia (tanta roba!), 206 km/h di velocità massima, tasto “boost” sul volante per avere per un breve lasso di tempo un boost di potenza e guadagnare un secondo sullo 0-100 che così scende da 6.1 secondi a soli 5.1 secondi. Fossero confermate queste specifiche, per fascia di prezzo farebbe meglio anche della sua diretta rivale full electric, la Smart #1 da 272 cv. Tanta roba che solo i 300 volt della Dodge possono garantire (l’Alfa Banale è molto lontana da queste performance, 160 cv e 0-100 in 8.8″, pur costando di più).

        Chiusa parentesi per dire che le phev possono essere interessanti e divertenti e, con l’idea californiana delle 50 miglia in elettrico, potranno essere anche molto ecologiche.

        • -che qualcuno chiama Banale-

          Vorrai mica dirmi che quando la vedi dici “OHHHHH!”

          Sto aspettando la versione per i paesi francofoni.
          Finition “déjà vu”. 🤭

    • -A me sembra un ottimo piano-

      Anche a me tutto sommato.

      A livello normativo e “tecnico” secondo me c’è da lavorare ancora un po’ per quello che succede “post garanzia”, e cioè alla fine degli 8 anni. Però l’impianto mi sembra coerente.

      Speriamo che scenda di molto il prezzo delle batterie e che si trovino soluzioni che permettano di non dipendere troppo dal litio.

      • Con l’apertura alle officine private dovrebbe arrivare anche la “disclosure” su come sostituire una cella di una batteria (e non escludo che quei pdf poi finiscano in qualche modo nei computer dei meccanici europei). E ci si butteranno in tanti secondo me perché il costo di una singola cella è molto basso mentre le concessionarie ufficiali non hanno voglia di sbattersi i privati potranno presidiare anche questo aspetto e utilizzare le competenze acquisiti per abbassare tempi e costi di intervento. Dopotutto l’elettrauto del futuro questo farà, riparare motori elettrici e soprattutto batterie.

        • -il costo di una singola cella è molto basso-

          Io sto aspettando con pazienza del signor Paolo ci racconti quanto gli sarebbe costato lo scherzetto alla sua id3 se non fosse stato in garanzia…

          • Io ti ho detto quanto costa alla Polestar e mi hai detto che non ti interessa 🤪 no, no, non faccio il permaloso, tranquillo 🥳 Ad ogni modo nell’articolo che avevo letto erano citati un po’ di costi di sostituzione batteria di varie marche ed erano tutti astronomici … ma erano riportati anche i costi di una singola cella ed erano ricordo molto bassi, a memoria qualche centinaio di euro … Certo con la manodopera il prezzo si impenna, ma se vai dal tuo elettrauto di fiducia … Ma tu mi hai stoppato e non te li dico i costi, no no, tanto non ti interessa 🤐🤐🤐

          • Enzo, ribadisco: io voglio sapere cosa costa intervenire su un’auto che si propone come veicolo di massa e che già nel nome vorrebbe essere per il popolo… 😉

            Intanto la id2 han gia detto chiaramente che a 20k stavano scherzando, e sarà più sui 25k€.

            Qui se non salta fuori alla svelta un’alternativa anche solo dignitosa, ma nettamente più economica del pur ottimo litio… la transizione ecologica a livello di masse la facciamo sulla graziella. 😭

            Tifiamo per Sadoway.

  4. Per il resto del pianeta che usa il sistema metrico internazionale:

    150 mi ≈ 240 km

    50 mi ≈ 80 km

    100 mila mi ≈ 160 mila km

    • Sono dati proposti, e’ il costruttore che se decide se esportare. 240 km epa significano 40 mila dollari minimo di macchina buona, cioe’ 50 kWh nominali. 80 km minimo 15 kWh nominali, costo plug-in minimo 45 mila dollari. 100 mila miglia non ci arriva neanche il corpo vettura, ma per esempio la lucid air li puo’ percorrere, anche se non consigliato (a 140 mila km il corpo vettura e’ ancora accettabile, ma e’ vivamente consigliato cambiarla).

      • -100 mila miglia-

        Sono 160.000 km.
        Adesso… non per far polemica inutie… ma non mi sembran tanti…

          • Ma il nostro amico Gianluca parlava del corpo macchina.

            Insomma, per l’amor del cielo…. a tutti piace avere la roba nuova sotto alle terga. Ma 160.000 km sono un po’ pochi per dire che il corpo vettura è da buttare. Non è follia pensare che ne possa fare almeno altrettanti in linea di principio.

  5. Il “lead by example” funziona, l’Europa ha coraggiosamente tracciato la rotta e pian piano altri si stanno accodando. Nonostante quelli che continuavano a criticare – qui come in altri siti – che l’Europa da sola era ininfluente a livello mondiale, ed la nostra scelta era un’inutile auto-imposizone se non si decidevano anche USA e Cina. Adesso che dicono questi scettici?
    Ovvio che non avviene tutto in una notte, ma pian piano si sta vincendo l’inerzia iniziale.

    • L’Europa da sola non può decidere nemmeno quando andare in bagno. Veda lei come può “guidare” una transizione di questo genere.

        • Le consiglio qualche lettura di storia, o di geopolitica. In edicola si trovano testi interessanti. Uno ha ad esempio il titolo di “confine” in latino, glie lo scrivo così perchè so che lei è colto e non voglio scriverlo per non fare pubblicità.

          • Grazie del consiglio, ma sono già abbonato. E all’Università ho studiato Scienze politiche, indirizzo storico.

      • “Lead by example” –> “Dare il buon esempio”
        Che ci azzecca con “guidare” e “decidere”?

    • Luca sono provvedimenti di bandiera. La direzione verso l’elettrico la sta prendendo il mercato in autonomia. In Cina la quota elettrica è sempre stata superiore rispetto a Europa e USA, ad esempio, pur in assenza del tetto del 2035. Potrei quindi – usando un analogo ragionamento – dire che per incrementare la quota di bev vendute è più efficace non mettere alcun tetto che metterlo, come “dimostra” la Cina. Ma non lo dico perché è sciocco e perché si sta parlando del nulla. L’auto elettrica è richiesta dal mercato, esattamente come i suv e non importa cosa pensa lo stato. Più che altro tutti si stanno adeguando alla domanda, prevedono il picco e quindi fingono di stimolarlo mettendo il paletto. Nella provincia più a Sud della Cina, Hainan, si sta pensando allo stop alle ICE dal 2030. E questo perché di fatto le elettriche stravendono in Cina. Moltissimi produttori cinesi (elenco davvero lungo) stanno annunciando lo stop alle ICE perché già sanno, dalle loro previsioni, che la domanda di ICE scemerà al punto tale da essere antieconomico produrlo.

      Lo stop europeo, però, ha 2 grosse controindicazioni:
      – indispettisce e mal predispone gli acquirenti che, vendono i prezzi attuali delle BEV (per giunta con incrementi previsti fino al 25%, come la ID.1 ora ID.2), sono preoccupati, ottenendo quindi una reazione opposta, creando o accentuando una conflittualità BEV/ICE che fa molto peggio (per non parlare del rischio di corsa alle ICE per accaparrarsi gli ultimi modelli). E indispettendosi i consumatori i politici gli vanno dietro (vedi il centrodestra che non cita gli aiuta alle BEV nel loro programma), ovvero un ulteriore upscaling del conflitto che arriva fino ai governi
      – è stupido perché è cieco e sordo (a differenza dello stop californiano) e quindi offre ottimi argomenti a chi oggi vuole attaccare l’auto elettrica (non a caso, avrai notato, la California non ha seguito l’esempio “radicale” europeo e spero che anche gli altri stati facciano la stessa scelta)

      In sintesi: non è la politica che sta orientando le scelte ma è il mercato. Tutti i produttori oggi presentano nuove bev e poche ice (anche per via dei margini …), motivo per cui sono tutti orientati lì. La politica si limita a seguire, facendo più danni che altro. Chiudere il mercato delle ICE per i produttori tra l’altro è una manna (se si esclude la concorrenza cinese …) perché potranno rifilarci le più costose bev con margini di guadagno molto più alti. Non solo: con le bev c’è anche la “reason why” per i modelli più costosi. Oggi se vuoi convincere uno a comprare un’auto da 50000 euro che argomenti hai? Non ne hai, le prestazioni non gli interessano e gli interni in pelle poco o nulla. Invece la BEV da 50k ha 700 km di autonomia contro la tua (non tua tua, tua del consumatore) utilitaria di mer@@ che, lo sai anche tu, ha meno di 300 km di autonomia effettiva, e inoltre ricarica anche a 300 kW e non a 77: accattatavella!!! L’ansia da ricarica è una cosa che ci inculcheranno i produttori per venderci le auto più costose, con batterie sempre più grandi, bistrattando quelle che offrono solo 400 km WLTP.

      • -In Cina la quota elettrica è sempre stata superiore rispetto a Europa e USA, ad esempio, pur in assenza del tetto del 2035-

        C’è anche da dire che se in Cina il governo dice che i cittadini devono andare al gabinetto a testa in giù, quelli con pazienza asiatica imparano a camminare sulle mani e ad espletare i loro bisogni fisiologici in quella postura… poi non è che il tuo discorso sia campato per aria, tutt’altro. Però diciamo che la Cina è un esempio interessante, ma che per molti versi va sempre preso col beneficio del dubbio.

      • ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahhahaha.

        Nono, aspetta che non ho capito bene: dopo mesi a commentare su ogni benedetto articolo lamentando la scarsa autonomia e la lentezza della ricarica dell BEV, adesso l’ansia da ricarica non è un problema reale ma “è una cosa che ci inculcheranno i produttori per venderci le auto più costose, con batterie sempre più grandi, bistrattando quelle che offrono solo 400 km WLTP.” Seriamente????

        Comunque stai sereno, io non ho ansie nemmeno oggi con 250-300 km di autonomia e soli 44kWh.

        • E chi ha detto che non è un problema reale? Lo è, ma è anche un’arma fantastica nelle mani del marketing che lo potrà evidenziare ad ogni piè sospinto per promuovere le versioni con più km. In pratica diventerà quello che per molti anni è stato il cavallo di battaglia degli operatori, ovvero “i giga” inclusi nel piano telefonico, allo stesso modo i km di autonomia sarà la prima voce in alto e in caratteri maiuscoli con cui verranno vendute le BEV premium. E se sui “giga” ci hanno campato anni nonostante fosse quasi sempre un problema finto, figuriamoci quanto potranno cullarsi sui km di autonomia che invece sono un problema reale …

          Per inciso, è qualcosa che già fanno adesso. Quasi tutti i brand nell’offrirti la batteria più grande non si limitano ad incrementare il prezzo per il costo reale della batteria ma fanno un ricarico ben maggiore e lì c’è tanto margine.

  6. Il piano per l’elettrificazione della California mi sembra strutturato bene, chissá se svilupperanno nuovi diagnostici per le batterie partendo da zero o se si baseranno su quelli giá utilizzati in Europa.. A parte questo speriamo che il requisito di autonomia minima basti per tranquillizzare gli automobilisti locali vista la percorrenza media USA maggiore di quella europea.

    • Di solito tendo a essere intransigente come te ed è verissimo che si dovrebbe non correre ma galoppare. Però bisogna riconoscere che se avessimo in Italia un’agenda così da qui al 2035 sarebbe oro puro. Invece abbiamo i Cingolani e i Giorgetti

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