Calare i prezzi di ricarica? Sentiamo i big

Calare i prezzi di ricarica e avvicinarci ai costi europei è una strada percorribile o un sogno? Sentiamo il parere di alcuni big: Enel X, Atlante, Volkswagen…

Calare i prezzi
Stefano Terranova, numero uno di Atlante.

Calare i prezzi di ricarica? Atlante: “Difficile con i costi italiani dell’energia”

Il confronto è andato in onda nell’assemblea annuale di Motus-e a Roma. E tra i tanti temi sul tavolo, quello del prezzo alla colonnine è tornato inevitabilmente in tutti gli interventi.

Il n.1 di Atlante, Stefano Terranova, ha spiegato che il problema resta il costo della materia prima energia: “La tragedia è che qui in Italia arriviamo a pagarla anche 4-5 volte quel che spendiamo in Spagna o Portogallo. Dove peraltro in certi giorni il costo è addirittura zero, grazie all’apporto delle rinnovabili. L’altro problema è il basso tasso di utilizzo, in confronto con altri Paesi in cui operiamo come la Francia. Il risultato è che stiamo riducendo gli investimenti in Italia: avevamo previsto che la quota di mercato delle elettriche nel 2025 sarebbe stata al 15%, ma è ancora ferma al 5%. Terranova ha anche annunciato che quest’anno Atlante, dopo un lungo collaudo, installerà per la prima volta ricariche fornite da un produttore cinese.

Calare i prezzi
Francesca Gostinelli è la nunero uno di Enel X.

Enel X lavora a sconti in certe fasce orarie e a pacchetti casa-colonnina

Il basso numero di ricariche effettuate dai clienti è stato più volte lamentato anche dal leader di mercato, Enel X, che arriverà a 25 mila ricariche in Italia entro fine anno. Numeri ufficiali non ce ne sono, ma siamo ben lontani dalla soglia che rende le colonnine profittevoli per chi le gestisce. Soglia indicata in un tasso minimo giornaliero tra il 12 e il 15% dal n.1 del settore energia&ricarica di Volkswagen, Giovanni Palazzo.

La Ceo di Enel X, Francesca Gostinelli, ha ribadito che le colonnine installate sono più che sufficienti, anche in confronto con i principali Paesi europei, considerando il parco circolante. E ora la sua azienda sta proponendo soluzione per rendere la ricarica più economica. Con sconti in certe fasce orarie nelle ricariche pubbliche e pacchetti che comprendano la fornitura domestica e l’accesso alle colonnine a prezzi agevolati. Gostinelli si è detta infine favorevole alla decisione del governo di spostare una doatazione di incentivi dall’installazione di colonnine all’acquisto di auto elettriche. Avere più automobilisti elettrici in circolazione resta il primo target.

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  1. Anche se ve la Regalassero voi fornitori ce la fareste pagare sempre cara perché siete sempre a puntare al massimo profitto, attenzione, non dico che non dovete guadagnare, ma dagli 0,50 a quasi 1e/kwh è un furto (senza contare che i soldi per le colonnine li avete presi dai bandi finanziati, ma questa cosa non la dite mai però)

  2. Io al modello del “colonnine ovunque” non ci credo, non è quello che farà decollare l’auto elettrica. Ottimo spunto tra l’altro chi ha menzionato la “quota potenza” che il gestore colonnina deve (giustamente) pagare: ogni colonnina, specie fast charge, va ad impegnare potenza in rete ed implica un potenziale adeguamento della stessa. Questi costi inevitabilmente vanno pagati e finiscono nella tariffa di chi ricarica, che si gonfia a dismisura.
    Per non parlare poi di usura, manutenzione, atti vandalici per i quali immagino viene accesa un’assicurazione.
    Il tutto con tassi di utilizzo appunto molto bassi, e nonostante questo la necessità di installarne altre per coprire capillarmente il territorio e garantire che se ne trovi una libera.

    Il modello per essere sostenibile va ripensato: colonnine solo se abbinate a un fv, ad esempio in un parcheggio con pensilina fotovoltaica. Colonnine in tutti i parcheggi aziendali, dato che è il posto in cui l’auto rimane ferma più a lungo senza dare fastidio a nessuno. Ricarica smart che si adegua al prezzo orario dell’e.e., e potenzialmente V2G se appunto la sosta dell’auto è programmabile.

    Per le strade “normali” e soprattutto le autostrade io ci vedo bene il battery swap:
    – connessioni elettriche di potenza paragonabile a quella di un gruppo di supercharger, ma erogazione molto più controllabile e V2G “nativo”
    – tasso di utilizzo molto più alto
    – esperienza dell’utente molto più soddisfacente

    Siamo in un momento delicato in cui c’è necessità di infrastrutture e bisognerà scegliere quelle giuste. Siamo così sicuri di tappezzare le città di colonnine?

      1. Paragonare le colonnine a cartelloni o lampioni mi sembra un attimo azzardato, per più di un motivo:
        – le colonnine costano un minimo di 20 k€ a fronte delle centinaie di € delle altre infrasrutture che hai segnalato
        – una colonnina si porta dietro una connessione elettrica molto più importante di un lampione, e allo stesso tempo impegna potenza che l’operatore di rete deve garantire in ogni momento
        – una colonnina si porta dietro almeno 2 posti auto da riservare alle EV

        Al 31 marzo 25 le colonnine in Italia erano circa 66.000 con un parco di EV circolanti di quasi 300.000 unità.
        Anche ammettendo che ora non lavorino a piena capacità, per cui una proporzione diretta sovrastimerebbe le necessità, quante colonnine serviranno per un parco circolante di 1, 5, 10, 20 milioni di EV??

        Io questa domanda comincerei a farmela per capire se stiamo andando nella giusta direzione, quantificando la sostenibilità di tutte queste colonnine a livello economico, di spazi, e di infrastruttura elettrica.

        Terna, Enel, A2A cosa ne pensano? I Comuni che ne pensano?
        Perchè non ragionare su un’alternativa che preveda colonnine limitate ai parcheggi commerciali/aziendali e per il resto battery swap?

        1. Qualche precisazione. Una colonnina in AC da 22 kW costa fra 3.000 e 4.000 euro, installazione compresa. Si collega alla rete nelle cabine secondarie in bassa tensione senza necessità di importanti potenziamenti. Nei lampioni e in altri supporti già esistenti di arredo urbano si possono installare dispositivi simili a quelli domestici a potenze inferiori (da 3 a 7 kW), sufficienti però a una ricarica notturna. A2A sta già installando stazioni con 7 colonnine gestite da un unico contatore con questa filosofia costruttiva e senza stalli riservati. Qui la descrizione:
          A2A scopre i lampioni (finalmente): 16 punti di ricarica a Brescia
          A2A City Plug: avanti tutta con le colonnine a bassa potenza.
          L’unica soluzione impensabile, secondo noi, è un Battery Swap generalizzato per un futuro parco auto elettrico di milioni di unità. Mentre avrebbe senso per grandi flotte, taxi e car sharing, con percorsi definiti. Qui una nostra analisi: Battery swap 2, la riscossa: cosa c’è dietro l’alleanza fra CATL e NIO

          1. Grazie della precisazione, cambia il discorso della sostenilità economica ma non il resto.
            Inoltre non capisco su che basi il battery swap sia una soluzione “impensabile” visti i numeri raggiunti in Cina.

            Ne approfitto per segnalare i numerosi blackout nelle città italiane dovuti al caldo e all’assorbimento dei condizionatori. Che ruolo avrebbero le colonnine in quel caso? E che ruolo le stazioni di battery swap?

            Bisogna sempre più ragionare su EV e sistema elettrico come un qualcosa di unico e fortemente interdipendente. Le “colonnine ovunque” sono un classico esempio di un ragionamento vecchio stile in cui il sistema elettrico è un pozzo senza fondo da cui si può attingere qualsiasi quantità in qualsiasi momento

    1. Leonardo (R)

      Battery swap? A lei andrebbe bene di pagare la rata di affitto della batteria a vita, tanto per fare un esempio?

      1. C’è già gente che prende l’auto a leasing evitando l’acquisto, probabilmente spende qualcosina in più ma si elimina il problema dei costi di manutenzione e della rivendibilità dell’usato. Perchè non si dovrebbe poter fare lo stesso con la batteria?
        Domani ne arriva una che mi permette il 50% in più di autonomia, che faccio butto l’auto e ne compro un’altra?
        Tra 8 anni avendo esagerato con le ricariche fast ho perso un 30% di capacità, anche lì butto l’auto?

  3. Poco più di 4 anni fa ho preso l’EV.
    Un amico dopo averla provata ha preso una ibrida con l’intenzione di prendere elettrica la successiva.
    Il tempo passa, l’opera di disinformazione e le azioni concrete (prezzi abnormi di ricarica oltre che dell’auto) hanno fatto il loro “lavoro”.
    Ne ha presa una a gpl.
    Eppure ha il fotovoltaico ed il garage a disposizione.
    Auguri Italia.

    1. Mia sorella anni fa passò da Punto a metano a Toyota 1.8fullhybrid… alla fine sta sui 20~22km/LT
      Forse @zi ti
      al tuo amico non basta l’ autonomia autostradale delle BEV che può permettersi…o non vuole fare soste di 30~40 minuti nei lunghi viaggi ogni 260/300 km… O forse alcune zone che frequenta non sono ancora ben fornite di HPC lungo i suoi tragitti ..

      Auguriamogli di poter riconsiderare le BEV al prossimo cambio.. visto che ha FV a casa (ma può caricare di giorno? ) e grazie alla crescita F.E.R. anche in Italia i costi ricarica son destinati a calare…

      1. Quella a gpl è la terza auto.
        Secondo me con una ibrida ed una a benzina ci poteva stare benissimo anche una elettrica.
        Per i viaggi lunghi direi che bastava organizzarsi con i figli.
        Ha accennato ai prezzi delle colonnine ma non mi va più di discutere, tanto meno ad acquisto già fatto.
        Mi sono limitato ad esporgli i miei costi annui nell’ecosistema pdc-EV-fotovoltaico ed un decente fornitore di energia.
        Ha strabuzzato gli occhi.
        Un po’ alla volta ci arriveranno anche loro. 🙂

        1. Si… infatti… spesso leggiamo qui di persone già abbastanza oberate di pensieri che aggiungere qualcosa di nuovo (che richiede un po’ di “studio” e di adattamento) proprio non ne vogliono sapere…pur andando incontro a situazioni più onerose nel tempo.

          Speriamo cmq che pian piano tutti coloro già dotati di FV & posto auto comincino ad adottare, se non proprio BEV, almeno le nuove Plug-in da >100km in elettrico… così si rendono conto che alla fine la benzina non serve quasi mai…ed è un inutile costo da portarsi dietro…😉👋

  4. ma perché una volta le colonnine erano gratuite? son centuplicati i costi delle stazioni di ricarica per giustificare che da 0€ nel giro di qualche anno siamo passati a 0,60€ kwh?
    gia a 0,30 mi sembra un furto legalizzato.

    1. Io da 36 mesi carico 1 o 2 volte al mese ad una AC gratuita di un centro commerciale…. Hanno pannelli FV e si producono l’energia da offrire (1 ora) ai clienti…io ci vado quando faccio la spesa (non mi piace scroccare..) ma penso che prima o poi faranno come altri supermercati… Metteranno le HPC …ma magari a pagamento (io però anche in quel caso converto buoni-spess in buoni-ricarica…e quindi gratis comunque)

  5. Riposto erchè il primo messaggio non è stato pubblicato:
    Atlante …., a bergamo avete messo colonnine da più di un anno e non sono ancora state attivate! Ma d’altronde con le tariffe che praticate chi volete che le usi? faccio prima ad andare a Dalmine al supercharger a 0,42€

      1. Altro problema tipicamente Italiano. La colpa è sempre di un altro… Mai una volta che chi sbaglia paga…. Distributore locale non mi attivi? Ogni giorno paghi la penale, pari…. boh…. quanto è l’ occupazione dello stallo a fine ricarica? ecco. Paghi. Poco che sia….

        1. A volte i ritardi magari dipendono da autorizzazioni di enti pubblici…o il lavoro di Enel Distribuzione..
          Ho visto proprio stamattina gli scavi da parte loro per portare l’energia alle HPC di un distributore IPlanet che avevo visto installare mesi fa…
          Se riescono a collegarle velocemente magari in poche settimane partono….(ma dall’ inizio dei lavori sarebbero comunque passati i famosi 6~8 mesi)

        1. …detto che “ridicoli” o “pagliacci” (non ricordo di preciso cosa ho scritto) non è poi ‘sto grande insulto…ho letto ben di peggio su queste pagine cmq grazie ma ciò non toglie che sia ridicolo lasciare colonnine (per giunta DC 100) a marcire per oltre un anno, che quando le attiveranno saranno ormai quasi da cambiare e poi ci vorranno secoli a far cambiare le abitudini a chi ormai le usa come parcheggio dato che non sono mai andate.

          1. Nei 3 o 4 supermercati con HPC della mia città raramente vedo auto ICE sui posti (spesso vuoti)..giusto 1 sola stamattina si è “permessa” di occupare 1 degli 8 stalli..ma c’erano decine di auto che giravano il parcheggio cercando posto (e nessuno ha avuto da ridire perché ho parcheggiato la mia BEV nei posti “normali”).

            L’ importante @robert è che le vetture Non in Ricarica lascino liberi gli stalli quando le colonnine saranno attive (sia ICE che furbetti con auto elettrica Non in carica😉)

  6. Io sinceramenta mi sono rotto le palle degli aumenti a un certo punto, solo nei mesi dove ho necessità attivo ormai unicamente l’abbonamento ai supercharger. Per il resto da ieri è attivo il mio nuovo punto di ricarica personale, il nuovo wall charger di casa mia. Piccolino si, limitato a 3kWh pure e con gli orari.. Ma è l’unico punto di ricarica utilizzabile in valle da chiunque, e per giunta a donazione libera. Listato su plugshare. Dietro il mio nuovo impianto da 10kWh e powerwall 3. Si può parcheggiare in ricarica da me e farsi una passeggiata per i Monti Berici a costo zero. Dobbiamo diffondere questa cultura, metterci il nostro e mandare a fare in culo questi maledetti petrolieri.

    1. Se solo si potesse fare nei condomini…. ultima assemblea avevo proposto: ma facciamo una CER condominiale. abbiamo oltre 500 metri quadri di tetto utilizzabile, ci salta fuori un impianto da ALMENO 60-70KW. Accumulo nei sottotetti (sono 5 condomini fusi in 1) ci alimentiamo tutti i servizi, luci scale, pompe acqua ascensori… E con la parte in piu mettiamo due-tre colonnine nei posti auto. Azzeriamo totalmente le spese luce… mi han guardato manco fossi un marziano…. Boia come rimpiango la mia bifamiliare al paesello…..

      1. Non so se sia sufficiente, Quello dove stanno i miei é molto più piccolo però alla fine hanno messo pannelli solo per luci di parto comuni e ascensore visto che il tecnico disse che non si poteva alimentare 9 appartamenti. Il vostro tetto sará piu grande ma debbo Capito sono anche più appartamenti.
        Alla fine hanno messo la wb i miei ma é scollegata dal fotovoltaico.

      2. se il condominio potesse essere suddiviso in 2 o 3 sotto-aree, magari fare più impianti ognuno da 20 KW, non so se forse si riesce a schivare le spese e adempimenti burocratici per impianti sopra 20 KW,
        e a mettere daccordo un numero minore di persone alla volta?

        1. Magari alcuni condomini interessati ad un loro impianto privato possono chiedere di occupare parte del tetto Comune per mettere i propri pannelli (ovviamente ognuno potrebbe mettere 4~6kW) Non coprendon tutta la superficie utile (va lasciata la possibilità di fare l’ impianto a tutti i condomini…e per l’ autorizzazione non occorre unanimità in assemblea)…
          Solo che se i condomini sono tanti è difficile che anche 500m² siano sufficienti…e soprattutto sono i costi di installazione (ponteggi!) per lavorare sui tetti… oltre ad eventuali installazioni di linee-vita..
          (@luca non hai specificato quanti piani è il mega-condominio…. Ma mi sa che se vedi preventivi… Boia dé ! 😱)

  7. miei cari “signori”, mettete colonnine lente ad ogni lampione, ad ogni parchimetro, è un ca____o di cavo della 220 !!! Vi evitate che idioti come me debbano tirare fuori 6 mila euro tra una balla e l’ altra per mettere una wallbox in condominio, dopo più di un anno di beghe e fegato spappolato!! che per rientrare del costo mi ci vorranno 10-15 anni !!!! e voi vi sareste trovati un cliente fisso in più ! giro la zona industriale qui e non c’è una che sia una colonnina !!! eppure di gente che ha l’ ibrida, qualcuno con la tesla c’è ! SE NON DATE I MEZZI LA GENTE RESTA “A QUELLO CHE CONOSCE” !!!

  8. Ma l’unica domanda interessante non è stata fatta: “Secondo lei come fanno Tesla, Electrip, Ionity, ecc. a sostenere le loro tariffe?
    Perché avete eliminato gli abbonamenti?”
    Ecco avrei letto volentieri le risposte con i tentativi di arrampicarsi sugli specchi.

  9. “ma sono del mestiere questi?” (cit.)
    Chi è causa del suo mal pianga se stesso (come VW che ha buttato 5 anni sull’elettrico e ora rincorre a fatica e in crisi).
    Arrivera BYD e gli soffierà il mercato così come agli operatori telefonici è stato soffiato il mercato delle transazioni bancarie via nfc… Per chi non fosse del settore, le SIM erano le uniche ai tempi a possedere un Secure Element, dove custodire I dati della carta di credito per pagare da cellulare, Apple a parte che ovviamente avendo il controllo dell’intero hardware aveva fatto da sola. Per il mondo Android gli operatori potevano fare il grande affare e invece per la loro avidità non hanno mai attivato il servizio fino a quando Google ha rilasciato il Virtual remote secure element (Sì chiamava hybrid qualcosa non ricordo bene) che ha bypassato quello della SIM e gli operatori sono rimasti a secco.

    1. Non è molto paragonabile. Le SIM non sono destinate a durare. Chiunque usa eSIM le ha già cestinate. 🙂
      E con i pagamenti via wearable sarebbero state soppiantate comunque.

      Argomento complesso e diverso comunque.

  10. antonio Gobbo

    Avevamo previsto il 15% nel 2025? Chi l’ha previsto un dirigente stellantis o qualche NERD interrogando un sito di intelligenza artificiale? Al contrario fronte di queste previsioni i budget stellari di vendita che arrivavano tutti gli anni dagli USA nella società in cui lavoravo diventano fattibilissimi.
    Come sj fa a prevedere il 15% di vendite quando i primi modelli a prezzj contenuti stanno uscendo solo ora e stipendi e pensioni i sono flat da decenni con in mezzo peraltro una pandemia e jna guerra che ha fatto impennare alle stelle j costi delle bollette?
    Ma un meaculpa ad aver cannato in modo eclatante previsioni e rimediare installando tante AC (magari ai lampioni) nei quartieri residenziali al posto di HPC a prezzi stellari no? … aspettiamo pazientemente che sj arrivi al 15 – 20% e che le colonnjne diventino “profittevoli” …. good luck !!!!

    1. bhe col senno’ di poi siamo tutti fenomeni,
      ma sarà stata una previsione fatta prima di fine 2022,

      prima che in Italia fosse eletto il governo attuale e che a primavera del 2023 ci fosse l’impennata dei prezzi alle colonnine dei due principali player, che tolse la convenienza achi non icarica a casa, e diede un brutto messaggio ai potenziali aquirenti, e il sabotaggio di vari bandi e incentivi (wall.box , colonnine, auto bev) formalmente attuati ma in pratica modo malevolo, e ciliegina i dazi alle BEV Cinesi per stoncare i modelli “primo prezzo” MG4, Byd, Tesla 3

      mi ricordo che mettevo a grafico i dati di vendita mensili delle BEV in Italia e sino alla primavera del 2023 crescevano con regolarità, si erano ripresi anche dal covid, poi da quel momento si sono impantati

      ..con il nuovo vento politico italiano ma in parte anche estero soffiato dalla guerra russa (e la filiera petrolifera ed automobilistica europea ha approfittato per serrare i ranghi sul petrolio e proporre compatte bev ancora care o incomplete).. ora c’era un po’ di ripresa delle vendite in italia ma ecco che tornano i giochini sugli incentivi

      possono frenare quanto vogliono, intanto modelli migliorano e la concorrenza sui listini sta arrivano, con byd che conta i mesi per far par partire le fabbriche in europa, chissà forse finirà che in italia le quote di EV saranno recuperate tutto a un botto, quasi da un momento all’altro

      1. Va aggiunto che i piani di realizzazione e lancio dei modelli BEV europei son stati fatti anni fa ..poi nel 2022 è iniziata l’ invasione russa dell’Ucraina…che ha poi portato a sanzioni .. ritorsioni..impennate prezzi energia con blocco fornitura gas russo (e prezzi quintuplicati nel metano!) , perdite di impianti in Russia
        Tutto ciò ha aumentato i costi di tutti gli.europei e quindi son crollate le aspettative di vendita rispetto alle attese ..

        Se l’ invasione russa fosse durata pochi mesi (e non ci fossero state reazioni occidentali..come nel caso della Crimea..anni prima) allora la situazione sarebbe stata molto diversa…e probabilmente le quote BEV molto elevate …anche se Sempre e comunque condizionate dalla crescita dei modelli cinesi..

        NB ovviamente anche i costi di ricarica sarebbero stati ben più bassi…

        Purtroppo con i Se ed i Ma …😔

      2. antonio Gobbo

        R.S. ho letto le tue obiezioni, come pure quelle degli altri, solo un paio di appunti
        – in Italia i valori previsti non si sono realizzati a causa di “venti politici” contrari e cartello di società energetiche? Si parzialmente potrebbe essere così, però se prendiamo la Spagna dove il vento politico non è certo come quello italiano e l’energia costa enormemente meno che da noi abbiamo solo un 2% di differenza in più di immatricolazioni non il 10 o più % e questo non certo perchè gli spagnoli siano amanti dei gas di scarico ma semplicemente perchè i loro salari sono simili ai nostri, se poi prendiamo tutta l’Europa che non sia i soliti nordici – Francia e Germania, ovvero tutte le nazioni con salari inferiori a questi ultimi vediamo che le % di immatricolazioni di BEV sono simili o inferiori alle nostre….. ci sarà un motivo che non sia il solito analfabetismo funzionale no?
        Forse più che chiamarle “previsioni” sarebbe stato corretto definirle “speranze” e come ben si sa le speranze mica sempre vengono esaudite. Purtroppo temo che la lezione non sia servita a molto e ancora oggi vede previsioni di milioni di auto elettriche circolanti fra pochi anni (2030), tra i 4.5 e i 6 milioni se ben ricordo…. vogliamo ancora chiamarle previsioni? e se si in base a quali certezze?

    2. Leonardo (R)

      Più che un mea culpa sulle previsioni, la situazione attuale è il risultato di politiche ben precise mirate a disincentivare la mobilità elettrica (incentivi pazzi che finiscono in click day, ordini di scuderia per i CPO statali, media che criticano le auto elettriche).
      Il risultato è esattamente ciò che ci si poteva aspettare: salvaguardia degli interessi petroliferi, perdita di occasioni sul fronte mobilità alternativa. Tesla, cinesi e nuovi operatori che iniziano a fare capolino ringraziano per le opportunità e la strada spianata che al contrario sarebbe stata in salita. Il mercato farà il resto, con un po’ di ritardo per i bastoni fra le ruote messi dalla politica. Occasione mancata per il Paese di contare qualcosa nel mare magnum del nascente mercato elettrico, faremo il fanalino di coda…

      1. più che aiutare i petrolieri non vorranno perdere le accise, o (imbecilli come sono) non hanno ancora trovato un modo valido per caricare accise su elettrico.
        quando ci riusciranno il discorso cambierà (una tassa fissa + un tot al km basata sul collaudo obbligatorio biennale ad esempio) .

        1. ogni tanto proponevo un conto, da cui pare che se dalle accise sui carburanti togli quanto viene poi girato in sussidi alla filiera petrolifera e agli utilizzatori (esenzioni fiscali), il rimanente è solo di poco superiore alle cifre che ricaveresti dalle accise che ci sono già sull’elettricità se gli autoveicoli/camion girassero in elettrico

          e non stiamo contando il risparmio che si avrà in sanità pubblica perchè sarebe un risparmio difficile da evdienziare e a lungo termine, e al politico questo non è utile alla sua rielezione e non lo considera

          la differenza si potrebbe azzerare ad esempio aggiungendo 7 cents di tassa specifica alle ricariche da colonnine (quando però prima le stesse saranno riuscite ad abbassare le tariffe di 15-20 cents rispetto ad ora), o come proponi tu caricandole sulle spese delle auto

          1. Leonardo (R)

            La differenza si azzera considerando che le accise vengono messe sui beni di importazione perché il loro utilizzo grava sulla bilancia dei pagamenti.
            Al contrario, l’energia elettrica prodotta su territorio nazionale mantiene la ricchezza del Paese.
            Insomma, quello delle accise è un falso spauracchio. Però chi vuole continuare a utilizzare derivati del petrolio, e a pagare accise e tasse sulle emissioni, è diabolico nel perseverare!?

  11. “Terranova ha anche annunciato che quest’anno Atlante, dopo un lungo collaudo, installerà per la prima volta ricariche fornite da un produttore cinese”

    leggevo stamattina che BYD intende creare una rete di ricarica con la tecnologia proprietaria dei Megawatt Flash Charger anche in Europa, vista l’imminente partenza delle produzioni in territorio europeo (Ungheria e Turchia)… Penso che se fosse vero sarebbe un bell’assist anche a Mercedes visto che l’ultima piattaforma presentata (a 800V ) al momento non dispone dell’adattatore DC-DC per usare anche le 400V normalmente presenti lungo le nostre strade.

    Quanto ai prezzi … lo scoglio numero 1 è aumentare la generazione da F.E.R. in reti con BESS ( rendendole stabili e resilienti, oltre che sempre più indipendenti da forniture estere) e magari anche il famigeratissimo “disaccoppiamento” dell’energia da GNL, che oramai anche i sassi sanno che sta penalizzando le nostre imprese.

      1. acronimo inglese per i grandi sistemi di accumulo di energia elettrica a batteria

        Battery
        Energy
        Storage
        System

        spesso sono moduli della taglia di semi-container metallici (cioè lunghi 6 metri, mentre un container standard intero sarebbe circa 12 metri) riempiti di batterie, di un sistema di raffreddamento-riscaldamento e (semplificando) di un inverter che permette di caricare o scaricare la corrente verso la rete esterna

        in un semi-container all’inizio ci stavano 1-2 MW-h,
        ora sono più “densi”, sono arrivati a 5-9 MW-h

        anche i prezzi sono migliorati a vista d’occhio e scendono ancora; al momento in europa per grosse installazioni (es. 50 MW-h, circa 10 semi-container ) collegate in rete con inverter AC, secondo Terna e altre fonti, compresa installazione e spese progetto e allacciamento di rete dovremmo essere sui
        200 euro a KW-h
        0,2 miliardi a GW-h

        se invece la intallazione la fai presso un parco di rinnovabili, hai solo le spese dei sistemi in DC, perché risparmi sulle autorizzazioni e sull’inverter (puoi usare inverter e sito del parco di rinnovabili) e costa ancora meno

        come paragone sulle spese di investimento:

        > 150 euro a KW-h — accumuli a pompaggio idroelettrico

        > 150 euro a KW-h (in calo)- accumuli BESS in DC

        > 200 euro a KW-h (in calo) – accumuli BESS in AC

        > 300-400 euro a KW-h (in calo) – batterie a flusso redox;
        costano però si usano se devi metterle dentro ad edifici e/o a pochi metri dalle abiatzioni, perchè sono completamente ignifughe, in Svizzera ad es. ne stanno facendo una gigantesca ( se ricordo 500 MW-h ) dentro a un grande edificio-capannone, al piano sotto a un data-center

        ==== costi di investimento

        un sistema di rinnovabili stabilizzato con batterie per produrre h-24 circa 3 GW di potenza effettiva media:

        – 10 GWpotenza FTV a terra –> 7 miliardi
        – 5 GWpotenza Eolico a terra –> 7 miliardi
        – 35 GW-h capacità BESS –> 7 miliardi

        costa 1/3 di un obsoleto sistema nuculare da 4 reattori da 1 GW nominale ognuno:

        – 4 GW nominali nuculari, cioè poco meno di 3 GW effettivi medi-> 64 miliardi

  12. Mah continuo ad avere i miei dubbi sul costo delle colonnine prendendo come benchmark tesla che vende l’energia a 0.4 con colonnine hpc come possono costare agli altri così tanto??!?!! Il doppio per arrivare anche quasi ad un euro…. Con gli accordi sulle rinnovabili i costi secondo me sono molto bassi forse sono tutti gli oneri connessi ad aumentare il prezzo ma fino ad un certo punto! Electrip fa prezzi molto concorrenziali chissà come faranno anche loro!

    1. se ricordo un articolo qui su Vaielettrico,
      con tabelle dettagliate, i gestori delle colonnine lamentavano che il TIPO di contratto di fornitura dell’elettricità che avevano era particolarmente punitivo in caso di basso utilizzo delle stesse, perchè avrebbe alte spese fisse, ad es. legate all’impegno della potenza massima teorica

      che non vuol dire che queste spese fisse siano interamente giustificate (ne dubito), magari i contratti potrebbero essere modificati, volendo,

      e non vuol dire che poi non ci siano anche altri ricarichi elevati del gestore delle colonnine stesse se formalmente (ma di fatto ha forse l’effetto opposto) pretendesse di rientrare delle spese di investimento in poco tempo.. anche qui forse c’è un problema di volontà (politica) quando da primavera 2023 le tariffe dei 2 grossi player si sono impennate

      Tesla si dice abbia minori spese di installazione e gestione sensibilmente minori grazie alla sua ottimizzazione, poi ha un’utilizzazione maggiore delle colonnine che taglia le spese fisse di fornitura del’elettricità, e poi chissa, magari ha oppure no anche ricontrattato le condizioni sulle spese fisse sulla fornitura di elettricità

      1. Il suo commento merita una risposta molto articolata. La ricarica in AC beneficia di una tariffa agevolata chiamata BTVE che non prevede spese fisse. Ma non è che le spese fisse siano cancellate, bensì sono “spalmate” sulle tariffe che i gestori pagano al sistema elettrico. Fu pensata per favorire le prime installazioni, quando ancora i volumi di vendita erano pressochè inesistenti.
        La ricarica in DC, viceversa, prevede una tariffa identica a qualsiasi altra attività che impegna molta potenza in media tensione. In questo caso gli oneri fissi sono elevati. Ma è evidente che una piccola o media azienda attiva 8 ore al giorno preleva 100, mentre una stazione di ricarica arriva al massimo a 2; quindi gli oneri fissi pesano decine di volte di più. Tesla molto spesso installa stazioni di ricarica nelle pertinenze di hotel e esercizi commerciali e potrebbe sfruttare quote di potenza in eccesso degli stessi. Lo fa per esempio Coop Liguria nei suoi caricatori Coop Power Le tariffe da sogno di Coop Power a Genova: 0,39 euro in AC e 0,49 in Dc, che infatti hanno prezzi di ricarica al pubblico simili a quella dei Supercharger.

  13. Io vorrei fare due domande ai CPO
    1) Siamo sicuri che una volta installate le colonnine i cpo sono veramente interessati a fatturare ?
    Se fosse si occuperebbero di deterrenza dei parcheggi abusivi
    Se fosso si occuperebbero di limitare l uso delle colonnine come parcheggi caricando a potenza minima .
    Io sono un elettronico, le soluzioni ESISTONO ed a basso prezzo ma sono sempre piu convinto del mancato interesse a FATTURARE

    1. Daniele Sacilotto

      Poi vai al supercharger, ricarichi a 0,42 e vedi un continuo andirivieni di auto elettriche di tutte le marche e ti chiedi: mica avete sbagliato qualcosa??

      1. antonio Gobbo

        Bhe si ai SUC c’è sicuramente molta più gente che ricarica, però ricordiamoci che qualora tutte le altre DC avesse prezzi simili questi automobilisti non ricaricherebbero più solo ai SUC e le 300000 bev circolanti si disperderebbero un po ovunque con un crollo dell’occupazione dei SUC. Questo porterebbe a maggiori vendite di BEV? si forse ma in %limitata, la Spagna ha costi di ricarica molto più bassi dei nostri ma percentuali di BEV simili (2% in più circa) dovrebbe far capire che lo scoglio maggiore sono probabilmente i bassi stipendi/pensioni, il resto incide certo ma non certo in maniera tale da far esplodere le immatricolazioni come in Europa vorrebbero.

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