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Cake Bukk, dopo il successo scatta la produzione in serie

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Cake Bukk

Leggera, versatile, personalizzabile. L’enduro elettrico Bukk entra definitivamente a far parte della gamma Cake. Partita la produzione in serie: da luglio la vedremo in due versioni, con un motore nuovo di zecca e tanta qualità.

Un po’ ce lo aspettavamo, ora è ufficiale. L’enduro elettrico Bukk, ultima “creatura” della Casa svedese CAKE (scopri la gamma), è pronto per la produzione in serie.

Presentata solo 6 mesi fa in edizione limitata, la nuova moto elettrica scandinava è andata subito a ruba, convincendo Cake a non perdere troppo tempo per fare lo step successivo: avviare la produzione di massa. Le prime consegne sono previste già in estate.

Bukk entra così ufficialmente nella ricca e variegata gamma di moto leggere premium di Cake. Per restarci. Le qualità non mancano, soprattutto in termini di versatilità e innovazione. Elementi sempre più ricercati dagli amanti delle moto dal carattere off-road.

 

Due versioni, con motore tutto nuovo

La “nuvola di tuono” (questo il significato di Bukk nell’antica lingua dell’isola di Gotland) si caratterizza per il design minimalista tipico di tutte le moto Cake, puntando sulle linee filanti già viste nel modello top di gamma Kalk.
Ma se l’aspetto è pressoché identico, cambia molto nel “cuore” del progetto. Bukk può contare infatti su un motore tutto nuovo sviluppato internamente all’azienda. Il propulsore, denominato Jante, è a magneti permanenti, raffreddato ad aria, con un albero a doppio cuscinetto per offrire una maggiore efficienza. In più è inserito in un alloggiamento di alluminio aeronautico, molto leggero ma resistente anche agli agenti esterni.

A livello di prestazioni, Jante produce fino ad un massimo di 16 kW di potenza di picco, con una coppia di quasi 500 Nm alla ruota e il solito ottimo spunto in accelerazione. Un motore che può spingere la Bukk fino a 90 km/h.
Questo per la versione Power Light. Perché sul mercato sarà disponibile anche la “gemella” Super Light, che come facilmente intuibile, ha numeri più soft, pensati per i patentati A1. La potenza di picco scende a 13 kW (8,5 nominali), la coppia a 366 Nm e la velocità a 80 Km/h.

Non solo fuoristrada

Ad accomunare le versioni c’è un pacco batteria da 72V – 40Ah, con capacità di 2,9 kWh, ricaricabile on board ma anche facilmente rimovibile per ricariche domestiche (0-80% in meno di 2 ore). Batteria agli ioni di litio che per la Casa garantisce autonomie fino a 3 ore di guida off-road e 70 km su strada.
Già, perché anche Cake Bukk è previsto che possa circolare su asfalto in versione “dual-sport”, ovviamente equipaggiata con tutte le dotazioni obbligatorie (targa, luci, specchietti, frecce…).

E proprio sulla sua versatilità di utilizzo Cake si gioca una carta importante. Bukk infatti prevede un’ampia possibilità di personalizzazione a seconda dell’uso richiesto. A partire da alcuni elementi chiave della ciclistica, che possono essere configurati in fase d’acquisto. In particolare le sospensioni, per le quali sono opzionabili diversi kit firmati Öhlins, WP, RacingBros e Formula.
Standard invece il sistema frenante Formula e le ruote (19” davanti, 18” dietro).

Si può personalizzare a piacimento

A livello strutturale, Cake ha voluto puntare come sempre su leggerezza ed affidabilità. Da buona enduro offroad, la Bukk ha un telaio in alluminio forgiato e componenti specifiche realizzate in casa dal brand svedese. Il peso è di 89 kg, ma 20 sono di batteria.

Tre le modalità di guida, anche queste completamente configurabili dal pilota, utilizzando l’App Cake Connect.
La connettività avanzata è utilizzata in generale per accedere ad altre personalizzazioni opzionabili con un costo aggiuntivo (potenza, sensibilità del freno, controllo della trazione) e agli aggiornamenti, ma anche come supporto al veicolo da remoto.

Ordini aperti, prezzi sopra i 10 mila euro

E ora veniamo ai costi. Di base, il prezzo di listino parte da 10.270 euro per la Bukk Super Light e 11.070 euro per la Bukk Power Light.

Però, attenzione: le varie configurazioni opzionabili (tra cui anche il kit per trasformare la moto off-road in “street legal”) fanno lievitare in fretta il prezzo di partenza.

Le moto sono già ordinabili direttamente dal sito di Cake in due colorazioni. Peccato non ci sia più l’inedita colorazione gialla della Limited Edition. Prime consegne previste per luglio.

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10 COMMENTI

  1. Bello il titoletto “Odini aperti, prezzi sopra i 10 mila euro”, trattandosi di svedesi…
    Occhio solamente che di Odini ce n’era solo uno… 😉

  2. Prima osservazione sul nome che può presentarsi a interpretazioni controverse, un’altra cosa che non capisco a pieno è come faccia una moto da 16 kw arrivare a 90 miseri km/h. Il mio scooter con 5 nominali e 9 di picco arriva a 100!

    • Perchè è rapportata cortissima, da brava motocross. Per fare piu di 90 all’ora in offroad bisogna essere o molto bravi o molto pazzi. O tutt’e due. 😉

      Piuttosto davanti mi aspettavo una ruota da 21″… secondo me ci starebbe benone specie considerando che pesa niente…

      • La limitazione in velocitá puó essere dovuta anche ad un blocco elettronico (come del resto diversi altri modelli elettrici) oltre che alla rapportatura corta. In ogni caso penso che in fuoristrada 90 kmh sono sí un pó troppi ma tornano comodi per la versione “dual” / stradalizzata.

    • -Prima osservazione sul nome che può presentarsi a interpretazioni controverse-

      L’ho capita adesso….. 😂🤣😂🤣😂🤣😂🤣😂🤣😂🤣😂🤣😂🤣😂🤣😂🤣😂🤣😂🤣😂🤣

      • In effetti credo che, nel loro interesse, non potrebbero / dovrebbero vendere la moto in Giappone 😂🤣

        • E chi lo sa? Magari spopola. 😂😂😂

          A Milano, decenni fa, c’era una nota fabbrica di macchine da cucire, la ElCu

          https://backend.archiviofondazionefieramilano.archiui.it/cataloga/media/fieramilano/images/3/0/3/79117_ca_object_representations_media_30306_large.png

          Dove ElCu stava appunto per elettro cucitrici.

          Superfluo dire che a qualsiasi locutore di area settentrionale la sigla ElCu suggerisca immediatamente ben altra immagine.

          Mio papà è nato in una merceria-camicieria in Corso di Porta Romana, e fatalità (erano altri tempi) per via di questo conoscevano il “Signor ElCu”.
          Presto o tardi, mi raccontava, arrivò il giorno in cui si ebbe a toccare lo spinoso argomento.
          Ma il signor elcu, senza fare una piega, liquidò la cosa con una risata dicendo “Ma io lo so perfettamente! E me ne compiaccio! infatti a costo zero ci conoscono tutti… ” 😉

          • Aneddoto molto simpatico 🙂 Fra l’altro credo che, per rimanere in tema con il sito web che ospita questa discussione, la prima parte dell’acronimo potrebbe essere riutilizzata per un’altra ditta o startup nel settore degli accumulatori o comunque per qualsiasi oggetto funzionante “a scossa” 😉

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