- BYD verso la Germania per la 3° fabbrica europea. La notizia è stata anticipata dalla Reuters. In Italia, intanto, la Casa cinese avanza a suon di sconti.

BYD verso la Germania, altra occasione persa per l’Italia?
Si parla da tempo della terza fabbrica europea del colosso cinese, costretto a produrre in Europa per evitare i pesanti dazi imposti dalla UE. E così BYD sta da tempo sondando il terreno per un altro impianto, con la pregiudiziale di evitare i Paesi che a suo tempo in sede comunitaria si sono battuti per i balzelli sul made in Cina. La Germania non è tra questi, anzi: per difendere a sua volta l’export in Cina, si è opposta apertamente ai dazi. E quindi, nonostante l’alto costo del lavoro e una produttività non al top, è in pole position per aggiudicarsi anche il nuovo investimento BYD. La notizia sta suscitando diversi commenti anche in Italia. Ironiche le parole affidate a LinkedIn dal prof Nicola Armaroli: “Riusciranno i nostri eroi a portare qualche fabbrica in Italia? Oppure rimarremo qui a difendere cilindro, pistone e stufe con le ruote con la nostra possente fionda?“. In effetti fin dall’insedimanto del governo Meloni il ministro Adolfo Urso parla dell’arrivo di investitori nell’automotive, al momento senza risultati. Nonostante che nel vertice di BYD Europe ci sia l’italianissimo Alfredo Altavilla.

Parte una campagna di sconti: fino a 8 mila euro per la Atto 3
Nel frattempo il colosso cinese, che sta soffiando a Tesla la leadership mondiale nell’auto elettrica, continua nella sua politica commerciale molto aggressiva. Dazi o no, BYD annuncia forti sconti sulla sua produzione elettrica. Con una nuova campagna di sconti in Italia che prevede condizioni finanziarie agevolate, tra cui il tasso Zero su modelli di punta, come Dolphin e ATTO 3. Oltre a incentivi dedicati per tutte le vetture contrattualizzate e immatricolate nel mese di marzo. Ad esempio, per i clienti che sceglieranno la ATTO 3, è previsto un incentivo che può arrivare fino a 8.000 euro. Per la SEAL è previsto invece un premio-permuta per i clienti che vogliono sostiturire la loro auto elettrica con la berlina del brand, con un incentivo che arriva fino a 5.500 euro.
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Figuriamoci se passavano dall’ Italia e poi mi sembra che questo governo non abbia esattamente facilitato i rapporti con la Cina.
Di cosa ci meravigliamo.
e che problema c’è??
tanto abbiamo o sol e o mar.. finiremo come la grecia a vivere di turismo.
Finche abbiamo Adolfo Urso (un nome un programma) siamo a posto LOL