Byd: utili in calo del 33%, ma esporterà un milione di veicoli nel 2025

BYD

Il colosso cinese BYD ha registrato un calo del 33% degli utili nel terzo trimestre 2025, segnale di un rallentamento sul mercato interno dopo la stretta di Pechino sulla concorrenza e le politiche di sconto aggressivo. Tuttavia, il gruppo di Shenzhen punta a compensare con una forte espansione internazionale e con nuove tecnologie che potrebbero consolidarne la leadership nei veicoli elettrici globali.

Nel periodo luglio-settembre, BYD ha realizzato un utile netto di 7,8 miliardi di yuan (circa 1,1 miliardi di dollari), in calo rispetto agli 11,6 miliardi dello stesso trimestre del 2024. Il dato è inferiore alle stime degli analisti, ma in lieve ripresa rispetto al trimestre precedente. Un segnale positivo guardando ai prossimi trimestri: significa che la redditività si sta stabilizzando, dopo mesi di turbolenza.

I conti di BYD soffrono per la concorrenza interna

Nonostante un margine lordo in risalita al 17,6%, BYD deve fare i conti con un mercato domestico sempre più competitivo.

BYD e NIO, anche le cinesi piangono

La casa automobilistica detiene ancora circa il 30% delle vendite di veicoli elettrici in Cina. Ma concorrenti interni come Geely, Nio e Li Auto stanno conquistando quote di mercato con modelli sempre più sofisticati. Oltre a politiche sempre più aggressive nei prezzi.

La decisione di Pechino di limitare le politiche di sconto eccessive ha inoltre ridotto i margini di manovra dei produttori, costringendo BYD a rivedere la propria strategia di vendita. E a spingere sui mercati esteri per sostenere la crescita.

BYD punta sui mercati esteri per recuperare reddittività

Non è un caso se già nel 2025 BYD ha aumentato del 14% le esportazioni. Raggiungendola cifra di oltre 700.000 veicoli consegnati all’estero nei primi nove mesi dell’anno. Il costruttore prevede di chiudere l’anno con fino a un milione di unità esportate. Il merito va attribuito anche a una rete produttiva sempre più globale: stabilimenti in Brasile, Ungheria, Indonesia, Turchia, Thailandia e Uzbekistan e una flotta di otto navi proprie per la logistica.

Cina: 80% di veicoli elettrici e guida autonoma entro il 2040

Una strategia che guarda anche all’Europa, dove BYD ha già avviato la produzione di bus elettrici e valuta impianti per la costruzione di auto. Resta però da capire come la Commissione europea valuterà le indagini sugli incentivi di Stato ricevuti dal gruppo, un tema che potrebbe influire sui tempi di sbarco nel mercato UE.

Batterie allo stato semisolido per rilanciare sul mercato

Sul fronte tecnologico, BYD prepara un salto di qualità con la batteria allo stato semisolido, che promette maggiore densità energetica e sicurezza rispetto agli accumulatori convenzionali. Parallelamente, l’azienda sta testando il “gigacasting”, un processo produttivo ad altissima pressione mutuato da Tesla, capace di ridurre il numero di componenti strutturali da 72 a uno solo, alleggerendo le vetture e riducendo i costi.

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Un altro fronte aperto è quello del design: dopo sette anni, il marchio abbandonerà il celebre “volto del drago”, considerato ormai datato dai consumatori cinesi. Il nuovo corso stilistico, previsto per il 2026, dovrà aiutare il brand a rinnovare la propria immagine anche sui mercati occidentali.

Il rallentamento in Cina non segna dunque una crisi strutturale, ma piuttosto una fase di transizione verso una dimensione sempre più internazionale. BYD mira a vendere 4,6 milioni di veicoli nel 2025 e a raggiungere un obiettivo a lungo termine di 10 milioni l’anno, metà dei quali destinati all’estero.

In un contesto in cui la Cina ha superato il Giappone come primo esportatore mondiale di auto, BYD si conferma il principale motore del cambiamento, con circa il 40% delle esportazioni elettriche del Paese. Una posizione di forza che, se accompagnata da innovazione e qualità, potrebbe avere presto un impatto anche sul mercato europeo — Italia compresa.

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