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BYD, inchiesta sulla fabbrica in Ungheria; la Ue indaga per gli aiuti dalla Cina

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BYD, grosso guaio in Ungheria. La Commissione europea ha aperto una indagine per verificare possibili aiuti di stato da parte di Pechino allo stabilimento del colosso automobilistico nel paese dell’Europa orientale. Le irregolarità sotto inchiesta, come ha anticipato il Financial times, sarebbero legate proprio alla costruzione dell’impianto produttivo

C’è una salto di qualità nella battaglia di Bruxelles contro l’invasione di auto cinesi in Europa. Una battaglia nel rispetto delle regole, in particolare contro le violazioni per aiuti di Stato non consentiti.

Una iniziativa che si aggiunge ai dazi sulle importazioni alle auto cinesi che arrivano fino al 38%, operativi già dallo scorso autunno. E che si basano sulle stesse motivazioni: il governo di Pechino aiuta economicamente la sue aziende automobilistiche, che possono così permettersi di vendere veicoli elettrici a prezzi concorrenziali.

Bruxelles indaga per possibili aiuti di Stato da parte del governo cinese per la realizzazione dell’impianto nell’Europa dell’est

Ma partiamo dalla notizia anticipata dal Financial Times. L’Unione Europea sta indagando se la Cina abbia fornito sussidi illegali a BYD per la costruzione del suo impianto in Ungheria. Ricordiamo che le auto prodotte in Europa da case automobilistiche di paesi al di fuori della Ue non sono soggette ai dazi. Non per nulla BYD sta aprendo il terzo impianto produttivo in Germania.

Nel caso in cui i sospetti diventassero certezze, la Ue potrebbe costringere BYD a vendere alcune attività, ridurre la capacità, rimborsare il sussidio e potenzialmente pagare una multa per inadempienza, secondo quanto è scritto nei documenti che il quotidiano britannico ha potuto visionare.

Aggiungiamo che si tratta di una iniziativa che ha un doppio valore politico. Da un lato, c’è l’indagine nei confronti di BYD e del governo di Pechino. Per verificare che non stiano aggirando le regole europee sugli aiuti di Stato. Regole che valgono per tutti i paesi membri, tanto più per una potenza esterna alla Ue.

Budapest: “La Commissione non ci ha avvisato”

Ma non va sottovalutato il fatto che l’indagine riguarda una attività industriale che ha sede in Ungheria, il Paese che più si è distinto all’interno dell’Unione europea per le sue posizioni spesso contrarie alle scelte di Bruxelles. E che gli osservatori politici internazionali non hanno remore a definire, sotto il governo del premier Viktor Orban, come “filorusso“.

Non a caso, il Financial Times riporta la dichiarazione del ministro ungherese per gli Affari europei, Janos Boka. Il quale sostiene che Budapest non era stata informata dell’indagine. “Non sorprende – è il suo commento – ed è risaputo che qualsiasi investimento effettuato in Ungheria finisce molto rapidamente sotto l’attenzione della Commissione, la quale segue con raddoppiata attenzione ogni decisione in materia di aiuti di Stato presa in Ungheria“.

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17 COMMENTI

  1. Non ho capito perché la Gran Bretagna si preoccupi di come si comporta la Cina in Ungheria , cioè in EU visto che lei si è chiamata fuori. Non ha già rotto abbastanza costringendo il fantoccio Zelensky a continuare una guerra che stava per chiudere? Che poi l’Europa sia stata costruita in modo strano visto che una repubblica baltica con meno abitanti di Milano in teoria conta quanto la Germania o l’ Italia o la Francia , è chiaro.

  2. Sinceramente non vedo perché uno stato non dovrebbe aiutare le proprie aziende anche economicamente.
    La stranezza e che Venga fatto con una fuori dal territorio nazionale.
    Basta permette anche agli stati membri di farlo invece di buttare via i soldi per il riarmo che finiranno in tasca alle lobby USA .
    Proprio non capisco se una strategia funziona perché bisogna boicottarla invece di replicarla, non siamo in grado di sfruttare le buone idee.

    • io non trovo strano che un’azienda trovi finanziamenti (statali o bancari) per sviluppare propri impianti pur in territorio estero.. Per il governo di Pechino poi è pure un asset strategico, visto che le moderne vetture son PC su ruote che raccolgono miliardi di dati (ambientali, logistici, d’uso etc) elaborati poi sia in locale (tramite l’A.I. a bordo, per BYD la nuova DeepSeek col navigatore God’sEye ( https://www.vaielettrico.it/byd-guida-autonoma-deepseek-intelligenza-artificiale/)

      comunque spero che anche l’Italia riesca ad attrarre un qualsiasi altro investitore automotive (vietnamita, turco – già per Piaggio Aerospace con Baykcar – o sudcoreano, indiano.. se non ci fidiamo dei cinesi…).

  3. Una delle anomalie dell’Europa è la presenza dell’Ungheria, solo capaci di mendicare sussidi sia dall’europa che da chiunque altro (Cina,Russia…), una spina nel fianco che andrebbe isolata quantomeno eliminando la stortura tutta europea dell’unanimità nelle decisioni.

    • visto ieri (in tv dai miei parenti) lo spettacolo “il sogno”, sulla storia del progetto europeo di federazione,

      additava essere progetto ancora incompleto perché il potere è al Consiglio europeo (capi di Stato ognuno con il suo tornaconto politico personale, più che della nazione che rappresenta), invece che al parlamento europeo (rappresentanti invece eletti)

      e appunto e soprattutto per il famigerato diritto di veto, al posto del criterio di voto “a maggioranza”, diritto di veto singolo che blocca o ricatta quasi tutto, neanche un condomio potrebbe funzionare in questo modo

      una cosa che non avevo pensato e che speigava, è che se ci organizzazzimo in una vera federazione, saremmo noi LA superpotenza mondiale, e con una base di ideali e welfare tutto sommato più avanzata di altre aree “potenti” del mondo

      invece abbiamo i sovranisti aiutati da Putin a tenerci divisi e arretrati nelle politiche, e molti elettori che li votano.. speriamo la situazione migliori

      • purtroppo nell’era degli “A-social networks” e del controllo media hanno fin troppo facile a spingere sull’accentuare i contrasti e le divisioni piuttosto che evidenziare i grandissimi vantaggi che avremmo nell’unione effettiva.
        Ci mancava pure l’eliminazione dei moderatori di contenuti e… TrumPutin+Musk! 😱

    • Daniele ok però a questo punto sbattiamo fuori anche Irlanda e Olanda per le tasse non pagate dalle multinazionali ali residenti, facciamoci ridare i soldi da chi ha avuto aiuti di stato per le banche prima del 2013 Germania in primis, e sempre la Germania che dire degli avuti per l’ex DDR? https://www.startmag.it/mondo/tutti-i-benefici-che-leuropa-regala-alla-germania/
      Insomma al solito chi è senza peccato scagli la prima pietra.

  4. La solita UE che si accorge troppo tardi dei casini che ha combinato, del mondo che cambia, e che cerca di metterci una pezza, che è peggio del buco.
    La solita UE che pensa ad essere l’unico stato nel mondo a poter dettare legge.
    Adesso attendiamo la reazione dei cinesi e a questo punto mi sa che non sarà tanto leggera ( ad es.un dazio del 100% sulle auto di lusso tedesche, o comunque europee).
    Il vecchio Continente è destinato a fallire miseramente.

    • in generale durante le grandi difficoltà le persone tendono a superare le divisioni ed a reagire tutti assieme per raggiungere l’obiettivo… è sempre stato così pure con la Nazionale di calcio… che ha vinto mondiali sempre partendo da polemiche e divisioni e “sotto attacco” mediatico; magari è la volta buona che sotto rischi di attacco manu-militari (e senza la “cavalleria” americana che ci salva in extremis) ci mettiamo d’accordo per unire gli sforzi sia in campo politico, commerciale, energetico e difensivo.

  5. AH ! Quanto ci piacerebbe che Pechino pagasse nuovi stabilimenti BYD in Italia …. 🤔

    dopo la sconfortante ed irritante deposizione di J. Elkann al Parlamento… non vedo l’ora che qualcun altro venga a prendere in giro gli italiani… almeno si cambia facce a c***

  6. premesso che per quanto mi riguarda visto le politiche che sta facendo l’ungheria potrebbe benissimo uscire dall’eu.

    non ho capito, quando i finanziamenti di stato sarebbero illeciti?
    perchè gli incentivi auto che ad esempio noi eroghiamo sull’acquisto o i soldi per la costruzione delle varie fabbriche (vedi intel) vanno bene e questi cinesi no?

  7. Cattivo stato che aiuta le proprie aziende a farcela. Cattivo. Come si permette?
    Molto meglio subissare le aziende di tasse più o meno occulte, soffocarle di burocrazia e lasciarle sole quando chiedono qualcosa.
    Eh si.

    Ah ma se lo stato permette ad una alitalia a caso di sopravvivere con voli in perdita va tutto bene…. nessuna indagine?
    (ho citato alitalia perchè è uno dei pochi casi che almeno si è, più o meno, chiuso)

    • Per la serie memoria corta? Nel 2021 lo stato italiano e’ stato costretto a farsi rimborsare da Alitalia 900Mln di euri.

    • Fin troppo vero, sempre nell’Italiano modo di fare le cose solo in emergenza..
      Cioè, dal punto di vista statale-industriale, prima ti spremo e ti impedisco di cresce e investire e poi mi tocca spendere per salvarti perché ovviamente gli affari vanno male.
      Purtroppo vien da dire che uno stato che agisce così si merita certe conseguenze industriali, il vero problema è che a pagare siano sempre i soliti!

      • scusa Massimo ma storicamente FIAT ha “estorto” miliardi & miliardi dal dopoguerra per produrre auto anche sottocosto (tipo Termini Imerese ! che ci rimettevano ad ogni unità prodotta) con la “scusa” dell’occupazione, salvo i patrimoni multimiliardari accumulati dagli Agnelli-Elkann in Lussemburgo, Svizzera ed altri vari “paradisi fiscali”… (se hai un’azienda in perdita.. com’è possibile? Se fai utili.. perché non ti autofinanzi ma chiedi soldi allo Stato?)..
        Prova te a far l’azienda “Massimo” e farti finanziare le perdite per decenni…

        Purtroppo le case europee – tutte o quasi- han tentato di rifilarci vecchi prodotti a prezzi esagerati finché è stato possibile (cercando di sincronizzarsi con la curva di uso degli idrocarburi.. per sfruttar queste “stufe con le ruote” finché rifornibili di petrolio -sotto un certo valore non è più conveniente estrarlo, da qui la continua richiesta…); Tesla & cinesi hanno scelto di tornare ad investire sulle motorizzazioni elettriche/elettrificate, avendo da subito grandi margini di miglioramento (e pure di vendita, visto che occupavano una “nicchia” senza concorrenza) ed i “nostri” cari marchi europei son stati a guardare per oltre 15 anni (!!) quando in campo elettronica già 1 anno di ritardo equivale ad un secolo in campo meccanico; un motore ICE ha un ciclo di studio e produzione di almeno 10 anni… il successivo fa un miglioramento del 10% +/- e col DieselGate è stato ampiamente dimostrato che erano al limite tecnologico/commerciale, tanto che han dovuto eliminare completamente le gamme a gasolio sotto 1600cc altrimenti i dispositivi antiinquinanti avrebbero fatto costare le seg.B/C più delle attuali BEV erodendo totalmente il margine di vendita ( e la normativa Euro7 è stata talmente addolcita – su ricatto occupazionale, al solito! – che il WLTP è una vera falsità.. visto che nella guida reale i miglioramenti sono miseri). L’unica modalità per abbassarli è stata… mettere motori elettrici ad aiutare la parte termica! (con aumento costi produzione, e per i clienti di acquisto e mantenimento successivo, vista la duplice complicazione).

        Purtroppo la Commissione Europea ha agito male e fuori tempo massimo ma altrimenti chi avrebbe svegliato dal torpore le nostre case automotive?
        La realtà è che sono in crisi perché Non vendono neppure le ICE che producono (i piazzali Stellantis in USA pieni .. in Cina le ICE “normali” son auto paleolitiche rispetto alle equivalenti cinesi .. pure se prodotte in loco).

        In Europa abbiamo una super capacità produttiva di oggetti non più richiesti… o a prezzi impossibili per il consumatore medio (come tentar di vendere macchine da scrivere Olivetti a 800 euro nell’era del PC) e per le vetture vendibili – economiche occorre produrre in est Europa o nord Africa – Tipo, 500, Dacia etc – per aver margini decenti.

        come scrivi tu “Purtroppo vien da dire che uno stato che agisce così si merita certe conseguenze industriali, il vero problema è che a pagare siano sempre i soliti!” è la tristissima realtà … e ne paghiamo tutti le conseguenze.

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