BYD sempre più “europea”: terzo stabilimento in Spagna?

BYD sta valutando la Spagna come sede del suo terzo stabilimento europeo, dopo quelli in costruzione in Ungheria e Turchia. Motivazione? Costi di produzione competitivi e a una rete energetica “pulita”. E niente dazi.

La notizia, riportata da Reuters, conferma le ambizioni del principale costruttore cinese di veicoli elettrici di espandere la produzione direttamente nel continente europeo, riducendo costi e dazi doganali che oggi penalizzano le importazioni dalla Cina.

Secondo fonti vicine all’azienda, la Spagna sarebbe in vantaggio grazie ai suoi costi di produzione competitivi e a una rete energetica “pulita”, fattori sempre più centrali per l’industria automobilistica elettrica.
Tuttavia, la decisione definitiva non è ancora stata presa: la società sta valutando anche altre località europee e dovrà comunque ottenere il via libera dalle autorità di Pechino prima dell’annuncio ufficiale, atteso entro fine anno.

BYD vuole aprire in Spagna il suo terzo stabilimento europeo

BYD: “Spagna meta ideale”

Il country manager di BYD per Spagna e Portogallo, Alberto De Aza, ha dichiarato che il Paese iberico “sarebbe una sede ideale per ampliare la presenza produttiva europea di BYD”, citando l’infrastruttura industriale consolidata e il basso costo dell’elettricità.

Oltretutto, la prospettiva di un impianto in Spagna si inserisce in un contesto politico favorevole. Madrid ha infatti mantenuto un atteggiamento neutrale nella recente votazione europea sui dazi ai veicoli elettrici cinesi, una posizione accolta positivamente da Pechino e che potrebbe facilitare le relazioni industriali.

Ostacolo dazi: BYD accelera la produzione in Europa

Attualmente, tutte le auto elettriche BYD vendute in Europa provengono dalla Cina, e subiscono una doppia tassazione: un dazio del 10% e un extra del 17% per presunti sussidi di Stato, per un totale del 27%. Aprire una fabbrica in Europa consentirebbe quindi al colosso cinese di tagliare drasticamente i costi di importazione e di competere meglio con i marchi già radicati nel mercato europeo.

In parallelo, BYD sta portando avanti altri due progetti produttivi. La nascita di un primo stabilimento a Szeged, in Ungheria, con una capacità iniziale di 150.000 veicoli l’anno (espandibile a 300.000) e un secondo in Turchia, che entrerà in funzione nel 2026.

BYD vuole espandersi in Europa con terzo stabilimento in Spagna

Spagna nuovo hub europeo dell’elettrico

Per BYD, stabilirsi in Spagna significherebbe non solo aggirare i dazi, ma anche entrare nel cuore del mercato europeo dell’elettrico, oggi in forte crescita e sempre più attento alle catene di fornitura locali.

L’eventuale arrivo di BYD rafforzerebbe anche il piano industriale della Spagna, che mira a trasformarsi in uno dei principali hub europei per la produzione di veicoli a zero emissioni.

  • LEGGI anche “Auto elettrica, i cinesi non li fermi con i dazi: BYD venga a produrre in Italia” e guarda il VIDEO

Visualizza commenti (1)
  1. chissà come mai tutti schifano il nostro paese per aprire nuovi stabilimenti.. mi chiedo se l’avere un governo palesemente anti rinnovabili/anti ev c’entri qualcosa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Articolo Precedente

Toyota FT-Me: concept elettrico con tetto solare

Articolo Successivo

eHang VT35, taxi-volante da 200 km di autonomia

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!