Importanti novità dall’incontro tra la Commissione Ue e i rappresentanti dell’ automotive europea: Bruxelles è disposta rivedere il prima possibile – entro il 2026 – le regole sullo stop ai motori a combustione interna al 2035, senza però rinunciare all’obiettivo delle emissioni zero. In compenso si impegna a sostenere lo sforzo dell’industria automobilistica per recuperare competitività sulla tecnologia elettrica e chiede al settore di collaborare nella produzione di una e-car europea che contrasti l’invasione di modelli a basso costo cinesi. Lancia infine la proposta di una piattaforma comune destinata a coordinare lo sviluppo di software e sistemi di intelligenza artificiale per la guida autonoma.

Riprendendo i temi del suo discorso sullo Stato dell’Unione la presidente Ursula von der Leyen ha confermato che “Il futuro è elettrico“. Aggiungendo che «l’Europa non deve perdere la leadership» nel settore. Di fatto, il futuro dell’auto in Europa è entrato ufficialmente nella fase del compromesso. Da una parte la Commissione europea, con Ursula von der Leyen in prima fila, che prova a difendere la linea dello stop alla vendita di veicoli endotermici dal 2035.
Le case automobilistiche: “Il divieto al 2035 è irrealizzabile”
Dall’altra i grandi costruttori, che in coro giudicano la scadenza “irrealizzabile” e chiedono di rivedere le regole prima che l’industria europea venga travolta dalla concorrenza cinese. A fine agosto le case europee avevano inviato una lettera alla presidente della Commissione in cui denunciavano la scadenza come impossibile da rispettare. Ma, riferisce uno dei partecipanti alla riunione che preferisce restare anonimo, «l’industria è estremamente consapevole della necessità di una transizione» perchè sa perfettamente che «anche se la Commissione dovesse eliminare questi obiettivi, la concorrenza globale li fisserebbe al suo posto».
Il confronto andato in scena a Bruxelles durante il terzo dialogo strategico sull’industria automobilistica non ha sciolto i nodi legati alla scadenza 2025, ma ha messo nero su bianco un dato politico: la Commissione è pronta a mediare. Von der Leyen ha confermato di aver ascoltato “le preoccupazioni dell’industria” e ha promesso “flessibilità”.
Il difficile equilibrismo di Ursula Von der Leyen
«Vogliamo che il futuro delle automobili, e le automobili del futuro, siano prodotte in Europa» ha detto la presidente dopo aver ospitato il terzo dialogo strategico sull’automotive. «Stiamo quindi lavorando a stretto contatto con l’industria per far sì che tutto questo diventi realtà». «Combineremo la decarbonizzazione e la neutralità tecnologica – ha concluso -. Ora che la tecnologia trasforma la mobilità e la geopolitica rimodella la competizione globale, non si può più tornare indietro come prima. Insieme, garantiremo che l’Europa rimanga all’avanguardia nell’innovazione automobilistica».
Tradotto: il divieto al 2035 non sarà cancellato, ma ammorbidito. L’ipotesi sul tavolo è permettere la produzione di auto con motore a combustione se alimentate da carburanti alternativi – e-fuel, di fatto già sdoganati, e probabilmente bio carburanti – con possibili eccezioni per i veicoli commerciali. Ma questo si vedrà nel prossimo vertice, programmato per dicembre, con una decisione finale entro il 2026.
Due progetti europei: e-car Made in Europe e auto connessa a guida autonoma
Ora, a fronte della disponibilità di Bruxelles, la palla passa all’industria: in cambio dell’allentamento dei vincoli, l’Europa pretende una risposta unitaria. L’obiettivo è la nascita di una e-car europea, con più case automobilistiche che collaborano insieme. In grado di competere con i modelli cinesi, più leggeri e soprattutto più economici, che stanno già conquistando ampie fette di mercato.
Non solo. La Commissione ha lanciato anche la European Connected and Autonomous Vehicles Alliance (Ecava), piattaforma destinata a coordinare lo sviluppo di software e sistemi di intelligenza artificiale per la guida autonoma. Su questo progetto l’Europa investirà 1,8 miliardi di euro. Una mossa che rivela la volontà di Bruxelles di tenere le redini del processo tecnologico, ma che non basta a placare le tensioni.
Auto, Von der Leyen: “Il futuro è elettrico”. Ma si piega alla neutralità tecnologica
Ma quando potremo guidare un’auto con costi concorrenziali ai modelli cinesi e con tecnologia avanzata tutta made in Europe? Il precorso è iniziato ufficialmente in questi primi giorni di settembre. Dovranno seguire provvedimenti specifici e finanziamenti conseguenti. Come del resto hanno chiesto i costruttori nel commentare gli incontri di Bruxelles.
Le case tedesche: regole rigide sulle emissioni rischiano di distruggere la nostra competitività
Acea, l’associazione europea dei costruttori, ha accolto con prudenza l’apertura di von der Leyen. Ola Kallenius presidente di Acea e numero uno di Mercedes-Benz, ha parlato di «dialogo costruttivo». Ma ha avvertito che le divergenze restano e che il settore non ha ancora soluzioni per tutte le sfide. La fotografia del mercato lo dimostra. Solo l’8,5% dei furgoni venduti è elettrico, mentre camion e autobus a batteria si fermano al 3,5%. Numeri che svelano la distanza siderale dagli obiettivi fissati a Bruxelles.

Ancora più dura la posizione delle case tedesche. Hildegard Müller, presidente dell’associazione di settore Vda, ha denunciato i costi energetici troppo alti, la lentezza nello sviluppo delle colonnine di ricarica e l’incertezza sugli incentivi come veri ostacoli alla domanda. «Le nostre aziende stanno investendo cifre record. E offrono modelli convincenti, ma una regolamentazione rigida sulle emissioni rischia di distruggere la competitività», ha avvertito Müller.
E il ministro italiano delle Imprese, Adolfo Urso, ha chiesto un fondo europeo specifico e permanente per sostenere gli incentivi agli acquisti, sottolineando come la transizione non possa ricadere solo su famiglie e imprese.
La voce controcorrente del numero uno di Audi
Tuttavia non mancano le voci discordanti anche tra le imprese. Dopo la lettera sottoscritta da oltre 150 dirigenti di aziende del settore mobilità elettrica che invitava la Commissione a non fare marcia indietro sull’obiettivo di emissioni zero al 2035 e piuttosto a «concentrarsi invece su politiche industriali e di domanda più forti per garantire la competitività dell’Europa» è arrivata a sorpresa la dichiarazione di Gernot Döllner amministratore delegato di Audi.
Alla rivista tedesca Wirtschaftswoche ha detto: «Non conosco una tecnologia migliore dell’auto elettrica per far progredire la riduzione delle emissioni di CO2 nei trasporti nei prossimi anni». Invece di enfatizzare questi vantaggi, ha osservato, «vengono costantemente avviati nuovi dibattiti sulla conservazione del motore a combustione: questo è controproducente e non fa piacere ai clienti».
Il rischio è infatti che il compromesso appena abbozzato si trasformi in un braccio di ferro continuo: flessibilità contro investimenti, aperture politiche contro resistenze industriali. Una partita che, al di là dei proclami, deciderà non solo il futuro dell’auto in Europa, ma anche la capacità del continente di restare competitivo nella transizione energetica.


“Non conosco una tecnologia migliore dell’auto elettrica per far progredire la riduzione delle emissioni di CO2 nei trasporti nei prossimi anni”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Audi Gernot Döllner alla rivista tedesca Wirtschaftswoche.
Invece di enfatizzare questi vantaggi, vengono costantemente avviati nuovi dibattiti sulla conservazione del motore a combustione: “questo è controproducente e non fa piacere ai clienti”, ha aggiunto Döllner.
Per me il 90% degli argomenti così come sono affrontati dai politici europei sono pura retorica. In realtà cercano di dare un colpo alla botte e uno al cerchio. E ovviamente gli industriali cercano di proteggere i propri interessi, e poi c’è chi cerca di introdurre temi che non c’entrano niente con il motivo della transizione energetica. Che c’entra la guida autonoma con il cambiamento climatico? Distrazione di massa…
Si inizia a sentire lievemente quell’odore di ingranaggi del cambio bruciati tipico della retro con grattata
Lo senti solo tu. Avrai qualcosa nel naso.
La VdL ha detto: obiettivo zero emissioni. Volete efuel e bio fuel (questi ancora in forse)? Avanti! ma occhia al prezzo e anche alla certificazione.
Scommetto che metteranno svariati paletti, perchè diventa facilissimo far passare un carburante fossile, per bio.
Peraltro, il grosso è biogas, biodiesel e bioetanolo. Biobenzina poco o nulla. Auguri con la conversione dei motori a bioetanolo (E85).
Ma perché dei problemi della rete di ricarica non se ne parla mai? Serve che l’esperienza di ricarica sia semplice e dal funzionamento garantito. Serve un circuito di roaming europeo al quale tutti gli operatori debbano far parte. Servono investimenti in rinnovabili, accumuli e nella digitalizzazione della rete per abbassare il costo dell’energia. Serve standardizzare e implementare il Plug&charge su tutte le colonnine DC intanto, per poi portarlo anche alle AC.
Non si può dare la colpa esclusivamente ai costruttori, molti hanno fatto investimenti seri e hanno prodotti validi già ora sul mercato.
Ma cosa me ne faccio della migliore elettrica se poi non ho la possibilità di ricaricare a casa e la colonnina più vicina è a 2 o 3km se non addirittura assente? Chi comprerebbe mai di nuovo l’EV anche tra di noi se dovesse pagare il kWh 0,6-0,9€ ? Senza una visione totale non si va da nessuna parte e non mi sembra difficile da capire basterebbe andare dove l’hanno già fatta la transizione e chiedergli “scusate come si fa???”
Concordo pienamente Daniele io non ne potevo più sempre a litigare o chiamare la polizia locale x macchine termiche parcheggiate nelle colonnine di ricarica x la maleducazione tutta italiana e alla fine mi sono fatto installare la wallbox in garage a mie spese ( non indifferente) senza bonus perché non c’è più ( anche quella bella boiata)
va detto che a livello europee sono state create delle direttive per facilitare e sveltire le installazioni di rinnovabili e il potenziamento di rete elettrica e infrastrutture di ricarica (per queste utime compresi anche fondi elargiti), con obbligo di recepirle a livello di decreti legge nei singoli paesi
purtroppo il nostro governo attuale non le ha rispettate nella sostanza, cioè le hanno recepite formalmente, ma creando decreti e circostanze sabotanti, e l’Europa più che aprire contenziosi e more non può obbligare il singolo paese a riscriverli in fretta.. forse dovremmo pretenderlo di più noi come elettori dei nostri politici e come consumatori di prodotti
tornando a livello Europeo, chiedo:
potrebbero imporre ai singoli paesi una tassa IVA ridotta per tot anni su BEV, batterie e rinnovabili?
come fai ad imporre tasse ed iva a livello europer? semplicemente non è possibile, ogni paese membro ha la propria fiscalità e regole di mercato interne
Prova a capire quali partiti siano contro l’unificazione fiscale a livello UE e capirai chi non aiuta la popolazione europea in generale, sebbene si spertichi con un europeismo di facciata buono per le sagre e i chatshow del pomeriggio.
Se provi a citofonargli, in risposta ti aggredirà dandoti del terrorista al soldo degli interessi stranieri: prima gli italiani (nel fosso).
Socialisti e liberali in Europa hanno minacciato di mandare la coalizione all’aria se si azzardavano a spostare il Ban 2035. Forse stato per “faccia di Merz” (copyright Dagospia) lo rimandavano al 2350.
Socialisti e liberali nkn sono certo risultati vincenti nelle ultime elezioni europee, non so quanto gli convenga tenere posizioni rigide per mkn scontentare una minoranza di duri e puri, Ursula sta tentando di dare un compromesso accettabile per migliorare l’ambiente senza distruggere l’economia (tedesca) anche per non indebolire politicamente ka CDU che in patria ha parecchi problemi, dal rallentamento dell’economia, ai dazi, al crescere di AFD ecc, per cuj vedrai che nel 2026 si arriverà sjcuramente a un compromesso sugli efuel e magari anche a un 2040 che fra ke righe in questo incontro è già saltato fuori.
@Antonip Gobbo
“…una minoranza di duri e puri…”
sì, sono gli scienziati del clima,
che lanciano allarmi sempre peggiori, e i dati sono pubblici,
e gli effetti paventati anni fa sono ora visibili a tutti. in peggioramento. spaventosamente rapido.
ma noi ci trastulliamo con i commenti del tipo “negli anni 80 si parlava di era glaciale”, ovviamente ne parlavano i giornalisti non certo la scienza
ma tutto fa brodo pur di non affrontare (anche) questa questione.
Certo tutti gli scienziati concordano che acquistare tesla salverà il mondo, peccato che alle europee poi i cittadini votino altro …. tutti analfabeti funzionali anche in Europa giusto? Ora Ursula cerca di salvare capra e cavoli ma voi no … o elettrico oppure che si continui a circolare con le vecchie carrette ogni compromesso è frutto del demonio !!!
Se poi magari avvicinandocj al 2035 ci sj accorgerà che avevano ragione i costruttori, ovvero nkn sussisterannk le condizioni per una massiccia migrazione alla mobilità elettrica, (ovviamente non
che gli scienziati avessero torto, ma loro sono ecologisti non economisti) e i compromessi che dovremo accettare saranno peggiori per l’ambiente, non lo riscriverò ma voi sapete che ve lo avevo detto.
@antonio gobbo
“…Certo tutti gli scienziati concordano che acquistare tesla salverà il mondo…”:
questa tua affermazione è la cosa più IGNORANTE che ho letto questa settimana, e sì che questa settimana è stata ben pregna! roba che va bene al bar dello sport, e ultimamente nemmeno lì.
non è nemmeno da commentare nel contenuto tanto è fallace, stupida e provocatoria.
straw man argument, nudo e crudo.
“…peccato che alle europee poi i cittadini votino altro…”:
populismo spicciolo.
che non mi pare che abbia portato bene, nè nell’antichità greca e romana, nè durante la Rivoluzione Francese, nemmeno nel Novecento, nè nel nostro recentissimo passato, in Europa come nel resto del mondo:
faccio contente le masse le quali poi pagano di tasca loro le mie stupidate, ed è esattamente quel che stanno sperimentando in Argentina (e lo avevano già sperimentato prima). ma anche qui da noi.
Se ti fa star bene sapere che i cittadini votano CONTRO quel che la scienza afferma essere quel che va fatto CON DATI E PROVE
per me non cambia nulla:
ho frotte di amici no-vax che erano e sono convinti che gli scienziati si sbagliavano e si sbagliano,
ma quando hanno avuto bisogno delle cure mediche, beh, sono corsi dalla scienza, non dagli sciamani e dai populisti.
TUTTI.
“… tutti analfabeti funzionali anche in Europa giusto? …”:
no, solo quelli che credono a quel che gli fa più comodo per evidenti limiti di comprensione.
“… Ursula cerca di salvare capra e cavoli …”:
perfetto! confermi di non aver capito UN TUBO di quel che sta accadendo a livello climatico. UN TUBO.
e nemmeno con la geopolitica e l’economia te la cavi molto bene, preferisci che si cristallizzi una situazione di ritardo tecnologico e scientifico, che avrà ripercussioni per DECENNI, piuttosto che buttare il cuore oltre l’ostacolo e guardare al FUTURO. di più: banalmente, COSTA MENO guardare al futuro, solo fa più paura perchè abbiamo perso l’abitudine.
ma niente da fare: preferisci che si mantengano i centri di potere economico storico, l’arricchimento sfrenato di pochi (ricordi cosa ha candidamente detto De Meo qualche mese fa?…) pur di salvare il tuo piccolo e minuscolo angolo di certezza, la tua comfort zone da piccolo possidente di provincia, da piccolo feudatario manzoniano. Auguri, a te e anche a me.
“…ma voi no …”:
voi chi? VOI CHI? siamo alle teorie del complotto?
Mario. Vedo che la retorica nonbti manca, peccato che tutte le tue risposte non riflettano minimamente la verità dei fatti e temo che quello che non ha capito un tubo, o forse finge dj non capire sua tu.
Basta vedere i commenti che escono dall’incontro di Bruxelles e se questo non bastasse dalle votazioni tedesche in Saddonia appena tente dove i verdi hanno perso oltre il 6% a favore di AFD, per non orlare dellacoroposta di Ursula della Ecar a 15000 euro … stiamo parlando dj fumo mentre le case automobilistiche stanno dicendo che il progetto è irrealizzabile.
Ora prova a chiedere agli scienziati di spiegare dove la gente troverà i soldi in pochi anni per ristrutturare le case, acquistare auto elettriche, installare impianti fotovoltaici e nel contempo acquistare 750 miliardi di GLN dagli USA, sono curioso di capire cosa ti risponderanno e come al solito good luck ne avrai molto bisogno 🙂
Antonio, alla scienza (non all’industria scientifica sia chiaro) e alla realtà, dei soldi non frega nulla.
Il mondo va a rotoli indipendentemente dai soldi e dalla tua opinione o dall”opinione degli scienziati.
Perchè sta collassando per le azioni della razza umana.
Non servono soldi. Serve materia grigia.
La razza umana sta scegliendo di non salvare il pianeta. Tu compreso.
Questo è un dato di fatto.
Giusto? Sbagliato? Alla realtà dei fatti non importa. Esiste solo una linea temporale.
Non rispondermi. Non mi interessa. Lascio queste parole per chi vuole capirle. Per chi passa magari sommariamente da qui e legge i commenti. Per non lasciare il tuo ultimo sproloquio qualunquista come da solo.
@Antonio Gobbo
“…Ora prova a chiedere agli scienziati di spiegare dove la gente troverà i soldi in pochi anni per ristrutturare le case…”
e da quando gli scienziati del clima si occupano di economia domestica?
è il loro compito?
se il medico ti da una brutta notizia di carattere sanitario
non è che quel medico è uno str.nzo: sta facendo il suo lavoro, E MENO MALE che lo fa!
dell’economia e dell’armonizzazione delle norme e del funzionamento della vita civile se ne occupano i ministri, la politica: possono fingere che il medico non abbia parlato, o addirittura dire che è uno str.nzo in malafede
ma questo non risolve la tua malattia
e non risolve la malattia del pianeta.
a me non sembra difficile da capire.
eppure
Socialisti e liberali non sono risultati vincenti dalle ultime elezioni europee ma senza queste forze politiche la maggioranza Ursula si dissolverebbe come neve al sole. Come sempre succede in politica ci sarà un gioco di pesi e contrappesi, quindi uscirà un compromesso che scontenterà tutti ma che paradossalmente farà reggere questa maggioranza.
Il ban 2035 seppur ammorbito insieme al futuro elettrico con i limiti alle emissioni “rivisti” accontenterà socialisti e liberali, il ritorno delle ibride e dei carburanti ecologici i conservatori.
Insieme ad un allentamento delle multe e maggiori fondi per gli investimenti.
Et voilà, l’accordo è servito!
In pratica è quello che ho scritto io … alla fine come sempre si chiede 100 per avere 50 🙂
concordo in pieno.
rimane da vedere però con quali soglie: il biocarburante e gli efuel, con che % potranno entrare davvero nel mercato?
Perchè un conto è dire, apertura agli efuel, e un conto è averli commercialmente disponibili in volumi importanti (ossia almeno il 10-15% del volume attuale della benzina+diesel.
E poi rimane il nodo NON affrontato da chi insiste con la famosa neutralità tecnoogica: si producono per ora biodiesel, bio gas e bioetanolo. Per gli efuel, si può andare per esempio sull’etanolo. Ma le auto attuali NON supportano questo tipo di miscele, specie se ci si spinge verso la E85. Quindi serve che le nuove auto abbiano motori flex, che possano accogliere anche questi combustibili? E come garantiamo che non ci siano frodi pazzesche sulla filiera, dato che basta prendere l’etanolo prodotto da gas/petrolio e schiaffargli sopra l’etichetta bio?