Bruciato anche il bonus camion puliti. UNRAE protesta: fondi irrisori

camion puliti

Bruciati in meno di un mese anche i fondi per il bonus camion puliti. «Come già ampiamente anticipato e sottolineato – protesta l’UNRAE -, i 25 milioni di euro stanziati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il Decreto del 6 agosto 2024 per il rinnovo del parco veicoli industriali si sono rivelati, ancora una volta, del tutto insufficienti».
Il Ministero aveva stabilito che, per i mezzi acquistati a partire dal 14 settembre 2024, fosse possibile prenotare i contributi dal 16 dicembre scorso fino ad oggi, 17 gennaio 2025. «Un termine di chiusura delle istanze solo teorico – sottolinea UNRAE in un comunicati – perché, come ormai consuetudine, il contatore degli incentivi prenotati pubblicato da RAM (società in house del MIT) ha mostrato con largo anticipo rispetto alla scadenza odierna la rapidità con cui le risorse sono andate esaurite. Per tutte e tre le categorie incentivate, infatti, i fondi sono terminati in pochissimo tempo e la percentuale di prenotazione ha ampiamente superato il 100%».
Questo il dettaglio dei contributi e delle richieste pervenute:
  • Acquisizione di veicoli a trazione alternativa: a fronte di un importo erogabile di soli 2,5 milioni di euro, la percentuale prenotata ha raggiunto il 151,6%.
  • Radiazione per rottamazione di veicoli pesanti con contestuale acquisizione di veicoli Euro VI step E: con 15 milioni di euro allocati, la quota di prenotazione è risultata del 161,1%.
  • Acquisizione di rimorchi e semirimorchi: i 7,5 milioni di euro disponibili hanno generato una percentuale di prenotazione del 249,5%.

Un ricambio sempre più lento: così non si rinnova un parco veicoli ormai obsoleto e inquinante

Per l’associazione dei costruttori UNRAE «l’esaurimento immediato dei limitati fondi stanziati si accompagna a una scarsa efficacia del Piano incentivante nel rinnovare il parco veicolare».  Infatti «complice l’esiguità delle risorse disponibili» i precedenti schemi permettevano di incentivare mediamente oltre 1.110 unità. Con l’attuale modello, invece, si stima che le immatricolazioni di veicoli incentivati scendano a 930 unità (-16%). E l’effettiva sostituzione di veicoli ante-Euro IV con mezzi meno inquinanti  ammonterebbero a circa 180 unità. Un numero «irrisorio», sostiene UNRAE «se confrontato con l’entità del problema: in Italia, il 50,5% dei veicoli pesanti circolanti, pari a 377.500 unità, appartiene ancora alle categorie Euro IV o inferiori».
Durissimo il commento di Paolo A. Starace, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE: « È inaccettabile che questa situazione si ripeta ogni anno. I fondi assegnati dal MIT sono una goccia nel mare rispetto alle reali necessità del nostro settore e rappresentano l’ennesima opportunità persa per un reale svecchiamento di un parco circolante con un’età media di 15 anni. Un importo così ridotto non solo è del tutto insufficiente, ma finisce per distorcere la domanda, creando una corsa agli incentivi che non è sana né sostenibile».
camion puliti
Paolo A. Starace

Starace (UNRAE) basta interventi frammentari e insufficienti: servono 700 milioni in quattro anni

Per Starace «è  necessario aumentare cospicuamente le risorse disponibili, istituendo un Fondo pluriennale, almeno per i prossimi quattro anni, con una dotazione non inferiore a complessivi 700 milioni di euro». Diversamente, continuare con questi interventi «frammentati e insufficienti danneggia la credibilità delle misure di sostegno pubblico e ostacola gli investimenti delle aziende».
Proprio l’altro ieri l’analisi Zero Carbon Technology Pathways Report del Politecnico di Milano stimava che per sostituire il 50% dell’obsoleto parco veicoli pesanti italiano (e quindi rispettare i target di emissioni concordati con l’Ue) servirebbero  investimenti aggiuntivi degli operatori per 1,7 miliardi di euro. Cifra impossibile da raggiungere senza forti incentivi pubblici.

-Iscriviti alla newsletter e al canale YouTube di Vaielettrico-

Visualizza commenti (2)
  1. Almeno il fatto che i fondi incentivi finiscono subito dimostra che le aziende interessate al passaggio alle nuove tecnologie ci sono…pure in Italia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Articolo Precedente

Tesla Model 3 2020

Articolo Successivo

Rinnovabili: un 2024 da record, ma l'Italia resta in ritardo sul resto della Ue

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!