“Il futuro elettrico non si può fermare”, firmato Federico Fubini

Federico Fubini

Davvero possiamo fermare il futuro? A questa domanda l’editorialista del Corriere della Sera Federico Fubini risponde di no.  Nessuno si sorprenderebbe se la domanda fosse posta in termini generali. Sorprende invece che Fubini, in questo editoriale pubblicato nella newsletter del Corriere della SeraWhatever it takes, si riferisca alle auto elettriche cinesi e alle barricate dell’Europa .

E allora un’ ovvietà diventa un’opinione “controcorrente”. Addirittura “rivoluzionaria” in Italia, dove la stragrande maggioranze dei media, la coalizione al governo al gran completo, e, ahimè, la maggior parte degli automobilisti si aggrappano alla speranza che la transizione elettrica sia un brutto sogno sul punto di svanire.

Federico Fubini
L’editoriale di Federico Fubini sul Corriere della Sera.

“Solo in Italia si racconta che è una moda passeggera già al tramonto”

Complimenti a  Fubini, dunque, per il coraggio dimostrato prendendo una posizione opposta a quella del Gruppo Cairo al quale appartiene (vedi Corrado Formigli su La7 o Federico Rampini sia in video sia su carta).

E complimenti per il rigore con cui l’ha sostenuta. A partire dai numeri in premessa: «L’Italia – scrive – è il solo Paese avanzato che nel primo trimestre di quest’anno ha visto scendere del 20% la vendita di auto elettriche (mentre nel mondo sale in media del 25%)».

L’Italia che «vive nel culto dei suoi antichi modelli a combustione»; dove ancora «si mette in discussione ogni giorno che il futuro della mobilità sia elettrico». E dove «ci si racconta, cercando di autoconvincersi, che il fenomeno sia una moda che sta già passando».

Signori: non è Vaielettrico che lo scrive, ma il più autorevole giornale italiano.

La cultura della crescita che ci manca

Non vi toglieremo il piacere della lettura integrale, che raccomandiamo. Aggiungiamo soltanto che nel suo ragionamento Fubini prende le  mosse da un dialogo con il professor Joel Mokyr, docente di economia e storia alla Northwestern University nell’Illinois nonché uno dei candidati al prossimo premio Nobel per l’economia, chiedendogli se esiste «una cultura della crescita».

Certo, risponde il professore: «La capacità di mettere in discussione le credenze accettate è la chiave dell’innovazione e dello sviluppo economico».

Una capacità che ebbero gli europei inventandosi la prima rivoluzione industriale, e che oggi hanno i cinesi abbracciando senza riserve la transizione elettrica.

Visualizza commenti (48)
  1. Cina, dove le auto alla spina sono prossime a rappresentare il 50% del venduto, con un incremento del 34.4% rispetto all’ anno prima.

    Incremento delle elettriche nei primi 5 mesi dell’ anno: 17.4%

    Incremento delle plugin/erev nei primi 5 mesi dell’ anno: 70.1%

    Non è un errore: 70.1% contro 17.4%. il sorpasso delle plugin a spese delle bev se non è già avvenuto avverrà a breve. Negli USA potranno essere vendute anche dopo il 2035, da noi no.

    Ecco, direi che una correzione al green deal è inevitabile…

      1. Beh, ci sono dei fattori da considerare. L’auto plugin in Cina costa meno di una elettrica pura (a differenza che da noi), non ha problemi di ricarica (soprattutto durante le vacanze cinesi, dove le persone si spostano in massa) e ha raggiunto elevati livelli di efficienti. Costano talmente poco da mettere in crisi chi produce ICE, costretto a una scontistica estrema. Le ultime BYD superano i 2000 km di autonomia con serbatoi di benzina standard il che significa che la batteria non si limita a dare un contributo nei primi 100 km e poi muore bensì lavora bene durante tutto il viaggio, ricaricandosi e aiutando il motore a benzina a essere più efficiente. Anche fossero 1500 km non sarebbe un dato da scartare.

        Un altro fattore da considerare è che potendo contare su strategie di sviluppo a lungo termine delle plugin i produttori cinesi hanno dei vantaggi competitivi: non solo la doppia offerta plugin+bev consente a BYD di superare Tesla per numero di veicoli venduti (e non certo di poco) ma introduce delle economie di scala importanti, condividendo componenti. Di fatto Tesla oggi non offrendo plugin si sta precludendo quella fascia di motorizzazione che è maggiormente in evoluzione (e infatti da noi si guardano bene dall’escludere le plugin, soprattutto i brand che lavorano nella fascia di prezzo di Tesla). Tutti sanno che Tesla ha rivisto gli obiettivi di vendita a lungo termine, sconfessando quelli dettati dalla fase esplosiva di crescita dell’elettrico.

        Ancora, le plugin sono il tramite tra la benzina e l’elettrico: chi vuole sperimentare può farlo e poi valutare di passare al full electric più avanti. E le plugin a livello di emissioni non temono restrizioni nel tempo (sono a prova di futuro, almeno fino al 2035), a differenza dei veicoli a benzina che devono continuare limare le emissioni medie di co2 da qui al 2035. Motivo che spingerà i produttori a proporre sempre più veicoli basati su questa tecnologia.

        Senza considerare che mettendo i dazi fino al 38.1% sulle elettriche cinesi, indovinate quali auto i cinesi ci faranno entrare dalla finestra?

        Ultimo aspetto da considerare: le plugin sono viste con occhio migliori rispetto alle elettriche pure da chi è prevenuto verso l’elettrico. L’ultima BMW M5 è una plugin, la Ferrari SF90 pure e tante plugin hanno una cavalleria giusta per abbinare potenza con pagamento ridotto del bollo.

        Un fenomeno simile si sta registrando anche negli USA dove, nonostante la pressione enorme pro-elettrico, le elettriche pure quest’anno hanno registrato appena un +5% (e addirittura un decremento importante nel segmento dei pickup leggeri, passando dall’8.1% al 7%) mentre le plugin hanno registrato un +50% (e crescono anche nel segmento dei pickup). Forse il sorpasso non è dietro l’angolo ma intanto il segnale che arriva dai mercati mi sembra forte, il tendenziale va in una certa direzione.

        Dai dati sembrerebbe (ma è prematura come analisi) che l’elettrico è vicina a saturare la sua nicchia mentre le plugin sono quel compromesso che ha pochi contro e molti pro. In questa fase di certo è prematuro criminalizzarli e l’Europa auspico modifichi il green deal dando luce verde per il post 2035 alle plugin che garantiscono almeno 68 km di autonomia in elettrico (esattamente come avviene negli USA).

          1. Dipende. Tra 11 anni avrai installato colonnine ovunque in tutte le città che mi consentono di ricaricare velocemente come le auto a benzina o resta tutta una lotteria dello stallo libero, della colonnina funzionante e dei tempi di ricarica lunghi? Perché la mia auto sarà in grado di ricaricare la batteria all’80% in 5 minuti proprio come un’auto a benzina e se non ho tempo di ricaricare e la batteria è scarica voglio risolvere senza sbattimenti in 5 minuti. Con la plugin risolvo di sicuro e ho già oggi sbattimenti 0.

            Prima piazza ovunque colonnine da 400 kW e a 0 sbattimenti e prima convincerai il 100% della popolazione a passare all’elettrico (a me frega zero delle colonnine perché tanto ricarico a casa). Non devi convincere me, devi convincere il 96% degli italiani lì fuori. Se fai come ho detto per il 2035 li convinci sicuro, al 100%. Se insisti nella babele attuale, buona fortuna a tutti noi …

          2. Leonardo (R)

            Guarda mi sbilancio, gli Italiani li convinceranno gli sceicchi. Solo che si convinceranno solo quando sarà troppo tardi.

        1. Leonardo (R)

          L’avevo detto già in tempi non sospetti che le plug-in sono il cavallo di Troia per rallentare la riduzione dei consumi di idrocarburi visto che la sostituzione con le BEV li riduce troppo drasticamente. Se è corretto ciò che dici, è chiaro che i soldati stanno uscendo dal cavallo.
          L’assalto potrebbe anche funzionare almeno fino a quando sarà chiaro che qualcuno ha sabotato gli obiettivi di riduzione e che non saremo in linea con il loro raggiungimento, a quel punto si dovrà fare un altro giro di vite e tanti cari saluti a chi pensava di aver comprato una plug-in mettendosi al sicuro.
          Resto dell’idea che i consulenti che hanno fatto i conti al 2035 sapessero il fatto loro, poi magari qualcuno per convenienza politica potrebbe anche promettere di rimuovere il ban, ma alla fine i tempi dovranno essere quelli.
          Ah, tutto questo al netto di mosse interessanti da parte dei produttori di petrolio: al momento a loro conviene tenere profili più bassi possibili per evitare di stimolare l’acquisto di BEV, poi quando il gioco si farà più duro passeranno agli aumenti per strizzare quanti più soldi possibile da quelli rimasti sul carro fossile.
          Quindi buona scommessa, e buone BEV e plug-in a tutti 😁

          1. Ricordati che non c’è una legge che impone di cambiare auto … se tu Europa mi metti spalle a muro, continuo a circolare con la mia auto a benzina vecchia … e se pensi di inasprire il green deal per costringermi, altro che ritorno di Hitler e Mussolini, vedi come l’AFD prende il 300% dei voti, pure i morti resuscitano per votarlo. Siamo comunque in democrazia e già dopo questo voto mi sembrano un bel po’ spaventati … e infatti scommetto che il green deal lo cambieranno eccome entro il 2026.

            Questo per dire che la politica è compromesso e se il compromesso è (anche) la plugin ben venga e che dia il suo contributo alla causa. Se poi tifi per il partito dei talebani, auguri alle elezioni, spero che siate il 50% + 1 del corpo elettorale (spoiler: siete al massimo il 15%, perché l’altro 85% ancora continua a scegliere auto non elettriche).

          2. Leonardo (R)

            Sto parlando del fatto che il continuo peggioramento della crisi climatica necessiterà di sempre più soldi per riparare quello che viene distrutto e i soldi li dovranno per forza prendere da chi causa la crisi, ovvero i produttori e consumatori fossili: auguri per sussidi vari e tasse sulle emissioni. Quando ci sono risarcimenti in ballo hai voglia di fare appello alla democrazia: i ricchi saranno assicurati mentre i poveri dovranno elemosinare l’intervento statale.
            Dall’altra parte sarà interessante come riassesteranno il business i produttori di petrolio, ho la vaga sensazione che non ci sarà molto da divertirsi per chi pensa di mettere ancora benzina nel serbatoio delle plug-in, se dovessi fare una scommessa direi metà consumi, prezzi doppi. Come minimo.
            Quindi: auguri, auguri e ancora auguri.
            Non è questione di essere talebani, basta fare due più due con i dati a disposizione.
            Poi, per carità, liberi di continuare come se nulla fosse fino a quando la realtà presenterà il conto, e se sarà troppo tardi… ciao ciao plug-in e via.
            Però, di nuovo, faccio fatica a capire l’ostinazione di commentare continuamente su Vaielettrico se poi pensi che siamo Talebani: i misteri del conscio e dell’ l’inconscio.

          3. Talebano = fondamentalista green. Trovami un sinonimo che ti piace e da oggi in poi uso quello, ma dovrà indicare in modo chiaro persone che non sono disposte a modifiche al green deal. Come vi devo chiamare?

  2. Eccellente nuovo articolo di Fubini, che si oppone con fatti e buon senso al suo omonimo Rampini e agli altri giornalisti “incumbent” del Corriere e tanti altri giornali inchiodati al ‘900.

    Altra buona notizia del mese, oltre 600 MW di nuovo fotovoltaico installati a maggio, la corsa solare continua nonostante tutto!

    1. Nello Roscini

      al 900 ??
      il 900 è stato un secolo rivoluzionario dal punto di vista tecnologico e filosofico
      e imho c’è anche una relazione

      questi sono residui medioevali

  3. Per l’ennesiam volta: l’Europa ha già deciso e non si può più tornare indietro, quindi è ovvio che si vada verso la mobilità elettrica. Non ci hanno lasciato alternative.

    1. mario milanesio

      qual’era l’alternativa?

      nel mondo reale, intendo,
      quello che il disastro climatico non è “ha sempre fatto caldo e poi freddo”

    2. Luca Dell'Oca

      “Per l’ennesima volta”: la decisione l’ha presa la scienza e l’intelligenza umana, che ha capito che circolare con veicoli che consumano 3-4 volte l’energia di una BEV non ha senso. Come scaldare casa bruciando combustibili con un efficienza 2-3 volte inferiore a una pompa di calore.

      L’Europa l’ha dovuto poi imporre per forzare la mano a aziende automobilistiche retrograde e immobiliste, e a cittadini diversamente astuti che vedono solo complotti e dittature. L’unica dittatura cui sottostiamo e che non ci sta dando alternative è quella del clima, che non ha un’agenda al 2035 o al 2050 ma pare anzi abbia deciso di accelerare ulteriormente la sua personalissima transizione climatica.

      1. Sig. Dell’Oca, il mio “Per l’ennesima volta” era riferito non alla situazione in se, ma al fatto che non vi è alcuna sorpresa in una notizia come questa. L’abbiamo ripetuto centinaia di volte: è una strada già segnata, punto.

    3. Mah, veramente sarebbe una notizia se al green deal non applicassero correttivi da qui a 2 anni … Ne resterei sorpreso …

      Voglio dire, fermo restando l’ obiettivo di ridurre la produzione di CO2, credo che sia probabile che sulla strategia vi siano correzioni in corsa. Che è poi quello che chiedono in molti …

        1. Mah, l’elenco è lungo. Io vedo in Cina la plugin BYD Qin Plus Honor Edition, berlinone lussuoso con 120 km di autonomia (ciclo CLTC) e prezzo di 10000 € che comprerebbero tutti domani mattina, in 2 mesi avremmo tutte auto molto meno inquinanti senza neanche aspettare il 2035. Fossi la UE chiamerei BYD e la supplicherei di venderla anche qui da noi senza ricaricarci troppo … già solo aprire il mercato all’import anche diretto da altri paesi scatenerebbe una guerra dei prezzi che renderebbero più accessibili auto elettriche e plugin … e prima di dire che non si può fare (perché tanto ti conosco) ricordati che è quello che ha fatto la Norvegia, abolendo per anni dazi sull’import elettrico cinese … altro che 38.1% … vogliono rendere le elettriche popolari applicando i dazi? Auguri …

  4. Questo Fubini è per caso omonimo di quest’altro Fubini “Grecia, Fubini: “Non ho voluto scrivere che dopo la crisi sono morti 700 bambini in più: sarebbe clava per gli antieuropei”” (titolo sul Fatto Quotidiano, 3 Maggio 2019, se volete vi metto il link) o è proprio lui? Cioè è proprio il tizio che ha confessato di aver nascosto una notizia?

  5. L’elettrico esce vincente se riesce a costare 1 Euro in meno del Diesel. Per riuscirci esiste solo un modo rimpicciolire le batterie. Forse c’è un modo :spremere nuova energia dalle ruote mentre girano ma nessuno ci vuole provare o confutare questa possibilità. Eppure per mantenere a velocità costante un’auto di mille kg. sono sufficienti 5(dico 5 kW)

    1. Già si fa… si chiama frenata rigenerativa. Altri modi che non prevedano un rallentamento del veicolo non esistono.

      1. Luca Dell'Oca

        Io ho invece il timore stia suggerendo un qualche moto perpetuo. Una dinamo sempre attiva su un powertrain…a pareggio energetico zero ovviamente…

      2. Guarda i video su you tube come ti ricaricano il telefonino mentre cammini con le capsule piezoelettriche. Trasferisci il metodo nei raggi delle ruote della bicicletta, per cominciare, anche con elettrocalamite ,magneti, o con pistoncini. E non devi aspettare di frenare! Fammi sapere,grazie

        1. mario milanesio

          @raffaele
          beh! e allora prova! 🙂

          mentre cammini con le capsule piezoelettriche carichi le pile del cellulare…e se corri le carichi di più.
          e allora:
          da dove arriva quell’energia che immetti nel cellulare?

          suggerimento: la brioche e il caffè che hai mangiato al mattino

          non esistono pasti gratis per la fisica…

        2. Temevo una risposta del genere….. non si può fare, perchè le leggi della natura se ne fregano di youtube.

          1. Leonardo (R)

            LOL, le leggi della natura esistevano da prima che esistesse youtube e continueranno ad esistere anche quando youtube non esisterà più.

  6. ‘cultura della crescita’ suona strano dato che il futuro sarà certamente la decrescita felice
    che sia candidato al nobel non significa granché per me, questo ‘docente di economia e storia alla Northwestern University’ sarebbe solo l’ennesimo….. premiato da una istituzione ormai decadente ( basta pensare ai nobel per la pace in passato alle coppie kissinger, – le duc tho e arafat – peres e tante altre scelte imbarazzanti) anche se (da wikipedia, non conosco questo prof) …… sembra riconoscere i limiti del capitalismo, gli ostacoli che il denaro ha sempre frapposto al progresso

    ‘Mokyr outlined three reasons why societies resist new technologies:

    Incumbents who fear a threat to their power and economic rents
    Concern about broader social and political repercussions (“unintended ripple effects”)
    Risk and loss aversion: new technologies often have “unanticipated and unknowable consequences”
    “These three motives often merge and create powerful forces that use political power and persuasion to thwart innovations. As a result, technological progress does not follow a linear and neat trajectory. It is, as social constructionists have been trying to tell us for decades, a profoundly political process.”[26]

    https://en.wikipedia.org/wiki/Joel_Mokyr

      1. – EBREO! ☝️👃💰✡ –

        Io: 🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿🍿 🤭

        1. non si capisce perché in questo periodo storico di contrapposizioni all’interno dello stesso popolo ebreo (come rileva anche rampini nel video che ho allegato) su questo sito non si possa dire la parola ‘ebreo’ e rilevare che i due ebrei Fubini (sostenitore della mobilità elettrica) e Mokyr (che rileva i limiti del capitalismo riguardo il progresso) hanno posizioni originali per me condivisibili ma decisamente in contrasto con quanto sostiene la stragrande maggioranza degli ebrei come loro che ricoprono ruoli simili

          non che queste fastidiose catechesi e soppressioni continue che qui subisco mi scalfiscano in minima parte, tanto come finisce ormai per me è chiaro, sbattere i piedini e rifiutarsi di sentirselo dire è puerile

          1. Alessandro D.

            Mi limitavo ad offrire popcorn per chi volesse godersi assieme a me l’imminente flame.

          2. offerta graditissima, io e la nipotina ci ingozziamo di popcorn ogni pomeriggio
            🙂
            anche io mi godo l’incredibile spettacolo di questa trasformazione epocale col massimo relax, osservo con compassione tutte queste inutili perdenti resistenze

      2. @ Luca
        Non mi sembra che l’argomento dell’articolo ripreso dal Corriere sia la crescita (o la decrescita felice) associata al capitalismo, oppure l’appartenenza (religiosa ?, razziale ?) di Fubini.
        Naturalmente sono disposto a cambiare opinione, se mi spiega dov’è il mio errore.
        Sono abbonato al Corriere, avevo letto l’articolo di Fubini ieri, riletto oggi.

        A questo proposito mi permetto di riportare alcune frasi dell’articolo, che ben sintetizzano il pensiero dell’ intervistato: “per secoli in Europa e altrove, per rispondere a una domanda, non si faceva ricerca. Non si facevano esperimenti, non si guardavano i dati. Si leggevano i libri antichi, si cercavano lì le risposte. Ciò che accade in Europa è eccezionale perché, dopo il 1450 o il 1500, quando il Rinascimento aveva recuperato tutta la conoscenza dei Greci e dei Romani, a un certo punto la gente si è chiesta: ma è vero? E hanno trovato dei grossi errori in Aristotele, in Tolomeo o in Galeno. Hanno capito che gli antichi si sbagliavano. Così alla fine gli europei se ne escono con interpretazioni completamente nuove dell’universo grazie a Galileo, a Newton, a Cartesio. E rigettano le antiche conoscenze. Questa disponibilità ad abbandonare la conoscenza di precedenti generazioni è la chiave del progresso…”
        “…Siamo disposti ad ammettere che la Catl, numero uno al mondo delle batterie, è molti anni davanti all’Europa nelle tecniche di riciclaggio del nickel, del litio e del cobalto dai pezzi usati? O accettiamo di non attribuire qualunque vantaggio competitivo della Cina solo ai suoi sussidi, come se i governi europei non ne versassero ai produttori direttamente o attraverso i prezzi “politici” dell’energia?…”
        A questo punto ho verificato quanti brevetti ha registrato BYD negli ultimi 20 anni: oltre 10.000, Tesla meno di un decimo. Siamo sicuri che il professor Mokyr non abbia ragione, e che la causa del nostro ritardo tecnologico sulle batterie non sia dovuto anche alla nostra “supponenza” ed alla mancanza di ricerca di base ed applicata?

  7. caprone manicheo

    Più che la mancanza di cultura della crescita noi abbiamo un eccesso di cattiva informazione fatta da persone in attesa di qualcuno a cui vendersi, o dal quale sperare di avere dei favori.

    La realtà dei fatti: non pervenuta.

    Non per nulla abbiamo perso altre 5 posizioni nella classifica della libertà di stampa (dal 41° al 46° posto) e richiamo l’attenzione che guarda caso in testa alla classifica ci sono in prevalenza gli stati dove l’auto elettrica di sta diffondendo con maggiore rapidità.

    In sintesi: chi è contro la verità vera (non quella del noto quotidiano nazionale) è contro l’auto elettrica.

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