Con il boom di allacciamenti di impianti di generazione da fonti rinnovabili assisteremo a un crollo dei prezzi dell’energia elettrica. Accadrà nel 2026, secondo un report di due analisti di S&P Global Ratings, Emmanuel Dubois-Pelerin e Massimo Schiavo, ripreso dalla rete media europea EURACTIV con base nei Paesi Bassi.
Emmanuel Dubois-Pelerin è responsabile del settore Utilities EMEA presso S&P Global Ratings. Massimo Schiavo è direttore e analista capo per le utilities EMEA sempre presso S&P Global Ratings.
Meno nucleare e fossili, rinnovabili al 55% nel 2030
Il report prevede che i prezzi energetici rimarranno elevati, attorno ai 100 euro per MWh, per i prossimi due anni, scontando ancora gli effetti della crisi del gas iniziata nel 2022. Ma proprio a seguito della crisi i cinque principali Paesi europei, tra cui l’Italia, hanno messo in atto una profonda trasformazione dei rispettivi sistemi energetici che produrrà i suoi effetti nel 2026. Secondo Dubois-Pelerin e Schiavo nei prossimi due anni il mercato dovrà metabilizzare i costi della progressiva eliminazione delle centrali a carbone e la chiusura di impianti nucleari in tutta Europa. Poi arriveranno gli effetti calmieranti di «un notevole aumento della produzione rinnovabile».
Il boom di delle fonti rinnovabili, guidato dalla crescita annuale in doppia cifra di eolico e fotovoltaico, supererà a quel punto la domanda «diluendo l’influenza del gas naturale ad alto costo». Dal 2021 al 2030, la capacità eolica e solare dovrebbe triplicare, rispettivamente a circa 780 GW e 370 GW, aggiungendo un totale di circa 730 TWh di generazione.
Tanto che la quota di combustibili fossili nel mix energetico E5 scenderà probabilmente a circa il 10% nel 2030 dal 33% attuale. Il contributo del nucleare al mix energetico scenderà a circa il 20% entro il 2030, rispetto al 30% del 2021, poiché le chiusure degli impianti superano il ritmo di messa in servizio. Il contributo dell’energia eolica e solare al mix di produzione di energia E5 aumenterà invece fino a circa il 55% entro il 2030, rispetto al 20% nel 2021.
Boom rinnovabili, prezzi del MWh giù del 30-60%
A seguito di tutto ciò S&P Global Commodity Insights stima un calo del 30-60% dei prezzi del carico di base in Germania, Francia, Italia, Spagna e Regno Unito (E5) nel corso dei cinque anni fino al 2030, con un prezzo a cavallo di 35-50 €/MWh.
Ma non esclude per l’Italia prezzi leggermente più elevati, visto il ritmo più lento delle nuove installazioni rinnovabili e la dipendenza più accentuata dal gas naturale. Nel secuente grafico le proiezioni sui prezzi del baseload in Europa.

La transizione avverrà comunque in modo tumultuoso e anche con effetti destabilizzanti sul sistema. In particolare avremo forti sbalzi dei prezzi cosiddetti intraday. In altre parole in alcuni momenti del giorno, quando sarà al massimo la produzione di energia fotovoltaica ed eolica, l’offerta di energia supererà di gran lunga la domanda e la capacità di assorbirla del mercato. Assiteremo così al fenomeno della “cannibalizzazione fra le energie rinnovabili“. Secondo le previsioni di S&P Global Commodity Insights, entro il 2035 la percentuale di prezzi intraday dell’energia elettrica inferiori a 10 €/MWh dovrebbe aumentare fino a superare il 50%, rispetto a meno del 5% attuale.
Sfide complesse per sfruttarne i vantaggi

Tutto questo comporterà sfide complesse per gli operatori energetici. Dovranno affrontare «colli di bottiglia in termini di autorizzazioni, logistica di installazione e connessione tempestiva alla rete». Inoltre nel Nord Europa prevarrà l’eolico nel mix energetico e nel Sud Europa il fotovoltaico. Per ottimizzarne lo sfruttamento sarà necessario potenziare l’interconnessione delle reti. E inoltre «bilanciare gli investimenti nella transizione energetica, ad esempio nello stoccaggio delle batterie». Infine moltiplicare gli sforzi per gestire la domanda, indirizzandola verso la flessibilità .
Sperem
L’articolo è interessante e i commenti possono essere un’opportunità per il resto del mondo. Tuttavia, l’Italia è un paese che vive alla giornata e non è in grado di risolvere problemi semplici, come emettere i passaporti più rapidamente. Pertanto, qualsiasi opzione che riguardi l’Italia deve essere valutata tenendo conto della sua incapacità di pianificare e realizzare progetti, a causa della struttura della Repubblica, che tutti sperimentiamo ogni giorno.
In presenza di commenti disinformanti, mi permetto di postare nuovamente questo riassunto di spunti per FACT-CHECKING
COSTI ENERGIA “LCOE”
= ciclo completo impianti-filiera escludendo sussidi
Report BLOOMBERG del 2023-h1
analisti finanziari investimenti energia, trasporti, etc
( 25 $.Mwh FOTOVOLTAICO latitudine Spagna-Italia )
– 42 $.Mwh EOLICO A TERRA – trend costo scende
– 44 $.Mwh FOTOVOLTAICO – trend costo scende
– 74 $.Mwh EOLICO IN MARE – trend costo scende
– 92 $.Mwh METANO – costo salito e poi sceso durante crisi russa
– 123 $.Mwh CARBONE con CATTURA EMISSIONI CO2 – nuovo
– 128 $.Mwh METANO con CATTURA EMISSIONI CO2 – nuovo
– 155 $.Mwh STORAGE con BATTERIE – trend costo scende rapidamente
– 225 $.Mwh NUCLEARE – trend costo SALE ogni anno
– 239 $.Mwh IDROGENO – nuovo . probabile a scendere
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Possiamo separare le possibili fonti per back-up energia
(da avere nel mix energetico in piccola percentuale a compensazione delle intermitenza delle fonti rinnovabili)
FONTI PER BACK-UP ENERGIA
– 25 $.Mwh IDROELETTRICO
– 60 $.Mwh METANO CICLO COMBINATO
– 74 $.Mwh CARBONE
– 74 $.Mwh EOLICO IN MARE (funzionamento notturno)
– 92 $.Mwh METANO CICLO SEMPLICE
BACK-UP A BASSA EMISSIONE CO2
– 25 $.Mwh IDROELETTRICO
– 74 $.Mwh EOLICO IN MARE (funzionamento notturno)
– 123 $.Mwh CARBONE con CATTURA CO2 COMPLETA– nuovo
– 128 $.Mwh METANO con CATTURA CO2 COMPLETA – nuovo
(già da anni in sperimentazione con centrali in america)
– 155 $.Mwh STORAGE con BATTERIE – trend costo scende
rapidamente ( chimiche litio, sodio, calcio, ferro, etc)
BACK-UP COSTOSE E NON MODULABILI
– 225 $.Mwh NUCLEARE – trend costo SALE ogni anno
BACK-UP IN SVUPPO E STRATEGICHE
– 239 $.Mwh IDROGENO VERDE – trend costo SCENDE
previsti costi competitivi in europa già al 2030
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TREND COSTI NEL TEMPO – GRAFICI
GRAFICO COSTI ENERGIE dal 2009 al 2022 – BLOOMBERG-NEF
https://www.vaielettrico.it/wp-content/uploads/2023/07/LCOEfig1-768×520-1.png.webp
articolo bloomberg completo (con le proiezioni dei costi) qui:
https://about.bnef.com/blog/cost-of-clean-energy-technologies-drop-as-expensive-debt-offset-by-cooling-commodity-prices
GRAFICO COSTI ENERGIE dal 2009 al 2019 – LAZARD (banca di investimenti)
https://singularityhub.com/wp-content/uploads/2020/12/our-world-in-data-price-solar-electricity-10-years.png
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Marketing ingannevole reattori modulari “small” ( SMR )
visto che si sta spargendo l’informazione il nucleare costa una barbarità rispetto qualunque altra fonte di energia, i consorzi provano a pubblicizzare i reattori modulari di piccola taglia ” SMR ” (es. 150-300.MW invece di 1300-1600.MW), con un “costo unitario” per reattore più piccolo da presentare all’opinione pubblica, ma quello che conta ovviamente è il costo x kwh generato, e per ragioni di Fisica (rapporto volume/superficie) i SMR sono un’idea ancora peggiore:
– costi al kwh superiori a quelli già fuori mercato dei reattori normali
– moltiplicazione ( “aumento” non da l’idea) della quantità di scorie prodotte, sia quelle più critiche che quelle meno critiche, di un fattore che va da ” quantità x 2,5 volte” sino a “quantità x 30 volte ” a seconda di taglia e tipologia, come segnalato con allarme da più gruppi di scienziati di diverse nazionalità
GRAFICO moltiplicazione della quantità scorie radiottive con SMR
https://www.pnas.org/cms/10.1073/pnas.2111833119/asset/0c0e868b-a3e6-4932-86d9-08217ff34b6e/assets/images/large/pnas.2111833119fig01.jpg
PUBBLICAZIONE completa (in inglese), una delle tante:
https://www.pnas.org/doi/10.1073/pnas.2111833119#fig01
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INTENSITA’ CARBONICA – REATTORI NON E’ BASSA
il conteggio CO2 x kwh, storicamente il dato dichiarato per il nuclerare è una piccola parte del totale; anche oggi la Francia bara sui numeri nel suo conteggio, presentano il conto Co2 relativo solo a gestione ordinaria (es. 40-60 gr Co2 x kwh)
se si guarda un conto LCA ( tutto il ciclo dell’impianto, oltre a estrazione e lavorazioni del carburante) il nucleare ha emissioni alte rispetto alle rinnovabili:
– 117gr Co2 x kwh – stima agenzia ambiente tedesca e confronto
https://static.dw.com/image/59710980_7.png
– 139-190gr Co2 x kwh – un famoso studio critico di consulenti minerari
https://wiseinternational.org/nuclear-monitor/886/co2-emissions-nuclear-power-whole-picture
E il suo conto CO2 aumenta ogni decennio, perchè il minerale di uranio estraibile è sempre meno concentrato (1/10, 1/20, etc) e la sua estrazioen è ad alta intensità carbonica, è il meccanismo chiamato “uraniun CO2 trap”
In base allo sfruttamento dei giacimenti, nel 2060 potrebbe superare i 400gr Co2 x kwh (=come bruciare metano, ma spendendo molto di più, e lasciando ai posteri quantità anomale di plutonio e altri elementi transuranicida create artificialmente, non esistenti in natura, da dover sorvegliare per millenni per impedirne furti a scopi belici e contaminazioni ambientali) oltre che arrivare ad un indice energetico negativo:
http://www.stormsmith.nl/Resources/m35Ecliff%2BCO2trap20191027F.pdf
Chi ha già speso nei decenni passati per creare impianti e filiera di ritrattamento come la Francia, allunga la vita degli impianti per diluire e rimandare le spese di decommissioning, che se non diluite creerebbero un problema al bilancio statale
Chi fa impianti oggi perlopiù copre le spese con sviluppo di filiera atomica militare, creando scorte le proprie scorte di Mox e di Plutonio (Cina)
Per gli altri è decisamente tardi per buttarsi in questo treno, è già da una ventina di anni che è diventato un debito senza fondo di soldi e di emissioni di Co2
Persino gli U.S.A., una volta avute scorte più che abbondanti di plutonio per usi militari, si sono tirati indietro da questa tecnologia del secolo scorso
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Pubblicità ingannevole e occulta in Italia
ho notato che i consorzi per il nucleare su you-tube e su internet da un paio di anni stanno facendo una campagna martellante pubblicitaria ingannevole ma tosta, ben finanziata, come ai tempi del referendum; non saresti il primo ad essere stato “convinto” di recente da questo bombardamento, che utilizza anche una serie di volti popolari su internet
decine di canali youtube, dai più espliciti nel sostegno e nelle tematiche, a quelli che danno un sostegno non ufficiale ma hanno milioni d visualizzazioni, oltre all’uso delle solite decine di utenze fake che commentano a tema su altri siti o sotto ai video
Si giocano il tutto per tutto per far partire (rifilare la “sola”, dico io) qualche progetto in Italia, prima che cambi di nuovo il governo (quello che c’è ora è più malleabile sul tema) o si spargano maggiormente le informazioni sui costi delle varie fonti energetiche, che mettono il nucleare fuori mercato
Dubito fortemente che un paese messo alla canna del gas come l’Italia possa anche solo sognare di realizzare 10 reattori, ma che dico 5 reattori, ma che dico 1 reattore. Per la prossima manovra finanziaria dobbiamo reperire 30 miliardi facendo tagli alla spesa e già si parla di tagli alla sanità che sta messa molto male. Se non siamo impazziti, i dibattiti resteranno su youtube.
Serviranno sistemi di accumulo domestici (ma anche wallbox) intelligenti e connesse alla rete che in grado di stoccare energia prelevandola dalla rete durante i picchi di produzione. A quel punto anche chi vive in condominio potrà beneficiare degli impianti fotovoltaici altrui solo acquistando la batteria
Molto meglio accumulatori grossi, a livello di distributore.
Sono meglio monitorati e gestiti, con condizionamenti ottimali e costo per kWh inferiore.
Sperare che i prezzi calino solo aumentando il solare e eolico è follia
Quando aggiungeremo il nucleare al nostro mix allora il prezzo scenderà
Il solare fatevelo in casa che più costa il kwh prima vi ripagate l’impianto, aspettando il nucleare
Certo infatti i francesi hanno dovuto nazionalizzare EDF perché prima gli hanno fatto vendere energia elettrica sotto costo e ora con i reattori da rimodernare e i problemi di corrosione imprevisti sarebbero falliti.
Così, prima di fare la fine che abbiamo fatto noi col ponte Morandi, hanno nazionalizzato EDF, bella figura che si sono fatti pure loro!
Negli Stati Uniti dove il mercato è più liberale il numero di reattori chiusi e dismessi è costantemente aumentato negli anni.
Il solare invece costa molto meno del nucleare,.peccato soltanto che produca solo di giorno altrimenti il nucleare sarebbe già morto e sepolto da tempo. Ma non bisogna disperare sembra che anche il costo degli accumuli grid scale siano in rapida discesa.
assolutamente ! basta guardare la domanda per i tesla megapack ! 3,9 mwh di accumulo al prezzo di circa 525 euro al kwh , spedizione e installazzione incluse , senza considerare che fanno sconti sostanziosi per grossi ordini…
Non siamo distanti nemmeno per l’accumulo domestico. La mia BYD hvm in arrivo tra un mese è costata 650€ al kwh, con Iva e installata.
Accumulo domestico/aziendale a bassa tensione di Pylontech sceso quest’anno attorno a 500 euro per kWh (con armadio adeguato, ivato e installato), con i puri pacchi batterie reperibili direttamente da distributori nella UE anche a meno di 300 euro per kWh (ivati, ma trasporto escluso).
Questo significa che non solo ormai è pratico consumare di notte l’energia prodotta durante il giorno, ma nei prossimi anni potrebbe essere economicamente raggiungibile il traguardo di consumare nei mesi prossimi l’energia prodotta (in eccesso) durante questi mese estivi, anziché svenderla alla rete nazionale/europea.
Accumulare energia per mesi in una batteria non lo vedo granché conveniente.
La convenienza dipende ovviamente dal costo dell’accumulo.
Dieci anni fa non era conveniente accumulare l’energia “per ore” per consumarla la notte e l’accumulo era considerato un vezzo per tecnofili danarosi.
Oggi 300 kWh di accumulo stazionario costano 150mila euro e sono un vezzo per tecnofili danarosi e concordo che non è “granché conveniente”.
@matteo
giusto per i meno esperti:
ii prezzo che citi è per ogni “kwh di capacità batteria installata”
il costo del back-up energetico al kwh elettrico ottenibile da queste batterie si ottiene didividendo per il numero di cicli di vita delle batterie
come dici tu è interessante già ora (ad es. in america e in australia ne stanno installando grosse quantità),
ma soprattutto è interessante il trend del costo futuro, cala anno per anno
Devi essere realista, ma se in italia per mettere delle pale eoliche o un campo di pannelli solari sorgono centinaia di movimenti NIMBY
Come puoi sperare che trovino il posto per costruire una centrale nucleare.
Anche ammesso che trovino il posto, i finlandesi ci hanno messo 12 anni in più del previsto (e tralasciamo i costi in piu) figurati in italia, se iniziano domani a poggiare la prima pietra la accendiamo nel 2060
Domani la prima pietra non la mettiamo giù di sicuro. Prima occorre fare la legge, poi trovare i siti e fare i progetti. Come minimo la prima pietra sarebbe tra 4 o 5 anni, e saremo già nel 2027-28.
Il nucleare in Italia al momento è soltanto un argomento fomtoccio utilizzato allo scopo di rallentare il phase out dei fossili.
hai perfettamente ragione, basta guardare il deposito nazionale delle scorie radiottive… nessuno lo vuole (e lo posso capire)
Non capisco come molti dicano che sia meglio una centrale nucleare ad una pala eolica… la pala fa schifo da vedersi? mettiamo di si (anche se a me quando passo in puglia mi danno un senso di green incredibile) ma la pala eolica (avuti i permessi) in 2 mesi la installi.
Tra 5 anni viene fuori una tecnologia nuova che permette di ottenere piu energia green in meno spazio e con meno impatto visivo? a smantellare una pala eolica ci vorranno 2 settimane, una centrale decine di anni
Se soffia il vento la pala eolica è utile, sennò è inutile. Puoi garantire che soffia? No. Fine del discorso.
@ Fabio
infatti, un aspetto per me agghiacciante è che il ciclo di vita di un reattore completo è non meno di 110 anni, con qualche lungaggine si arriva a 150 anni
più della metà deglia anni sono per la fase di decommissioning, un primo lento “spurgo” radioattivo di decenni, poi lento smontaggio di altri decenni, poi spurgo e ritrattamento dei materiali di risulta resi radioattivi dall’uso, anche cemento e metalli, dell’impianto principale e degli impianti della filiera di processazione del carburante, e infine le scorie di carburante vere e proprie
è uno dei costi scaricato sui nipoti; nei conteggi dei costruttori i costi futuri vengono ufficialmente “attualizzati”, è una metodo contabile con cui in pratica vengono fortemente sottostimati perchè “non li pago oggi””
le scorie parcheggiate prima in superficie e poi interrate, nei secoli perdono solo gli elementi a decadimento più rapido, mentre aumenta la concentrazione relativa di elementi a lungo decadimento,
in pratica diventano appetibili come miniere concentrate di plutonio e mox per gruppi/nazioni che volessero fare azioni di guerra
si è obbligati a sorvegliare i depositi per millenni, e più saranno nel mondo più sarà iun rischio, guardando alla storia recente quanto può essere intelligente questa cosa?
per quanto ho letto, l’accumulo eccessivo di plutonio poi da dover gestire-sorvegliare (perché neanche farci soldi vendendolo a paesi esteri bellicosi è una buona strategia) è uno dei motivi ( oltre ai costi della filiera in sè) per cui già decenni fa gli USA si sono tirati indietro dal nucleare
stavano producendo già molto più plutonio (gestirlo diventava un costo) di quanto gliene era bastato per creare le migliaia di testate atomiche
il plutonio tra l’altro è appetibile anche per “bombe sporche”, chimiche invece di atomiche, a bassissima tecnologia, per questo i depositi sono doppiamente sorvegliati
Lei ha idea del volume totale di tutte le scorie nucleari fatte fin’ora?
Astuto, lei ha idea di quanto costi smantellare una centrale nucleare?
Smantellare, vuol dire ritornare a prato verde.
Non lo si sa ancora, perché non è stata smantellata nemmeno una centrale nel mondo.
Si fanno solo previsioni.
Ed intanto, sono 30 anni che in bolletta paghiamo SOGIN per smantellare le nostre 4 centrali.
E le scorie, non sono solo quelle prodotte dalla reazione, sono anche tutte quelle parti che sono state irradiate e devono essere smaltite come rifiuto radiologico.
Ah, già che ci siamo, mi riesce a fare i conti per cui il kWh da nucleare conviene?
Conti in euro, please.
L’Astuto
Non credo sia rilevante, perchè il problema è il “dove”, non il “quanto”, il volume è relativamente ridicolo rispetto alla dimensione della centrale stessa.
In fondo una bomba atomica “ZAR” (Russa) del 1961 in grado di distruggere completamente qualsiasi edificio/albero/essere vivente in una superficie di circa 15.000 km quadrati (tolse il tetto a case in mattoni a 100 km di distanza) aveva un volume di soli 27 metri cubi.
Basta un milionesimo di grammo di Polonio 210 (qualcuno ha detto Litvinenko?) per uccidere un uomo. Un grammo = 1 milione di morti.
Si fa polemica sulla pericolosità degli incendi delle batterie delle BEV mentre magari qualcuno trova “un non problema” le scorie nucleari?
Se nessuno vuole una pala eolica, un inceneritore, un rigassificatore, chi è che vuole un deposito di anche una sola tonnellata di materiale radioattivo con un periodo di decadenza che supera le generazioni?
PS: io al referendum del 1987 votai a favore delle centrali: a Caorso ci lavorava un caro amico (che ancora lavora in Enel, in pensione a fine anno) e nella nostra bolletta ancora stiamo pagando lo smaltimento delle pochissime scorie prodotte, dato che non è mai partita in produzione e funzionava al 3% della potenza, sono passati appena 35 anni. Per il solo periodo 2020 – 2035 paghiamo in bolletta 2,3 miliardi di decomissioning. E ne abbiamo pagati dal 2010 al 2020 appena 4,2 miliardi, diciamo che mediamente paghiamo 400 milioni all’anno per lo smaltimento di quelle 3 centrali italiane (più vari reattori di test e siti di arricchimento) che non hanno mai funzionato, dopo avere rivenduto l’uranio all’estero, figuriamoci se avessimo dovuto pagare per smaltire VERI rifiuti nucleari.
Confermo tutto, anche io ho un conoscente in Sogin. Il nucleare è un modo talmente astuto di generare elettricità che costa uno sproposito anche dopo decenni che è stato dismesso.
@soldatodileva
puoi garantire una media di vento in quella zona, questo è un sito che raccoglie dei dati
https://atlanteeolico.rse-web.it/
e monti la pala con la geometria che ha l’efficienza maggiore per quella velocita del vento. Ovvio che non ne monti nessuna a Cremona dove il vento praticamente non c’è mai
poi accumuli energia con diversi sitemi, esempio https://www.youtube.com/watch?v=vwMc9fOjgSQ
Ma certo…intanto a fukushima per i prossimi 30 anni libereranno acqua radioattiva in mare…tutta l’operazione di bonifica immagino costi pochissimo
Quale bonifica ci pensa l’oceano a diluire
Poi tra qualche anno da qualche parte magari per colpa delle correnti ci si accorgerà dell’aumento esponenziale di casi di cancro, malformazioni varie o tutta quella serie di cose piacevoli causate dalle radiazioni .
Ma non fa niente w il nucleare…..
sono covinti che con un morso di ragno radiattivo diventi spiderman
e con l’esposizione ai raggi gamma diventi hulk ..
mi spiae molto per i fan della marvel
ma quella è roba nata negli anni 50a
oggi lo sanno tutti che con l’esposizione prolungata a potenza ..
minima , diventi sterile ..
media ti dimezza l’aspettativa di vita
massima hai pochi minuti per salutare amici e parenti
La radioattività complessiva dell’acqua di Fukushima è meno di un decimilionesimo di quella già presente nell’oceano.
Allora abbiamo trovato la soluzione al problema dello smaltimento delle scorie nucleari! Le frulliamo con il Bimby e poi le mescoliamo con l’acqua e le versiamo negli oceani! (Ironico eh….)
Anche la CO2 nell’atmosfera e’ pochissima…….. peccato che…… la storia la stiamo vivendo ora…..
Un decimilionesimo di quella già presente IN TUTTO l’oceano: scritto come l’ha scritto lei significa che stanno versando acqua che ha un decimilionesimo di radioattività ppm.
Il piccolo dettaglio è che il volume dell’acqua degli oceani è 1.376.000.000 chilometri cubi, l’acqua che verseranno è pari a 0,00125 chilometri cubi. Cioè la radioattività per chilometro cubo è 110.000 volte superiore. Come cambiano le prospettive, quando usi la matematica e usi gli avverbi di quantità corretti.
Anche tutto l’uranio che si usa nelle centrali era già presente nel mondo, mica siamo andati a prenderlo da un altro pianeta. E’ la concentrazione in un luogo e in un periodo temporale che fa la differenza.
I Giapponesi mica sono degli squilibrati, non sto dicendo che sono dei pazzi a fare quello che stanno facendo: hanno semplicemente valutato che è meglio un “avvelenamento” controllato come diluizione piuttosto che il rischio che si rompa, fra un secolo, un contenitore, in modo incontrollato, quando ci si è dimenticati del problema, che si tramanderà per generazioni e generazioni.
In pratica: il meno peggio. Non certo “il meglio”.
La soluzione giapponese non sposta di un millimetro la radioattività dell’oceano. QUesto è quello che conta.
“La soluzione giapponese non sposta di un millimetro la radioattività dell’oceano.” lei lo farebbe il bagno lì davanti?
Non la sposta complessivamente (e su questo siamo d’accordo) e sicuramente avranno valutato attentamente le correnti oceaniche per garantirsi che sarà diluito in breve tempo. Ma i pesci che transiteranno di lì nel frattempo, che succede?
Ci sono diverse teorie interessanti che indicano che l’evoluzione sulla terra è stata così straordinariamente efficace perchè aiutata dalla radioattività naturale terrestre, che è fortemente mutagena, creando una biodiversità incredibile.
Magari fra 1 milione di anni ci saranno Tonni più grandi delle megattere o il Krill avrà le ali e sarà coprofago, chissà.
La soluzione giapponese è il meno peggio che si potesse fare: una toppa ad un incidente che è intrinsecamente possibile nella soluzione nucleare, non esiste il rischio zero.
Ora, domanda provocatoria, perchè sversare in mare (tanto non cambia niente, dice l’Astuto) acqua radioattiva va bene mentre eliminare l’inquinamento dalla Pianura Padana (che con certezza ammazza persone anche se è “trascurabile” – dice sempre l’Astuto) è il male assoluto?
Copio e incollo: “Quanto è radioattivo l’oceano Pacifico? Solo il Potassio 40 contenuto nel Pacifico ha una radioattività pari a 15.000 EBq (Exa-Bequerel), superiore di sette ordini di grandezza alla radioattività totale dell’acqua usata per raffreddare i reattori di Fukushima.” Per il resto: l’inquinamento è in calo nella pianura padana da decenni.
L’Astuto
fermo restando il consiglio di cambiare nick (se non sappiamo distinguere relativo da assoluto mancano le basi – sette ordini di grandezza superiori con 340.000 volte di volume in più significa avere una radioattività superiore di 48.400 volte, il 4.830.000% in più, veda lei…)
l’inquinamento è in calo da decenni ma rimane la zona più inquinata d’Europa: torniamo al discorso di prima, da cosa stiamo partendo e dove vogliamo arrivare? E ci si è chiesto perchè è in calo? Forse per quelle iniziative di cui fa parte anche il passaggio alla BEV che vengono osteggiate? O si è ridotto per magia…?
E’ del tutto inutile parlare delle concentrazioni iniziali. GLie lo ho già spiegato.
@L’Astuto
No questo è un ragionamento sbagliato perché le concentrazioni sono importanti.
Per l’ecosistema locale lo sversamento è un problema reale e impattante nel breve e medio periodo. Poi chiaro che l’alternativa è non sapere che fare di quegli scarti e quindi il male minore è quello che hanno scelto i Giapponesi.
Però immaginiamo una proliferazione nucleare come quella che auspicano alcuni, gli incidenti alla Fukushima aumenterebbero di quel che basta per averne uno ogni cinque anni (più o meno). Quelli che rischiano di più in questo momento sono i francesi: secondo la legge di Murphy (dal punto di vista ludico-ingegneristico ineccepibile) “se esiste una pecca prima o poi madre natura la scoverà”. Vale per gli incendi delle batterie, per i voli aerei e vale purtroppo anche per gli impianti nucleari.
Follia è che ancora postiate questa disinforfazione sperando di piazzare reattori all’italia
E’ una tecnologia “pacco”, è un pozzo senza fondo di soldi che poi lo stato deve ripagare con la fiscalità generale
Il kwh nuclòeare costa già ora più che fare cattura carbonica sopra una centrale a metano
Costa già ora più che usare solare fotovoltaico più accumulatori al litio (soluzione anch’essa costosa ma che con prezzi in discesa e chimniche alternative in arrivo)
Soprattutto costa enormenete di più che avere banalmente un mix bilanciayo di fotovoltaico ed eolico eff-shore (che funziona in modo intenso anche di notte) e quattro misure centrali a metano come back-up integrativo ad uso sempre più sporadico
La Francia si perché ha ambizioni da potenza nucleare. Gli USA sono in decrescita felice.
UK non vuole mollare sempre per motivi militari.
Cina perché ha domanda in crescita da soddisfare aumenta tutte, nucleare, carbone, ma quelle che stanno crescendo di più sono solare e vento, chissà perché? Sarà che sono quelle che costano meno a conti fatti?
C’è il Prof. Nicola Armaroli del cnr
che a questa tesi nucleare vs rinnovabili risponde sempre con una battuta di una collega ricercatrice americana :
“i sostenitori del nucleare , ritengono che l’umanità sia così intelligente da riuscire a mettere in sicurezza per 250.000 anni le scorie nucleari ;
e allo sesso tempo così stupida da non riuscire ad accumulare energia elettrica
per una notte,per una settimana o per un mese ..”
doh!
gioco partita incontro
non c’è bisogno di dire che la collega americana di Armaroli
per me , ha ragione da vendere
ammesso che si abbia un QI almeno nella media
Mi piacerebbe vedere i suoi conti per dimostrare che il nucleare è più economico di ogni altra fonte energetica.
Quando li mostra?
Magari no grazie, è difficilissimo trovare informazioni di prima mano e verificabili sul reale costo del nucleare.
Per quanto mi riguarda la prova del nove è stata la nazionalizzazione di EDF, complice anche il governo che per dimostrare che l’energia costa poco ha costretto EDF a vendere sotto costo l’energia prodotta col nucleare ai concorrenti. Risultato, non appena sono arrivati i costi di manutenzione da sostenere, e grazie anche allo sfortunato evento della corrosione inaspettata su alcune parti degli EPR, il privato ha dato farfait e per non farli fallire li hanno nazionalizzati.
I cittadini francesi hanno pagato poco le bollette e ora il governo prenderà soldi da un’altra parte per tappare il buco.
La penso come lei, è che mi fanno incazzare quando dicono che con il nucleare l’energia costa meno, ripetendo solo sparate da propaganda elettorale di politici da strapazzo, ma in realtà non sanno di cosa stanno parlando.
E quando gli chiedi quanto costa, sembrano boccaloni che annaspano.
Ottimo ci stanno assicurando qualche altro anno di prezzi elevati.
Ieri il TG1 titolava che riserve di gas sono al 92% e quindi non avremo alcun problema questo inverno.
Quindi avremo prezzi stazionari oppure col freddo l’energia comprata a basso prezzo la venderanno al triplo?
Al TG1 hanno detto che le riserve del gas sono al 92%, non quanto le hanno pagat, né quanto costerà lo stoccaggio.
Sul gas ormai finché potranno lo faranno pagare caro, è un po’ come quelli che non comprendono perché il petrolio anche se ne useremo sempre meno i prezzi non scenderanno se non per brevi periodi in cui ci sarà eccesso di produzione, dopodiché la produzione sarà adattata ai consumi in modo da tenere i margini alti.
Visto che siamo in periodo vacanzieri: hai presente quando in Liguria sei al bar della spiaggia a fine stagione? All’inizio non trovi più tutti i gelati, e il gestore mica li ricompra.visto.che tra qualche giorno tutti torneranno a lavoro. E mica abbassa i prezzi per toglierselo dal frigo, che tanto li ha già pagati. Al massimo se li mangeranno loro ma molti preferiscono non abbassare i prezzi per finire le scorte. L’esempio è banale ma la.produzione e la domanda di petrolio sono anelastiche e con il declino dei consumi ai produttori converrà ridurre produzioni e investimenti mantenendo alti i prezzi anziché fare sforzi per aumentare la produzione per tentare di attrarre più clienti, sapendo che sarà comunque uno sforzo vano.
Ero leggermente ironico.
Il petrolio sotto forma di combustibile è uno di quei prodotti che maggiormente sconfessa le leggi di mercato.
Fintanto che sarà necessario, sciocca la gente che non fa nulla per liberarsene pur nelle obiettive difficoltà, la produzione sarà gestita per massimizzare il prezzo, anche esattamente come scrivi, estraendo e producendo meno.
Questo è l’esempio dell’imprenditoria che ama il proprio lavoro, la propria professione.
Il gas è stato ai minimi per mesi, se hanno riempito i serbatoi con quel prezzo, dovremmo giovarne tutti. Poi che l’energia diminuisca di prezzo grazie al fotovoltaico ed eolico per me sono solo fantasie, anche perché il fotovoltaico ad esempio produce tantissimo quando c’è ne meno bisogno, compriamo allora accumulatori per miliardi di euro? Ricordo di aver letto credo più di 10 anni fa un libro di jeremy rifkin, nel quale l’economista prevedeva in maniera accurata che l’energia elettrica sarebbe costata pochissimo grazie alla produzione diffusa rinnovabile, diciamo che era wishful thinking.
-compriamo allora accumulatori per miliardi di euro?-
Beh, se l’unica vera alternativa a ciò è comprare gas per miliardi di euro, magari un pensierino si potrebbe provare a farlo.
Poi magari scopriamo che le batterie possiamo anche farcele qui da noi e a quel punto i miliardi di euro già non sono più letteralmente bruciati e a fondo perduto con destinazione Golfo Persico o chi per esso. Anzi, o chi per Esso (la capiranno in tre? 🙄😂)
Poi (magia!) ci accorgiamo che le batterie possono anche essere ricaricate 🤭 e coi soldi che abbiamo speso per un anno di gas rischiamo di fare anche dieci stagioni.
Ok, magari sono troppo ottimista. Ma a fronte di enormi spese che ci sarebbero comunque, Io sinceramente un pensierino ce lo farei. Anche solo una piccola prova modello Jannacci, per vedere di nascosto l’effetto che fa.
Non sei troppo ottimista: è come quando è decollata internet, sembrava impossibile cablare tutti a velocità di decine di MBs, oggi internet arriva anche via satellite a prezzi accessibili a tutti.
Le batterie, e in particolare quelle con chimiche abbondanti stanno rivoluzionando il settore energetico in un modo dirompente che sembra impossibile oggi.
E’ quello che si sta facendo, Alessandro. Terna ha piazzato una mezza dozzina di accumuli nei nodi cardine delle rete ad alta tensione, con diversi tipi di tecnologia, ora Terna, in un blog tutti si segreti dell’elettricità “pulita”sta testando quella migliore.
Se guardi un po’ di grafici terna o di simulazioni future,
Il carico elettrico maggiore è di giorno, dove il solare casca a pennello
poi c’e un picco aggiuntivo serale di consumo dopo il tramonto, che lo alimenti con un mix di a scelta tra eolico (ha il picco alla sera), e per ora con gas a ciclo combinato, da noi ce la fai anche con uno shift del picco solare realizzato con pompaggi idroelettrici, un domani saranno anche shit a 4 ore, poi 8 ore, poi 12 ore, realizzati con accumuli (all’estero già lo fanno, segno che i costi convengono)
a lungo termine ci saranno anche gli accumuli stagionali a idrogeno/metano verdi di sintesi da FV, l’europa sta invetendo anche su questi
Rimane il punto che per abbisognare di molti meno accumuli o poter usare meno quantità metano come sistema di appoggio, devi avere nel mix anche una sorgente che copra il grosso del notturno,
Può essere anche una fonte intermittente, l’importante è che copra a basso costo il grosso del consumo notturno su 365 giorni annui, poi se capita quanche “buco ” hai gli accumuli o il metano
Questa fantascientifica tecnologia ha un nome esotico e immagino per te mai sentito: eolico off-shore
Nel mare del Nord Europa stanno installando “letteralmente” una mega turbina eolica off-shore al giorno ( 1 ogni giorno – 365 megaturbine installate off-shore ogni anno) e si preparano nel giro di 2-3 anni a rivendere ad altri paesi europei rimasti più indietro “tonnellate” di energia rinnovabille in eccesso diurna e notturna
Ci sono segnali che tra qualche anno una corsa all’eolico off-shore (con le tecnolgie attuali, sistemi direct drive e pale più facili da riciclare) potrebbe partire anche nel meditarraneo, e l’italia ha un’ottimo specchio di acque ventose e una filiera industriale che non chiederebbe altro
Un fatto poco noto,
è che l’italia è già nel suo piccolo il 4° produttore europeo (con saldo esportazione (importazione rimasto sempre positivo) di tecnologia e parti per impianti di fonti rinnovabili (componenti per inverter, pompe di calore, film sottili ottici, generatori delle pale eolici, riduttori meccanici idoelettrici ed eolici, etc)
Potenziare questa filiera sarebbe per noi un enorme bisness per più motivi:
– costo in calo più rapido dell’energia per noi
– sviluppo in sinergia d altri settori ( es. cantieristica navale per eolico off-shore, le nuove fabbriche dei pannelli FV, le pompe di calore, gli inverter etc)
– rivendita e scambio di tecnologia e materie prime ad altri paesi europei, e un domani anche al Marocco (dove stanno nascendo fabbriche di batterie di gruppi cinesi) e all’africa intera (che nei prossimi decenni raggiungerà quota 3 miliardi di popolazione e come tempistica salterà direttamente la fase delle fonti fossili )
cercare in rete il report di Banca San Paolo su import-export
o il report/piano di Energia Futura (associazone di confindustria italia che raccoglie circa 500 delle 800 aziende di settore), meglio se la versione aggiornata del 2023, non il piano preliminare del 2022
Calcolano l’indotto in Pil, filiera produttiva interna, posti di lavoro, ipotizzando un obiettivo di 85 Gw di nuove rinnovanbili installate in italia entro 2030
Che è solo una frazione dellì’obbiettivo di installazioni al 2050
“il fotovoltaico produce tantissimo quando ce n’è meno bisogno..”
questa affermazione squalifica completamente i tuo pensiero
Secondo il gestore di rete,TERNA, il picco dei consumi giornalieri in Italia è tra le ore 9 e le ore 18
la famosa gobba di cammello , con due picchi intoro alle 11:30 e alle 15:30
molto favorevole all’introduzione del fotovoltaico
Fantastico! Ottima opportunità per il governo di introdurre nuove tasse
Appunto ! Il recupero delle accise derivante dalla riduzione delle vendite di carburante !
Sinceramente non vedo il nesso tra il mancato uso di gas per produrre corrente elettrica e la mancata vendita di carburanti per autotrazione. Sono due parrocchie completamente diverse . Questo fermo restando che i circa 37 milioni di veicoli a benzina o diesel che circolano nel nostro paese ad oggi, non si evaporeranno da qui al 2026 e che quand’anche triplicassero (a voler essere decisamente ottimisti) di qui a quella data le circa duecentomila vetture elettriche ad oggi circolanti, questo non sposterà di molto le cose. 😉
Le accise sui carburanti ..
selvono a finanziare i carburanti
e le “spese accessorie”
anche se hanno un nome diverso
“Soldi pubblici alle fonti fossili: così in Italia paghiamo 18,8mld l’anno”
…e a migliorare la bilancia dei pagamenti, a pagare le spese sanitarie per le malattie causate dall’inquinamento, i costi dei controlli ambientali, le bonifiche…
non credo proprio
la accise se le “mangiano” tutte le fonti fossili
“L’Italia continuerà a garantire sussidi pubblici al comparto fossile. fino al 2028”
da il Secolo XIX 16 Agosto 2023
“I prezzi dei carburanti continuano a correre. E lo Stato incassa 2,27 miliardi”
se sono mantenuti i 18 miliardi di finaziamento l’anno (2020)per le fossili
i 2,27 miliardi delle “accise” sono solo solo una piccola parte ..
di quello che serve al “carrozzone fossile” .
certo una parte rintra per gli stipendi e le tasse degli addetti ..
ma non parliamo di efficenza per favore
se si tratta di lavori che nel giro di qualche decennio
equvarranno a :
“scava una buca;
tappa la buca .
scava una buca;
tappa la buca .
scava una buca;
tappa la buca .
scava una buca;
tappa la buca .
..”
se i politici fossero onesti intellettualmente
darebbero un unico nome alle accise sui carburati ,
“PARTE QUOTA FINANZIAMENTO IDROCARBURI ..
PUNTO”
troppo chiaro , dove vengono spesi i soldi dei contribuenti ?
Come se ne avessero bisogno.