Ma davvero il pianeta sarebbe in pericolo se le auto elettriche diventassero un prodotto di massa? Il monito del gran capo di FCA Fiat, Sergio Marchionne, sembra essere smentito anche dai dati in arrivo dall’Agenzia Internazionale per l’Energia, (IEA), che nel suo ultimo rapporto fotografa l’inatteso boom di produzione da rinnovabili, reso possibile dai massicci investimenti della Cina. L’organismo con sede a Parigi, solitamente molto prudente, stima in almeno il 33% l’ulteriore aumento di qui al 2022, quando ancora le auto spinte da motori a batterie non saranno le protagoniste del mercato, dato che l’inizio del boom e’ previsto per il 2025.
La proiezione e’ basata sul consuntivo 2016, grazie soprattutto al boom del solare, passato da 50 GW di nuova potenza installata del 2015 ai 74 GW dello scorso anno. La Cina, come si diceva, ha fatto la parte del leone aggiungendo impianti per34 GW, pari al 46% del totale mondiale, mentre gli Stati Uniti hanno raddoppiato le nuove installazioni da 7 a 14,6 GW. Il balzo e’ stato reso possibile dal calo dei costi di produzione, legato al miglioramento della tecnologia e all’entrata in campo di players con maggiori capacita’ di investimento e di ottimizzazione.
Complessivamente ci si aspetta che in cinque anni la produzione di rinnovabili cresca fino a 920 GW, con il solare e l’eolico a fare la parte del leone: il primo salirebbe a 438 GW, mentre l’energia dal vento arriverebbe a 321 GW.
Tutto questo basta e avanza per rassicurare chi, come Marchionne, teme che l’avvento della mobilita’ elettrica porti a un massiccio aumento di produzione d’energia dal carbone: il boom delle rinnovabili bastera’ e avanzera’ per coprire le ricariche di milioni di veicoli. I cui consumi, peraltro, si abbasseranno con il migliorare di una tecnologia ancora acerba.
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