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Bonus caldaie, il governo “prepara” la retromarcia per evitare sanzioni Ue

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incentivi caldaie

Il governo “prepara” la retromarcia sul bonus caldaie. Tra gli emendamenti alla manovra per il 2025 ce ne sono alcuni presentati da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle mirano a eliminare i bonus per le caldaie alimentate esclusivamente da combustibili fossili a partire dal 2025.

Con l’ingresso di Ecr, la formazione dei conservatori europei di cui fa parte Fratelli d’Italia, nella maggioranza che appoggia è evidente che il governo Meloni deve stare molto più attento ai rapporti con la Commissione Ue. Ed evitare, il più possibile, di mettersi contro le decisioni prese a livello europeo.

E’ questo il contesto in cui si inseriscono gli emendamenti presentati per rivedere le norme sul cosiddetto Bonus caldaie. Il testo finora presentato dal governo non rispetta le indicazioni arrivate da Bruxelles, nell’ambito della riduzione delle emissioni inquinanti, con un obiettivo di riduzione del 55% al 2030.

Bonus caldaie, cosa dice la direttiva europea

Il tema delle caldaie è affrontato nella direttiva europea Epbd (Energy Performance of Buildings Directive), meglio nota come “Case green”. Impone che, a partire dal 2025, vengano eliminati gli incentivi per l’installazione di nuove caldaie alimentate esclusivamente da combustibili fossili. L’unica eccezione riguarda i sistemi ibridi che combinano caldaie a condensazione con pompe di calore.

Ad oggi, il disegno di legge di bilancio prevede il rinnovo degli attuali bonus fiscali per il 2025, con alcune variazioni nelle aliquote- Mantenendo attivi sia il bonus ristrutturazioni ordinario che l’ecobonus per la sostituzione delle caldaie. Questa scelta potrebbe esporre l’Italia a una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea. Come hanno sottolineato alcune associazioni ambientaliste (Arse, Greenpeace, Legambiente, WWF Italia) in una lettera indirizzata al governo.

Bonus caldaie: “Una soluzione per non penalizzare gli investimenti già effettuati da imprese e consumatori”

Un aspetto controverso riguarda la possibilità di continuare a incentivare caldaie alimentate da gas rinnovabili, una soluzione interpretativa non confermata dalle autorità europee. Il governo ha sostenuto che questa linea rappresenta un compromesso per facilitare la transizione. Per non penalizzare gli investimenti già effettuati dai consumatori e dalle imprese.

Alcuni emendamenti presentati da rappresentanti di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle mirano a eliminare i bonus per le caldaie alimentate esclusivamente da combustibili fossili a partire dal 2025. Le agevolazioni rimarrebbero valide solo per interventi che includono tecnologie ibride, in linea con le direttive europee. Questa modifica non solo risponde alle richieste di Bruxelles, ma favorisce anche l’adozione di tecnologie più sostenibili, incentivando l’uso delle pompe di calore, una soluzione chiave per ridurre le emissioni nel settore residenziale.

Questa riforma degli incentivi potrebbe segnare un passaggio decisivo nel percorso italiano verso la sostenibilità, rendendo le abitazioni più efficienti dal punto di vista energetico e contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico.

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5 COMMENTI

  1. chi lo avrebbe mai detto?

    giusto ieri qualche commentatore era certo e stracerto che ormai green deal, ban 2035 e tutto il resto sarebbe stato accantonato

    invece siamo qui a vedere che a blaterare son bravi tutti,
    col codazzo di minions che corrono dietro al più blaterante,
    poi la politica è un’arte che non impari partecipando a La ruota della fortuna.

    sarà un 2025 molto interessante.

    vedremo se il populismo e la pancia
    prevarrà sul minimo sindacale rispetto al cambiamento climatico.
    non ho certezze.

    • tranquillo… due cicli annuali di disastri ambientali (autunno e primavera) intervallati da siccità e blocchi circolazione da eccesso inquinanti faranno si che tutti si ricordino il vero motivo per cui dobbiamo cambiare metodi di spostamento e climatizzazione…. Non è un “vezzo da f*ghetti” … ma una necessità di sopravvivenza…

      • Con la siccità in Sicilia non mi pare che stiano aumentando gli interventi per sistemare la rete idrica colabrodo.
        Anche in Abruzzo, che a Chieti trova la città italiana con più perdite di acqua potabile, non vedo movimenti in tal senso nonostante molte città stiano con le autobotti… Lasciar gestire l’acqua alle aziende pubbliche abruzzesi ha portato un disastro, ed ora si comincia a pagarne il prezzo. E la cosa bella è che lo pagheranno gli stessi dipendenti e dirigenti dell’azienda pubblica e le loro famiglie. Quando il figlio chiederà al padre perché non può fare la doccia dopo la partita cosa gli risponderà?

        • infatti ho scritto “non ho certezze”.
          quando si tocca il fondo
          spesso l’italiano medio è abile cominciare a scavare

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