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Bologna, Fico cede energia alle famiglie del quartiere

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Duccio Caccioni

Duccio Caccioni, lei è vicedirettore del Caab, Centro agro-alimentare di Bologna, e direttore scientifico della Fondazione Fico, il parco tematico sul cibo che vanta primati italiani ed europei in termini di energia fotovoltaica. Prima di parlare delle novità, vogliamo ripercorrere brevemente la storia di questi dieci anni?

Certo. Al Centro agroalimentare di Bologna abbiamo iniziato a lavorare sul fotovoltaico nel 2012. E’ stato poi costruito CAAB 1, che ha avuto il primato del più grande impianto su tetto in Europa e oggi siamo alla progettazione di CAAB 4. Gli edifici che ospitavano il Centro agroalimentare sono poi stati occupati nel 2017 da Fico Eatalyworld, un’ altra grande struttura energivora. CAAB 1 è oggi sui tetti di Fico mentre CAAB 2 e CAAB 3 sono sul nuovo mercato all’ingrosso.

E dal 2019 cosa è successo?

A CAAB3, inaugurato nel 2019, abbiamo anche abbinato un sistema di accumulo di taglia industriale da 50 kWp, il più grande d’Italia per autoconsumo. Nel 2020 gli impianti CAAB hanno prodotto 1,5 milioni kWh di energia elettrica di cui 1 milione dai tetti di Fico e la restante parte da quelli del Mercato all’ingrosso.

Sta nascendo Geco, la nostra comunità energetica

E ora su cosa state lavorando?

Abbiamo in progettazione Caab 4. Nel frattempo stiamo portando avanti il progetto europeo Geco, Green Energy Community, una comunità energetica che oltre a scambiare energia presto potrà avvalersi in più anche dell’energia ottenuta dalla combustione del biogas proveniente dai residui organici del mercato. Il progetto è quello di utilizzare i rifiuti organici, che oggi sono un costo anche rilevante, per ottenere energia elettrica in maniera sostenibile.

Smart grid per gestire gli scambi di energia

I tempi per questa ulteriore tranche di lavori quali sono?

Speriamo di riuscire a chiudere Caab 4 entro il 2021. Anche perché vogliamo legarlo alla costituzione di una comunità energetica, per cui potremo scambiare l’energia in loco tra differenti player dell’area. Nella comunità energetica hai un palazzo, ad esempio, dove puoi scambiare l’energia prodotta. Oppure scambiarla con altri edifici vicini, producendola e scambiandola nell’ottica di quello che è chiamato prosumer (produttore e consumatore). Gli scambi vanno ovviamente quantificati ed è complesso: si parla di smart grid, griglie intelligenti, sistemi che gestiscono e governano dal punto di vista anche economico tutti questi passaggi.

fico energia

Facciamo qualche esempio?

Noi come Caab e Fico siamo grandi produttori di energia di giorno ma anche consumatori di notte. Per questo abbiamo bisogno di accumulare l’energia e il nostro impianto è abbastanza grande ma non tanto da assorbire l’intera produzione. L’idea alla quale stiamo lavorando da dieci anni è che di giorno, con l’energia del nostro fotovoltaico, si possono caricare le autovetture. Lo dico sempre ai miei studenti: sapete qual è il più grande impianto di stoccaggio di benzina in Italia?

Stoccare l’energia nelle batterie dei veicoli

E loro, come me, rispondono che non lo sanno.

Sì, e si stupiscono quando rivelo che non sono le megacisterne, che so io, del porto di Ravenna. Sono i serbatoi delle nostre macchine.  Messi insieme tutti i serbatoi delle nostre automobili sono un gigantesco sistema di stoccaggio. E oggi che i benzinai si sono ridotti, e ti impongono ogni volta di fare il pieno, di fatto stiamo stoccando del carburante nei serbatoi delle nostre macchine facendo calare i costi di chi la stoccava prima.

Tornando al discorso dell’energia elettrica, cosa significa stoccare l’energia direttamente nelle batterie delle autovetture?

Beh, è la stessa cosa. Noi al Caab abbiamo bisogno di stoccare energia durante il giorno, quando abbiamo dei picchi forti di produzione, e l’ideale sarebbe che i veicoli che vengono a trasportare alimenti a Bologna scaricassero la merce e contemporaneamente facessero il pieno di energia, così da stoccarla nei tanti piccoli accumulatori dei camioncini. Da Fico energia stoccata e venduta. La nostra al momento è una formula teorica che purtroppo non riesce ancora a vedere la luce nonostante la studiamo da sei-sette anni.

fico energia

Difficoltà legate alla tecnologia o cosa?

Diciamo che non c’è ancora un sistema di divieto di ingresso nel centro storico, ad esempio si può pensare di entrare con veicoli commerciali a motore termico in certe fasce orarie, mentre nelle altre devi girare con furgoni elettrici. Non è un’operazione semplice, bisogna ottimizzare la logistica, capire quanti sono i veicoli che entrano, ottimizzare i flussi, e un parco commerciale al momento non c’è per i costi proibitivi di questi veicoli.

Parliamo di Geco, la comunità energetica che lega il Caab al quartiere e alle realtà della zona?

Come dicevo, noi di giorno abbiamo tanta energia che stiamo buttando in rete e stiamo studiando come scambiarla sul posto con il meccanismo della comunità energetica. Al Caab abbiamo diversi player interessati, dentro ci sono diverse aziende, ognuna con il suo consumo e il suo contatore. Possiamo cominciare a scambiare energia con loro.  L’obiettivo del progetto è però molto più ambizioso: fornire energia sostenibile e a basso costo agli abitanti del quartiere popolare del Pilastro. Qui nelle case popolari vi sono famiglie che spendono più di energia che per l’affitto, costruire un sistema smart sarebbe un formidabile risultato.

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1 COMMENTO

  1. Questo articolo pone questioni importantissime. Lo sbilanciamento tra produzione fotovoltaica diurna e consumo notturno, l’immissione in rete di corrente pulita che viene pagata pochissimo mentre quella prelevata di notte costa una tombola, la scarsissima penetrazione dei camion e furgoni elettrici a Bologna complice l’inerzia dell’amministrazione e del governo regionale su queste tematiche cruciali. Sullo sfondo il tema dei serbatoi idrici alpini in mano a enel che nei fatti impedisce l’accumulo di energia pulita da usare la notte per continuare a tenere accese le centrali a carbone e gas.

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