Bollette “scorrette”: il Tar del Lazio ha annullato le sanzioni per 15 milioni di euro inflitte dall’Antitrust a Enel, Eni Plenitude e Acea nel novembre 2023. L’Authority aveva giustificato le multe accusando i tre operatori di “pratiche commerciali aggressive“. Ma cosa ha portato a una simile decisione, che pare non aver tenuto conto di quanto accaduto sul mercato dell’energia?
La sentenza del Tar è di pochi giorni fa. Annulla una decisione, per certi versi storica dell’Antitrust, la quale aveva sanzionato i tre big energetici per “modifiche unilaterali dei prezzi dell’energia elettrica e del gas in presunta violazione del “Decreto Aiuti bis“. Tale norma, emanata in un periodo di forti rincari energetici, vietava aumenti unilaterali dei prezzi dal 10 agosto 2022 al 30 giugno 2022.
Il decreto Aiuti bis proteggeva i consumatori
Secondo l’Agcm, Enel ed Eni – sanzionate rispettivamente con 10 milioni e 5 milioni di euro – avevano applicato un aumento di prezzo a oltre 4 milioni di consumatori. Ma in modo non corretto, basandosi su clausole contrattuali che avrebbero consentito modifiche discrezionali dopo la scadenza delle offerte economiche iniziali.
Acea, invece, era stata multata per 560mila euro per aver incrementato i prezzi prima della scadenza delle condizioni contrattuali. Anche in questo caso in presunta violazione della normativa. Le condotte erano state giudicate lesive per i consumatori, che si aspettavano una protezione garantita dal decreto.
A questo punto si inserisce la decisione sulle bollette “scorrette” da parte del Tar, dopo il ricorso presentato dagli operatori. I giudici amministrativi, nella loro sentenza, si richiamano a precedenti sentenze del Consiglio di Stato e principi recepiti nel “Decreto Milleproroghe 2023“.
Bollette, la sentenza del Tar delude i consumatori perché si consideravano “protetti” dal decreto in un momento di difficoltà
Il Tar ha stabilito che l’interpretazione del “Decreto Aiuti bis” non precludeva l’aggiornamento delle condizioni economiche scadute. Purché avvenisse senza variazioni delle condizioni generali del contratto e rispettando i termini di preavviso e il diritto di recesso dell’utente. Il Tar, inoltre, ha chiarito che le offerte con prezzo bloccato per un periodo determinato non possono essere considerate automaticamente prorogate a tempo indeterminato.
La sentenza ha ribaltato le conclusioni dell’Antitrust, lasciando con l’amaro in bocca molti consumatori che avevano confidato nella protezione normativa contro gli aumenti in bolletta. Tuttavia, per il Tar, l’interpretazione della disciplina normativa non può essere considerata in contrasto con la legge, confermando la legittimità delle modifiche nei termini previsti.
Questa decisione solleva questioni sulla chiarezza delle norme e sulla loro applicazione, in un contesto di forte pressione economica per i consumatori e in cui il ruolo regolatore dell’Antitrust sembra indebolito di fronte alle interpretazioni giuridiche dei tribunali.
Che strano, i fatti si riferiscono al 2022, ma gli operatori si sono salvati con una normativa del 2023. A pensar male si fa peccato…
Vogliamo parlare di società che sbandierano, come specchietto per le allodole, il fatto che producono energia solo con rinnovabili ma poi ti fanno pagare come le altre che utilizzano il gas?
Perché? Chi vuole il perdurare di questa situazione? Il governo, le grandi società? Chi?
Noi siamo i soliti polli da spennare che cercano di consolarsi parlandosi, o meglio, scrivendosi addosso…
In tutta sincerità io concordo col TAR.
Una cosa è bloccare le condizioni contrattuali IN VIGORE, ossia non permettere agli operatori di modificare UNILATERALMENTE i contratti in essere.
Altra cosa è prorogare d’ufficio tariffe scadute. Quando io ho cambiato tariffa/operatore sapevo che le condizioni scadono il tale giorno quindi dal tale giorno in poi il contratto è scaduto. Non c’è una modifica unilaterale del contratto, semplicemente ad un contratto scaduto ne subentra un altro che va rinegoziato con le condizioni del mercato in quel momento.
ma tu hai cambiato operatore, c’entra nulla il tuo caso…
Per il resto è ovvio che un l’offerta ha una scadenza (che spesso non viene riportata al consumatore che se ne dimentica e su questo magari bisognerebbe lamentarsi…). Piuttosto bisognava non permettere aumenti non giustificati delle tariffe, questo si, i prezzi andavano calmierati.
Indipendentemente se hai cambiato operatore o meno, un contratto è un contratto altrimenti non ha nemmeno senso fare contratti se poi diventa una cosa ad occhio.
Sui prezzi “calmierati”… perdonami con gas che costava 300€ a megawattora piú che pagare le bollette pantalone che dovevano fare?
Fra accise tolte (30 cent a litro) oneri di sistema, iva al 5% sul gas, ecc ecc pagati dallo stato che dovevano fare ancora?
In poco piú di un anno abbiamo nandato letteralmente in fumo 63mld di $… dovevamo chiudere gli ospedali e le scuole per pagare la corrente a tutti?
L’errore è puntare sugli idrocarburi se il petrolio vola a 130$ a barile ed il gas a 300€ a megawattora come fai ad evitare di svenarti?
Eppure nonostante le domeniche a piedi di 50 anni fa e la benzina a 2,2€/l di die anni fa è pieno di gente che irride alle rinnovabili.
Evidentemente la storia insegna poco sul serio.
La Storia insegna.
Sono ciuchi gli allievi.
Dopo decenni di indottrinamento con veline, tronisti, riccanze, influencer, youtuber e mangia panettone, difficile rifare la spedizione dei mille.
Ma quando mai in Italia si dà ragione ai piccoli, se ci sono interessi più “alti” (soldi) in gioco?