Una bolletta con una tariffa competitiva rispetto al prezzo dei carburanti usati dagli armatori sulle navi. Questo il tema più importante che si legge nel report “Porti Verdi: la rotta per uno sviluppo sostenibile” di Enel X e Legambiente. Uno studio che individua le strategie per ridurre l’inquinamento nelle città portuali.
Troppo smog e veleno nelle città portuali

Le navi inquinano. Basta scorrere l’elenco “Mal’aria di città 2021” di Legambiente per trovare ai primi posti Venezia, ma pure con valori preoccupanti Napoli e Genova. Il problema dell’inquinamento è evidente. Lo conosciamo anche a livello globale attraverso i dati delle emissioni globali di gas serra. Per ridurre l’inquinamento creato dalle navi l’Organizzazione marittima internazionale ha indicato un cronoprogramma da seguire: ridurre le emissioni del 40 e del 70% rispetto ai livelli del 2008 rispettivamente nel 2030 e 2050. Sul tema a Genova è nato il comitato No Fumi Navi, a Napoli No Inquinamento Porto di Napoli, i cittadini si sono organizzati a La Spezia mentre a Venezia un comitato guidato dal musicista Fabio Mozzatto si è rivolto in procura, solo dopo si è iniziato a limitare il traffico delle barche (leggi qui).
Serve bolletta senza oneri per il cold ironing

Come scrivono l’azienda e l’associazione: “Le emissioni sono stimate in 940 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, pari a circa il 2,5% delle emissioni globali di gas serra. Secondo lo studio dell’IMO mantenendo invariata la situazione attuale, le emissioni del trasporto marittimo potrebbero aumentare tra il 50% e il 250% entro il 2050 e compromettere gli obiettivi dell’accordo di Parigi“. Bisogna intervenire. Che fare? L’inquinamento più pericoloso sono le emissioni locali. In questo caso funziona il sistema della banchine elettriche, in alcuni porti si lavora in questa direzione (leggi qui), con il cold ironing. Su questo punto nello studio si propone: “La definizione di una tariffa elettrica competitiva rispetto all’utilizzo dei motori di bordo“.
L’ostacolo non è, quindi, tecnologico ma economico: una bolletta troppo pesante, come si legge nella ricerca: “Il costo dell’energia elettrica in Italia è oggi superiore al costo di generazione tramite combustibili fossili sostenuto dai diversi armatori che, di fatto, sono scoraggiati dal ricorrere al cold ironing”. La soluzione? “La definizione di una tariffa specifica con una forte riduzione delle accise e l’azzeramento della componente oneri generali di sistema”.
Rinnovabili in porto per un fabbisogno di 2,9 TW/h anno

Tra gli obiettivi di questa transizione energetica in porto vi è “la progressiva elettrificazione dei consumi portuali con fonti rinnovabili“. Si danno anche i numeri sulla conversione elettrica: “L’abilitazione al cold ironing dei 39 porti italiani del network TEN-T permetterebbe ogni anno di evitare la combustione di oltre 635mila tonnellate di gasolio marino“. Il fabbisogno energetico? “Quello lordo ammonterebbe a circa 2.9 TWh/anno e una potenza complessiva pari a 1.2 GW. L’analisi ipotizza che la generazione elettrica sia basata su fonti rinnovabili“. Più in specifico si parla di “generazione di energia rinnovabile in loco da solare fotovoltaico ed eolico, ove possibile“.
Si chiedono anche “schemi di finanziamento o cofinanziamento pubblico per accelerare la transizione“. Oltre ridurre la bolletta con la leva fiscale su questo punto ci sono le risorse europee e nel precedente piano del governo erano presenti interventi per 41 porti italiani (leggi qui).
Meno rumore in porto. E l’idrogeno in mare aperto
Il trattore portuale ad idrogeno TerbergL’elettrificazione dei porti per generare un impatto significativo deve toccare tutto il sistema. Lo studio, infatti, oltre a misurare l’effetto delle attività delle navi in sosta e durante le manovre ha registrato quelle degli operatori portuali. Senza dimenticare quello creato dai veicoli leggeri e pesanti in transito nel porto. Tanti mezzi uguale tanto rumore. Quello che crea forti problemi ai residenti che abitano vicino ai porti o lungo i canali di Venezia. Un inquinamento di cui si parla poco ma ben presente come quello delle acque portuali sporcate dagli sversamenti di idrocarburi. Per la sosta e le operazioni in porto il cold ironing, ricordiamo anche le batterie con il zero emission dei traghetti Grimaldi, è la soluzione. Le batterie soddisfano la gran parte delle esigenze del diportismo e altre funzioni. Il problema si pone per le tratte lunghe. In questo caso la soluzione sembra l’idrogeno e “l’ammoniaca rinnovabili che rappresentano oggi le opzioni più concrete, sebbene ancora lontane dall’essere tecnologicamente e commercialmente mature“.
La presentazione online con Enel X
La ricerca è stata presentata online, il dibattito è stato moderato da Edoardo Zanchini vicepresidente di Legambiente, e sono intervenuti: Carlo Tamburi, direttore Enel Italia; Augusto Raggi responsabile Enel X Italia; Eliano Russo, responsabile e-Industries di Enel X; Cristiana Biondo, ufficio clima ed energia Legambiente. Dai ministeri sono intervenuti Tullio Berlenghi, capo segreteria tecnica ministero dell’Ambiente e Giuseppe Catalano, coordinatore struttura tecnica del ministero dei Trasporti. Poi Luca Sisto direttore generale di Confitarma e Daniele Rossi, presidente di Assoporti e dell’Autorità Portuale di Ravenna.
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Attendo con trepidazione i trattori portuali elettrici: la trazione elettrica con batterie è il powertrain che permette la massima efficienza energetica.