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BMW e GWM portano in Cina la Mini elettrica

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Mini in Cina

Portare la Mini in Cina. Progetto ambizioso o scommessa rischiosa? La domanda è lecita perché non si sa quanto i cinesi potrebbero effettivamente amare la Mini che è sempre stata un’icona, sì, ma europea.

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BMW è sempre sul pezzo, c’è poco da fare. I progetti della casa tedesca sono molto importanti e prevedono l’introduzione di un sempre maggior numero di modelli elettrici in Europa; ma questo non è fattibile senza dei partner che di elettrico si occupano già da moltissimi anni. Ecco allora spuntare Great Wall Motor, vecchio colosso cinese del quale qualche modello endotermico si è visto anche dalle nostre parti (più nei saloni che per strada a dirla tutta). La collaborazione, oltre a essere un remunerativo accordo economico, punta anche a introdurre in Cina un modello di Mini elettrica e tutto ciò che, negli anni, da essa deriverà.

Mini

Nell’accordo di joint venture (obbligatorio in Cina per i partner esteri) c’è anche la produzione di modelli marchiati GMW che si avvarranno della tecnologia e dell’esperienza tedesca, portando quindi il mercato delle auto elettriche del costruttore cinese a un nuovo livello di sofisticazione. La fabbrica della Mini elettrica tutta cinese c’è già e si trova nel Jiangsu, il modello uscirà nel corso del 2019 e sarà seguito da una iX3 completamente elettrica nel 2020.

Mini

Nel frattempo il gruppo tedesco ha anche firmato un accordo con Brilliance Automotive al fine di elevare i ritmi di produzione, operazione necessaria se si vogliono vendere auto in un Paese che conta un miliardo e duecento milioni di persone. Soddisfatti tutti? A quanto pare sì. Wei Jianjun (fondatore di Great Wall Motor) e Klaus Fröhlich (membro della divisione sviluppo di BMW) si sono stretti la mano e hanno tenuto a ribadire che questo è un accordo win-win che mette sul piatto tanti soldi e un potenziale di vendita elevato. Ai cinesi interessa vendere la tecnologia tedesca in Cina, ai tedeschi serve sperimentare nuove soluzioni in un mercato che è già fortemente orientato all’elettrico, diversamente dalla vecchia Europa che deve ancora rendersi conto che il passaggio sta avvenendo a un ritmo più veloce di quello che ci si aspettava.

Per concludere: piacerà ai cinesi un’icona occidentale come la Mini? Magari a BMW non interessano le vendite in Cina quanto la sperimentazione…

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