L’amministratore delegato di BMW, Oliver Zipse, ha dichiarato che la casa automobilistica tedesca è pronta a rispettare i nuovi limiti sulle emissioni di CO2 imposti dall’Ue a partire dal 2025. “Non vediamo alcuna ragione per ritardare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per il 2025“
Non solo i Paesi membri. Anche il fronte delle case automobilistiche è diviso sulle regole di Bruxelles per il passaggio all’elettrico. Chi si è mosso in anticipo e ritiene di non aver sbagliato le sue mosse non vuole rinvii. Lo ha detto in maniera molto nella il capo della Bmw, per il quale “non ci sono motivi per eventuali ripensamenti“. Non solo sulla scadenza al 2035, ma anche quella più ravvicinata del prossimo anno.
Come invece continuano a chiedere una quindicina di governi, guidati da Italia e Repubblica Ceca. Ma ufficialmente, non da tre big della Ue come Germania, Francia e Spagna. In pratica i tre mercati principali dell’automotive continentale.
Ma cosa dicono esattamente le scadenze di Bruxelles? A partire dal prossimo anno, le emissioni medie delle auto nuove vendute dovranno scendere da 116 g/km a meno di 93,6 g/km, una riduzione significativa del 19%. Il mancato rispetto di questi standard potrebbe comportare conseguenze pesanti, sotto forma di multe. Una prospettiva che preoccupa molte case automobilistiche. Tuttavia, BMW si mostra fiduciosa grazie alle sue strategie già in atto, tra cui l’ottimizzazione dei motori a combustione e l’integrazione della tecnologia ibrida a 48 volt.
Renault contro Bmw: chiede di rivedere le regole
Non tutte le case automobilistiche europee, come detto, condividono l’ottimismo di BMW sull’efficacaia delle nuove regole per le emissioni di CO2. Renault ha chiesto alla Commissione Europea di rivedere gli obiettivi sulle emissioni. Tuttavia, Zipse ha sottolineato che questi obiettivi sono noti dal 2019 e che BMW ha già adattato la sua offerta di modelli per rispettarli.
Sebbene la mobilità elettrica sia cruciale per raggiungere questi obiettivi, Zipse sottolinea che non rappresenta l’unica soluzione. “La riduzione delle emissioni di CO2 non riguarda solo la mobilità elettrica,” ha spiegato, indicando il ruolo ancora rilevante dei motori a combustione efficiente e delle tecnologie ibride.
Bwm più critica nella scadenza al 2035 per i limiti della CO2: “Potrebbe limitare gli investimenti in nuove tecnologie”
Guardando oltre il 2025, il capo di Bmw è critico nei confronti del divieto europeo di vendere veicoli a combustione interna a partire dal 2035. Zipse ha espresso preoccupazione per l’impatto di questa decisione sull’innovazione e sugli investimenti nelle nuove tecnologie. “L’UE dovrebbe adottare una politica che promuove il progresso e la crescita economica, piuttosto che imporre barriere,” ha dichiarato.
Risposta Bmw alla transizione: lancia la Nuova Classe
Nonostante il calo delle vendite di auto elettriche in Germania nel 2024, a causa della rimozione degli incentivi statali, BMW rimane ottimista. L’azienda prevede che la mobilità elettrica sarà il principale motore di crescita nei prossimi. BMW si prepara a rafforzare la sua posizione nel mercato delle auto elettriche con il lancio della nuova generazione di veicoli completamente elettrici, denominata ‘Nuova Classe’, previsto per il 2025.
Ho già capito che i CEO scrivono tutto di tutto e sono contrari a tutto di tutto in modo che risultino in linea con i pensieri di tutti e polarizzare di fatto il massimo consenso/vendite dei propri autoveicoli.
In poche parole….parole al vento!
Quello che vedremo cmq sono le deroghe per le aziende tedesche/francesi anche perché le regole in EU valgono solo per i pigs gli altri fanno quello che vogliono.
E’ il gioco delle parti. Prima delle elettriche, i marchi premium tedeschi con auto piu’ pesanti e potenti facevano fatica a raggiungere i limiti di CO2 e spingevano per rinvii.
Adesso, riescono molto meglio ad offrire alternative elettriche a prezzi simili (premium) e vogliono il rispetto dei limiti.
Che BMW (marchio premium a prezzi premium) sia “tranquillo” a vendere già adesso e con profitto vetture NEV non stento a crederlo… ne ha capacità tecnologica, organizzazione e margini a sostenere il tutto.
Che Renault (ed altri marchi più “popolari”) sia più in difficoltà mi pare evidente: pur vendendo tante vetture ma con margini inferiori (es. Dacia) e meno BEV di quante inizialmente ipotizzate (al momento) fa più fatica a far rientrare nelle norme antiinquinamento la propria “proposta” rispetto a chi ha prezzi maggiori di 40.000 €.
L’attuale situazione dell’industria automotive europea e dei sempre minori spazi di vendita all’esterno impone scelte (tardive) drastiche: accorpamenti tra gruppi diversi (Renault_Dacia con Stellantis; tedeschi tra di loro, se preferiscono…) in modo da unire le forze in ricerca&sviluppo e costruzione rapida delle annunciate gigafabbriche, tanto più che bene o male ogni gruppo sta facendo partire il proprio stabilimento di recupero e riciclo batterie, ottimale per recuperare fino al 97% dei materiali necessari a costruirne di nuove in autonomia, senza eccessivo ricorso a nuove estrazioni di materiali, specie quelli estero-dipendenti ( e la Cina ha giù minacciato gli USA di ritorsioni -per me ovvie- in risposta alle restrizioni sulle tecnologie americane).
Al momento penso che convertire alcune raffinerie ai bio-carburanti (come sta realizzando ENI in Italia) serva solo a far avere qualche decina d’anni in più ai veicoli ICE attualmente circolanti o in vendita ma non risolva minimamente i problemi di continuo aumento di emissioni che, tra l’altro, abbiamo avviato verso il “non ritorno” ad un livello sicuro per ottimali condizioni di vita su questo pianeta.
“l’ora è solenne” … Noi umani abbiamo dichiarato guerra al pianeta .. e dobbiamo cominciare a difenderci dalle sue contromosse…
Per completezza e dovere di cronaca, Zipse ai microfoni di Bild ha annunciato grandi investimenti ai motori Diesel affermando
“Da gennaio vogliamo riempire tutti i modelli diesel prodotti in Germania con HVO 100 prima di consegnarli ai concessionari. Questo cosiddetto primo rifornimento in fabbrica ovviamente non è sufficiente per un viaggio da Monaco a Berlino, ma mostrerà ai clienti che l’HVO 100 è un vero e proprio sostituto del diesel, ma con il 90% in meno di emissioni di CO2 in totale”,
aggiungendo anche:
“Già sovvenzionato in Italia – aggiunge Zipse – ampiamente disponibile e più economico del gasolio fossile, qui lo tolleriamo al massimo, A nessuno importa il fattore più importante: gli oltre 250 milioni di automobili che circolano già oggi sulle strade europee. Le loro emissioni di CO2 potrebbero diminuire in modo significativo se la quota rinnovabile – cioè CO2 neutrale – nel carburante aumentasse”
Già se si va in Austria o slovenia nella benzina c’è il 10% etanolo, in sud-america dal 2016 la fiat monta il propulsore FireFly Flex-Fuel e anche sul 1,3 litri Alfa Romeo Tonale Plug-in Q4 benzina – etanolo,
e anche l’India recentemente ha dichiarato di fare investimenti su biodiesel ed etanolo
Per una volta non siamo i soliti italioti ultimi della classe e finalmente anche gli altri aprono gli occhi.
HVO come fa a essere sostenibile ai volumi che servirebbero se sostituissimo integralmente il gasolio?
Mi pare si tratti di un bel cavallo di Troia.
a me invece pare proprio da furbetti, ENI in particolare, pure con sovvenzioni pubbliche (soldi tuoi e miei) per far figurare un costo minore
ti sfido a trovare una verifica di questa fuffa (fake) del 90% autodichiarato, senza enti esterni a verificare, mentre gli studi scientifici dicono che in base alla filiera le emissioni potrebbero essere simili, e in casi estremi (materie prime coltivando aree disboscate, es. in indonesia) peggiori del diesel normale
poi, come accenna Leonardo, con gli scarti di frittura o scarti vegetali di altre filiere, ci fai quantità minime, il resto è da coltivazioni dedicate, e anche così per far marciare una piccola frazione delle auto europee a pistoni, dovresti coltivare a biodiesel mezzo pianeta, togliendo cibo a nazioni più carenti, anche se usano la favoletta di facciata delle coltivazioni fatte strappando terra ai deserti
leggevo che il biodiesel competendo cosi massicciamente per la terra e anche per l’utilizzo dei prodotti coltivati, ha già alzato a farà alzare ancora i prezzi nel mondo dei prodotti alimentari, bruciare mais e oli vegetali nei motori invece di farne cibo, non mi sembra una buona idea
l’alternativa, il fotovoltaico ha una resa energetica per ettaro 100 volte maggiore, cioè ne basta un’area 1/100, non compete con i cibi
fotovoltaico ha emissioni minime e certificate (anche report IEA), con un energetico EROI salito a circa 40-80, quando il biodiesel fatica ad arrivare ad 1-1,5, e in certi studi è 0,5, consuma più energia ed emissioni di quante ne riduce
RETTIFICO, PER IL 2035 NON SONO D’ACCORDO.
Più che altro, non capisco la doppia posizione di BMW: nessun problema per i nuovi limiti in vigore da domani, ma critiche per il limite del 2035, cioè con 10 anni di tempo per organizzarsi… 🤷🏻♂️
Credo sia dovuto al fatto che i limiti del 2025 riescono a rispettarli anche con l’ibrido, mentre per i limiti del 2035 non c’è ibrido che tenga.
In ogni caso difficile che il mercato non faccia il suo corso nei prossimi dieci anni, quindi si tratta perlopiù di parole al vento.
Nel senso, IL 2035 DEVE RIMANERE, ANZI ANTICIPATO, se no creato il precedente questi arrivano fino al terzo millennio.
GRANDE BMW, COSI TI VOGLIO.