Serve «una legislazione vincolante per promuovere la mobilità elettrica, che dia certezza alle aziende e permetta di programmare a lungo termine». Il numero uno del Gruppo Volkswagen Oliver Blume, insomma, sollecita l’Ue a mantenere la sua rotta, con lo stop alle auto a benzina e diesel nel 2035 e il passaggio all’elettrico.
La presa di posizione di Blume, espressa in un‘intervista al media tedesco Welt, può sorprendere. Il grande capo della Volkswagen è sempre stato tiepido verso la mobilità elettrica e proprio per questo fu chiamato a sostituire l’entusiasta Herbert Diess.
Per Blume l’industria dell’auto ha bisogno di certezze a lungo termine
E con lui i piani di elettrificazione più spinti di Volkswagen sono stati ridimensionati. Da ultimo, proprio pochi giorni fa, è stato ulteriormente posticipato il progetto Trinity per l’auto elettrica di nuova generazione basata sulla nuova piattaforma SSP.
Tuttavia oggi Blume proclama che il motore elettrico «è molto superiore al motore a combustione». E sembra prendere atto di una realtà: l’industria automobilistica mondiale si è spinta troppo avanti per invertire la rotta. Tenere i piedi in due staffe, elettrico e termico, rischia solo di metterla definitivamente in crisi.
Sostiene perciò che è «giusto che l’Unione si attenga alla mobilità elettrica dopo il 2035». Quanto ad altre tecnologie pulite, come i carburanti sintetici, Blume dice che «potrebbero essere prese in considerazione» ma solo in settori di nicchia. Infatti «la disponibilità di carburanti sintetici ne esclude l’uso in un’ampia gamma di veicoli».
Ma chiede garanzie su infrastrutture di ricarica, prezzi energetici e incentivi
In sostanza Blume invita la nuova Commissione europea a guida von del Leyen a «mantenere la rotta sulla mobilità elettrica».
Nell’intervista Blume chiede però maggior sostegno alla transizione. Con migliori infrastrutture di ricarica, prezzi dell’energia inferiori e incentivi all’acquisto. Quest’ultimo riferimento è alla fine degli incentivi in Germania che ha pesantemente colpito le vendite della gamma elettrica Volkswagen nel primo semestre dell’anno.
Se la legislazione per promuovere l’auto elettrica fosse “vincolante” e la regolamentazione “sviluppata rigorosamente” secondo Blume l’industria dell’auto europea avrebbe “meno problemi” e anche quella tedesca “rafforzerebbe la sua competitività nei confronti di altri Paesi“.
Il mio è un parere personale e quindi potrà essere ovviamente oggetto delle più disparate critiche, visto il livello di alcuni dei commenti precedenti il mio.
Mi sembra di poter osservare che Oliver Blume si esprima come il leader di un gruppo automobilistico e, come tale, abbia il compito di proporre agli azionisti una visione del futuro a lungo termine, per quanto possibile profittevole, piuttosto che il margine trimestrale.
Da quanto pare emergere dall’articolo, non si parla di una visione ispirata al “green deal” bensì di una semplice richiesta alla politica di fornire alle industrie europee una indicazione strategica per i prossimi piani di investimento dei costruttori, in modo da poterli indirizzare correttamente. Il ragionamento, infatti, sembra essere che sia insostenibile dal punto finanziario reggere investimenti contemporanei sia per la mobilità elettrica che per quella endotermica.
Inoltre, nell’evidente sforzo fatto dai costruttori orientali nello sviluppo della mobilità elettrica, scelte sbagliate o tardive espongono l’industria europea ad essere sopraffatta da chi invece, ben prima, ha fatto delle scelte ben chiare e con orizzonti temporali ben più ampi di un solo decennio.
Dunque, il tema non è ambientale ma di strategie aziendali, con un sostegno di precise indicazioni da parte delle istituzioni europee.
A supporto di questa tesi c’è da rilevare che Oliver Blume fu posto al vertice del gruppo Volkswagen non certo per la sua visione sulla mobilità elettrica, su cui era molto freddo, ma perché Herbert Diess, precedente CEO di VW, proprio per la sua impostazione a “sfacciata” favore della mobilità elettrica, si era messo contro i potenti sindacati tedeschi (a livello di miopia sulla stessa linea di pensiero di Landini che, nel medesimo periodo, paventava enormi perdite di posti di lavoro se si fosse abbandonato l’attuale competenza italiana nel settore endotermico….).
Con buona pace di quanti negano le problematiche ambientali, Oliver Blume direi si muova solamente in ragione di una visione del futuro della mobilità che, per ragioni meramente di competizione industriale con gli altri player mondiali, propone di indirizzare verso l’elettrico in un’ottica di semplice opportunità sugli investimenti futuri.
In ultimo, una citazione:
“Non è la specie più intelligente a sopravvivere e nemmeno quella più forte. È quella più predisposta ai cambiamenti” [Charles Darwin]
Ma il 2035 non é già un obbligo?
Si rilassi, se salta il ban ci sono i produttori concorrenti che faranno razzía come hanno fatto Apple e Google con Nokia, e facilmente sarà anche prima del 2035.
In questa diatriba c’è un convitato di pietra, sono le potenze petrolifere. Che lobbano incessantemente a tutti i livelli. Sono molto più potenti di una singola nazione, ” i politici sono i nostri camerieri” disse qualcuno, concordo. Non hanno lacciuoli di nessun tipo, e lavorano sotto traccia. Il management è pagato profumatamente per i risultati economici trimestrali, non gli interessa fare programmi a 10 anni. Se il cambiamento non arriva dal basso, temo non ci sia via di scampo.
Vero.
Negli anni ’30 del secolo scorso Los Angeles poteva contare sulla più vasta rete tramviaria al mondo: 2500km.
Ma negli anni ’60 la General Motors, la Firestone, la Standard Oil e la Mack Truck. Autoveicoli, gomme e carburanti, insieme, acquistano le reti tramviarie e le sostituiscono con autobus su gomma, poi diventa necessario ampliare le strade, renderle sempre più veloci e mano a mano che il numero di automobili private aumenta, le corse sui mezzi pubblici diventano sempre meno competitive.
Fu così che si passò dal migliore servizio pubblico al mondo alla città più inquinata al mondo.
Ora c’è stata l’inversione di tendenza e il nuovo sindaco ha decreto che le olimpiadi di LA28 saranno car-free.
Sono una lobby talmente potente che si è fatta fare una legge contro dall’intera unione europea decretando la morte dei motori termici a favore di un’unica soluzione claudicante… Oppure son così potenti da permettere centinaia di miliardi di finanziamenti a fondo perduto a fotovoltaico ed eolico. Forse ogni tanto bisognerebbe uscire dalla mente perennemente complottista e guardare la realtà. Secondo te le aziende del cosiddetto Green energy non fanno attività di lobby?
Secondo lei la cisi climatica è un’invenzione? Risponda a questa domanda, per cominciare.
No. Ma i BEV c’entrano con la riduzione della crisi climatica come se giocare a briscola risolvesse la scomparsa delle balene nel mar del Giappone.
Saluti.
Non gioco a briscola, ma posso risponderle con un dato: il settore trasporti contribuisce per il 25% alle emissioni totali di CO2 (per il 93% quello su terra) https://www.isprambiente.gov.it/files2021/eventi/evento16apr2021_emissioni_strada.pdf. Ed è l’unico settore che non ha fatto nessun progresso negli ultimi 30 anni.
Dal 2035 lei non avrà nulla da valutare, mi spiace. Sarà obbligato a comprarsi un’auto elettrica o girare a piedi. Aggiungerei per fortuna: quando manca il buon senso, scattano i divieti.
Ma io voglio valutare adesso, ci dica l’impatto globale così può aiutarci
@Luigi: è chiaro che la tua decisione non avrà nessun impatto, ma non è questo il punto. Anche lasciare il proprio pattume per strada, spargere cicche o cacca del proprio cane senza raccoglierla non ha nessun impatto. E’ una questione preminentemente di educazione civica, di sensibilità. Non sarà lo scarico della tua auto a farmi venire il cancro, ma di tutti quelli che la pensano come te.
sono una lobby abbastanza potente da aver fatto ritardare i provvedimenti necessari, e persino quelli già economicamente convenienti se pensiamo al settore energia
purtoppo c’è sproporzione (100 a 1?) rispetto a “lobbismo” di aziende più moderne e meno impattanti, per motivi strutturali:
– le aziende fossili accumulano capitali, e infrastrutture sul territorio che le pongono in posizione di forza, da almeno un secolo
– marginano molto e fin’ora su grossi quantitativi, con budget da nazioni, sono enormi, con il potere d’azione che ne consegue
banalmente per l’Italia:
– Energia Futura in Italia (associazione di aziende medio-piccole e con budget simbolico) quando espone report più che condivisibili non se la fila nessuno, e di certo non comanda i ministri
– diverso se parliamo di ENI, con budget e margini di ricavo praticamente illimitati, e consigliere di Meloni (non è una battuta, è letterale alla luce del giorno con l’attuale AD) e dei ministri del governo
Federico Rampini, sul Corriere del 17/8, analizza i rischi geopolitici associati agli investimenti in Cina da parte di aziende occidentali. In sostanza si chiede, come mai i costruttori di auto tedeschi hanno investito, nel primo semestre 2024, oltre 7 miliardi di Euro, contro i 6,5 dell’intero 2023? Inoltre, perchè stanno ignorando le “esortazioni”, sia del cancelliere Scholz che di Ursula von der Leyen, a ridurre il “rischio Cina”.
A difesa delle industrie tedesche, Rampini, riporta l’opinione di uno storico inglese: Adam Tooze, il quale afferma che è corretto, per le case automobilistiche globali, investire in Cina, perché quello Cinese è l’unico mercato davvero importante, sia per volumi che per capacità di innovazione.
Provo a fornire la mia interpretazione dell’ esternazione di Blume, che si traduce in un sillogismo estremo: “la Cina va verso l’elettrico, VW deve investire in Cina, se l’Europa obbliga i costruttori locali a dismettere nel 2035 il motore termico, VW non deve avere un doppio gruppo di R&D, quindi VW risparmia un mare di danaro…”
Nota: Adam Tooze ha pubblicato sul suo blog tutti i dati a supporto della sua ipotesi di lavoro. Ho trovato l’articolo molto interessante.
Chartbook 309 Can Western carmakers derisk in China? The unreality of geoeconomic realism.
https://adamtooze.substack.com/p/chartbook-309-can-western-carmakers
Che l’AD di VW lo faccia per convenienza sua e degli azionisti non ne avevo dubbi.
Però se uno ci pensa significherebbe meno costi e soprattutto costi solo per le BEV che raggiungerebbero più velocemente l’economia di scala e quindi prezzi più bassi per i consumatori con prodotti più performanti in minor tempo.
Quindi per me ben venga una sferzata verso l’elettrico.
Va tutto bene così, avanti Ursula. È fantastico sentire tutti i commenti spavaldi che inneggiano al fallimento o alla miseria delle case europee. Ma sii auspichiamo tutti che l’automotive e tutto il suo indotto cada in malora per la splendida prospettiva dell’elettrico poi qualcuno dovrà anche spiegare chi le comprerà queste auto quando migliaia di posti di lavoro verranno persi.
La verità di Blume non piace perché in un’ Europa unita nelle parole ma non nei fatti le cose vanno così. Ursolina è sempre più green ma il conto lo pagano gli altri e quando qualcuno fa notare che milioni di investimenti nella produzione di BEV non rientrano perché non si vendono, che l’energia delle ricariche non ha un prezzo unico in tutto Europa, che le modalità e la capillarità delle ricariche non è una realtà, la risposta è ci penseranno i cinesi. Ma che bravi! E allora per i talebani del green viva il Parmesan, le mozzarelle fasulle e il vino fatto con le cartine. Le ideologie non hanno prezzo purché a pagarlo siano altri.
Da passare a green a grey è un attimo se non proteggiamo la nostre economie.
Il contenuto del suo post non merita un commento. Il suo sarcasmo fa pena.
La perdita di posti di lavoro sarà una certezza se andranno avanti con la miope visione che il mondo gira attorno ai motori termici e che l’indotto riguarda solo questo settore.
E’ questo che volete o pensate che darsi una mossa sia essenziale?
quqnti osti di lavoro pensa verranno creati con l’elettrico in Italia … i 144 di tesla o quelli dellq 500 elettrica di stellantis? a auesti punto ben vengano i cinedi a produrre qui sicuramente creeranno piû posti di lavoro di quelli creati da,Musk ma sicuramente saranno un odine di grandezza inferiore a quelli attuali con tutto ciô che ne deriverà.
I posti di lavoro ci potrebbero essere se c’è un mercato.
Se il mercato nazionale langue i posti di lavoro legati all’elettrico ce li scordiamo.
Aggiungiamoci che in molti mercati Europei le elettriche prendono sempre più piede e pertanto le termiche italiane saranno sempre meno richieste con relativa perdita di ulteriori posti di lavoro.
Quindi se gli italiani non iniziano ad acquistare auto elettriche la nostra industria automobilistica sarà fortemente ridimensionata.
Riflettete bene a cosa può significare boicottare le elettriche. Stesso discorso vale per le rinnovabili. Se prendono piede a chi servirà il gas che dovrebbe passare dai nostri metanodotti?
Provi a chiedersi quanti posti di lavoro abbiamo già perso con l’auto termica. Sa che vent’anni fa l’Italia produceva quasi 2 milioni di auto e oggi arriva a malapena a 450 mila?
si tutti questi posti di lavoro sono andati in Polonia serbia, Marocco ecc tutte nazioni con grandi skill green con percentuali di BEV che fanno impallidire quelle norvegesi, e lei che ha esperienza decennale come giornalista economico auesto lo dovrebbe sapere bene
Magari con la tecnologia green ne recupereremo qualcuno, se saremo più lungimiranti
Le consiglio la visione della puntata di “Presa Diretta” del 09/10/2023 intitolata “La scossa elettrica”.
https://www.raiplay.it/video/2023/10/La-scossa-elettrica—Presa-Diretta—Puntata-del-09102023-a0ea5d78-4a2d-41d6-9d89-35e54f82d619.html
Caro Remo, credo che nessuno sano di mente possa “inneggiare”, e credo che nessuno qui lo abbia fatto.
Piuttosto, molti vedono lucidamente come le case europee stiano scherzando con il fuoco – ormai molto, troppo pericolosamente – nel loro continuare a temporeggiare, nonostante una legge europea che pone un termine chiaro alla vendita di veicoli con emissioni di CO2 superiori a zero sia in vigore da ormai due anni e nonostante sia stata preceduta da almeno altri 10 anni di discussione a tutti i livelli e tra tutti gli attori in campo.
Se gli interessi di quel grasso e miope Titanic petrolio-centrico che è il settore automotive continuano a prevalere anche dopo aver già iniziato a sbattere contro l’iceberg del cambiamento climatico, con l’opinione pubblica che continua spensieratamente (“zero sbatti”, ha presente il refrain che ci propinano?) a ballare in sonnambula sulla “musica di distrazione di massa” orchestrata dal Titanic, di chi sarà la colpa se non di chi il settore automotive petrolio-centrico lo manovra e lo cavalca spudoratamente per il profitto a tutti i costi [1], feticcio unico e assoluto del sistema economico mondiale che abbiamo noi stessi accettato che venisse costruito in tale modo?
[1] “Volete un’industria così [NOTA: intende “in difficoltà economica”] o volete un’industria che magari vende qualche macchina in meno, ma è sana? Quando sono arrivato alla Renault, la mia scelta l’ho fatta: la dimostrazione è che oggi guadagno come la Renault non ha mai guadagnato in 125 anni di storia, molto di più rispetto a quando facevo un milione di auto in più.” (Luca de Meo, presidente e CEO Renault)
Fonte: https://www.quattroruote.it/news/industria-finanza/2023/09/04/luca_de_meo_intervista_monaco_.html
Eugenio, è con profonda tristezza che vedo l’industria europea fare gli stessi passi falsi di Nokia, e se non finirà come Nokia sarà soltanto grazie a qualche intervento pubblico estremo.
Le vene se le sono tagliate soprattutto quando hanno chiesto di fare politiche meno green, e sono anche stati accontentati, ovvero sono stati ridotti pesantemente gli incentivi alle auto elettriche, facendo proprio il gioco cinese che invece ha spinto forte sull’acceleratore e sta arrivando con proposte sempre più interessanti. Possiamo anche chiuderci a riccio e fare ancora un po’ di protezionismo, ma alla fine bisognerà fare i conti con la realtà che su quel treno non ci siamo voluti salire di proposito e ben presto inizieranno a essere gran dolori.
È la mia stessa tristezza, Leonardo.
Insomma, in quel caso le persone sostituivano in massa i propri cellulari per i nuovi smartphone, con le auto elettriche non mi pare che sia lo stesso andamento, anzi il pericolo dopo il 2035( sempre che tale data venga mantenuta) e di trovarsi con la maggioranza senza possibilità di cambiare auto e di tirare avanti per decenni con auto termiche vecchie ( stile Cuba).
I cicli di sviluppo delle auto e degli smartphone hanno tempi molto diversi, per questo si guarda al 2035. Ci sono ancora ben dieci anni di sviluppo dai quali alcuni produttori usciranno con prodotti economici, probabilmente, così sostengono molti esperti, anche più economici delle termiche equivalenti, altri produttori ne usciranno con le reni rotte.
Se lei guarda a Cuba sta immaginando che nel 2035 ci siano le stesse auto di oggi, mentre le auto di oggi nel 2035 saranno auto vecchie di dieci anni.
Intanto che Tesla, Hyundai e i marchi cinesi volano come missili, Blume si auspica che il ban del 2035 venga confermato, si tratta a mio avviso di un forte segnale di debolezza.
Eugenio, anche se provocatorio il mio pensiero comprende in pieno le parole di Blume per una realtà che non è quella idealizzata da Ursula.
Lei vuole l’Europa automotive contrapporsi alla Cina ma investendo 1/100 di quanto fatto dal governo di Pechino nel segno dell’armiamoci e partite.
Siamo seri, ma secondo voi le case produttrici che interesse possono avere a boicottare l’elettrico se questo si vende e anche bene?
Il discorso è un altro, ovvero che la biondina vomita date ma non mette i fondi e sono le case automobilistiche che invece devono programmare, gestire, modificare ed adeguare investendo soldi, soldi e soldi che al momento non stanno rientrando e questo diventa un problema, non c’è una precisa strada tracciata dall’UE ma semplicemente Ursula si è limitata a mettere un cartello in fondo con su scritto 2035 e per il resto ognuno si arrangi per se, dando due spicci di fondi.
E’ evidente che questo approccio rispetto a quello strategico del Governo e ribadisco Governo, di Pechino che ha investito MILIARDI sullo sviluppo delle batterie e poi delle auto è ridicolo. Sii sincero, 10 anni fa vedevi auto cinesi appetibili sulle riviste specializzate? No, non esistevano.
Quello che chiede Blume è un’assunzione di responsabilità da parte dell’Europa di Ursula, vuoi l’elettrico allora obbliga a farlo! Per assurdo, dal 2026 solo produzione di elettrico così le case sanno dove dirigersi, sono obbligate e non ci son alternative. Questo avrà ripercussioni su occupazione ed altro, la biondina se ne dovrà fare carico se questa è la sua scelta.
Il problema è che Ursula sa benissimo quanto costi la sua voglia di transizione, basti guardare la Cina, ma lei quei soldi non ce li vuole mettere gli costerebbe il posto e rigira il conto alle case produttrici che dal canto loro devono vedere vendite, bilanci e investimenti e per questo sono tornate a puntare sul termico che, stranamente, è ancora molto richiesto.
Ci sono circa 40 milioni di auto circolanti in Italia, la maggioranza sarebbero idioti che preferiscono il termico o più semplicemente è la strategia di transizione che sta facendo acqua da tutte le parti?
Quando ci sono gli incentivi le BEV si vendono, chissà com’è?
La cultura non c’entra niente, se le cose le fai bene funzionano se le fai male no! Eravamo un Paese che neanche sapeva esistesse la cintura di sicurezza oggi la stragrande maggioranza degli italiani la mette e manco se ne accorge.
Altro esempio, si stima che il governo di Pechino ha messo di tasca sua ad oggi 230,8 miliardi di dollari sull’automotive cinese ma è una stima, quanti soldi c’ha messo Ursula per la sua rivoluzione elettrica? Lasciamo stare!
Il governo cinese ha fatto sgravi iva, contributi e altro per promuovere l’auto elettrica in Cina, Ursulina ha partorito la data del 2035 e per lei è abbastanza.
Se vuoi fare la rivoluzione con gli stuzzicadenti poi non ti lamentare.
Mi citi Renault, ma credo tu sappia che è un marchio partecipato al 15% dal Governo Francese, tra i marchi controllati ha il 50% di JMEV una società cinese che produce auto elettriche e nell’azionariato figura Dongfeng Renault Automotive, l’unico altro marchio commerciale diretto é DACIA, Alpine rimane di nicchia. Quindi le parole di De Meo sono molto furbe e interessate come quelle di qualunque manager che tira acqua al suo mulino.
Altre case con molti più marchi e sistemi a carico si stanno muovendo ma di certo non hanno la stessa facilità di gestione.
Scusi, ma allora come avrebbe fatto Tesla a fare uno delle migliori auto elettriche sul mercato senza tutti questi fantomatici miliardi del governo cinese?
P.S. soprassediamo sul fatto che lei si riferisce ad una delle più importanti cariche in Europa con il termine dispregiativo “biondina”, cosa già di per sé sufficiente a squalificare i suoi lunghi sragionamenti ancora prima di averli letti fino alla fine.
Bene, lo dica a Manfred Weber e i suoi amici del Partito Popolare europeo che brigano per rendere tutto più complicato in nome di una stupida e inutile “neutralità tecnologica” per racimolare qualche consenso in più.
se mi sanno proporre un Amarok elettrico alla stessa autonomia e prezzo dell’attuale diesel x il prox anno lo compero ( per il ford f-150 da noi vogliono 115k eur… contro i 65k$ in usa un po troppi).
se invece vogliono limitarsi alle solite ID3-4-5 a prezzi fuori mercato per rapporto vettura-qualità-autonomia possono anche chiudere … in VW stanno copianto stellantis e fanno i lamentini
Tranquillo, Eraldo: non l’anno prossimo – del resto non c’è fretta, no? La scadenza è per il 2035, quindi respiri pure –, ma probabilmente già entro il 2030 potrebbe avere anche il suo Amarok EV e probabilmente a prezzo addirittura inferiore al suo attuale diesel.
questo l’ho già sentito dire nel 2020 che sarebbe stato nel 2025 … ora siamo artivati al 2030? Bhe si, forse, magari, chissà, puodarsi, se tutto va bene, se non ci sono imprevisti, se ci danno i bonus, se il prezzo dell’energia scende, se tolgono i dazi alla Cina, se ci saranno batterie allo stato solido al costo di quelle attuali, se Trump non vince le elezioni in America, se installeranno centinaia di migliaia di colonnine, se la Germania non va in recessione, se gli stipendi e le pensioni aumenteranno, se i costi delle ristrutturazioni delle case non prosciugheranno i conti correnti degli italiani …. se se se se ….
Ma si dai siami ottimisti … sicuramente ci sono deciszmente piû probabilità che questo si avveri rispetto a vincere al superenalotto giocando 2 euro 🙂
Se i produttori, anche concorrenti, usciranno con i prodotti giusti.
Pensa che manchi ancora molto?
Ci pensi bene…
Ho scritto “probabilmente”, e per ben 2 volte… 😊
Se lo facessero prima del 2030 nn mi dispiacerebbe io uso il pickup ed i fuoristrada come auto di tutti i giorni e non vedo alternative
Che strano manco si fosse messo una mano sulla coscienza.
Peccato che poi… chiede soldi, chiede incentivi.
Mi sa che è preoccupato di non arrivare a fine mese.
Tradotto: cara Europa, brava, non cambiare idea e imponi le elettriche dal 2035, che così posso vendere le ID3 a oltre 40000 euro a questi polli di europei che altrimenti mi restano tutte sul groppone
Tradotto: cara Europa, mantieni l’obbligo per tutti i costruttori, così nessuno verrà messo in croce dagli azionisti se crollano i dividendi
Non mi sento di dare torto a Blume (Fiore, un nome una garanzia), l’industria automobilistica ha anche bisogno dell’appoggio della politica (seppur la stessa industria ha le sue colpe, come quella di aver dormito 10 e più anni sugli allori). Tra questi: 1. mantenere la barra dritta sul ban 2035.
2. agevolare l’installazione dell’infrasrtuttura di ricarica DOMESTICA.
sicuramente ci sono altri punti in cui la politica potrebbe agire. Sulla ricarica domestica, la mia sensazione di pancia è questa: diciamo sempre che oggi l’elettrico è per molti ma non per tutti. Vedo che in molti paesi la crescita del tasso di immatricolazioni di EV si è attestato ad un plateau, che dipende da paese a paese. è vero che molti oggi potrebbe prendere un EV ma non lo fanno, ma è molto presente anche il fenomeno contrario: molti vorrebbero un EV ma senza ricarica a casa diventa tutto più difficile (non impossibile, per carità) e meno conveniente (anche qui in svizzera è così, le ricariche pubbliche costano almeno 2 volte che a casa. In Ticino c’è EMOTÌ che ti permette di caricare a 35 cts/kWh ma negli altri cantoni?). questo per dire: la politica ha dei margini di manovra per aumentare la penetrazione della mobilità elettrica, sicuramente ci sarebbero altre misure da considerare.
Su alcune cose ha ragione da vendere. L’Europa fissa degli obiettivi, le case automobilistiche ci investono decine di miliardi, i governi fanno le cose a metà e complicano i piani a tutti.
Se l’obiettivo è al 2035 solo emissioni 0 bisogna garantire un prezzo equo dell’energia per tutti, anche per coloro che non possono ricaricare a casa di notte. Guardando video di prove di BEV in altri paesi europei si nota che la differenza enorme di prezzo tra il kWh domestico e quello praticato alle colonnine è un problema comune. Sono molti i paesi nei quali una BEV conviene solo se puoi ricaricare a casa. Il problema del prezzo dell’energia elettrica poi non riguarda solo i trasporti ma anche gli impianti di riscaldamento e raffreddamento civile, e soprattutto i costi aziendali. Non puoi obbligare a convertire tutto all’elettrico senza tenere monitorati e calmierati i prezzi dell’energia elettrica. Serve legiferare, pianificare, ma anche vigilare. E su questo punto mi sembra che non ci siamo affatto e forse tanta avversità al cambiamento viene fomentata anche da questo aspetto
L’elettrificazione in ambito residenziale e del trasporto famigliare è strettamente legato all’autoproduzione dell’elettricità. Piaccia o no è l’unico modo per ridurre le speculazioni. In poche parole se ci si fa caso tutte le politiche abbinate a questa transizione sono a stretto braccio con l’efficientamento dei consumi residenziali, proprio per ridurre al minimo l’aumento dei consumi elettrici e quindi delle speculazioni dietro l’angolo.
Il problema delle città italiane è che nei nostri condomini i più non l’hanno ancora compreso e pensano che non dovranno spendere un euro. Peccato che se non lo si fa ci si troverà a spenderli con bollette del metano che raddoppieranno se non triplicheranno nei prossimi 5-10 anni.
“Se l’obiettivo è al 2035 solo emissioni 0 bisogna garantire un prezzo equo dell’energia per tutti” concordo totalmente, lo fanno da decenni con i carburanti fossili a suon di incentivi che superano alla grande le accise, che spostino quei soldi verso l’elettrico. E potrebbero anche risparmiare
Poche storie!! Abbiano loro il coraggio di fare delle scelte invece di piangere euro e altri favori ad ogni occasione…Tesla non fa neanche pubblicità e ha un giusto costo della ricarica ( che funziona)…comincino proponendo una vera auto elettrica x il popolo ad un prezzo equo se non vorranno essere spazzati via!!
Per me sono tutte chiacchiere.
Le elettriche economiche cinesi arriveranno (Dongfeng ha già portato in Svizzera la Namni 01EV).
Chi non sarà pronto pagherà dazio e senza misericordia.
Non venissero poi a piangere di licenziamenti e casse integrazioni.
Purtroppo è una dura realtà: in economia, come in tutti gli aspetti della vita, chi non si adatta è destinato a soccombere.
E purtroppo le case automobilistiche europee, da quando 15 anni fa si iniziò a parlare della necessità di arrivare ad un sistema automotive ad emissioni di CO2 pari a zero, hanno dimostrato una capacità di adattamento al cambiamento pari a quella di un masso: per natura non adattabile, e quindi destinato solo a sgretolarsi.
Nessuno “inneggia” alla scomparsa delle case automobilistiche europee (come ha miopemente commentato qualcuno). Saranno solo ed esclusivamente le loro azioni a determinarne il destino ultimo.
Queste sono le paraculate degne dei politici più raffinati ( d’altronde non esiste un ceo che non sia anche un politico)
Primo, non esiste una ragione al mondo per cui da domani vw o chi volete non possa produrre e vendere solo elettrico
Secondo, io lo vedo in azienda da me, anche le cose più sensate del mondo quando le proponi come “bisogna fare così, punto” ti fanno perdere un sacco di tempo r la qualità non è mai quella voluta
In ultimo , ok questo è il passo iniziale , dopo sarà ” dovete obbligare a comprare europeo” e come ultimon step , dovete obbligare a comprare vw?
Siete così obnubilati dall’argomento che non riuscite nemmeno più a ragionare sul dove porteranno certe strade
E mi raccomando di scaricare l’ap che per ridurre la vostra impronta carbonica vi dirà precisamente cosa comprare , cosa è quando mangiare , quando viaggiare ( solo se strettamente necessario) ecc, ecc …..e senza deroghe mi raccomando
Implicitamente Blume ammette che, sebbene la scienza e la tecnica siano tutte a favore della mobilità elettrica e che lui ovviamente rispetti la scienza e non abbia, pur essendo un amministratore delegato, poi gran voglia di vedere i suoi figli arrosto, il Consiglio di amministrazione e gli azionisti maggiori non vogliono sentire parlare di vaccinarsi, lavarsi le mani e indossare le mascherine, perché dicono che limitano ingiustamente la loro libertà di arricchirsi (a spese de ‘noantri gasati) e quindi una chiara e ferma imposizione “per legge”, con prospettive pluridecennali compatibili con i tempi e gli investimenti industriali già fatti e da pianificare, gli darebbe la forza prima legale e poi morale di dare un netto colpo al timone del Gruppo.
Beh, considerando che tra al massimo 10 anni la volkswagen sarà certamente incorporata da un industria automobilistica cinese,la cosa non mi sorprende. Del resto nei piani del Dragone vi è anche quello d’avere il predominio sull’automotive del pianeta…con il placet ovviamente della follia distruttiva della Comunità europea
Ma speriamo. Se l’alternativa ai cinesi sono i 1.0 tre cilindri a 30.000€ ben vengano i 200CV con 60/70KWh di batteria.
Almeno la spesa te la gusti.
Applausi per questa risposta! Le case automobilistiche europee, in primis le più blasonate tedesche, per decenni si sono arricchite, investendo zero in innovazioni vere, facendo pagare decine di migliaia di euro solo per gli optional.. 6-7 mila euro per sedili in pelle o giù di li… ora vengono travolte dallo tsunami elettrico cavalcato dai cinesi e gli tremano i polsi.. ti credo… tutto questo nel lungo termine porterà vantaggi a noi consumatori finali, oggi ancora per lo più sopiti, in termini di qualità di prodotto, prestazioni, prezzo e ambiente, ma fino a quando una cosa non si palesa a un palmo dal naso, il popolo diffida, c’è poco da fare… se si vuole competere veramente coi cinesi, sempre se ancora in tempo ben vengano gli interventi legislativi, ma coordinati, pianificati e pervasivi, senza incertezze
“… con il placet ovviamente della follia distruttiva della Comunità europea”
Veramente gli unici colpevoli della eventuale scomparsa dell’industria automobilistica europea sarà l’industria automobilistica europea stessa.
Le ricordo che il dibattito sullo stop europeo alle auto con emissioni di CO2 superiori a zero, dibattito iniziato in moltissimi altri paesi, cominciò almeno 15 anni fa con tutta una serie di incontri con tutte le parti, dibattiti in sede di commissione e parlamentari, audizioni di portatori di interesse, e votazioni multiple dei vari organismi europei. E durante questi 15 anni l’industria automobilistica europea non ha fatto altro che irridere, arrabbiarsi, minacciare, continuare imperterriti a spingere l’auto termica e comunque pietire incentivi statali per lucrare sui pochi modelli elettrici sviluppati controvoglia solo per non incorrere in sanzioni europee, invece di ricominciare a fare seriamente ricerca e sviluppo industriali sull’auto elettrica e di finanziare università e centri di ricerca per gli aspetti di ricerca e sviluppo di base più avanzati. Come invece hanno fatto in Cina negli ultimi 15 anni.
La “Comunità europea” non esiste più dal 2009.
Dai, italiani, aggiorniamoci un po’, altrimenti sembriamo sempre gli ultimi della classe! Ah, lo siamo già!?
Solo così potranno poi giustificare prezzi “a partire da…” 45mila € per la futura Golf e 35 mila per l’erede della Polo, e recuperare un po’ degli utili persi per colpa dei cattivoni antibev che non acquistano la ID3 “a partire da soli 41mila euro”. Ottima strategia, non c’è che dire
Mi dia un decimo del suo stipendio ogni mese ed io da oggi stesso rottamo tutti i mezzi a benzina che mi sono rimasti. Ah, il suo stipendio annuale è di 9.710.000 €. Facile, molto facile predicare, oltretutto per crearsi dei clienti
Con mia grande sorpresa, in un servizio sull’esodo estivo un giornalista di Rainews24 ha messo in evidenza come il calore “ ricircoli” con il condizionatore in auto ma, ancora più, nelle case e in città coi suoi grattacieli…calore che espulso e’ lì fuori pronto a rientrare…e le auto a combustione che sono dei veri termosifoni con le ruote che contribuiscono a mantenerci belli caldi fenomeno amplificato sull’asfalto bollente delle autostrade con file di automobili. A me dispiace quando sento o leggo espressioni “ lavatrici con le ruote “ o il “ noi” e “ voi” e non mi sono mai espresso come il giornalista che ha avuto il coraggio e la forza di esternare una sacrosanta verità! Voglio però ricordare che il pianeta è di tutti e ci si dovrebbe impegnare a salvaguardarlo. Da bambino mi è capitato tante volte di sentire l’espressione…ci penserà chi verrà dopo di noi…non è un caso che x certe popolazioni e’ imperativo… pensare alle generazioni future…o meglio: lo era perché appunto sono state, semplicemente, sterminate!
dubito fortemente che il calore generato da un motore endotermico e da un gruppo climatizzatore abbiano impatto nel cambiamento climatico
Nei centri urbani sì. E’ provato. L’effetto combinato di condizionatori e traffico produce un aumento medio delle temperature di 2-3 gradi.
Se viene a trovarmi potrà rendersi conto della differenza tra dove vivo e la corsia di una autostrada e o del centro ( e non solo) di una città. E non abito in montagna ma nella piatta provincia ferrarese. Non si parla di uno ma di milioni. Un ‘ alta pressione atmosferica trova grande giovamento da isole di calore ( città) e da asfalto e robe simili che riscaldano l’aria rendendone più difficile lo smantellamento da perturbazione e, anzi, accentuando lo scontro tra masse d’aria in arrivo da nord quando è decisamente più fresca. Poi x il cambiamento climatico globale non ho certo io la competenza necessaria e posso concordare…certo che se un battito d’ali può avere effetti dall’altra parte del globo…comunque possiamo sempre sperare che il Sole rallenti…se uno in giornate come queste va a vedere l’inverno del 1709 e il clima dei secoli della piccola glaciazione……
Nel caso del climatizzatore il calore semplicemente viene spostato da dentro a fuori degli edifici, le automobili ne producono di nuovo. Poi le due azioni combinate sicuramente innalzano la temperatura ambiente. Ma un autoveicolo (UNO) in marcia in autostrada a 130 km/h produce 30 kW di potenza motrice e 60kw di calore di scarto, questo nel migliore dei casi (buon rendimento) equivalente allo spostamento di calore di almeno 50 unità di condizionamento (edifici).
No, i condizionatori non si limitano a spostare calore, lo producono: dove finirebbe l’assorbimento di energia se non in calore?
Se consuma 1kWh, produce un kWh di calore aggiuntivo.
diciamo che un condizionatore almeno è efficente:
– aggiunge 1 kwh di consumo elettrico (che diventa calore smaltito all’esterno) per poter spostare 4 kwh termici dall’interno all’esterno
– idem se lavora al contrario, come pompa di calore, consuma 1 kwh per raffreddare fuori e scaldare all’interno, spostando 4 kwh termici
i motori termici invece sono colabrodi, per produrre 1 kwh utile a muovere l’auto, 1 kwh che poi in definitiva diventa calore disperso nell’ambiente alla fine, ne buttano fuori come calore altri 3 o 4 kwh
Ero rimasto a: “è la somma che fa il totale”.
Mi passa per la testa anche quella del “battito di ali di una farfalla…. ecc.”
Che sia cambiato qualcosa nel frattempo?
Fai male a dubitare.
2 dati di quante energie viene rilasciate te li puoi fare da solo.
In un motore termico abbiamo che il media un buon diesel in autostrada percorre sui 20 km/lt a 120 km/h. Con una resa intorno al 35%.
Ora in un’ora saranno stati bruciati 6l circa. Un litro di diesel sono circa 10,4 kWh che per 6 fanno 62,4 kWh. Di questi 40,5 kWh vanno dispersi in calore. Moltiplica per le migliaia di auto in circolazione in unità e ti dai un’idea di quanta energia termica è immessa in atmosfera.
Passando alle case un corpo umano emette poco più 100 Wh di calore che in 24 ore fanno 2,5 kWh. Ora immagina quanta energia termica serve per mantenere a 21°C un edificio e poi aggiungici i Wh per trasferire i 100 Wh per ogni persona al suo interno.
un motore termico disperde almeno il 70 % in calore ,il resto va alle ruote , il motore elettrico disperde il 20 % di energia in calore ma a spanne e’ molto meno ,immagini questo moltiplicato per 1 miliardo e mezzo di autovetture nel mondo + aerei + navi + camion etc e avremo la risposta .
“Obbligateci a passare all’elettrico” detto da uno la cui azienda ha un market share ev di circa l’8% sul volume totale fa già ridere così…niente batte le menate del CEO impomatato di turno
Intervista per gli allocchi, il suo capo dell’ingegneria ha dichiarato che dei 180 miliardi previsti per l’R&D nei prossimi anni, 60 verranno impiegati per motori termici. Chi ha ragione dei due? Il politico o chi ha o cordoni della borsa?
Come se non fosse questo il problema reale
Commento per allocchi che non sanno la differenza fra amministratore delegato e capo dell’ingegneria
Sempre nel merito 👍🏻
1/3 delle risorse, il 33%, per quello che oggi rappresenta il 90% delle vendite e scenderà a meno del 50% solo dopo il 2030, secondo me, vuol dire investire meno su qualcosa che rende molto nel medio termine, ma investire di più (2/3 è il doppio di 1/3) in qualcosa che arriverà a lungo termine.
Puoi ognuno interpreta le cifre come meglio crede.
l’uomo con un orologio (elettrico) ..
sa che ora è
l’uomo con due orologi ..
non ne è mai certo
Legge di Andersen
tenere in piedi due centri di sviluppo con tecnologie avulse l’una con l’altra è semplicemente folle nel 2024 ,uno speco immane di soldi e energie
Mi scusi, non mi risulta vi sia una legge che gli impedisca di passare al total elettric da domani mattina
Comunque , in qualunque campo della vita quando arrivi a chiedere queste cose , hai già perso la partita e hai bisogno del giudice compiacente.
se si è fissata una data a 20 anni .. 2035 per l passaggio all’EV
un’azienda PIANIFICA , l’abbandono di una tecnologia per entrare in un’altra era ..
magari decide di come ristrutturare nel tempo le varie fabbriche per ottimizzare costi,ricavi,FORMAZIONE
e gli ammortizzatori sociali per , mandare in pensione il personale più anziano e assumere quello giovane ..
se poi la politica per un piatto di lenticchie , pardon voti, ritira la scelta a metà strada ;
l’indecisione ..
provoca ,mancati investimenti..
mancata PIANFICAZIONE
risultato
DISASTRO completo
FALLIMENTO !
e buonanotte anche all’automotive Europeo ..
ci restano sempre :
le mutande di pizzo
la pizza di Briatore
e il mandolino
e “o sole” che ultimamente non manca mai ..
-_-
Mi perdoni ma il piatto di lenticchie a cui allude vale più o meno 15000 euro mese oltre a tutti i privilegi e gli annessi e connessi ,non male come incentivo all’ascolto degli “elettori”
Cerco ora di dimostrare scientificamente perché ritengo una paraculata il detto
In Europa si vendono ( al netto delle crisi eventuali) 10 milioni di vetture all’anno, ad oggi la penetrazione delle ev sul totale parco auto circolante arriva al 3 per 100, se da domani tutti e i 10 milioni di vetture vendute fossero elettriche al 2035 vi sarebbero ancora in circolazione circa 250 milioni di termiche ( e 100 milioni di ev al netto dei cambi auto ripetuti)
Quindi l’allungamento delle date non è una scelta ma un obbligo matematico, a meno che non si includano anche una serie di varie ibride o peggio mi sento, non si voglia veramente seguire i suggerimenti dei “giganti di Davos” che qualche anno fa in una loro relazione finale asserivano che sarebbe stato necessario ridurre di almeno un terzo il parco auto circolante
mi pare che non sta ragionando correttamente sul parco autocircolante:
– ci sarà un BAN alla vendita di auto termiche nuove (tra un bel po’ di anni)
– non ci sarà, e non è neppure previsto, un divieto a usare auto termiche già aquistate, già facenti parte del parco auto circolante
Tre per cento?
Inoltre sta mischiando vendite e circolante: impossibile trarre conclusioni dal suo ragionamento.
Sto ragionando benissimo, ad oggi ci sono in Europa circa 10milioni di bev il totale di auto circolante e di circa 380milioni ( cioè circa il 3 per 100)
Secondo dato , le vendite di auto in Europa sono più o meno 10/11 milioni di pezzi all’anno
Ora con una semplice somma algebrica se dal 1 gennaio 2025 si vedessero solo bev al 2035 ci sarebbero 100 milioni di bev o poco più ( per inciso questo calcolo deriva dal mondo dei sogni)
Quindi ? Se al 2035 vi saranno ancora da sostituire 250 milioni di veicoli o non si risolverà il problema delle emissioni o ci vorranno anni e anni per la loro sostituzione ( anche solo di capacità produttiva)
Nel frattempo , sempre da previsione i voli aerei aumenteranno di un terzo e anche se meno aumenterà il trasporto navale
La divisione che nella mia company si occupa di “energia ” sta aumentando la ricezione di ordini per impianti integrati ( pannelli, accumuli ecc ecc) in Europa, Canada e un po stati unito e aumentando quelli in gas &oil nel resto del mondo, a voi scoprire se i miei conti sono giusti
Cioè mi faccia capire, lei ritiene che entro il 2035 dovremmo sostituire tutto il parco circolante europeo, ovvero che l’obiettivo attuale del 2035 è troppo poco ambizioso? Oppure sta dicendo che visto che non riusciremo a sostituire tutte le auto entro il 2035 tanto vale lasciar perdere, ovvero è come se lei dicesse che visto che il malato ha la pressione alta è inutile prendere le medicine tanto è una condizione cronica che non passerà mai?
Se trovo il tempo e un po’ di voglia magari più tardi le rispondo anche su oil&gas.
esatta la prima parte
e non sono solo i 15000 eur al mese di politico di professione che li fa correre dietro al populismo..
ma la “professione” più antica del mondo analoga a quella del politico ..
che permette di vedersi al primo che passa,pardon alla prima lobby che passa
in queste pagine ho definito i politici nostrani escort degli idrocarburi
da sinistra a destra passando per il centro
io sto parlando , di futuro prossimo ..
e di auto NUOVE i commercio a partire dal 2036 che saranno SOLO elettriche ..
che significa/va una transizione INDUSTRIALE
PIANIFICATA e ORDINATA .
con l’indecisione invece sarà caos e miseria ..
o magari i cittadini faranno una passeggiata in massa a montecitorio con un badile e un forcone in mano
per ridimensionare l’ego dei “politici di professione”
l’ultima volta si sono limitati al vaffa..
ma sono stati assorbiti dal sistema “troppo” rapidamente
my 2 cent di appartenente alla classe media oramai estinta
@leonardo non intendo ne uno ne l’altro, semplicemente se vuoi cambiare a questi livelli devi prima programmare come fare e poi al limite legiferare ( aggiungendo i denari necessari) altrimenti , se come sembra , accetti di arrivare alla data che ti sei dato con ancora 250milioni ( ma saranno molte di piu) di auto termiche in circolazione ma vale lo stesso ragionamento per i riscaldamenti domestici)significa che, o che tutta questa urgenza è allarmi su inquinamento e clima erano quantomeno esagerati o che peggio hai tentato di trasferire investimenti e denari dei privati al posto di quelli pubblici che gli stati indebitati come sono non possono più permettersi
Avere fra 15/20 ancora decine di milioni di auto termiche e di riscaldamenti ( a quel punto molto inquinanti) in circolazione avrà risolto tutti i problemi?
Credete si potrà impedire la mobilità a milioni e milioni di persone?
Questa cosa finirà come il patto del 60’/, debito su PIL…..sempre e solo sulla carta
Il rapporto debito Pil è pari o inferiore al 60% in 12 Paesi europei (più la Germania dove è di pochi punti superiore). Se non ci fossero Grecia (160%) e Italia (140%) sarebbe sotto il 60% anche la media europea. Quindi c’è una certa differenza fra chi rispetta le regole e chi le lascia sulla carta. Non c’è da andarne fieri.
@Degli Esposti non mi biasimi se ho smesso di …….”credere”
La biasimo eccome
@ivan
dal 2035 si smette di vendere auto termiche nuove,
cosi che chi NEGLI ANNI SUCCESSIVI cambiera auto comprerà un’auto elettrica e la sostituzione del parco circolante avverrà diciamo al 90% (?) circà nel 2050, contando che l’usura di un’auto avviene mediamente in 10-15 anni
questo è sempre stato il programma, abbastanza mite da non causare troppi grattacapi, persino in Italia
poi nella pratica,
il legislatore ha stimato (come tanti di noi ormai a forza di leggerne) che già prima del 2035 le EV diventeranno appettibili per prezzo, autonomia, velocità di ricarica, anche nei segmenti auto compatte e utilitarie,
e i sistemi di ricarica più maturi (pagamenti semplificati, tariffe normali e stabili, colonnine diffuse e manutenzionate), anche gli utilizzatori oggi contrari cambieranno idea
per cui il ban al 2035 serve più oggi, ai costruttori europei:
> per regolarsi sugli stabilimenti produttivi
> per opporsi al “socio” industriale fossile (settore carburanti e olii), che altrimenti per marginare lui spingerebbe i produttori a rimandare all’infinito il cambio del gamma di prodotti, portando al fallimento l’industria auto europea (perchè comunque arriveranno le EV, alla peggio estere, e come aquisto saranno meglio delle termiche)
Era purtroppo tutto banalmente ovvio, fin dalla prima volta che gli incumbent si sono messi a cianciare di neutralità tecnologica: un enorme bluff perché in mano non avevano un bel niente, l’obiettivo era soltanto poter continuare ancora per un po’ con il business as usual.
Ma poi? Qual era il piano a lungo termine? Sperare che anche il resto del mondo si fermasse a guardare?
https://www.linkedin.com/pulse/nokia-ceo-ended-his-speech-saying-we-didnt-do-anything-rahul-gupta
Secondo me il suo discorso decreta il flop totale dell’elettrico, che se non viene imposto per legge non viene comprato. Alla fine VW vende pur sempre oltre il 90% di veicoli ice. Finché la tecnologia delle batterie non migliora di un fattore almeno almeno 2 rispetto ad ora è con i prezzi che dovranno necessariamente calare, l’ev sarà un bagno di sangue per le case occidentali.
Ma del problema ti accorgi solo quando arriva il “finché”!?
Non possiamo che dargli ragione. La transizione dovrá essere indirizzata con provvedimenti legislativi ulteriori e anche di aiuto per gli utenti. Peró i carmaker dovrebbero maggiormente fare la loro parte, contribuendo molto di più alla creazione delle infrastrutture di ricarica , come ha fatto Tesla.
Francia ;
Luglio 2024 copertura fotovoltaica parcheggi e colonnine di ricarica
“I parcheggi con superficie uguale o superiore a 10.000 mq dovranno essere in regola entro il 1° luglio 2026, quelli con superficie tra 1.500-10.000 mq dovranno rispettare il nuovo obbligo entro il 1° luglio 2028.”
c’è chi cavalca l’onda
e chi fa il morto a galla consapevole che tanto nessuno lo accuserà delle mancate scelte negli anni cruciali della storia ..
tanto ..
tra 3 anni nessuno ricorderà più nemmeno il loro nome senza ricorrere a wikipedia ..
disgusto e fastidio
Nello, solo una precisazione: la legge francese sull’obbligo di copertura fotovoltaica dei parcheggi è la 175 del 2023, ed è entrata in vigore il 1º luglio 2023, cioè già da oltre un anno.
volevo solo sottolineare le scadenze fine lavori ..
1° luglio 2026 parcheggi molto grandi FINITI !!
1° luglio 2028 parcheggi medio gradi finiti !!
praticamente domani mattina per i canoni Italiani
e “per fortuna” che Macron è un leader mediocre ..
pensa se era uno “sveglio” come i nostri
-_-
Oh, poveretti! Prima criticano la politica troppo green e magari la bollano di idealismo, poi una volta edulcorata si accorgono che è un errore tenere il piede in due staffe chiedendo di ritornare alla politica originale.
Intanto chi ha tenuto la barra dritta (Tesla, sfruttando bene gli incentivi e adattandosi ai capricci del legislatore, investendo in un’infrastruttura proprietaria senza aspettarne una “governativa” – e con prezzi da strozzinaggio come abbiamo in Italia – e soprattutto i cinesi facendo politiche chiare, forti e senza stop&go o folli cambi di direzione) prolifera e si prepara ben posizionati per il prossimo boom in arrivo.
Che dire? Purtroppo era tutto perfettamente prevedibile e previsto: ci saranno vinti e vincitori, e tra i vinti soprattutto gli indecisi e i titubanti, come c’era facilmente da aspettarsi.