Blubrake ha portato Bosch davanti al Garante per la Concorrenza. La multinazionale tedesca accusata di abuso di posizione dominante. È così?
Anche leggendo gli incartamenti dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato si ha la sensazione di trovarsi di fronte a una narrazione epica. La tentazione di farne un Davide contro Golia è forse troppo irresistibile, ma qui si parla di tutt’altro. La vicenda infatti riguarda cavetti, protocolli, voltaggi, quote di mercato e, ovviamente, anche soldi.
Blubrake e il motivo del contendere
«Blubrake – si legge negli atti – lamenta che Bosch, forte di una posizione dominante nel mercato, starebbe ostacolando i tentativi di Blubrake di offrire il proprio ABS ai produttori di e-bike equipaggiate con l’e-kit di Bosch». In pratica il sistema Bosch è installato nella maggior parte (vedi sotto per le percentuali) delle eBike in commercio. La non compatibilità tra l’e-kit tedesco e l’ABS italiano taglierebbe fuori Blubrake da una grande fetta di mercato. Il Garante dovrà stabilire se Bosch ha volutamente escluso Blubrake per favorire il proprio sistema ABS o se invece sussistono problematiche tecniche e di sicurezza.
E-Bike e mercato E-kit
I produttori di eBike acquistano o producono il telaio, e acquistano o producono le varie componenti. Quando parliamo di eBike quasi nessun produttore costruisce anche motore e batterie. La quasi totalità acquista e installa quello che viene chiamato e-kit, quello che appunto trasforma una bici un una eBike. Leader nel mercato degli e-kit è indiscutibilmente Bosch.
Si legge negli atti: «Nel 2021, dei modelli di bici elettriche disponibili a livello mondiale, oltre 4 su dieci (41,3%) erano equipaggiate con un e-kit di Bosch, mentre solo una su dieci (10,4%) risultava avere un e-kit Shimano, il secondo player del mercato. Dai dati specifici relativi ad alcuni Paesi dell’UE, come la Germania, la Francia, i Paesi Bassi, il Belgio e l’Italia, gli Stati membri con il più ampio numero di e-bike vendute, emerge che nel 2021 circa il 65%, il 59%, il 57%, il 51% e il 49%, rispettivamente, delle e-bike vendute era dotata di un e-kit di Bosch». Se si considerano poi gli equipaggiamenti di alta gamma, quelli coincidenti anche con il mercato ABS, la percentuale sale ulteriormente.
Tecnicismi indispensabili
Per fare un passo oltre nella vicenda bisogna entrare un po’ più nel tecnico. Per collegare un apparato all’e-kit è necessario interfacciarsi con motore, batteria e il display. Questo nel mondo Bosch è possibile in due modi: con un cavo di collegamento specifico, denominato cavo a Y (“Y-cable”), che è fornito dalla stessa Bosch e consente un’alimentazione a 36V, oppure una porta HPP (High Power Port) a 12V e nell’ultima versione (BES3) solo con con l’HPP.
L’ABS Blubrake non è compatibile con l’Y-cable e Bosch non ne ha prodotto uno “personalizzato” per l’azienda italiana.
Soluzioni che non risolvono
Blubrake, avendo un produttore eBike interessato al proprio ABS, nel 2019 ha pensato di modificare un connettore del cavo a Y per risolvere il problema. A quel punto però Bosch ha comunicato al produttore «una serie di possibili rischi relativi alla qualità e alla sicurezza, connessi alla integrazione dell’ABS Blubrake con il proprio e-kit per mezzo del Y-cable modificato». Il produttore messo di fronte a rischi tecnici, o quantomeno legali, ha rinunciato alla fornitura.
Nel 2021 un’altra storia simile. Un produttore eBike ha deciso di installare sui propri prodotti l’ultima generazione di motori Bosch, i BES3 e l’ABS Bluebrake. I BES3 hanno solamente il collegamento HPP da 12 V mentre l’ABS Blubrake però funziona solo con una tensione compresa tra 24V e 60V (nello specifico di 36V). Per risolvere il problema il produttore di ABS ha nuovamente pensato di modificare un connettore per permettere al proprio sistema di dialogare con quello tedesco. Il risultato è stato un nuovo fallimento commerciale con circa due terzi degli ordini cancellati.
Capito che la via delle modifiche non era percorribile, Blubrake contatta Bosch chiedendo (molte, molte volte) di collaborare e studiare insieme un modo per far dialogare i due sistemi. Prassi già adottata con altri produttori di e-kit. Bosch invece si è dimostrata abbastanza sorda da questo orecchio, un po’ perché trovare una soluzione comporterebbe tempo e costi e un po’ perché i benefici sarebbero tutti di un potenziale concorrente.
Questi sono i fatti. Al Garante spetterà decidere in merito.
Aggiornamento : Bosch ha accettato di rendere compatibili i suoi kit con quelli di Blubrake e altri operatori che propongono prodotti analoghi https://www.cleanrider.com/actus/velos-electriques-bosch-contraint-douvrir-la-porte-aux-systemes-abs-concurrents/
Bosch deve vergognarsi!
Oltre che essere sleale ,non permette la riparazione dei pacchi batterie ( per motivi di sicurezza insensati).
Così si creano più rifiuti e le persone sono costrette a spendere dai 500 ai 1000 euro per un nuovo pacco batteria, quando invece con il ricellaggio se ne possono spendere al massimo 300 euro .
Quando un cliente viene da me e chiede se si può riparare la sua batteria Bosch gli consiglio appena ne ha possibilitá di cambiare brand e andare su OLI o Bafang.
/// non permette la riparazione dei pacchi batterie \\\ Ci vorrebbero leggi come quelle francesi che cercano di allungare il ciclo di vita dei prodotti elettrici/elettronici
/// andare su OLI o Bafang \\\ Questi marchi sono piú facili da riparare ? O piú in generale sono piú “trasparenti” nei confronti dei consumatori ?