Biometano, l’Olanda è sovranista: vietato usare letame e rifiuti “stranieri”


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Produzione di biometano: è scontro sull’uso del “letame” tra Olanda e Unione Europea. Bruxelles ha “espresso preoccupazioni” per il piano dei Paesi Bassi di imporre l’uso esclusivo di biogas prodotto da letame domestico e scarti alimentari per i fornitori di energia, accusandolo di essere una misura protezionistica.

L’Olanda è in odore di una multa, e anche salata, per aver violato le regole sul libero commercio all’interno della Ue. Tutta colpa della norma, che entrerà in vigore nel gennaio 2026 dopo un rinvio di un anno: prevede che il biometano miscelato con gas naturale sia generato esclusivamente da letame e rifiuti organici di produzione nazionale.

Ricordiamo che si tratta di un combustibile fondamentale per gli obiettivi climatici dell’Unione europea, che nel 2022 ha fissato il traguardo di 35 miliardi di metri cubi annui di produzione entro il 2030. Si ottiene lavorando rifiuti organici come letame e scarti alimentari. Ed è cruciale per ridurre le emissioni di metano, gas serra tra i più deleteri. Così come è fondamentale per azzerare la dipendenza energetica dalla Russia.

Bruxelles, per usare un eufemismo, non ha gradito la decisione dell’Olanda, secondo cui ognuno deve usare il letame di casa sua per produrre biogas. Affermando che le restrizioni sulle importazioni di biogas violano le regole del mercato unico europeo. Secondo Thierry Breton, ex commissario per il mercato interno, citato dal Financial Times, la normativa olandese introduce una discriminazione tra biogas prodotto localmente e quello importato.Questa misura rappresenta una restrizione equivalente a un ostacolo al commercio, contraria al diritto Ue”.

Una soluzione per il letame olandese in eccesso

C’è ovviamente un motivo per il quale i Paesi Bassi hanno deciso di vietare le importazioni di elementi organici dall’estero: l’eccesso di letame prodotto dall’industria zootecnica nazionale, una delle attività principali del Paese. Bruxelles ha imposto limiti severi sull’utilizzo del letame come fertilizzante per ridurre l’inquinamento da azoto. Per cui il governo olandese ha cercato nuove soluzioni per gestire le quote in eccesso, oltre a contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione. L’iniziativa di incentivare il biogas nazionale, quindi, è necessaria per sostenere gli agricoltori. Ma anche per rispettare l’obiettivo nazionale di 1,1 miliardi di metri cubi di biometano all’anno entro il 2030, un volume cinque volte superiore al consumo del 2022.

Ma non finisce qui il duello tra l’Olanda e Bruxelles. Il governo dell’Aia sostiene che, senza un sistema di certificazione europeo per il biogas, è difficile verificarne l’origine e la sostenibilità del gas importato. Per questo, secondo il ministero del Clima, garantire l’uso del biogas domestico è essenziale per contribuire in modo trasparente agli obiettivi europei.

L’Olanda vuole produrre biometano con letame “locale” perché i suoi allevamenti ne producono troppo

Bruxelles – da parte sua – insiste su una maggiore armonizzazione delle politiche: altri paesi membri hanno introdotto restrizioni simili senza notificarle ufficialmente, violando così il diritto alla libera circolazione delle merci. Il tutto è complicato dal fatto che la produzione di biometano nell’UE ha raggiunto 5,2 miliardi di metri cubi a metà 2024, in crescita rispetto all’anno precedente, ma ancora lontana dal traguardo del 2030.

Il governo olandese sta negoziando con la Commissione europea per trovare un compromesso che consenta di rispettare le regole dell’UE e, al tempo stesso, soddisfare le esigenze locali. “Vogliamo aumentare la quota di gas verde nel nostro territorio per ridurre la dipendenza dal gas naturale importato e promuovere l’energia rinnovabile”, ha dichiarato il ministero olandese del clima.

Visualizza commenti (10)
  1. Sebastiano Columbano

    Ok la libertà di commercio all’interno dell’UE, ma per quale motivo ha senso importare scarti dalla Romania (un paese a caso distante dai Paesi Bassi) e “buttare” altrove gli scarti prodotti da loro? Inoltre, mi è sembrato di capire che ci sia il sospetto che alcuni vendano come scarto i prodotti primari (e questo sarebbe una follia come spreco alimentare).

  2. il biometano inquina come il metano da estrazione da giacimenti, non vedo come possa essere definito green . e’ solo una questione di approvvigionamento ,locale invece che dalla russia o altri stati . ognuno dovrebbe arrangiarsi con quello che ha ,in questo caso uno scarto diventa oro . la UE dovrebbe essere piu’ elastica.

    1. penso (?) sia considerato verde per l’effetto indiretto

      cioè che se non raccogli il biometano dalle esalazioni da fermentazione, va in atmosfera come metano libero, con un elevato effetto serra ( x80 volte rispetto stessa quantità di Co2), raccogliendolo e bruciandolo hai un calo netto delle emissioni climalteranti

      il metano da estrazione, ha una quota di fughe in atmosfera, e una filiera lunga di trasporto (abbastanza devastante quanto viaggia liquefatto via nave, con altre fughe in atmosfera e energie perse), fattori che peggiorano il conteggio della co2 equivalente rispetto al calcolo della sola Co2 emessa bruciandolo

    2. Sebastiano Columbano

      Bisogna considerare l’intero ciclo vitale del cosiddetto biometano , che è molto più corto rispetto ai gas fossile, che si riproduce in milioni d’anni. Per semplificare al massimo: il bestiame si alimenta con mangime vegetale, che per crescere ha assorbito un tot di carbonio (tramite CO2) e questa CO2 in parte è il prodotto di scarto da cui si produce il biometano. Quindi il bilancio è neutro o positivo. Inoltre c’è l’effetto che ha descritto R.S. nel commento precedente.

    3. Nello Roscini

      Il biometano che è metano , non estratto dai giacimenti fossili
      disperso in aria è un gas serra molto peggiore della CO2
      meglio bruciarlo e trasformarlo il CO2 ..
      fa meno danni per il clima

      ben venga l’accumulo del biogas di :
      allevamenti
      racconta differenziata (umido)
      depurazione delle fogne
      scarti dell’industria alimentare

      è una possibilità in più,per produrre elettricità e calore, durante i due mesi inverali , quando il fotovoltaico va in crisi

      usato in coogeneratori di quartiere , con il teleriscaldamento poi
      è un modo serio per dare dignità alias RENDIMENTO a un idrocarburo che abbiamo sprecato per troppi anni

      my 2 cent di stima infinita per l’Ing. Palazzetti padre del Totem

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