Come aveva promesso, il presidente Joe Biden ha approvato i nuovi dazi per contrastare le importazioni di auto elettriche dalla Cina
Gli Stati Uniti sono gli alfieri del libero mercato, ma non sempre. Non quando Washington vuole difendere il mercato interno e, soprattutto, non sotto elezioni. Come aveva promesso, il presidente Joe Biden ha sferrato una nuova offensiva nella “war trade”, la guerra commerciale nei confronti della Cina. Salgono le tariffe, in particolare nei confronti delle auto elettriche.
Una iniziativa senza precedenti, che ha colpito anche il settore dei semiconduttori, dei pannelli solari, delle materie prime sensibili per i prodotti hi-tech. Ma che raggiunge il suo apice sulle vetture green: in questo caso le tariffe passano dal 25 al 100%.
La Cina è accusata dal presidente Biden di dumping per conquistare il mercato delle auto green
E’ evidente il segnale che il presidente Biden sta lanciando all’elettorato rappresentato dai ceti popolari: sono qui per difendere i vostri posti di lavoro. E lo fa senza guardare tanto per il sottile e superando, in più di un caso, il confine delle politiche populiste. Una strategia che otto anni fa aveva portato Donald Trump alla Casa Bianca.
Se ha funzionato per il candidato repubblicano perché non dovrebbe avvenire anche per il leader dei Democratici? Così, Biden ha annunciato tariffe che colpiscono prodotti in arrivo dalla Cina per 18 miliardi di dollari. Per giustificarsi l’amministrazione americana ha accusato Pechino di dumping

Biden contro i prodotti di Pechino: l’incremento delle tariffe colpisce beni per 18 miliardi di dollari
Ma non solo sulle auto si concentrano i dazi contro la Cina. La Casa Bianca ha affermato che l’azione è stata “attentamente mirata a settori strategici”. Di fatto, gli Usa quadruplicheranno da quest’anno l’aliquota tariffaria sulle auto made in Cina portandola al 100% e la triplicheranno su acciaio e alluminio. Per i chip sarà raddoppiata a partire dal 2025. Anche la tariffa sulle celle solari sarà raddoppiata quest’anno portandola al 50%.
Ora ci si attende la reazione della Cina, visto che il presidente Biden non solo ha confermato i dazi già decisi a suo tempo da Trump ma ne ha aggiunti altri. Pechino, però, dovrà guardarsi anche da Bruxelles che ha già avviato una procedura che dovrebbe portare a una iniziativa simile. E anche in Europa fra poco si vota.
Off topic https://www.iltirreno.it/livorno/cronaca/2024/05/17/news/non-sono-auto-made-in-italy-sequestrate-in-porto-a-livorno-134-fiat-topolino-1.100522734
Circa 35 anni fa abbiamo già vissuto qualcosa di simile con le auto giapponesi: dazi pazzeschi e contingentamento se non andavano ad aprire fabbriche in USA o in Europa.
Sappiamo, col senno di poi, che è finita con la jap Toyota maggiore produttore mondiale, con Detroit devastata e con l’aristocrazia operaia delle Big three rimasta a piedi e divenuta “white trash” e motore del populismo di destra di cui il trumpismo è l’ultima coda.
Sembra che la storia non insegni molto, anche perché non mi pare che le ie grandi imprese USA non si servano della Cina, pur essendo la stessa indubitabilmente problematica in tema di diritti umani.
Sempre in tema, non metto il link per netiquette (anche se non credo che Inside e qualcosa sia un sito strettamente concorrente) ma ho letto un bel resoconto di un giornalista americano che ha visitato il salone di Pechino: pare che le pochissime auto occidentali presenti non destassero alcun interesse e che pure Tesla fosse assente (salvo la puntata di Musk nei giorni precedenti per parlare dei dati delle telecamere).
“Sappiamo, col senno di poi, che è finita con la jap Toyota maggiore produttore mondiale, con Detroit devastata e con l’aristocrazia operaia delle Big three rimasta a piedi e divenuta “white trash” e motore del populismo di destra di cui il trumpismo è l’ultima coda.” Sul serio la pensa così?
Bravo Biden,
aspettiamo l’Europa prima che la Cina ci fagociti..
mi sono fatto un ripasso sulla situazione europea:
– daci importazione auto europee in Cina sono al 15%
– dazi importazione auto cinesi in Europa sono al 10%
il 6 maggio è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue il regolamento di esecuzione 2024/785 della Commisione Europea, dispone che le dogane registrino le importazioni dalla Cina auto elettriche (modelli passeggeri, sino a 9 posti)
dicono che prepara l’attuazione di altri dazi (chiamati “compensativi”, non capisco se significa che si calcolano per differenza con le vetture che esportiamo, o per differenza con i dazi attuali, che non so come vengono applicati, forse alla vendita dell’auto, se sino ad ora le dogane non conteggiavano i veicoli)
comunque insomma anche da noi qualcosa si sta modificando, vediamo se si limiteranno al principio di reciprocità, arrivando al 15% (uguale al dazio Cinese), oppure se esagerano e rischiano (anzi quasi sicuro) di scatenare rappresaglie commerciali
tutto perché le nostre industrie hanno costi più alti..ma di quanto? magari un +30% +40%? e fin qui si capisce, sono costi nobili in maggiori tutele e certificazioni, e rimarrebbero competitive rispetto ai brand stranieri considerando i costi di importazione e rete assistenza
il problema è un ulteriore +30% dei nostri listini, inspiegabile se non con speculazione resa possibile dalla scarsa concorrenza e dall’occasione storica ghiotta creatasi con l’inflazione del 2021-2022-2023 di crisi logistica ed energetica (ma gia ampiamente passate)
ed ora attendiamo il calo del Nasdaq ….
Niente auto economiche per gli americani: donate l’oro alla Patria!
I prossimi siamo noi europei: doniamo l’oro a VAG, Stellantis, Mercedes, BMW…
-I prossimi siamo noi europei: doniamo l’oro a VAG, Stellantis, Mercedes, BMW…-
Ma non solo! Vedrà che oltre a dover donare l’oro, si prentenderà che diciamo pure “grazie!”
gli USA che si lagnano degli aiuti di stato cinesi sono gli stessi USA che 15 anni fa spesero oltre 50 miliardi (ufficialmente perdendone alla fine 11,2) nel bailout di GM e che ora danno 35 dollari al kWh a chi produce batterie aggiungendone 10 al kWh a chi le assembla in un pacco e le mette in un’auto, tutto rigorosamente in USA, misure che rientrano nei 369 miliardi di sussidi dell’IRA di biden
gli USA sono ancora convinti di essere i padroni del mondo di cui possono disporre come credono
i tempi cambiano
La questione non è se i tempi cmabiano: ma se sei dipendente dalle esportazioni per la tua economia.
La Cina fa senz’altro concorrenza sleale all’occidente incentivando le sue industrie con grandi masse di denaro e privando i suoi lavoratori della libertà sindacale, la stessa che ha consentito agli operai americani recenti e forti aumenti salariali. Comunque persino con un dazio al 100% le auto elettriche cinesi, ottime e molto economiche, un mercato in occidente ce l’hanno.
Sai che divertimento se i produttori cinesi usano l’Europa come testa di ponte per esportare le loro auto negli USA?
Si rischierebbe (con Trump sarebbe sicuro) la stessa cosa anche per l’Europa. Già prima del 2000 gli USA con Trump, minacciavano di attivare dazi su parecchi settori contro l’Italia se il governo italiano la digital tax contro i colossi Usa del web, figuriamoci se dovessero fermare le importazioni delle auto cinesi, non esisterebbero un attimo ad applicarli anche all’Europa.
Tutto questi dazi vanno si a favore delle aziende produttrici nazionali (anche se a lungo termine la mancanza di concorrenza porta probabilmente a un regresso dal punto di vista tecnologico) ma allo stesso tempo danneggia invece i potenziali acquirenti d’auto, in primis ovviamente quelli con reddito più basso. e non c’è bisogno di spiegare perchè.
Da cittadini dovremmo sempre contestare l’applicazione dei dazi nei confronti degli Stati esteri, perchè son sempre a favore unicamente delle aziende produttrici e venditrici e chiedere sempre la libera concorrenza, il libero scambio, il libero mercato, che permette di avere prezzi di acquisto più bassi.
e non sarebbe un regresso fronteggiare la concorrenza tornando ai tempi neanche troppo lontani dei bassi salari, orari di 12 ore/die, spesso anche la domenica?
facendo un assurdo, se l’azienda xyyxk producesse il 100% di elettricità col carbone e la vendesse a 0,05 euro al kw/h nelle colonnine sarebbe “concorrenziale” e ben visto, dato che permetterebbe prezzi di acquisto più bassi..
“ma allo stesso tempo danneggia invece i potenziali acquirenti d’auto”. Quando all’uomo si sostituisce il consumatore si finisce per fare ragionamenti di questo tipo.