Benevelli è una piccola azienda che produce motori elettrici (sede a Rubiera, 25 dipendenti e 7 milioni di fatturato l’anno scorso) ma non vuol perdere l’occasione di cavalcare il boom dell’elettromobilità. In primavera presenterà due progetti ambiziosi: un cento prove per veicoli elettrici e un dispositivo di acquisizione dati e monitoraggio in tempo reale.
La “piccola” Benevelli si rimette in gioco
Nata nel ’62 come produttore di cambi di velocità, quindi nella meccanica pura, dai primi anni Duemila la Benevelli si è dedicata ai sistemi di trazione elettrica per mezzi speciali (qui il sito). Soprattutto veicoli da lavoro (material handling, edilizia, movimento terra, agricoltura) ed e-mobility (cargo bike, consegne dell’ultimo miglio, retrofit). Ne abbiamo parlato qualche giorno fa a proposito del progetto Austin Mini elettrica della francese Ian Motion a cui Benevelli fornisce il blocco propulsore. Di recente ha equipaggiato con i suoi motori anche i veicoli elettrici delle Deutsche Post. Il 90% delle forniture riguarda però i mezzi da lavoro. Benevelli produce powertrains (motori elettrici, motoruote e ponti assali) ed esporta circa l’80% del fatturato. L’anno scorso ha consegnato 10.000 sistemi di trazione con un aumento del giro d’affari del 20%.
A Rubiera il centro prove per la e-Motor Valley
Il centro prove BEC (Benenvelli Electrification Center) servirà a testarli. Occuperà un’area di 50 mila metri quadrati con un circuito che comprende sterrato e asfalto, rampe di diverse pendenze, un rettilineo di 180 metri per prove di accelerazione, celle di carico. Sarà un dimostratore per i clienti, ma soprattutto permetterà di testare nuove tecnologie e nuovi prodotti. Non solo quelli di casa Benevelli. «Fra Emilia, Veneto e Lombardia sta nascendo un’ importante filiera di elettromobilità che ha bisogno di servizi di supporto. Il nostro centro prove è a disposizione di tutti» spiega Alessandro Benevelli, alla guida dell’azienda assieme al fratello Matteo.
Un check up in tempo reale per il motore elettrico
Il secondo progetto riguarda la connettività. Verrà ufficialmente presentato in marzo in occasione delle due fiere internazionali “ConEXPO” a Las Vegas e “LogiMAT” a Stoccarda. Si tratta di un sistema “smart” che acquisirà dati comportamentali dei veicoli elettrici rendendoli accessibili in tempo reale in una piattaforma cloud. E’ frutto di una collaborazione con il Dipartimento DISMI-Unimore e PID (Punto Impresa Digitale).
Permetterà di eseguire analisi predittive sui componenti in condizioni reali di utilizzo e di controllare in tempo reale lo stato di salute dei veicoli, la funzionalità, le temperature, i consumi reali e tutti i dati relativi a stato delle batterie, autonomia, cicli di ricarica. Il dispositivo è stato progettato come dotazione dei veicoli da lavoro che utilizzano i sistemi di trazione elettrica Benevelli. Ma non è escluso che possa essere commercializzato, in futuro, come accessorio per il monitoraggio di veicoli elettrici di altro tipo. Il costo sarà di poche centinaia di euro, più un abbonamento pluriennale.
Le nuove frontiere? “Agricoltura e edilizia”
«Il mercato dell’elettrificazione è in pieno boom; lo vediamo alle fiere specializzate dove ormai tutte le azienda hanno in catalogo mezzi elettrici _ dice Alessandro Benevelli _. In agricoltura c’è l’esigenza di operate in ambienti chiusi come le serre o di salvaguardare le colture più pregiate. E nell’edilizia i mezzi elettrici sono sempre più utilizzati per gli interventi di ristrutturazione in area urbana. Nel contempo lo sviluppo della tecnologia elettrica migliora le prestazioni e allunga i tempi di utilizzo. Insomma, si aprono grandi opportunità per tutta la filiera».
“La filiera elettrica c’è, ma perderà posti di lavoro”
Con quali prospettive per le migliaia di piccole e medie aziende italiane? «Io sono ottimista _ risponde l’imprenditore _. Diversamente non avremmo deciso di metterci in gioco con nuovi investimenti. Certo la filiera italiana della meccanica non potrà convertirsi all’elettrico mantenendo gli stessi livelli di occupazione. I problemi sono due: la minore complessità dei motori, quindi un numero di componenti ridotto, e le economie di scala che premiano le aziende di grandi dimensioni. Molti di noi dovranno aggregarsi e fondersi per aumentare la massa critica».
“Saranno i big dell’auto a trainare l’innovazione”
Anche l’innovazione va a braccetto con il gigantismo industriale. Infatti, pensa Benevelli «saranno i colossi dell’automotive a guidare lo sviluppo di tecnologie oggi agli albori, come quella dei motori elettrici a flusso assiale». Con quali risultati? «Credo che ci siano margini per migliorare l’efficienza di un 30% circa, per migliorare ancora la coppia e per ridurre ulteriormente i pesi. Non prevedo rivoluzioni, ma continui affinamenti».