Nautica italiana ben presente all’undicesima edizione del Monaco Boat Energy. L’evento che vede una parte dell’industria e delle università impegnate nella transizione all’elettrico. Premiato il Politecnico di Milano, bene come sempre l’università di Bologna. Soddisfatti per i risultati Riva con El-Iseo e Sealence (mettiamo a disposizione il suo originale video da bordo).
Una manifestazione tecnologica anche in Italia con le università protagoniste?
Le università italiane grazie ai docenti e ai giovani studenti stanno sviluppando interessanti soluzioni tecnologiche che testano nella manifestazione di Monaco dove abitualmente salgono nei gradini più alti del podio (leggi qui).
Sarebbe interessante un evento con tutti i team in Italia per meglio valorizzare e soprattutto coinvolgere le autorità nazionali e regionali nel sostegno a questa ricerca sul campo.
Bene Milano e Bologna con la nautica universitaria
Vediamo i risultati. Il team italiano Physis che rappresenta il Politecnico di Milano è stato premiato dalla Fondazione Principe Alberto II di Monaco per la tecnologia sostenibile con lo Yachting Technology Award (compreso un contributo di 25.000 euro).
Sempre tra i primi i ragazzi e le ragazze di Futura, l’imbarcazione a idrogeno, fuel cell, batterie, pannelli solari e motore elettrico. Il frutto del progetto UniBoAT dell’Università di Bologna.
Questi i risultati: secondo posto al Prince Albert Award, terzo nella Championship Race e nella Endurance Race. Seconda posizione nella classifica dei team italiani.
Si poteva fare sottolineano dal team: “Nonostante una riduzione del 40% dell’energia disponibile rispetto ai competitors nell’Endurance Race, la rottura di una pala dell’elica e un’anomalia del timone, il team è riuscito a dimostrare la validità e l’efficienza delle soluzioni innovative proposte“.
Bologna, il sistema passa da 48 a 96 V
Il docente universitario Nicolò Cavina, responsabile del progetto UniBoAT oltre alla valutazione della competizione ha illustrato le innovazioni tecniche.
“Il team quest’anno ha dimostrato una capacità eccezionale di innovare, direi quasi rivoluzionare il precedente prototipo. Si è deciso di puntare su un motore più potente, introducendo la necessità di sviluppare da zero un sistema a 96V (da 48V), con tutte le problematiche associate in termini di sviluppo e integrazione di altri componenti, e anche di sicurezza“.
Altre innovazioni? “L’intero propulsore è stato inoltre progettato e realizzato introducendo diverse innovazioni rispetto alle soluzioni esistenti, che hanno anche portato al deposito di un primo brevetto (eliche controrotanti traenti per applicazioni fuoribordo, versatilità, efficienza e leggerezza del sistema)“.
Progettati e realizzati foil “ma non c’è stato sufficiente tempo per testarli prima della competizione“. Il Progetto UniBoAT si colloca quest’anno all’interno del più ampio progetto GreenWave Most, finanziato dal Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile
(MOST) per dimostrare la fattibilità di tecnologie a basso impatto ambientale in tutti i settori della mobilità.
Il progetto di nautica elettrica bolognese vede il sostegno di Sanlorenzo, Bonfiglioli, Bencivenni, Circolo Velico Ravennate, D&D, SGR Biomethane, Green Methane, Faster 96, Continental Engineering Services, Cantiere del Pardo, Bi-Rex, Alma Automotive, 3ntr, Zirondelli e Regazzi, Bender, Ariadne, BEA Ingranaggi, CTS, KIPP, Smartcae, ISB, SOL, Ultraflex.
Le barche in gara. Le riflessioni del Ceo di Sealence William Gobbo
A Montecarlo, oltre l’accordo tra Vita ed Evoy (leggi qui), erano presenti tanti protagonisti della nautica elettrica: i gommoni di Vita – Seadog e Seal – i motori di Evoy su Goldfish X9, poi gli sloveni di E’dyn, De Antonio e Riva El-Iseo.
Per l’Italia era presente Riva, ma seppur con tecnologia slovena il gommone Zero di VSR che ha debuttato al centro velico di Riva del Garda (leggi). Una nautica più sostenibile per il lago.
IL VIDEO A BORDO DI SEALENCE
Tutta italiana la società Sealence che a prescindere dalla classifica, ha potuto testare con soddisfazione il suo motore. La testimonianza del fondatore William Gobbo.
“Siamo sempre stati ospiti qui a Montecarlo, ma è la prima volta che con il team abbiamo deciso di scendere in gara. La tecnologia Sealence non è nata per le competizioni ma per decarbonizzare il trasporto su mare. Dato comunque che ci rivolgiamo al settore del trasporto veloce su acqua, abbiamo valutato coerente poter dimostrare il livello tecnologico raggiunto, ancorché in un contesto per noi penalizzante come le gare“.
Una sfida emozionante? “Devo dire che non mi sarei aspettato di vivere delle emozioni così intese e diverse dal quotidiano. La concentrazione, l’adrenalina, le gioie e finanche le delusioni, il tutto condensato in pochissimi giorni. E’ stato sicuramente qualcosa che vogliamo tutti assolutamente ripetere in futuro”.
Uno scafo da lavoro che può competere con le barche da corsa
Indicazioni tecniche della vostra imbarcazione? “Abbiamo portato in acqua una delle nostre barche laboratorio, in particolare quella da 11 metri. Si tratta di uno scafo da lavoro e quindi non particolarmente adatto alle gare, ma questo per noi era marginale“.
“La barca al nastro di partenza pesava oltre 5 tonnellate e con poco più di 300kW di potenza a bordo ha comunque fatto segnare in gara un picco di velocità di 42 nodi nonostante con una carena da lavoro.
“Non eravamo interessati alla classifica ma a dimostrare altri aspetti, ovvero che le barche elettriche – perlomeno quelle dotate delle tecnologie più evolute – già oggi possono competere nell’utilizzo quotidiano con le barche tradizionali“.
Queste le riflessioni di William Gobbo sull’evoluzione della nautica elettrica su quest’ultimo punto sottolinea. “Lo abbiamo reso evidente al mondo nella gara di Endurance, dove abbiamo navigato per oltre 24 miglia con mare molto formato e vento contrario, ad una velocità media di quasi 22 nodi e punte di oltre 32 nodi.
Siamo poi tornati in porto con una riserva di batteria dell’8% quindi avremmo potuto tranquillamente navigare ancora. Nessun’altra barca in gara è stata capace a fare altrettanto, infatti hanno tutte viaggiato a velocità ricomprese fra 6 e 8 nodi”.
La gara più emozionante? Sicuramente la 16 miglia speed trial” ovvero la Montecarlo-Ventimiglia-Montecarlo, dove erano presenti al nastro di partenza circa una decina di imbarcazioni.
La descrizione della competizione, la nautica elettrica da competizione
Il giorno prima avevamo chiuso la 24 miglia segnando una velocità media che era di circa tre volte quella degli altri concorrenti, sulla 16 miglia eravamo quindi tranquilli di fare “molto bene”, per usare un eufemismo.
Avevamo scoperto nel pre-gara che lo start sarebbe stato dato tramite VHF di cui eravamo sprovvisti quindi, per non intralciare nessuno ci siamo volontariamente relegati dietro tutti, in ultima posizione.
Il team ha lasciato partire tutti dopodiché si è lanciato in una accelerazione bruciante tanto che dalle immagini della onboard camera le altre imbarcazioni, che inizialmente sembrano fuggire via veloci, passano in pochi secondi a sembrare immobili.
Nei primissimi metri il nostro team ha superato tutti ed ha iniziato la rincorsa all’equipaggio in testa, una barca che il giorno prima aveva segnato 48 nodi di velocità ma solo per pochissimi secondi. Ci siamo messi leggermente dietro di loro senza farci troppo notare.
Velocità sopra i 30 nodi
Le barche stavano viaggiando entrambe ad oltre 30 nodi di velocità quando, dopo aver doppiato la prima boa, il nostro pilota ha piantato un’altra brusca accelerazione ed ha superato in pochi metri l’altro equipaggio prendendo la testa della gara.
L’accelerazione a qualsiasi andatura è una delle caratteristiche peculiari del nostro jet e lo sappiamo bene. Questa sicuramente è stata la gara che tutto il team ha vissuto con più emozione.
Dopo queste gare siamo stati avvicinati da molti degli altri equipaggi in gara, anche da competitor, oltre che dai clienti propect venuto a trovarci.
Tutti ci hanno fatto i complimenti ed hanno espresso ammirazione per la nostra tecnologia. Penso che questo risultato, più di altri, vada visto come un importante riconoscimento che portiamo a casa da questa manifestazione.