Home Vaielettrico risponde Bello viaggiare elettrico, ma troppo complicato

Bello viaggiare elettrico, ma troppo complicato

58

Vuoi leggere questo articolo senza pubblicità? Entra qui e abbonati a Vaielettrico Premium
Webinar
Bello viaggiare elettrico, ma ancora troppo complicato: spesso le ricariche non funzionano e accedere con le varie app è un problema, scrive Giulio. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri quesiti vanno inviati a info@vaielettrico.it
bello viaggiare elettrico
Le 5 app di cui si è dotato Giulio per riuscire a ricaricare ovunque.

Bello viaggiare elettrico, ma le ricariche sono ancora troppo inaffidabili

“Vorrei aggiungere la mia esperienza a quella dei tanti che in questi giorni, complice il periodo estivo, hanno girato l’Italia in elettrica. Sono possessore da ormai quasi due anni e mezzo di una Volkswagen ID.3, auto che adoro sotto molti punti di vista. E non tornerei a guidare un’auto termica nemmeno se me la regalassero. Premetto che amo viaggiare in elettrico, l’esperienza di guida è rilassante e l’allungamento dei tempi non sarebbe poi così drammatico. Uso il condizionale perché c’è un se. In questi anni, infatti, viaggiando il mio principale problema è stata l’inaffidabilità dei sistemi di ricarica. Pianifico attentamente il viaggio, scegliendo in anticipo le soste con app apposite (ABRP, Chargemap...). Installo tutte le possibili app di ricarica visto che in ogni zona c’è un provider diverso e molti non permettono di pagare in loco con carta. Vi allego lo screen delle app che ho dovuto usare per il mio ultimo viaggio dall’Emilia Romagna alla Basilicata e ritorno, pensando così di non incontrare problemi.

bello viaggiare elettricoTroppo spesso devi allungare il percorso perché la colonnina non funziona, possibile?

E invece i problemi arrivano, eccome. Sarò stato sfortunato io, ma mi è capitato raramente di riuscire ad arrivare senza incontrare almeno una colonnina fuori servizio. Con problemi di bloccaggio del connettore, non ancora allacciata o comunque non funzionante per qualche oscura ragione. Per chiarezza, tutte colonnine segnalate come attive e funzionanti sulle app dei fornitori. I servizi di assistenza sono gentilissimi e solerti, ma comunque non possono farci niente quando ti trovi nel mezzo del nulla col 20% di batteria e una colonnina inutilizzabile. In questi casi al tempo perso per cercare di far funzionare la ricarica si aggiunge la deviazione necessaria per raggiungere un punto di ricarica alternativo (magari anche più lento). E tornare sul percorso: si finisce per perdere anche 1-2 ore per quella che sarebbe dovuta essere una ricarica di 20 minuti. L’elettrica sarà davvero un mezzo adatto ai lunghi viaggi solo quando l’affidabilità della ricarica sarà radicalmente migliorata. Visti i costi schizzati ormai fuori mercato, è  doveroso per i provider fare qualcosa per migliorare questo aspetto. Giulio Libertini
bello viaggiare elettrico
La situazione della ricarica in Italia al 30 giugno nel grafico di Motus-e: le colonnine ormai ci sono, ma vanno fatte funzionare.

Le colonnine ora ci sono, ma serve più manutenzione

Risposta. Giulio ha centrato il punto: non è vero che ci sono poche colonnine, come sostengono i detrattori della mobilità elettrica. È che ci sono troppe ricariche non funzionanti o, peggio, da mesi e mesi in attesa di essere attivate. Ed è su questo, oltre che sulle nuove installazioni, che dovrebbe concentrarsi lo sforzo delle aziende del settore. La manutenzione dev’essere più tempestiva, per garantire un vero servizio, al di là dell’enunciare il numero dei punti di ricarica. Quanto alle app di cui bisogna dotarsi, a noi non sembra che occorre scaricarne un numero infinito. Ormai tra i principali marchi esistono accordi di interoperabilità, che consentono di accedere alla stragrande maggioranza delle colonnine presenti in Italia. Ma occorre semplificare ancora. Il traguardo finale sarà il plug&charge esteso a tutta la rete, con il connettore che “riconosce” il bocchettone dell’auto e autorizza l’operazione senza app né tessera. Per ora è una realtà solo per le Tesla nei Supercharger e per alcune auto del gruppo VW nelle Ionity.

  • L’energia per la nostra auto elettrica? Non più di 3-4 cicli di lavatrice… Il NUOVO VIDEO di Paolo Mariano

Apri commenti

58 COMMENTI

  1. in Italia ci sono state non più di 40000 stazioni di servizio per i veicoli ICE e ridotte oggi a meno di 20000 senza alcuna difficoltà per gli utenti dei 34 milioni di auto e ad altri 3 milioni circa di autocarri ed autobus. Ora se abbiamo, come leggo, 45000 punti di ricarica per veicoli elettrici mi chiedo come è possibile che esistono tutte queste difficoltà per una ricarica in elettrico ??? Non riesco ad immaginare quale casino è alla base di questa nuova attività con risvolti ampiamente positivi da qualsiasi punto di vista.

  2. Ma fatemi il piacere, dove sono le colonnine al estero. Questa estate ho viaggiato in slovenia, dove qualche colonnina in autostrada c’è, in Ungheria scarseggiano, è in Romania non ci sono proprio. Come farei se avessi una macchina elettrica da quelle parti. Infati non si vedono tante elettriche in girò. Perciò finché non ci sarà tutta Europa preparata per elettrico io rimango al mio diesel, dove il gasolio li arriva a 1,45 euro.

    • Hai provato a vedere su Nextcharge quante sono ?
      Certo non sono come in Italia ma stanno crescendo .

    • Daniel fai lo stesso errore di molti. Pensi di vederle come fossero distributori.
      Apri un’app come nextcharge e scoprirai che ce ne sono molte e che anzi in Romania ce ne sono molte di più che in Slovenia, l’opposto della tua “sensazione”.

      Ma è normale. Non sono segnalate visivamente. Sono piccole, passano inosservate.
      Quando hai una BEV ci pensa il navigatore a trovarle, tranquillo.
      Facendo quei percorsi è quasi più difficile fare benzina tra self non nella tua lingua e la speranza che la CC funzioni, magari quando il distributore è chiuso.

      Il diesel lasciamolo ai trattori e ai camion.

        • Per il meno possibile compatibilmente con la tecnologia esistente, mi auguro.
          I mezzi leggeri sono i più semplici da sostituire. I mezzi pesanti a lunga percorrenza o ad alta potenza sono i meno semplici.
          E poi ci sono gli aerei che fanno storia a parte.

          Ormai, parlo per la mia zona di PR-RE, sempre più corrieri (oltre ad amazon) stanno passando a furgoni EV. Le lunghe tratte si stanno sperimentando in scandinavia e vedremo i risultati. Di sicuro con qualche correzione ci saremo anche con quelli.

          Quando tutto sarà fatto, resterà la questione fondamentale: Riace. Perchè se non avranno smesso con i contanti dovremo fermare la transizione a livello mondiale. 🙁

          • -resterà la questione fondamentale: Riace.-

            Del resto si sa che la conducibilità elettrica del bronzo non è eccezionale.

  3. Sono appena tornato da una vacanza in Calabria dal Piemonte 2800km totale 90% autostrada. Ho solo usato colonnine da 300kw, e ho sempre trovato almeno una colonnina libera di Ewiva, Enelx, Be Charge, Freetox. Nessun problema riscontrato. Forse tutti quelli che si lamentano dovrebbero cercare una colonnina a Lourdes.

  4. In Inghilterra secondo un’inchiesta recente il 43% delle colonnine situate nei supermercati non funziona. 43%. Inghilterra, paese dove le elettriche si vendono come il pane e dove lo stop alle auto elettriche è previsto per il 2030.

    Sarebbe opportuno modificare il termine ansia da autonomia in ansia da ricarica. Perché il problema è ricaricare. A far piangere non è solo lo stato delle colonnine AC ma anche quelle DC e questo problema è presente in tutto il mondo.

    Visto il costo delle colonnine DC e visto che queste troppo spesso sono fuori uso (eccezion fatta per Tesla che vanta un uptime superiore al 99%), come si può immaginare che le più economiche e meno affidabili colonnine AC possano offrire un servizio affidabile? Buona fortuna ai sostenitori del modello “diffuso” di ricariche AC, spero che le loro preghiere saranno ascoltate e che le colonnine magicamente inizino a funzionare (e magari subiscano anche un sostanzioso aggiornamento hardware per supportare sia il plug&charge che i pagamenti con carta), sperando anche che i loro stalli non siano inaccessibili per sagre o altro tipo di occupazione abusiva. Io penso invece che il modello che funziona è quello che ha messo su Tesla con la sua rete di supercharger (per chi non lo sapesse, pare che i supercharger V4 supporteranno oltre alle ricariche fino a oltre 600 kW anche il pagamento con pos e ci sono già i primi video in rete – https://twitter.com/electricfelix/status/1695018782580707441 ), con relativamente poche sedi dove ci sono stazioni per ricariche veloci e a prezzi ragionevoli facili da manutenere. Raggiungere lo stesso livello di qualità su una rete diffusa di colonnine AC è una sfida impegnativa, buona fortuna.

  5. Ma fatemi capire una cosa, Tesla ha messo in piedi una rete di supercharger dal nulla e funzionano sempre, niente tessera, niente card. Lo ha fatto utilizzando la stessa rete elettrica nazionale degli altri operatori che in teoria dovrebbero essere molto più esperti in materia di distribuzione energia elettrica rispetto ad una casa costruttrice di automobili. Perché una funziona e l’altra no? Cosa c’è che non va? Non ho mai sentito di una colonnina Tesla in attesa da anni di essere collegata alla rete. Fortuna? Cosa?

    • Sposterei il focus, più che altro, sulla manutenzione.
      Al di là del Plug&Charge che è comodissimo, ma non è la panacea, in fondo sostituisce solo una tessera o un’APP, è il fatto di avere la situazione in tempo reale… reale (compreso il sapere se c’è uno stallo fuori servizio, cosa che succede) e il fatto che un guasto rimane tale per pochissimi giorni (se non addirittura risolto il giorno stesso). E’ qui la differenza grossa.
      Che le colonnine Tesla non rimangano in attesa per anni di essere collegate è già più comprensibile, nel senso che in Tesla fanno il contrario, si muovono dopo che il gestore locale ha portato il cavo, poi arrivano loro.
      Ma vedere sull’APP (ora accessibile a chiunque) che ci sono X su Y stalli liberi, aggiornato in tempo reale (ho visto il valore sull’APP cambiare entro 10 secondi dopo che viene staccato o attaccato il cavo) e indicato chiaramente lo/gli stalli fuori servizio (“3A fuori servizio”) il plus. E, ovviamente, che qualcuno intervenga per ripristinare la situazione in tempi “tecnici” e non in tempi “geologici”.
      La cosa triste non è che in Tesla siano più bravi: ti danno semplicemente quello che ti aspetteresti, l’ordinario. Sono tutti gli altri che invece…
      (a parte il fatto che la tariffa, che è pay per use per definizione e non è un abbonamento, è 0,44€ circa: eppure non sono in perdita, la divisione Supercharger è in utile e stime indicano che entro il 2030 potrebbe rappresentare dal 3% al 6% dei ricavi del gruppo Tesla!! )

      • Guido, visto che conosci il mondo Tesla, non mi è chiaro come mai i SC Tesla installati 2 mesi fa in un centro commerciale di Teramo ancora non sono attive.
        Hai idea quanto tempo passi (in media) dal termine lavori alla l’ora abilitazione?

        • Sul sito Teslari ci sono varie testimonianze, relative alle nuove aperture. Raramente passa più di qualche mese, spesso si parla di poche settimane da quando posano gli stalli. Sicuramente un intoppo burocratico.

        • Bob ma parli del gran sasso? E’ un’ottima location! Ci speravo molto ci pensassero. Anche se strategicamente avrebbe avuto più senso Giulianova secondo me. Copre due autostrade, ha di sicuro tanto spazio per farlo, è chiave per varie destinazioni anche nel territorio…

          Ma è corretto un SuC vicino al tunnel. Innegabile.
          Dove l’han piazzato? Nel parcheggio coperto o fuori?

      • Guido mi ha detto un amico che produce colonnine ac e dc che lui (ma praticamente quasi tutti e lui è uno piccolo) forniscono le colonnine con il completo controllo remoto. In ogni istante si sa se la colonnina funziona o sta ricaricando. Se ci pensi è semplice: se la colonnina invia occupied al server è occupata/in ricarica; se invia ready è attiva e funzionante, libera; se invia errore c’è un errore; se non invia nulla è altamente probabile che ci sia un disservizio (perdita connessione dati, blocco, etc). E mi ha detto che il suo network fornisce dati molto affidabili. Mi ha anche detto che il grosso dei problemi è dovuto a perdita di connessione rete. Sul perché poi questi dati non vengono riportati anche nelle app ufficiali è un “””mistero””””: probabilmente una giungla di fornitori, bug a destra e manca e forse anche la volontà di non dare visibilità dell’enorme mole di colonnine in blocco in attesa di essere riparate. Sai com’è, non ci si fa un figurone …

        • Sì, il protocollo (uno dei soliti IEC qualcosa che non ricordo) prevede un miliardo di dati e il problema è analogo a quello delle leggi italiane che rimangono inapplicate per mancanza del regolamento attuativo: il fatto che esista un protocollo non significa affatto che venga utilizzato in tutte o almeno in parte delle sue potenzialità. Tipo il fatto che lo stallo non è funzionante…
          Per essere segnalato sulla mappa Tesla, ad esempio, un punto di ricarica (ovviamente non Supercharger) deve avere:
          – almeno un connettore compatibile
          – usato da un utente Tesla almeno una volta ogni 4 giorni
          – avere una percentuale di successo ricarica (che non si arresti o che non parta nemmeno) superiore al 90%

          Se non vengono rispettate queste condizioni, non viene nemmeno visualizzato sulla mappa.
          Chiaro che questo meccanismo è autopenalizzante, perchè se non lo mostri sarà difficile che una Tesla ricarichi almeno ogni 4 giorni lì…
          Però rende l’idea di cosa si intenda per “funzionante”.

    • Mission, secondo me la differenza sostanziale la fa la mission.
      Qualcuno sa dirmi la mission di EnelX? Se ce l’hanno è probabile che venga cambiata ad ogni cambio di governo.

  6. Buongiorno. Viaggio da qualche mese con una vettura ‘Full Hybrid’ ed al momento sono ben contento della scelta. Vedo al momento una criticità, più di altre, per la scelta ‘Full Electric’: il prezzo dell’auto. E per il futuro un rischio legato alle colonnine. Se si arriva per primo con la colonnina libera (e funzionante), il tempo per la ricarica è sufficentemente agevole, ma se c’è già qualcuno che occupa legalmente lo stallo, i tempi si dilatano. Purtroppo ci sono anche i menefreghisti che con auto a motore termico, occupano il posto illegalmente.

    • Guardi che di colonnina di solito ce n’è ben più di una! E generalmente si può sapere se è libera ed eventualmente anche prenotarle per un breve periodo.
      Ma se ha appena preso una Fake Hybrid per qualche anno non ci deve pensare.

  7. Con Tesla tutti quei problemi sono azzerati, ti dice dove fermarti al supercharger, quanto caricare e quando arrivi al 99,9% dei casi la colonnina è libera, colleghi senza card, senza tessere o up strane carichi super rapido e te ne vai…. alla fine oggi una model3 costa anche meno di tante altre auto elettriche

    • Ma se a qualcuno non piacesse Tesla? A me, per esempio, non piace per niente il design ma mi piacciono di più altre macchine, dovrei comunque prendere Tesla solo per i supercharger?
      Non sto criticando te in particolare, ma è un discorso generico.

      • Se non ti piace Tesla prendi un’altra auto. E ti adegui. Anzi se prendi auto con architettura a 800V (Hyunadi/Kia ecc) carichi anche più velocemente di Tesla e sono davvero belle, vanno molto bene e hanno il navigatore che un po’ ti consiglia. Ma in quel caso hai Android Auto e quindi hai il fantastico ABRP che è persino meglio del navigatore Tesla in molti casi.
        Oppure cerca auto con Android Automotive. In quel caso l’integrazione con Maps è a livello di auto e la pianificazione è davvero comoda. Su Polestar per esempio la stima consumi è anche molto veritiera. (non consiglio Polestar per altri problemi ma esula dal discorso)
        Lo dico che possessore Tesla. E non concordo con il commento originale di Giuseppe. Tesla non è meglio “a prescindere”. Io ho trovato SuC pieni e con anche limitazione di carica proprio perchè pieni.
        Tesla la consiglio a tutti perchè mi ci trovo benissimo. Ma non risolve magicamente tutti i problemi e non è l’auto per tutti o tantomeno l’auto “perfetta”.

        • Infatti io avrei puntato alla Kia e-niro, però non ricarica a 800V. Cambierei macchina tra un paio di anni, quindi non c’è problema, e non penso che mi farò tanti problemi per quando viaggerò, anche perché per gli altri giorni ho già la colonnina a casa avendo già una EV in famiglia

          • E quante colonnine trovi a 800 volt ?
            Io ho una e Niro e carico in box o in AC forse 2 volte in DC in 38 Milà km .
            Trove che insieme a Tesla e Hiunday sia la più efficiente , unico problema usura pneumatici anteriori

          • Daniele, tutte quelle in autostrada (ftx), le Ionity e tutte le alpitronic 300+kW

            Oltre una certa soglia ti serve aumentare la tensione o l’utente non sposta il cavo 🙂

      • E aggiungi che i SC Tesla non è che siano poi così capillarmente diffusi – i due più vicini a casa mia (una cittadina in provincia di Modena) sono a Mantova (48 km) e Parma (47 km) – confrontati con le decine di colonnine sparse per la mia cittadina.
        Se uno si imbatte in un SC viaggiando (a parte che sono tutti fuori dalle autostrade) o ci abita davvero vicinissimo è un conto, altrimenti…

        • A Modena ce ne sono ben 2 di Tesla Supercharger, Campogalliano e Cartiera (Modena sud). Io mi ci fermo, comodi e come sempre affidabili e prestazionali.

      • No adesso si può anche caricare ai superchargers Tesla con veicoli diversi da Tesla .

  8. Beh insomma, io non dico niente di mio perché poi mi si da del troll ma mi limito a riportare quello che dice questo articolo (faccio semplicemente copia e incolla):
    “Premetto che amo viaggiare in elettrico”
    “In questi casi al tempo perso per cercare di far funzionare la ricarica si aggiunge la deviazione necessaria per raggiungere un punto di ricarica alternativo (magari anche più lento). E tornare sul percorso: si finisce per perdere anche 1-2 ore per quella che sarebbe dovuta essere una ricarica di 20 minuti”.
    Devo dire che a me risulta molto difficile capire come una persona possa fare queste due affermazioni, cioè che adori una auto che lo fa impazzire a cercare le colonnine funzionanti.

    • Beh senza andare troppo lontano anche gli automobilisti termici si lamentano dell’aumento dei costi del carburante, dei costi dei tagliandi, del fatto che non si trovano parcheggi al punto da usare gli stalli dedicati alla ricarica delle elttriche. In questo momento in Piemonte si stanno lamentando che sui diesel euro 4 ci saranno pesanti limitazioni di circolazione per tutta la stagione invernale: sia chiaro il problema è del governatore Cirio, mica del fatto che le auto che hanno acquistato emettono più schifezze di quanto i produttori avevano dichiarato, e la colla non è neppure loro che hanno rimappato la centralina per avere più cavalli mandando a ramengo le emissioni.
      Personalmente preferisco un’auto che va benissimo 360 giorni e 5 quando vado in zone poco servite sbattermi un po’ di più per ricaricare anziché avere un’auto che ogni volta che l’accendo devo respirarmi particolato e NOx al punto che ne sento perfino la puzza e subire limiti di circolazione nelle ZTL e che non posso ricaricare quando la parcheggio ma devo passare appositamente ad un distributore.
      Ognuno ha le proprie priorità, insomma. A me sembra che la gente si sia abituata ai difetti dei catorci che guida.

      • Allo stesso di come dici giustamente tu, che problemi ci sarebbero a parcheggiare un Euro 6d diesel fuori dalla Ztl e poi camminare? Che poi ci siano Euro 2 diesel che non hanno mai fatto il tagliando ed emettono fumi blu è un’altra questione, ma nell’articolo il lettore si lamenta del fatto che guidare ormai è asservito alla tecnologia. Di fatti non una tecnologia che aiuta ma che crea problemi. Io non penso questo anche se non guido elettrico, ritengo lo si possa guidare senza grandi problemi

    • Una curiosità: il tuo primo cellulare è stato uno smartphone di ultima generazione? Credo di no. Ma se fosse per te saremmo ancora ai telefoni fissi. Te ne rendi conto? Prova a rifletterci.

    • Hai presente quelli che andavano a metano o a GPL un paio di decenni fa?
      Ecco, la rete di ricarica elettrica è in una fase pionieristica simile, con l’enorme attenuante che è sicuramente in fase di sviluppo (a fine giugno 2023 le colonnine installate erano oltre 45.000), mentre i distributori di carburanti sono casomai in fase di calo.

    • Forse perchè il problema di cercare colonnine capita due giorni all’anno quando fa il viaggio in Basilicata, per 363 giorni non perde nemmeno 5 minuti a settimana per fare benzina ma 5 secondi per attaccare la spina quando arriva a casa.

    • Tempo perso per cercare di fare partire la ricarica: zero, passo la card, collego il cavo alla macchina e la ricarica parte. Fine.

      Perdere 1 o 2 ore per cercare la colonnina dove si ricarica per 20 min? Guardi che non deve mica cercare un ago in un pagliaio.
      1) ci sono le app che guidano fino alla colonnina.
      2) quando viaggio uso le colonnine in autostrada, FreeToX, così mi fermo in AdS e non devo nemmeno uscire.
      3) Usare app come ABRP, tre che navigare fino alla colonnina, nel caso di FreeToX e Ionity danno anche l’occupazione in tempo reale.

      L’ansia da ricarica logora solo chi la EV non la ha e chi non l’ha mai provata.

    • /// a me risulta molto difficile capire come una persona possa fare queste due affermazioni, cioè che adori una auto che lo fa impazzire a cercare le colonnine funzionanti \\\ A dire il vero le due affermazioni non sono cosí collegate fra loro, leggendo con attenzione si capisce che apprezza l’elettrico perché “l’esperienza di guida è rilassante” (escludendo il capitolo ricariche dove la musica cambia e non di poco..)

  9. Non viaggio elettrico perché per me non va bene, pur avendo comodità di ricarica. La mia considerazione è generale. Infatti non è tanto importante aumentare l’autonomia delle auto ma la CERTEZZA di poter ricaricare. Sono anche convinto che bisognerebbe studiare un “qualcosa” che potesse dare ulteriori 30..50 km a chi proprio non riesce ad avere corrente…magari sacrificando un po’ di spazio/batteria… un sistema da usare SOLO in caso di estrema necessità… Credo che questo risolverebbe molte ansie… Ma non avendo elettrica.. Non so…

    • Tutte le auto elettriche hanno un buffer che consente ancora di percorrere alcuni chilometri quando gli strumenti di bordo danno la batteria a zero. E prima di arrivarci, il sistema va automaticamente in modalità “save” che ha consumi insignificanti.

      • Grazie della spiegazione… io credo che il “qualcosa” che intendevo non deve essere un automatismo che prolunga la carica ma un “paracadute” da avviare a cura del guidatore, sul quale normalmente non dovrebbe far conto ma… C’è… E qui mi fermo. Saluti.

        • Scusi ma… il problema è esclusivamente mentale.
          Un uso corretto delle cose prescinde da tutto il resto, vogliamo parlare di chi usa l’auto per tragitti che potrebbe tranquillamente fare a piedi?

    • Non sono sicuro di aver capito: le auto danno già indicazione di percentuale residua, stima km residui, molte hanno sistemi di navigazione che mostrano le colonnine a cui fermarsi…

      • Forse non mi sono spiegato. So bene che ci sono le indicazioni ma dopo aver usato l’80% raggiungo una colonnina : occupata… La seguente guasta… Comincio ad essere preoccupato… Prosciugo l’energia rimasta tranquillo che se PROPRIO.. PROPRIO sono nella m. posso ricorrere alla scorta… A me farebbe passare l’ansia… Per altri sono sciocchezze, ma è un motivo per me e per molti per non….

        • Non si preoccupi, si è spiegato bene ed è in netta maggioranza.
          Come ha scritto, lei “non viaggia elettrico” ed ha sostanzialmente paura di ciò che non conosce.
          In realtà non ci si riduce all’ultimo per accumulare energia ma riconosco che la formazione necessaria al cambio di tecnologia non è scontata. Siamo qui apposta

        • Mah, visto che in molti si viaggia in auto elettrica, e che le lamentele sono sul fatto che sia fastidioso trovare colonnine occupate abusivamente o non funzionanti ma poi alla fine di rimasti a piedi non mi pare di averne letti tanti… forse nessuno… d’accordo l’ansia ma è come quelli che hanno paura di volare e poi si fanno 1000 km in auto rischiando almeno dieci volte di più di rimanerci.
          Le fobie vanno curate dagli psicologi e dagli psichiatri, certamente non dagli ingegneri.

        • Allora, non trovo differenza con una ICE quando mi trovo in rosso e non c’è un distributore di carburanti nelle vicinanza.
          Quando capita, o ci si fa portare una tanica di carburante (per le elettriche una ricarica e ci sono i servizi) oppure come in molti fanno su ICE e BEV si chiama il carroattrezzi compreso nell’assicurazione (come faccio io, ICE e BEV di proprietà).
          Se così non fosse dovrei avere l’ansia d’autonomia anche con la mia ICE e questo non capita.
          Ma queste sono opinioni.
          A mio avviso in molti hanno paura del cambiamento e di adattarsi alle nuove situazioni. Come informatico il mio lavoro mi porta a cambiamenti molto frequenti e pertanto l’ansia non me la posso permettere ne consegue che con lo stessa forma mentis non mi sono posto problemi a passare alla mobilità elettrica.

        • L’indicatore della riserva.. di idee strampalate ne leggiamo tante e questa non è da meno.
          Che differenza c’è tra considerare il 10% come “riserva” e sapere di avere il 10% e arrivare a zero SAPENDO di avere un altro X%?
          Viaggi con la consapevolezza di avere il 100+X%.
          Non cambia un fico secco.

          Matematica creativa.
          Ma del resto “Non viaggio elettrico perché per me non va bene” si commenta da sola. 🙂

        • Trova una presa elettrica (ha presente? ce ne sono un centinaio in ogni abitazione) e collega il carchino d’emegenza. Solo mio figlio era più noioso, ma quando era all’asilio.

        • Carlo, guardi che, dopo aver usato l’80%, lei rimane ancora con il 20%, che anche nella più scarsa BEV significa decine e decine di km (nella mia Zoe almeno un centinaio).
          Si calmi, faccia un bel respiro (o anche tre o quattro), apra Google Maps (questa app ce l’abbiamo tutti, ma proprio tutti!) e, anche se lei non ha ancora un’auto elettrica, cerchi “stazione di ricarica veicoli elettrici”: vedrà che nelle decide e decine di km a sua disposizione ci sono centinaia di colonnine. Va bene le leggi di Murphy, ma santiddio…

          • Meglio di Google Maps esiste ChargeFinder, app INDISPENSABILE per gli elettroautomobilisti, trova praticamente tutte le colonnine dei brand più disparati.

Rispondi