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Se la BBC fa le pulci alla Leaf per consumi e ricarica

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Il solito problema: l’autonomia canaglia

Sull’autonomia dichiarata ci sentiamo di assolvere la Casa giapponese. I costruttori non possono che dichiarare quanto risulta dai test di omologazione, effettuati in laboratorio a velocità che spesso non corrispondono a quelle della vita reale. Il problema non riguarda solo le macchine elettriche: anche i veicoli a benzina e gasolio da anni dichiarano percorrenze irrealistiche. Con conseguenti polemiche e poteste, che hanno portato a un irrigidimento dei test. Ce ne siamo occupati in un articolo intitolato non a caso “Autonomia canaglia“, in cui si parlava anche della Leaf. Si è passati dal super-ottimistico standard NEDC (che alla Nissan assegnava addirittura 378 km) al più severo WLTP (che invece la accredita di 270 km). La durata della prova è diventata di mezz’ora, i km sono diventati 23,25, i cicli sono quattro di cui due fuori città e la velocità media è salita a 46,5 km/h, con puntate fino a 131. Ma è chiaro che nella vita reale si può andare più forte (le velocità da autostrada penalizzano molto le elettriche). E si sa anche anche in inverno le batterie hanno una resa minore. Tutto questo può sconcertare un automobilista, soprattutto se poco informato. Ma la Nissan non può che dichiarare un dato ufficiale, di omologazione, come peraltro fanno tutti i concorrenti. Quel che può fare in più è mettere bene in risalto le criticità di cui sopra, che possono incidere pesantemente sui consumi. Ergo: se anche la Advertising Standards Authority britannica, l’ente che verifica la correttezza della pubblicità, aprirà un’indagine top il servizio della BBC, difficile immaginare conseguenze.

La seconda ricarica, ecco il problema

Diverso è il tema della ricarica, su cui non esiste uno standard ufficiale. E l’accusa ripresa dalla BBC è che la Leaf impiegherebbe fino a 2 ore e mezza per ricaricare all’80%, invece che nei 60 minuti indicati da Nissan. Questa sosta forzata riguarderebbe chi si trova a dover ricaricare durante un viaggio, dopo un primo rifornimento effettuato alla partenza. Laseconda sosta, con colonnine fast ad alto voltaggio, richiederebbe appunto più del doppio della prima. Un ritardo imprevisto e sgradito nella tabella di marcia di un viaggio. Nissan però minimizza, ricordando appunto che i 60 minuti di durata riguardano una sola carica al giorno: ‎”La temperatura-ambiente esterna, il tipo di guida che si è tenuta in precedenza e la temperatura raggiunta dalle batterie, sono tutti elementi che possono influire sulla durata della ricarica,” sostiene Gareth Dunsmore, direttore dei veicoli elettrici di Nissan Europa.‎ Per quale motivo? Perché la batteria stessa potrebbe allungare i tempi di ricarica per preservare la propria longevità ed evitare problemi da surriscaldamento. A volte poi il problema potrebbe dipendere dalla colonnina. E in ogni caso, secondo Dunsmore, “tutto è chiaramente spiegato nel manuale d’uso dell’automobile“.

IL NOSTRO PARERE. Su questo secondo punto non ci sentiamo di assolvere completamente Nissan. Se davvero si vuole che i veicoli elettrici diventino di massa, non si può pretendere che gli automobilisti diventino esperti di batterie. Questi concetti vanno spiegati in modo chiaro, mettendo in guardia sulle criticità e sulle differenze rispetto ai motori tradizionali. All’elettrico, come a tutte le nuove tecnologie, non si perdona nulla. E i social amplificano i problemi che via via si manifestano. Meglio mettere le carte in tavola e perdere qualche cliente oggi, piuttosto che spaventarne tanti domani.

 

 

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