Il solito problema: l’autonomia canaglia

La seconda ricarica, ecco il problema
Diverso è il tema della ricarica, su cui non esiste uno standard ufficiale. E l’accusa ripresa dalla BBC è che la Leaf impiegherebbe fino a 2 ore e mezza per ricaricare all’80%, invece che nei 60 minuti indicati da Nissan. Questa sosta forzata riguarderebbe chi si trova a dover ricaricare durante un viaggio, dopo un primo rifornimento effettuato alla partenza. Laseconda sosta, con colonnine fast ad alto voltaggio, richiederebbe appunto più del doppio della prima. Un ritardo imprevisto e sgradito nella tabella di marcia di un viaggio. Nissan però minimizza, ricordando appunto che i 60 minuti di durata riguardano una sola carica al giorno: ”La temperatura-ambiente esterna, il tipo di guida che si è tenuta in precedenza e la temperatura raggiunta dalle batterie, sono tutti elementi che possono influire sulla durata della ricarica,” sostiene Gareth Dunsmore, direttore dei veicoli elettrici di Nissan Europa. Per quale motivo? Perché la batteria stessa potrebbe allungare i tempi di ricarica per preservare la propria longevità ed evitare problemi da surriscaldamento. A volte poi il problema potrebbe dipendere dalla colonnina. E in ogni caso, secondo Dunsmore, “tutto è chiaramente spiegato nel manuale d’uso dell’automobile“.
IL NOSTRO PARERE. Su questo secondo punto non ci sentiamo di assolvere completamente Nissan. Se davvero si vuole che i veicoli elettrici diventino di massa, non si può pretendere che gli automobilisti diventino esperti di batterie. Questi concetti vanno spiegati in modo chiaro, mettendo in guardia sulle criticità e sulle differenze rispetto ai motori tradizionali. All’elettrico, come a tutte le nuove tecnologie, non si perdona nulla. E i social amplificano i problemi che via via si manifestano. Meglio mettere le carte in tavola e perdere qualche cliente oggi, piuttosto che spaventarne tanti domani.
segnalo un refuso: “Con conseguenti polemiche e poteste, che hanno portato a un irrigidimento dei test.”
Grazie, correggiamo