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Rinnovabili: le batterie mandano in pensione le centrali a gas

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Petrolio e gas sempre più centrali nella strategia di Shell con il nuovo CEO. (foto: Shell Media).

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Webinar

Negli Usa saranno le batterie e consentire lo sviluppo delle rinnovabili, stabilizzando la rete e mandando fuori mercato gli impianti a ciclo combinato

Arriva dagli Stati Uniti la nuova lezione sulla transizione energetica e, in particolare, sullo sviluppo delle rinnovabili. Le grandi batterie stanno mandando in fuorigioco le centrali a gas. Saranno i sistemi di accumulo, dalle dimensioni minime di un container, a garantire la stabilità della rete di fronte alla crescita esponenziale di eolico e solare.

Secondo le ultime previsioni della Iea, l’Agenzia internazionale per l’energia, la capacità delle grandi batterie è destinata a crescere nel 2024 del 23% rispetto all’anno precedente. Un salto notevole, visto che solo nel 2020, la crescita nei dodici mesi era stata solo dell’1%. Contemporaneamente, la quota aggiuntiva nel mix energetico dei combustibili fossili sarà limitata a  un +4%.

Secondo altri dati raccolti dal Berkeley Lab, centro studi del Dipartimento dell’Energia presso il campus californiano, nel 2024 due terzi della produzione aggiuntiva di energia sarà garantita da progetti di batterie “autonome” o da impianti di rinnovabili e batterie già collegate. Il contributo aggiuntivo del gas, invece, sarà solo del 4%.

Servono più batterie per sostenere lo sviluppo delle rinnovabili e la tenuta delle reti elettriche

Ma di cosa stiamo parlando esattamente e perché è così fondamentale? Per loro definizione le rinnovabili sono intermittenti: la produzione del solare si ferma quando cala il buio e la produzione eolica crolla quando cala il vento.

Per cui servono fonti alternative per stabilizzare le reti elettriche, entrando velocemente in azione al posto delle rinnovabili e scongiurare cali di tensione che potrebbero provocare black out. Finora il compito era toccato alle centrali a gas, ma da ora in avanti il testimone verrà preso dalle batterie.

batterie rinnovabili
Il presidente Joe Biden

La crescita di batterie e rinnovabili è frutto dell’Inflation Reduction Act

Il boom delle batterie per sostenere lo sviluppo delle rinnovabili è dovuto in buona parte all’Ira, l’Inflaction Reduction Act, il piano dell’amministrazione Biden in favore della transizione. Le batterie, così finanziate da fondi pubblici, hanno un duplice scopo. Da un lato, consentono di immagazzinare energia da rilasciare quando la domanda supera l’offerta e dall’altro mandano in fuorigioco l’energia da fondi fossili, contribuendo alla decarbonizzazione.

In questo modo, la maggiore disponibilità di elettricità prodotta da fonti rinnovabili consentirà di sostenere lo sviluppo dell’elettrificazione dell’economia dei prossimi anni. Dai veicoli elettrici alle pompe di calore, la domanda di energia è destinata a crescere come non accadeva da anni.

Come ha raccontato di recente il New York Times in un lungo reportage, le maxi batterie si candidano a cambiare radicalmente il settore del solare negli Usa. Negli ultimi tre anni, la capacità di stoccaggio è aumentate di dieci volte, con una crescita che si concentra in particolare in Arizona, California e Texas. La California è il paese che ha installato, in termini di capacità, più batterie di ogni altro Paese al mondo a parte la Cina.

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38 COMMENTI

  1. Il nucleare (a fissione) è morto da un punto di vista di investimenti.
    Basta guardare l andamento della produzione annua.

    Perche ?
    Principalmente per motivi di costo.
    Nonostante le balle che propinano per propaganda (“investiamo in nucleare così abbassiamo le bollette’), il nucleare come costa al kWh costa fino a 6x il costo da energia rinnovabile.

    Cosa vuol dire ?
    Che ti vendono il nucleare a basso costo per mettere le mani su una bella montagna di soldi che possono girare a chi vogliono (come stanno facendo con il ponte sullo stretto, con affidamento secretati).

    E i costi te li trovi o in bolletta o in debito pubblico (magari tagliando ulteriormente la sanità pubblica, giusto per mettere la ciliegina sulla torta)

  2. Ottima l’osservazione di Damiano! Non esistono solo le batterie! A parte il fatto che dovremo impegnarci, in Italia ed in Europa, nella ricerca per trovare nuovi tipi di batterie che non utilizzano litio, esistono tecnologie molto più economiche delle batterie, a cominciare dai pompaggi e gli accumuli termici (medio termine), come spiegato egregiamente in questo webinar di Luigi Moccia, in cui evidenzia:
    -l’importanza di uno sviluppo equilibrato, a livello territoriale, tra eolico e fotovoltaico
    -la necessità di adeguare la rete elettrica, cosa che sta già avvenendo
    -l’esistenza di forme di accumulo più economiche e con tecnologie già mature
    Inoltre il parco auto elettrico, fornirà una base più che sufficiente per garantire la stabilità della rete a livello giornaliero, attraverso il V2G ed il V2H, tecnologie allo stato sperimentale, ma che tra qualche anno saranno mature. Ben venga anche l’Energy Dome, che non conosco, ma sicuramente le tecnologie non mancano, ed il ricorso alle batterie dovrebbe essere minimo.
    Ecco il link al webinar che sfata molti falsi miti sulle energie rinnovabili.
    https://www.youtube.com/watch?v=FLEi8vylkr8

    Cosa ne pensate?

    • Grazie, bel video (60 minuti).. parte come una lezione universitaria, con i calcoli di irraggiamento, ma poi diventa anche narrazione avvincente

      > calcoli di irraggiamento globale sole e vento
      > conversione dell’uso di energia primaria in energia elettrica
      > ACCUMULI TERMICI
      > batterie a flusso (ma nel 2023-2024 le LFP sono scese di prezzo)

      > INTERCONNESSIONE
      notevole lo studio quantitativo sull’interconnessione di eolico, solare, idroelettico tra diversi paesei europei, per bilanciare i carichi anche con minime quantità di accumuli, abbassando i costi di sistema; un po’ sta già succedendo

      > POMPAGGI IDROELETTRICI – costo di stoccaggio molto basso

      sistemi di pompaggio idroelettrici (PI ) su bacini d’acqua artificiali ( anche bacini per irrigazione agricoltura) o naturali; ne abbiamo già molti ma se ne parla poco

      abbiamo già sistemi PI per 53 GWh, più altri 8,5 GWh in preparazione in Campania entro il 2030, mi pare per iniziativa di investitori privati; stoccare 1kwh costerà 0,7 centesimi di euro, contro ad es. 4-8 cents di un sistema a batterie LPF
      https://www.quotidianodelsud.it/laltravoce-dellitalia/benevento/cronache/territorio-e-ambiente/2024/04/17/centrale-di-campolattaro-il-progetto-di-sviluppo-sostenibile-nel-dettaglio

      usando bacini idrici già esistenti, aggiungendo la condotte (spesso sotterrrane, invisibili) con pompe elettriche potremmo arrivare a 150 GWh, a costi che sono una frazione di quelli per le batterie, comunque da poco divenute competitive

      mentre aggiungendo altri bacini nei siti adatti, la capacità installabile diventerebbe esuberante (capacità x110 volte il necessario ); lo studio autraliano citato nel video, ha poi generato una mappa interattiva on-line, il link per accedere è in questa pagina: https://re100.eng.anu.edu.au/global/

      come minimo da noi, al 2030 ci saranno +73 GWh aggiuntivi di accumuli di rete (probabilmente più batterie che PI) in quanto già previsti da Terna e con finanziamenti approvati, farà aste competitive per assegnarli

  3. Fanno davvero ridere gli “haters” delle rinnovabili , scrivono commenti spacciandosi per esperti, ma in realtà sembrano più un mix tra esperto da BAR e tifoso calcistico.
    Molto spesso NEMMENO si rendono conto di quanto sono ridicoli, fra l’altro senza motivo, come se passare ad un approvvigionamento energetico sostenibile NON FOSSE UN VANTAGGIO PER TUTTI.
    Aveva ragione Einstein: esistono due cose infinite, l’universo e la stupidità umana…ma sul primo ci sono dei dubbi

  4. Segnalo gli accumuli stagionali crescono ..
    l’impianto sperimentale di EnergyDome in Sardegna ,
    realizzato in 18 mesi
    è piaciuto molto a Bill Gates e ha ricevuto finanziamenti per 60 milioni di Eur
    35 da Bill Gates stesso ..

    • speriamo che “zio Bill” lo faccia adottare quanto prima ai server di Microsoft!
      visto i crescenti consumi energetici legati a Cloud & A.I. ridurre quanto prima questo fondamentale settore della vita moderna è una missione!

      E come “sponsor” per altre aziende…non è male 😁😉

      • anche Google implementa IA a più non posso,
        ma la sua roadmap è prevista carbonfree entro 2030
        a Novembre 2023 ha inaugurato una centrale innovativa geotermica , in Nevada(perforazione orizzontale) di cui ha finanziato lo sviluppo

        spapevatelo su rieduchescional channell

  5. Interessante articolo. Non è chiaro quale capacità di accumulo con batterie sia disponibile rispetto alla domanda e quale sia necessaria per eliminare le centrali a gas.
    La crescita in percentuale da sola è poco indicativa.

    • credo che a spanne:

      >> per sostituire le centrali a metano a ciclo semplice nella funzione di regolazione fine e rapida della rete, chiamiamola Dispacciamento, servono accumuli con una capacità pari al 10% dei consumi di rete su 24h, e con una potenza instantanea pari al 20% del carico massimo di rete

      per l’italia, consumi 800 GWh su 24h, picco potenza diurna 50 GW, si parla di accumuli con 10 GW di potenza e 80 GWh di capacità, che è quanto Terna ha programmato di installare entro il 2030

      >> per sostituire poi il metano anche dalle quote del carico, facendo uno spostamento dell’energia dai momenti di eccesso a quelli di carenza (es al notturno), chiamamola un Energy-shift totale, dipende dal mix:

      – magari basta una capacità di accumulo del 15% dei consumi su 24h se nel mix c’è molto idrolettrico ed eolico
      – capacità di accumulo sino a 30% dei consumi su 24h per casi di mix squilibrati in cui con gli accumuli alimenti buona parte dei consumi notturni

      per l’italia, caso intermedio, abbiamo una discreta quota di idroelettrico e di eolico (l’eolico poi crescerà più avanti con i parchi off-shore);
      dei 300 GWh consumati nel notturno, 100-130 sono coperti da idro ed eolico, il resto da metano e importazioni; servirebbero 170-200 GWh di accumuli

      Spoiler: con pochi lavori di aggiornamento già li abbiamo (grazie ai bacini idroelettrici e ai sistemi di pompaggio, in gergo PI, gia installati e a quelli aggiornabili, e non risentono della siccità)

    • La capacità di accumulo rispetto alla domanda di energia sarà sempre carente..
      Si accumula energia creata da FER a costi molto inferiori rispetto alle alternative ad idrocarburi / carbone, quindi facilmente la domanda di energia salirà….
      Per abbassare i consumi energetici c’è voluta l’impennata prezzi e la crisi successiva all’ attacco russo all’ Ucraina
      così come la guerra del Kippur portò alla decuplicazione del prezzo benzina nel 1973…facendoci diventare bravissimi a realizzare motori meno energivori.
      Fare accumuli serve a migliorare la tendenza ad usare FER e stabilità alla rete…ma, se i prezzi saranno troppo bassi…chiederemo sempre più corrente (per climatizzare le abitazioni e aziende..caricare veicoli, “minare” valute virtuali….etc etc).

      Gli accumuli servono…ed ora che costano molto meno (come ci documenta sempre @>R.S.) dobbiamo attrezzarci tutti ad autoprodurre il proprio consumo (sia a livello familiare che industriale)… Se non si può farlo direttamente… almeno indirettamente partecipando a Comunità Energetiche Rinnovabili…ed imparare a non sprecare energia…se non è veramente utile…

  6. Come spesso accade non è tutto oro quel che luccica, infatti il più grande progetto americano per energia solare e per il suo accumolo “Edward & Sarborns Solar + Energy Storage” con 857 MW e 3320 MWh di stoccaggio da 1.7 miliardi di dollari utilizzerà molti pannelli prodotti localmente dalla first solar ma batterie di accumolo LG Chem, Samsung e BYD ed ora coi dazi decisi da Biden per semiconduttori (dal 25% al ​​50% entro il 2025), celle solari (dal 25% al ​​50%) importati dalla Cina con una produzione mondiale dove la Cina detiene il 78,5% degli accumulatori contro il 7,7% europeo e il 6,2% americano (articolo sole 24 ore 26 luglio 2023) la vedo dura per gli USA recuperare in tempi ragionevoli con la aumentata richiesta di stoccaggio, salvo usare ancora quelli cinesi ma a dai costi molto maggiori.

    • Ciao, considera che ora che i prezzi delle batterie continuano a scendere, non sono più la parte maggiore del costo, o meglio, per capirsi, un sistema di storage professionale ha a spanne una composizione dei costi:

      – 1/3 costo delle batterie
      – 1/3 costo dell’elettronica di potenza ( IN-OUT ) e climatizzazione e box
      – 1/3 installazione e servizio assistenza completo (quando vengono opzionati)
      – qualcosina poi di spese di gestione ordinaria sul ciclo di vita di 15 o 20 anni

      Grazie all I.R.A. in America sono in allestimento molte fabbriche di batterie, che essendo locali non sono soggette a dazi anche se fossero di CATL

      al momento mi pare (condizionale è d’obbligo perchè man mano che ne aumenta no le vendite i prezzi scendono velocemente e i dati on-line diventano obsoleti) che come prezzi lo storage professionale di rete sta a circa 250-400e al kwh di capacità installata, la forchetta alta 300-400e è se compri anche il servizio di installazione e assistenza completa (vedi i servizi di Tesla Megapack)

      diciamo che se le batterie le produci in america, inizialmente ti costano magari 90-80e a kwh invece di 50e come in Cina, ma con il sussidio IRA vai quasi a pari, e 40e di differenza su 250e del sistema completo incide sino a un certo punto

      in Italia abbiamo già un indotto competitivo di elettronica di potenza, potremmo fabbricare storage di rete anche noi, invece che aquaistarli ( anche se costa poco aquistarli ormai); le batterie LFP ( o tra poco il passaggio a Ione-sodio) non sarebbe fondaentale produrle o importarle al miglior prezzo in assoluto, andrebbe bene anche un prezzo solo “discreto”, e si può lavorare sui margini e catena del valore degli altri componenti

      ..o magari sarei favorevole a un mini IRA anche da noi, europeo o nazionale.. più modesto dgli americani perchè siamo con il bilancio in rosso.. ma sarebbe un investimento.. diciamo 20e di sgravio fiscale all’azienda per ogni 1 kwh di batteria prodotta in loco?

      • Prova a aumentare del 75 % il loro costo come fatto da Biden e poi mi racconti in quanto tempo lo recuperi dal costo in discesa.
        il I.R.A. sta dando un sacco di soldi (ovviamente tutti a debito, ma questo per gli USA è uno standard… perlomeno fintantochè il dollaro resta la valuta di riferimento) alle industrie USA, però non è che questo tipo di fabbriche e il loro indotto si crei con la bacchetta magica .. ci vuole tempo (anni) e se a novembre cambia l’aria (Trump) non so cosa resterà i prossimi anni di questa scommessa energetica.

        • in rete non ho trovato scritto chiaaro, ma pare sulle batterie ci vanno più cauti.. dazi al 25% e con attivazione dal 2026 (mentre gli altri li attivno prima)

        • se gli USA (che non sono la casalinga Mariuccia… )
          vogliono approvvigionarsi di pannelli fotovoltaici a costi bassi nonostante le sanzioni messe da loro stessi…
          basta che facciano come TUTTI quelli sottoposti a sanzioni:
          operazione triangolare con paese “terzo”
          e re-importano gli stessi allo stesso costo (o quasi) del pre-sanzioni.

          Le sanzioni o i dazi sono solo un atto formale.

          Al momento i progetti F.E.R. americani (alcuni impianti eolici) hanno risentito di più del caro-tassi perpetuato da FED, visto che le attese erano per una progressiva riduzione, smentita negli ultimi mesi.

          Poi c’è ulteriore “spada di Damocle” rappresentata dall’incerta prospettiva politica; con le imminenti elezioni presidenziali (ed una sostanziale parità tra Biden e Trump) non è chiaro se prevarrà una politica incentivante per F.E.R. o verrà cancellata del tutto per un pesante ritorno agli idrocarburi (e ciaone al pianeta…visti i consumi USA)

          nb: ieri era l’Overshoot Day italiano…

          https://www.ansa.it/ansa2030/notizie/green_blue/2024/05/19/oggi-19-maggio-e-lovershoot-day-risorse-2024-finite-cosi-servono-4-italie_24172b37-2997-4f40-9e15-76cbacd56bd1.html

  7. Secondo me puntare sulle batterie è una follia in termini economici, di affidabilità, di costi e di inquinamento.
    La strada giusta sarebbero gli altri tipi di accumulazione, lasciando le batterie a piccole situazioni locali.
    Basta vedere il costo, l’ingombro e la vita stimata di una batteria per autotrazione per capirlo.
    Certe rinnovabili non sono adatte a tutto. Il carico di base dovrebbe essere garantito dal nucleare che è perfetto per questo dovendo rimanere sempre acceso.
    Poi il resto dal giusto mix delle altre sorgenti.
    Il “tutto rinnovabili” è solo ideologia

    • ‘ Il carico di base dovrebbe essere garantito dal nucleare’
      ——–
      lasciando perdere le più note controindicazioni ( il costo esorbitante i tempi di realizzazione, il fatto che chi arricchisce l’uranio è Putin, eccetera) del nucleare garantisce lei la piovosità futura ? il nucleare è praticamente una centrale ad acqua, due anni fa se ne accorsero i francesi, visto il clima se piace il nucleare si dovrebbero fare (in tanti anni) tante centrali di minuscola potenza che fornirebbero energia sempre e comunque a prezzi esorbitanti , dice sia il caso ? per me no

      https://rienergia.staffettaonline.com/articolo/35182/La+Francia+a+secco:+idroelettrico+e+nucleare+impattati+dalla+siccit%C3%A0/Giulia+Vaglietti+(Universit%C3%A9+de+Lorraine+e+Climate+Economics+Chair),+Anna+Cret%C3%AC+(Universit%C3%A9+Paris+Dauphine+e+Climate+Economics+Chair)+

      come dice Leonardo (R) il tutto rinnovabili è scienza, ha un unico problema, costa troppo poco è troppo democratico e fornirebbe energia esorbitante a prezzi infinitesimali

      • Sono abbastanza d’accordo, se vogliamo (coi dovuti tempi) liberarci dal fossile, il tutto deve essere un mix fra nucleare, eolico, fotovoltaico, idroelettrico ecc ecc le fonti “rinnovabili£ sono troppo soggette alle variazioni climatiche per garantire una affidabilità nel tempo, puoi avere tutte le batterie che vuoi ma se non piove per mesi, oppure si ha carenza di vento o l’insolarizzazione è inferiore al dovuto e tu non accumoli un bel nulla … per cui ti serve un backup sicuro che se escludi i fossili solo il nucleare può fornirti (una volta che hai trovato dove mettere le scorie ovviamente)

        • Eppure glielo hanno anche già spiegato che il nucleare non solo non è obbligatorio ma non è neppure economicamente conveniente. E pensare di utilizzarlo come backup è una follia economica ancora più grande perché peggiora ancora il fattore di capacità e quindi lo rende sempre più costoso. Infatti chi studia i sistemi energetici del futuro considera le rinnovabili per il basso impatto ambientale e gli accumuli. Il nucleare può aiutare ma non è conveniente costruirne di nuovo.
          Carenza di acqua, vento e sole prolungati non possono esistere perché l’energia che il sole ci manda sulla terra quotidianamente è tantissima, e da qualche parte deve finire, quindi se non c’è il sole normalmente c’è vento, nuvole e piove. Se non c’è pioggia e nuvole c’è sole. Ovviamente il sistema deve essere correttamente dimensionato.

    • che noia sti account che parlano in modo artefatto come in una publicità televisiva, che vecchiume.. usano la tecnica della ripetizione.. “mangiate m… è buona”

      nel merito:
      un sistema a batteria costa 1/3 del nucl a parità di energia restituita, e un sistema di stoccaggio idroelettrico costa ancora meno, e in Italia ne abbiamo già molti

      ===========
      quanto bisognerebbe essere sciocchini o masochisti per voler spendere il triplo e vantarsene?

      a meno che.. non stai pensando di piazzare una truffa, facendo pubblicità ingannevole sul web per convincere che la m.. è buona

      cioè tu vorresti che fosse lo Stato a spendere il triplo comprando reattori, tecnologia obsoleta per gli enormi costi, cosi chi li vende e chi li appoggia guadagna forte.. na’ truffa insomma.. uguale uguale a Salvino..

      • Che noia ‘sti account idologici che parlano solo di rinnovabili senza fare pianificazione a lungo termine e guardando solo all’immediato (un problema tipicamente italiano).
        Una centrale nucleare dura 60 anni e fornisce energia quasi gratis in tutto questo periodo. I costi sono principalmente alla costruzione e alla dismissione, mentre il combustibile costa pochissimo.
        Per sostituirla devi rifare 3 volte un campo fotovoltaico di pari potenza, batterie comprese. Ed è pure quasi tutta tecnologia che compriamo all’estero…. geniale!
        Non discuto che le rinnovabili siano necessarie, ma che ci debba essere una giusta ripartizione delle fonti energetiche anche per fronteggiare problematiche impreviste che invece non volete considerare. Vedi recente crisi del gas.
        Ma pensatela come volete… Per fortuna chi ci governa ha maggiore consapevolezza.

        • Che noia. I pannelli fotovoltaici durano almeno 30 anni e con meno manutenzione.
          È più facile una crisi dell’uranio che una crisi di sole e vento.
          Se il nucleare non si fa è perché è troppo costoso, fare carte false per buttare soldi pubblici dove non rendono, una truffa bella e buona.

          • si però dopo 20 mi racconti la resa? il nucleare attuale con i minireattori permettono di avere costi molto più contenuti e velocità di realizzazione enormemente inferiore a una centrale nucleare classica inoltre alcune tipologie di SMR – ad esempio i reattori refrigeranti a elio – consentono di non produrre non solo elettricità ma anche calore, e potrebbero dunque permettere di sostituire i combustibili fossili nei processi industriali difficili da elettrificare, questo funzionando h24 anche in inverno o quando il cielo è coperto.

          • @antonio abbia pazienza ma minireattori non sono nucleare attuale. I costi sono enormi e le scoria più di quella del vero nucleare attuale che è la fissione con reattori di grossa taglia.
            Quindi oggi l’unico nucleare che può sostituire i fossili è quello attuale che costa uno sproposito e infatti lo fa solo chi ha fame di energia (Cina) o stati come la Francia che sono disposti a sovvenzionarlo nascondendone i costi sotto altre voci di spesa pubblica.

          • PS: i pannelli oggi sono “n-type”: efficenza 21-23%; potenza garantita 87% a 30 anni ( 87% a 25 anni i peggiori); durata >40 anni

        • alla faccia del “quasi gratis”, con la supercazzola di dividere i costi fissi (da nascondere nel bilancio statale, cioè nelle tasse) dai costi di gestione (bollette), costano una mostruosità; il calcolo si fa a parità di energia fornita, non varia su 1 o 60 o 200 anni

          > costano da 16 a 22 cents a kwh
          > oppure da 23 a 35 cents a kwh per riattori piccoli SMR

          sono costi 3 volte il prezzo energia italiano attuale, che è già caro

          persino il solo costo di gestione ordinaria, che è un misero 20% del costo totale, è più alto del costo totale di FT ed eolico utiliy scale, che in Spagna sono già scesi a prezzi di 1,5-3 censt a kwh

          PS: i pannelli FT ormai durano 40 anni, e costano cosi poco che sono solo il 15% del costo di una installazione, il resto sono materiali e manodopera locale; anche su questo aspetto sono meglio delle costosissime e molto estere filiere radioattive Franco-Russe

          ======
          PIANIFICAZIONE A LUNGO TERMINE
          dice di investire solo in rinnovabili, perchè negli ultimi anni sono scese molto di prezzo, e da quest’anno anche in accumuli, anche loro con prezzi in caduta;
          la spiegazione è banale: le rinnovabili costando poco, con le stesse risorse economiche se ne possono installare MOLTE in poco tempo, questo porta a:

          > sostituzione molto più veloce delle quote residue di fossili e relative emissioni carboniche

          > abbassamento del prezzo energia, e per giunta in pochi anni, liberando risorse per ulteriori investimenti virtuosi

          quasi tutta europa sta facendo questo, e anche i piani Terna dicono questo; velo pietoso sul governo attuale, segue il soldo, ma non può frenare per sempre

          mentre in Spagna e Portogallo negi anni più recenti hanno installato più rinnovabili possibili, ora sono a già quota 70-80% del mix, e il loro prezzo del kwh (PUN) è sceso a 3 censt al kwh, 30 euro al MWh:
          https://www.energy-charts.info/charts/price_average_map/chart.htm?l=it&c=IT&interval=year

          e la Spagna per levarsi un peso morto e una dipendenza estera, manda in dismissione le sue ultime centrali nucliari

          =====
          CRISI DEL 2022
          l’imprevisto non è stato tanto la crisi del gas, che aveva fatto alzare ancora poco i prezzi (goglatevi i tracciati dei prezzi); il gas non è mai mancato negli stoccaggi; è stata la crisi delle centrali francesi, che ha fatto andare alle stelle il prezzo energia per 6-8 mesi:

          tra primavera ed estate del 2022 metà delle 54 centrali francesi andate a quaglie tutte insieme, tra riparazioni per gravi crepe (gravità livello 2), altre manutenzioni, e incapacità di raffreddamento per la siccità estiva che ha ridotto la portata dei fiumi;
          alla Francia sono mancati 100 TWh solo negli ultimi 8 mesi del 2022, ha razionato la corrente e importato elettricità ad ogni costo per disperazione cercando di evitare i black-out, facendo impennare i prezzi e riaprire le centrali a carbone per quel periodo

          è spiegato ad es. nel report ” Ember Europe 2023 “, chi è curioso se lo gogli

  8. Considerando lo stato critico della rete elettrica italiana in vaste zone, soprattutto periferiche e guarda caso dove impianti fotovoltaici risultano più presenti, la stabilizzazione attraverso sistemi di accumulo è l’unica soluzione.
    Vi è un conflitto di interessi fra l’utente che foraggia con gli oneri di sistema pagando per 6 e più kw di potenza e poi il distributore che dovrebbe garantirli.
    Stessa cosa con gli impianti fv, che nonostante vengano allacciati i distributori non effettuano nessuna verifica di capacità di assorbimento della rete, per cui con le belle giornate questi impianti entrano continuamente in protezione per aver superato le soglie CEI con tensioni di 260V.
    Tutto questo a danno dell’utente e della collettività perchè quell’energia non può contribuire all’abbattimento della CO2.
    È deprimente la melma che pervade in tutti i processi di gestione, studiati per impedire lo sviluppo e la diffusione della tecnologia che in Italia garantirebbe energia da far impallidire qualunque altro stato europeo, e senza la necessità di occupare suolo.

    • Purtroppo hai perfettamente ragione, la rete elettrica nazionale non è stata progettata e strutturata per poter ricevere energia da fonti rinnovabili e purtroppo nonostante i numerosi impianti via via allacciati, non sono stati fatti o programmati i necessari interventi di adeguamento.
      Per limitare il problema del sovra voltaggio in immissione e quindi per evitare il blocco da OVP (Over Voltage Protection) degli inverter, si può aggiungere un accumulo al sistema oppure limitare la potenza di immissione o ancora mettere un auto trasformatore per stabilizzare la tensione; sono comunque interventi (tranne la limitazione) che comportano ulteriori spese a danno dell’utente finale.

    • Ci salveranno proprio gli accumuli soprattutto se arriveranno batterie più adatte ad uso stazionario (ad esempio quelle al sodio) in particolare se scenderanno ulteriormente di prezzo. E si può fare molto dal lato dell’intelligenza dell’impianto che dovrebbe adattarsi ad accumulare in base allo storico di produzione del fotovoltaico e ai distacchi lasciando un buffer di batteria sempre disponibile negli orari più critici.

    • gli storage domestici on-line spediti dall’oriente costano:

      – 1300e ogni 10 kwh con chimica LPF
      – 1700e ogni 10 kwh con chimica Ione-sodio

      questo mi fa pensare che tempo 1-2 anni e dovrebbero scendere un bel po’ anche i prezzi da noi, gonfiati dal supebonus e dalla catena di commercio ancora poco sviluppata, ma i numeri divendita aumenteranno

      ancora più bello sarebbe se fossero costruiti in italia, vedremo se succede,
      almeno la parte di elettronica e il box, anche il servizio assitenza, consegna e installazione secondo burocrazia nazionale, ricambi e ritiro dell’usato, sarebbe un valore aggiunto, mentre per le celle ci vorrà più tempo per avere fabbriche da noi

      • Vorrei sposare il tuo ottimismo ma ho sempre l’impressione che in Italia, tutto sia funzionale a creare nell’opinione pubblica il pensiero che i costi sono sempre elevati e quindi i prezzi vanno di conseguenza.
        Non vedo mai e ripeto mai che vi sia una coscienza sociale che porti a dire (e fare) che l’accesso al benessere comune è un vantaggio per tutti.

        • mi pare rientra anche nel discorso trasversale a tanti settori, di poca trasparenza e libera concorrenza, parziali da noi

          tante corporazioni o monopoli di fatto, mantenuti anche per via burocratica e politica..ne giova chi ha dei privilegi aquisiti, come è normale che sia, ma qui da noi in modo eccessivo, si azzoppa lo sviluppo; ci si dovrebbe far valere magari almeno quando si vota

          non ne faccio una questione di colore politico, che diventa divisivo, ma di minore o maggiore populismo; le liberalizzazioni dovrebbero essere trasversali, potrebbero essere fatte da sx, centro, dx, qualunque formazione avesse un periodo storico meno populista, e riuscisse anche a farsi votare

          ne faccio una questione pragmatica, storicamente in italia una ventina di anni fa sono capitati un paio di mandati con coalizioni di partiti che hanno fatto liberalizzazioni (rimaste incomplete, si alternarono con governi dell’imprenditore unto del signore), e che fecero anche una “noisa” e normale gestione amministrativa, senza manovre punitive, ma neppure senza bisogno di essere dei fenomeni, solo decente amministrazione, fu sufficente a far ridurre il debito pubblico..a dirlo oggi sembra fantascienza o una bestemmia

          è che ultimamente abbiamo avuto una sequenza per me populista ininterrotta: dopo l’imprenditore che (non) risolveva i problemi, il comico pazzo, il giovane rottamatore, l’uomo becero della strada, la borgatara una di noi; ma in linea di principio potrebbe ricapitare di votare gruppi “seriosi”

  9. C’è di buono che di stoccaggi energetici se può mettere tanti, in punti “strategici” distribuiti lungo le reti, di caratteristiche diverse (batterie, accumuli idroelettrici, a sabbia/mattoni, GH2, etc) così da strutturare la “griglia” in modo più efficace ed efficiente di una centrale (a gas o nucleare) che è centralizzata (quindi inefficace in certe situazioni, come interruzioni di linee elettriche) ed ha comunque tempi di intervento e modulazione diversi rispetto ad un accumulo localizzato nell’area di maggior richiesta. Se poi si aggiungesse l’incentivazione di accumuli domestici/aziendali e magari anche delle auto con V2G/V2H la distribuzione dell’energia sarebbe ottimale e ridondante…

    • Come ho già scritto coi minireattori riesci a delocalizzare la produzione di energia e ti rendi autonomo dalla produzione della stessa che come ben si sa per le rinnovabili non è certa per via delle condizioni meteo (sole e/o vento) o precipitazioni per le idroelettriche.

      • Sparpagliare piccoli impianti nucleari in Italia ha poco senso, visto che abbiamo un territorio con pessime caratteristiche per la sicurezza degli impianti (terremoti, frane, alluvioni, siccità già da gennaio in certe aree).

        La base della “sicurezza energetica” parte dalla realizzazione di una rete intelligente e bidirezionale per l’energia (analoga al sistema internet) capace di re-indirizzare flussi ove richiesto, saltando i possibili “nodi” guasti e in grado di bilanciare i carichi con sistemi diffusi e ridondanti.

        con 8000 km di coste a disposizione dell’eolico off-shore e una dorsale montuosa lunghissima (tra Alpi -1200km- ed Appennini -1350km) ove piazzare moderne pale eoliche ed impianti idroelettrici.. magari con F.V. Flottante sopra..
        E’ impossibile che su distanze di migliaia di km ci sia contemporaneamente cali di vento..
        Inoltre stiamo trascurando la perenne forza delle maree (ogni 6 ore.. cascasse il mondo!) e delle correnti marine … molto potenti e costanti… ci sono studi e progetti in corso… mal finanziati…. chissà perché??

        SE togliamo “lacci e lacciuoli” burocratici (specie quelli “creati ad ok” dai lobbysti) e
        ci impegnamo a realizzarli quanto prima, arriviamo ad un buon punto ben prima che sia realizzata anche una sola centralina nuclearina….

        Comunque l’Italia è un “bacherozzolo” rispetto a nazioni continente come la Cina…
        bisogna smetterla di vederla in modo “nazionalistico” ed inquadrare certi problemi in ottica internazionale.

        La sicurezza energetica va vista anche in ottica Europea; le medesime reti, accumuli, centrali di compensazione carichi (nuc e gas), creazione E importazione GH2 etc
        vanno replicate anche con progetti europei, così non duplichiamo spese inutilmente e rendiamo resiliente l’intero nostro continente, da cui siamo intimamente dipendenti come reciproci clienti/fornitori per tutto… e non possiamo permetterci che da qualche parte in Europa un paese “si fermi” .

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