Coerenza quantistica, un’intuizione nata in Italia
Le batterie quantiche, siegano, sono «una nuova classe di dispositivi di accumulo di energia che operano secondo i principi della fisica quantistica, la scienza che studia l’infinitamente piccolo dove non sempre valgono le leggi della fisica classica». Il dispositivo fabbricato è una microcavità in cui il materiale attivo è costituito da molecole organiche disperse in una matrice inerte. Ogni molecola rappresenta un’unità che può esistere in uno stato di sovrapposizione quantistica. In questo caso il sistema totale può comportarsi collettivamente secondo il principio della coerenza quantistica.
E dalla Corea arriva il modello matematico
Il concetto è ripreso ora dall’Institute for Basic Science (IBS) della Corea del Sud nello studio “Il vantaggio della carica quantistica non può essere esteso senza operazioni globali” pubblicato in Physical Review Letters.
In genere, si legge, le celle vengono caricate indipendentemente l’una dall’altra. Una batteria quantistica potrebbe teoricamente caricare le celle collettivamente, facendole comunicare tutte fra loro. In questo caso la velocità di ricarica potrebbe essere quantificata nel “quadrato del numero di celle che compongono la batteria“.
«Un tipico veicolo elettrico con una batteria che contiene circa 200 celle _ scrivono i ricercatori _ con questa ricarica quantistica porterebbe ricaricarsi 200 volte più velocemente di uno con batterie classiche. Il tempo di ricarica da una presa domestica si ridurrebbe da 10 ore a circa 3 minuti. Nelle stazioni di ricarica ad alta velocità, il tempo di ricarica verrebbe ridotto da 30 minuti a pochi secondi».
Ma la rete elettrica non reggerebbe
A questo punto i problemi nascerebbero a monte, però. La quantità di energia da erogare in tempi così brevi richiederebbe infatti un aumento esponenziale di potenza in rete, con tutti i relativi problemi di connessione e di bilanciamento della rete. Senza contare il calore che si sprigionerebbe.
Ma gli autori dello studio mettono le mani avanti.
«Naturalmente, le tecnologie quantistiche sono ancora agli inizi _ scrivono _e c’è ancora molta strada da fare prima che questi metodi possano essere implementati nella pratica» scrivono. Tuttavia «indicano una direzione promettente per le ricerche e gli investimenti futuri».
Anzitutto mi complimento con la redazione, per gli aggiornamenti continui e per il livello tecnico degli articoli…. premetto che sono stato sempre affascinato sostenitore dei mezzi elettrici, e che sono possessore dell’abitazione europea per la manutenzione di veicoli elettrici…. purtroppo il veicolo elettrico e’ e resterà una pura utopia, al massimo potrà solo affiancare le soluzioni future…. pensate a milioni di veicoli collegati alla rete contemporaneamente, avremmo continui blackout, problema accennato anche nel vostro articolo(così come succede durante la stagione estiva con i climatizzatori), tenendo conto che la tendenza futura sarà quella di utilizzare fonti rinnovabili, assolutamente insufficienti al nostro fabbisogno….le fonti rinnovabili come tutti sanno, hanno bisogno di “tempo” (non sono costanti e sono presenti solo in determinate condizioni) e di “spazio” (è necessario immagazzinare l’energia prodotta per utilizzarla al bisogno)….allo stesso modo non avrebbe senso ricaricare un veicolo con energia prodotta da fonti inquinanti….il problema sarà sempre uno solo : L’ENERGIA……dove la prendiamo?
Be magari prima di morire riuscirò a guidare un veicolo tipo drone ma con la possibilità di ospitare passeggeri
La tecnologia avanza inesorabilmente, l’importante che poi sia per tutti e non per pochi.
Tecnologia super promettente, ma non per le auto, non avrebbe molto senso.
Però chi lo sa che abbiamo trovato un modo di immagazzinare l’energia dei fulmini, usate come super condensatori per quelle situazioni in cui si creano energie dirompenti ma non regolari, magari a nuovi metodi di produzione elettrica ignorati precedentemente proprio per queste difficoltà
Tra ricarica istantanea e le diverse ore, che servono oggi con le tecnologie attuali, ci sono le vie di mezzo.
Mi piace: secondo me siamo sulla buona strada. Poi, ancora, il grafene………
E non dimentichiamo l’Arc Reactor di Tony Stark.