Batterie più intelligenti: così l’industria europea sfida i big asiatici

industria europea

Il mondo delle batterie si sta riscrivendo. All’Alkeemia Battery Forum, startup e grandi nomi hanno mostrato come l’industria europea voglia scrollarsi di dosso la dipendenza tecnologica asiatica, puntando su batterie più leggere, sicure ed efficienti. Il confronto con i giganti cinesi è ancora duro, ma il fermento è reale.

Negli ultimi anni l’industria europea ha investito miliardi nella promozione di investimenti in gigafactory e nello sviluppo di nuove tecnologie. Ma fatica ancora a recuperare il divario con la Cina. Il forum ha evidenziato come la chiave sia un cambio di paradigma: puntare su tecnologie differenzianti e su una collaborazione tra realtà emergenti e gruppi industriali consolidati. La corsa all’innovazione vede impegnati attori di ogni dimensione, dai colossi affermati alle startup più agili.

Basquevolt e FAAM: nuovi protagonisti della sfida europea

 

Tra i protagonisti, Basquevolt ha dimostrato che l’innovazione può ridare slancio all’industria europea. L’azienda spagnola ha sviluppato celle allo stato solido che superano le tradizionali batterie agli ioni di litio, garantendo 50% in più di energia e 30% di costi in meno. Le loro batterie raggiungono densità di oltre 450 Wh/kg nella versione NMC e oltre 300 Wh/kg per le LFP, con cicli di vita che mantengono l’80% della capacità anche dopo 1.000 cicli.

Grazie a un nuovo elettrolita polimerico proprietario e a una protezione metallica dell’anodo, Basquevolt punta a rendere compatibili le sue tecnologie con le linee produttive esistenti, riducendo i costi di adeguamento del 30%.

Accanto a loro, FAAM ha mostrato come il “Made in Italy” possa avere un ruolo centrale. Dopo aver inaugurato il primo impianto di produzione di celle agli ioni di litio del Sud Europa da 300 MWh/anno, si prepara a una seconda fabbrica da 8 GWh, operativa entro il 2025 a Teverola. FAAM punta sulla tecnologia LFP, privilegiando sicurezza, durata ed ecosostenibilità, con un forte impegno nel riciclo diretto delle batterie e nell’uso di processi produttivi a basso impatto ambientale.

Il nuovo polo comprenderà anche una linea pilota di riciclo da 50 tonnellate al giorno e sarà supportato da un centro di ricerca e sviluppo con oltre 1.200 metri quadrati di laboratori.

CATL: anche i giganti asiatici aprono a collaborazioni strategiche

Sul fronte dei giganti asiatici, CATL, leader mondiale con il 40% del mercato, ha ribadito la volontà di collaborare con partner europei. Oltre alla già operativa gigafactory in Germania, CATL ha avviato una joint venture in Spagna con Stellantis. Altrettanto potrebbe fare la rivale BYD, sempre sempre in accordo con Stellantis.

La startup Verkor, invece, ha stretto un accordo strategico con Renault, accelerando la costruzione della sua gigafactory a Dunkerque e puntando su celle ad alta densità per veicoli premium ed elettrificazione industriale. La collaborazione con case automobilistiche di primo piano conferma l’importanza di creare filiere integrate e competitive anche su scala continentale.

GEO e il futuro della chimica delle batterie in Europa

Il quadro si completa con startup come GEO, fondata da investitori giapponesi ma con ambizioni tutte europee. L’azienda si concentra sulla produzione locale di solventi e sali di litio, elementi fondamentali e spesso trascurati della catena di fornitura.

In un mercato sempre più competitivo, garantire l’accesso a materiali strategici sarà decisivo per la sostenibilità della crescita europea. GEO punta a creare una piattaforma chimica completamente europea, capace di supportare non solo le batterie attuali ma anche quelle di nuova generazione. Un obiettivo ambizioso che risponde alla necessità di ridurre la dipendenza da fornitori extraeuropei.

Un’Europa che punta alla leadership tecnologica

Dalle grandi fabbriche agli innovatori chimici, l’Alkeemia Battery Forum ha mostrato un’Europa che non si accontenta più di inseguire i leader globali, ma che costruisce il proprio modello di innovazione: più sostenibile, resiliente e competitivo.

La sfida è chiara: non solo produrre batterie, ma farlo in modo più intelligente e sostenibile. Se riuscirà a consolidare queste iniziative, l’Europa potrà finalmente diventare protagonista della nuova era elettrica, affermando una leadership tecnologica fondata su innovazione, autonomia strategica e rispetto dell’ambiente.

  • Guarda anche il VIDEO qui sotto che spiega come V2L, V2H e V2G potrebbero rivoluzionare il futuro della auto a batteria

Visualizza commenti (7)
  1. ma non sarebbe ora di finirla con sti titoli roboanti?

    l’industria europea sfida i giganti? no non sfida una beata mazza, al massimo gli fa fare 4 risate ma molto più probabilmente non suscita la minima preoccupazione.

    bisogna prendere atto della situazione, sul lato batterie l’europa conta 0 cerebralmente morta, con gli unici progetti che forse potevano avvicinarsi agli ordini di grandezza su cui giocano gli asiatici falliti miseramente (vedi northvolt o peggio ancora italvolt)

    1. Italvolt era chiaccherata già da subito come possibile bluff finanziario a caccia di finanziamenti europei + nazionali + investitori, a perdere, per via dei trascorsi del manager del progetto (immobiliarista e sembra un patito di leve finanziarie) che avevano già fatto odorare la stessa furbata in Inghilterra con Britishvolt
      https://forbes.it/2021/06/28/lars-carlstrom-uomo-dietro-gigafactory-italiana-batterie-auto/

      Northvolt e altre penso fossero / spero saranno progetti seriamente mirati a produrre e magari anche fare sviluppo, anche se non è possibile eguagliare le economie di scala asiatiche

      1. si avevo letto del tipo dietro a italvolt e del suo passato diciamo un po’ losco e infatti si vede com’è finita.
        difatti non mi spiego che senso ha dare ste notizie per i polli, che per chi si interessa un minimo sa che sono caxxate.

  2. Prendo FAAM come esempio con i dati riportati in articolo:

    Una fabbrica da 300MWh annui, su auto da 52Kwh fa meno di 6000 auto all’anno.
    Con quella da 6 GWh siamo a circa 115 mila auto.

    Siamo ben lontani da soddisfare il mercato anche solo italiano ma almeno si procede sulla strada giusta.
    Sono comunque pessimista perchè nel tempo che gli europei passano tra l’annuncio e la commercializzazione vantando un -30% del costoi, i cinesi di solito scendono del 50-60-70% mettendo comunque fuori mercato le tartarughe europee.

    1. si le scale sono diverse, e da noi si farà più che altro produzione, che sviluppo

      ma anche non ricordo quale, ma una delle fabbriche italiane punta a produrre LPF certificate per usi speciali (es. sottomarini) dove ci sono maggiori margini di prezzo, per proteggersi dalla concorrenza dei prezzacci asiatici e dalle loro ottime specifiche che migliorano cosi velocemente, con alle spalle economie di scala e di collaborazione tecnica mostruose

      come stategia per conservare/coltivare un po’ di conoscenza tenica sulle batterie anche in patria, anche come sicurezza in caso di nuovi conflitti globali, potrebbe funzionare

      e in attesa chissà di nuovi sviluppi tecnici (magari le ione-sodio, oppure le semi-solide) che possano riportare l’europa ppiù in corsa anche come sviluppo, non solo come produzione con stabilmenti impiantati con proprietà e know-how di CATL-BYD-LG… intanto in questi anni di transitorio l’intera filiera si ri-organizza anche in europa, a partire dalla lavorazione dei materiali precursori

  3. Belle notizie e interessanti, alcuni progetti solidi, altri sembrano più start-up che provano a crescere e mi incuriosisce molto la ditta basca.. spero prosegua e di leggerne gli sviluppi 🙂

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