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Batterie e materie prime critiche: sfida a tre Cina-Usa-Europa

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passaporto batterie
Assemblaggio di batterie nello stabilimento Audi di Bruxelles (Credit foto: Audi AG).

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Batterie e materie prime critiche: sfida a tre fra Cina, Usa ed Europa. Sarà un’impresa ardua togliere alla Cina il dominio sull’intera catena del valore delle batterie e delle materie prime per produrle, sostiene una recente analisi di  Benchmark Mineral Intelligence. Ma dovrà essere una priorità assoluta per l’Europa e il Nord America per non correre il rischio di una totale dipendenza. 

Raffinazione, l’asso nella manica della Cina

La maggior parte del litio, nichel, cobalto e manganese del mondo viene estratto al di fuori della Cina, ma la maggior parte di tutti i minerali critici per le batterie viene raffinata e/o lavorata nel paese. Ad eccezione dell’estrazione in miniera, infatti la Cina controlla almeno la metà della fornitura per ogni passaggio necessario per realizzare una batteria agli ioni di litio,  dice Benchmark.

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I dati chiave della filiera delle batterie e delle materie prime critiche nesessarie. Il dominio della Cina è impressionante

Solo l’1% del cobalto mondiale viene estratto in Cina. La stragrande maggioranza proviene dalla Repubblica Democratica del Congo. Tuttavia, il 75% del materiale si lavora in Cina, che fra l’altro è proprietaria della maggioranze delle miniere congolesi.

Una situazione molto simile riguarda il manganese, che viene estratto in Cina solo per il 10%, ma raffinato in Cina al 95%.

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Il dominio è pressoché totale nel caso della grafite. La Cina estrae il 64% della grafite naturale in scaglie, ma ha il monopolio della sua conversione in grafite sferica, necessaria per gli anodi delle batterie. E oltre due terzi della fornitura di grafite sintetica, prodotta dal coke di petrolio, viene dalla Cina.

Un monopolio costruito a partire dal 2015

Benchmark prevede infine che che, nel 2022, il 70% di tutte le batterie sarà prodotto in Cina. Il colosso asiatico quasi il monopolio della produzione di anodi e oltre tre quarti della produzione di catodi.

Un sostanziale monopolio maturato sulla «continua ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica, la velocità di costruzione di infrastrutture e fabbriche, nonché vantaggi in termini di manodopera». Questo ha permesso di creare «una catena completa dall’attività mineraria e chimica fino alla produzione di veicoli elettrici» affermato l’analista di Benchmark Albert Li.

Benchmark aggiunge che la strada della Cina verso il dominio delle batterie è iniziata nel 2015, quando ha reso i produttori di batterie stranieri non idonei a ricevere sovvenzioni, escludendoli di fatto dal mercato. Ciò includeva società sudcoreane e giapponesi come LG e Panasonic, che avevano fabbriche in Cina.

La politica di esclusione è terminata nel 2019, ma «la sua influenza può ancora essere avvertita oggi», afferma Li. «La Cina ha approfittato degli anni migliori e importanti dal 2015 al 2019 iniziando a coltivare la propria catena di fornitura di batterie e in seguito formando una forte filiera di produttori di celle nazionali e di tutte le altre industrie legate alle batterie, che sono cresciute insieme».

Ursula agli Usa: dobbiamo reagire insieme

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La presidente della Commissione UE, Ursula Von Der Leyen.

Non più tardi dell’altroieri ha lanciato un allarme anche il presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen: «Oggi la produzione e la lavorazione di alcune delle materie prime critiche per la rivoluzione verde sono controllate da un unico Paese, la Cina». «L’Europa e gli Stati Uniti possono costruire un’alternativa a questo monopolio istituendo un club delle materie prime critiche _ ha aggiunto _. L’idea alla base è semplice: la cooperazione con partner e alleati per l’approvvigionamento, la produzione e la lavorazione ci dà la possibilità di superare il monopolio».

Ma teme la concorrenza sleale degli americani

Ha però lamentato il richio che, anzichè cooperare, Usa e Ue si facciano concorrenza sleale.  L’Inflation Reduction Act (Ira) degli Usa, per esempio, potrebbe «chiudere i mercati e frammentare le stesse catene di valore critiche già messe alla prova dal Covid». La logica del ‘Buy American’, le agevolazioni fiscali selettive, i sussidi alla produzione alla base del grande piano “verde” americano vanno purtroppo in questa direzione, ha ammnito la von der Leyen.

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22 COMMENTI

  1. Leggi approfonditamente anche tu quello che ho scritto io😉
    Non ho parlato di dipendenza da litio cinese, ma dalle batterie cinesi.

    E in ogni caso la frase importante era Speriamo che l’occidente si svegli

    Ma come al solito sei particolarmente indaffarato nel cercare indizi in odore di no Vatt per divertirti a fare l’appunto sulle virgole. 😉

  2. Purtroppo l’UE si é rivelato un gigante con i piedi d’argilla.

    Ha puntato molto sul fossile (gas/petrolio) nonostante ne sia priva ed invece di concentrarsi subito dopo sulla transizione energetica in modo da limitare nel tempo questa dipendenza ha lasciato le filiere produttive in mano alla Cina.
    Non solo le batterie ma anche i pannelli FV sono prodotti massimamente in Cina.

    Ora c’é da correre, ma una corsa per la vita non per scherzare.
    Bisogna investire pesantemente in R&D nel campo delle rinnovabili e degli accumuli. Tecnologie come le batterie al Na e i pannelli a Perovskite possono risolvere tante magagne legare alle terre rare.

    Peró bisogna spingere senza remore su queste tecnologie e impiantare la produzione e le filiere produttive in EU.
    L’indipendenza energetica é cruciale come obbiettivo in un mondo dove la globalizzazione cede il passo a nuovi blocchi saper fare le cose in casa diventa fondamentale.

      • Tutta l’elettronica usa terre rare, quindi non direttamente le batterie ma subito dopo si. E idem per i pannelli, come tutte le schede elettroniche che utilizzano tutte le macchine e tutti gli oggetti che utilizziamo quotidianamente, anche se ho letto un articolo che pure quelle si riescono a riciclare, quindi anche su quel fronte sarebbe da muoversi ma non tra vent’anni che sarà troppo tardi.

          • Allora rileggi il link che hai messo, visto che viene utilizzata su tutta l’elettronica e i motori elettrici ci sono da oltre un centinaio d’anni e utilizzati in massa dal industria, e dalle case quindi è inutile puntare solo al auto elettrica, o vale per tutti o non vale per nessuno 🤷

          • @Fabio M vabbè se me lo insegni tu… fesso io che ero convinto di aver studiato tecnologia delle costruzioni elettroniche.

          • Leonardo (R) 8 Dicembre 2022 at 14:45
            Mai detto, ma siccome avete un po’ rotto visto che qualsiasi cosa è da discutere per le elettriche, ho solo fatto notare che sono decenni che si usa per qualsiasi prodotto elettronico , non mi sembra che sia il caso di puntare sempre e solo sulle auto, se no prima di puntate il dito, eliminate tutti i materiali che dovete imputare alle auto elettriche, così voi siete coerenti e non non vediamo più le solite polemiche da bar

          • @Fabio M
            Dai Fabio mi sa che ci siamo incartati.
            Io ho un’auto elettrica e leggo Vaielettrico perché riporta tante notizie interessanti sul nuovo mondo elettrico.
            Però da (abbastanza ex) elettronico posso dirti che l’elettronica, i pannelli ecc. di terre rare ne usano ben poche.
            Nei motori a magneti permanenti ce ne sono perché si usa soprattutto il neodimio per fare i magneti. Tutto qui, non contestavo il concetto generale che le auto elettriche utilizzano terre rare come tanti altri prodotti industriali, piuttosto l’affermazione errata che sarebbero iutilizzate per l’elettronica e i pannelli fotovoltaici.

          • Leonardo (R) 8 Dicembre 2022 at 18:17

            Ma io stavo solo affermando che tutta l’elettronica usa le terre rare, solo che ora i detrattori punano solo alle auto elettriche e per di più non a quelle a idrogeno 🤦 che di fatto sono elettriche, perché a combustione non hanno senso di esistere 🤷

    • Ma vaaaaa non vedi che si cerca di rallentare tutto buttando anche milioni e milioni sull’idrogeno che la scienza ci dice OGGI non essere efficiente :-))) … magari tra 50 anni riusciranno a migliorare l’elettrolisi …. ma fino ad allora? … non dico che siamo gia finiti ma saremo costretti a cedere moltissimo nei confronti di un regime come la cina, addirittura ipotizzo che potremo arrivare a cedere su alcuni diritti perche la cina punta a penetrare e controllare gli altri paesi. La cina va considerata una superpotenza economica con un regime dittatoriale. Piu la presa di coscienza sara lenta piu l’europa dovra subire compromessi sfavorevoli.

  3. vatti a fidare dell’America sempre pronta a curare i suoi interessi, altro che alleati; dall’altro capo abbiamo un colosso che si chiama Cina. Come muoversi? Un colpo al cerchio ed un altro alla botte può salvare l’Europa vaso di coccio tra due di ferro. Una osservazione sotto forma di domanda: non è Americana la Tesla che vende la maggior parte delle sue auto proprio in Cina?????

  4. Quindi dire che ci stiamo togliendo dalla dipendenza dalle fonti fossili per infilarci nella dipendenza dalle batterie cinesi non è poi un’affermazione del tutto campata per aria.

    Poi se chi lo afferma si diverte anche a ricamarci sopra e farci gli origami per non meglio precisati i motivi politici, questo è tutto un altro discorso.

    Ma leggendo questo articolo ne deduco che il dato nudo e crudo sostanzialmente è questo.

    Speriamo che l’occidente si svegli.

    • Diciamo che a differenza del petrolio e del gas, con le batterie una volta acquisite e una volta raggiunto il punto di pareggio non si necessita più importazione perché si ricicla, ma se si facessero partire i giacimenti di litio che abbiamo nel suolo Europeo, potremmo soddisfare in fabisogno interno.

      Poi son oltre trent’anni che deleghiamo la Cina si tutto ciò che non ci va o non ci conviene e ora ci si sveglia che non va bene così, dormire meno e agire di più e prima no 🤦🤦

    • Ha già risposto Fabio, aggiungo solo che quella che fai è una ipersemplificazione. Se leggi approfonditamente l’articolo ne converrai che dire che gran parte della trasformazione è fatta in Cina non è la stessa cosa di dire che dipendi da risorse che si trovano soltanto all’estero, tanto più se quelle risorse le bruci stupidamente in processi poco efficienti e sono riciclabili allo 0 %

      • Leggi approfonditamente anche tu quello che ho scritto io😉
        Non ho parlato di dipendenza da litio cinese, ma dalle batterie cinesi.

        E in ogni caso la frase importante era Speriamo che l’occidente si svegli

        Ma come al solito sei particolarmente indaffarato nel cercare indizi in odore di no Vatt per divertirti a fare l’appunto sulle virgole. 😉

    • Vero, pero con l’elettrico abbimo … o forse avevamo … l’opportunità di migliorare la nostra indipendenza … anche perche comunque voglio ricordare un concetto … le batterie di oggi saranno le miniere di domani … certo se si svegliano anche qui …..
      seconda cosa … non meno importante direi … il concetto del passaggio dal fossile all’elettrico sarebbe quello di inquinare di meno visto che abbiamo sfruttato all’osso il pianeta su cui stiamo fino ad un punto che gia oggi potrebbe definirsi critico …. io lo definisco il concetto fondamentale perche se rendi invivibile il pianeta su cui stai tutto il resto mi pare non abbia molto senso … o sbaglio?

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