Batterie e acqua un rischio? Sicurezza e soluzioni

nautica elettrica

Le batterie sono un pericolo quando entrano in contatto con l’acqua? Una domanda frequente perché  la transizione elettrica riguarda anche la sicurezza e la gestione intelligente dell’energia a bordo. Un tema sul quale circolano tante fake news e  troppi allarmismi. A partire da una domanda inviata da un nostro lettore, «È pericoloso se la batteria dovesse finire a contatto con l’acqua per qualsiasi motivo?».

Abbiamo deciso di approfondire il tema, coinvolgendo uno dei protagonisti più attivi del settore elettrico marino: Massimo Labruna, Ceo di AS Labruna. L’imprenditore non rappresenta solo il vertice di un’azienda che distribuisce alcuni dei marchi più innovativi nel campo della propulsione nautica elettrica, ma è anche ingegnere e ideatore di un interessante kit retrofit per barche.

Nautica elettrica
Il Ceo Massimo Labruna a una tavola rotonda di Vaielettrico

Questa intervista nasce con l’obiettivo di fare chiarezza, offrendo risposte competenti e dettagliate sui rischi, certificazioni, tipi di batterie e buone pratiche di manutenzione, per garantire la massima sicurezza in mare. Una lettura utile per chi naviga con consapevolezza e vuole approfondire l’elettrificazione nautica.

Cosa succede se una batteria cade in acqua?

Le batterie moderne per applicazioni nautiche sono protette da involucri certificati IP67 o IP68, che garantiscono la resistenza all’immersione temporanea. Se il contenitore esterno resta integro, non si verifica infiltrazione e il sistema rimane sicuro. Tuttavia, se compromesso, l’acqua può causare cortocircuiti interni, corrosione dei terminali e, nel caso di celle NMC, innescare una propagazione termica. I moduli Torqeedo, Kreisel, e Explomar sono testati per immersioni controllate.

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Come sono protetti i pacchi batteria nelle barche elettriche?

I pacchi batteria sono progettati con livelli di protezione multipli:

  • Involucri IP67/IP68
  • Sistemi di gestione della batteria (BMS) con sensori di isolamento e temperatura
  • Raffreddamento attivo (aria o liquido)
  • Compartimenti stagni e separati dalla sentina

Kreisel utilizza un sistema brevettato di raffreddamento a immersione, mentre Explomar adotta soluzioni modulari raffreddate a liquido e riscaldamento attivo per climi freddi.

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Ci sono rischi di corto circuito o incendio in caso di infiltrazione d’acqua?

Sì, ma i rischi sono fortemente mitigati. L’infiltrazione può causare cortocircuiti, in particolare in ambienti marini (acqua salata), più conduttivi. Le batterie NMC sono più sensibili termicamente. Tuttavia, le soluzioni attuali prevedono BMS avanzati e isolamento attivo, che interrompono immediatamente il sistema in caso di perdita di isolamento o umidità interna.

Quali certificazioni deve avere una batteria per uso nautico?

  • IP67/IP68: protezione contro polveri e immersione
  • IEC 62619/62620: sicurezza meccanica, termica, cortocircuiti
  • UN 38.3: sicurezza nel trasporto
  • DNV-GL, Lloyd’s Register, RINA: certificazioni per uso navale
  • ABYC E-13, ES-TRIN: norme per installazione elettrica su unità nautiche

Come si devono manutenere le batterie per garantire sicurezza nel tempo?

La manutenzione prevede:

  • Ispezioni visive regolari (guarnizioni, connettori)
  • Test di isolamento
  • Controllo dei log BMS (bilanciamento celle, cicli, temperatura)
  • Aggiornamenti firmware
  • Conservazione in ambienti tra 15–25°C con SOC al 50%

Eventi anomali (urti, immersioni accidentali) richiedono una diagnosi completa.

Che tipo di batterie comprare?

La scelta dipende dall’uso:
  • LiFePO₄: stabile termicamente, sicura, ciclo di vita >3000 cicli, ideale per charter e lavoro
  • NMC: maggiore densità energetica e potenza specifica, con elevate correnti di scarica e carica, ma meno stabile. Richiede raffreddamento efficiente

L’importanza della tensione, che indicazioni dare?

La tensione impatta su efficienza e sicurezza. Più è alta la tensione e più basse sono le correnti e quindi le perdite in calore per effetto Joule.

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I sistemi a 48V sono più semplici e sicuri, ma ad alta corrente. Per potenze elevate (>20 kW), si preferiscono 360V–800V, che riducono le correnti e migliorano efficienza. Tali sistemi richiedono:

    • Protezioni HV
    • Isolamento rinforzato
    • Relè e fusibili certificati

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