Batterie del futuro, un po’ d’Italia nella European Alliance. La Commissione di Bruxelles ha autorizzato un progetto di comune interesse europeo notificato da Germania, Belgio, Finlandia, Francia, Italia, Polonia e Svezia. Scopo: sostenere la ricerca e l’innovazione nel settore degli accumulatori per auto elettriche (qui altre info).
Batterie del futuro con 8,2 miliardi di investimenti
I sette Stati, scrive l’agenzia Radiocor (clicca qui) contribuiranno con 3,2 miliardi di finanziamento (in Italia 570 milioni). Soldi che permetteranno di mobilitare 5 miliardi supplementari in investimenti privati. In tutto più di 8 miliardi, quindi. Il progetto è a lungo termine, fino al 2031 con calendari diversi a seconda dei filoni di ricerca (qui i dettagli dal sito della Commissione).

I partecipanti diretti sono Basf, Eneris, Keliber, Nanocyl, Solvay (anche con la consociata italiana), Terrafame, Umicore per le materie prime e materiali avanzati. Acc, Bmw, Endurance (Italia), Eneris, Faam (Italia), Seel, Varta per celle e batterie. Bmw, Endurance, Enel X (Italia), Eneris, Kaitek (Italia) Seel per sistemi di batterie. Basf, Endurance, Elemental, Eneris, Faam, Fortum, Seel, Umicore per ri-allocazione, riciclaggio e raffinamento. Tra gli altri Enel X ha fatto sapere che il suo progetto prevede lo sviluppo di strumenti basati sull’apprendimento automatico per la previsione dei guasti e la modellizzazione del deterioramento delle batterie agli ioni di litio di prossima generazione. Gli strumenti predittivi avranno l’obiettivo di allungare la vita utile delle batterie e aumentarne la sicurezza. Ottimizzando al contempo le attività operative e di manutenzione. Il completamento del progetto è previsto entro il 2022.
Batterie del futuro: risultati da condividere con incontri pubblici
Il progetto viene definito “molto ambizioso. In quanto mira a sviluppare tecnologie e processi che non sono attualmente disponibili. E consentirà di migliorare notevolmente l’efficienza e l’impatto ambientale”.

Comportando rischi tecnologici e finanziari che potrebbero causare fallimenti o ritardi, la Ue interviene con soldi propri, nel quadro della European Battery Alliance. Facendo presente che i partecipanti condivideranno i risultati con la comunità scientifica e l’industria europea. In un ambito che andrà ben al di là di quello delle imprese partecipanti. Di conseguenza, si spera, ci saranno ricadute positive in tutta Europa. L’attuazione sarà monitorata da una struttura di governance composta da rappresentanti dei sette Stati membri e dei partecipanti diretti. Alle riunioni parteciperà anche la Commissione. Ogni anno sarà organizzata una conferenza pubblica aperta a tutti i portatori di interessi, per presentare i principali risultati.
—Leggi anche: Kaitek, prove tecniche di super-induzione
Il Poli di Torino nella Battery 2030+
Recentemente (qui l’articolo) si è parlato anche di un ingresso di FCA Group nel progetto europeo sulle batterie. È stato lo stesso responsabile della e-Mobility, Roberto Di Stefano, a darne notizia, senza però specificare i contorni della ricerca scelta. Per certo si sa invece che in un altro progetto finanziato nel quadro della European Battery Alliance è coinvolto il Politecnico di Torino.

Si tratta del Battery 2030+, che coinvolge cinque università, otto centri di ricerca e tre associazioni di imprese. Punta a mettere a punto non solo le batterie del futuro, ma anche tecnologie d’avanguardia per tutta la filiera. Dal delicatissimo approvvigionamento delle materie prime al riciclo a fine vita. La coordinatrice è Kristina Edström, docente di chimica inorganica all’Università di Uppsala in Svezia. L’ateneo piemontese è rappresentato da Silvia Bodoardo, 54 anni, docente di Chimica applicata e Tecnologia dei materiali (qui altre info).
Aggiornamento 2023 : Terrafame fornirá il solfato di nichel per le batterie di Stellantis.