Quando si parla di batterie allo stato solido si pensa a tempi lunghi e luoghi lontani: la Cina. Eppure, sempre in collegamento con il paese orientale che viene identificato come la Mecca della tecnologia della mobilità elettrica, c’è un’Italia che corre in prima linea per contribuire all’innovazione.

Sealence dai jet marini alle batterie per la nautica
Conosciamo da tempo i jet elettrici della Sealence e grazie all’occasione offerta da una visita al loro laboratorio di ricerca e sviluppo abbiamo scoperto numerose altre novità legate alle innovazioni.
E soprattutto al posizionarsi in prima fila nella corsa per offrire batterie allo stato solido per la nautica elettrificata, full electric e ibrida, che ha necessità disperata di minor peso, minore spazio e più energia concentrata.
La visita al laboratorio. Siamo in una delle regioni più ricche d’Europa, l’Emilia-Romagna, e in una delle province a più alto sviluppo della Regione: Parma.
Qui ci troviamo in un capannone industriale pieno zeppo di giovani distribuiti nelle diverse postazioni: ci sono gli ingegneri meccanici, gli ingegneri elettrici e i gestionali e c’è William Gobbo, fondatore di Sealence, che nel suo cammino per la decarbonizzazione ha acquisito dall’Università di Parma lo spin-off eDriveLab.

Uno spin-off universitario, puro concentrato di tecnologia, coordinato dal suo fondatore l’ingegner Davide Lusignani che con i suoi ragazzi sa tutto di batterie, meccanica, elettronica ma pure di intelligenza artificiale.
Con orgoglio ci mostrano come mettere insieme le celle con un cervello tecnologico sviluppato internamente che le controlla tutte, per estrarre dalle celle il massimo rendimento con la minima usura.
Questo il gioco, molto serio, che consiste nell’ aumentare la densità energetica, ridurre peso e spazio, e far durare a lungo il sistema.
La batteria allo stato solido SafeLi: 75
Menti e cervelli, schermi di pc e tastiere, ma nel laboratorio creativo e manuale scopriamo anche una schiera di batterie SafeLi in fase di assemblaggio e, a fianco, una sorprendente batteria Solid State completamente finita e pronta per equipaggiare una imbarcazione. Un gran passo avanti dalle prime presentazioni.
A parità di capacità lo spazio si riduce notevolmente, metri quadri preziosissimi in una barca/nave. Chiediamo non senza riserve: quello che si legge nella brochure è il peso reale?
La risposta: «Qui siamo ingegneri». Insomma, poche chiacchere. La batteria viene messa su una bilancia e, così come si vede in foto, l’esito è importante: 75 kWh in meno di 306 kg. Una densità energetica di oltre 245 wh/kg importante in questa fascia di prezzo (ndr. circa 500euro/kWh). Per le applicazioni navali si traduce in quintali e quintali di peso risparmiati.

Questo è il vero futuro della nautica a emissioni zero: riducendo di molto peso e spazio si possono imbarcare tutte le batterie necessarie anche nelle navi e permettere così ampie autonomie.
Un generatore guidato dall’intelligenza artificiale
E per la sicurezza: se finisce l’energia della batteria? In Sealence hanno pensato anche al generatore che, aiutato dall’intelligenza artificiale, entra in azione solo quando veramente serve. Navigare, consumare e ricaricare.
«Le nostre applicazioni viaggiano nel mondo: dalla Nuova Zelanda alla Norvegia agli Emirati per un trasporto navale sempre più elettrificato». Chiaro il riferimento di William Gobbo alle emissioni dei traghetti trasporto passeggeri e merci. Imbarcazioni sempre in navigazione e sempre a inquinare, rispetto all’uso ludico del piccolo e medio diportismo limitato a poche settimane d’uso durante l’anno.
Sul fronte navale è urgente la decarbonizzazione e la nuova frontiera delle batterie allo stato solido è un ottimo compagno di viaggio anche di altre tecnologie per spegnere le ciminiere di bordo, evitare fumi velenosi non avvelenare l’aria e l’acqua e rendere più confortevole la navigazione.
Per far navigare le barche elettriche un elemento centrale è ridurre il peso e la spesa per le batterie
La visione di William Gobbo: «Se vogliamo veramente colmare il gap dell’elettrificazione su acqua rispetto a settori più avanzati, dobbiamo necessariamente fare in modo che le compagnie di navigazione traggano un concreto vantaggio economico nell’usare le imbarcazioni elettriche, rispetto a quelle endotermiche».
Il maggior ostacolo? «Oggi il vero limite va ricercato nel peso e nel costo delle batterie, oltre che nel volume occupato a bordo. Sealance investe milioni di euro ogni anno in ricerca e sviluppo, proprio per creare prima possibile le condizioni per una transizione di massa del trasporto navale».

A che punto siete di questo sviluppo? «Il percorso è stato costellato da numerose insidie quali pandemie, guerre, inflazione fuori controllo, crollo degli investimenti in innovazione. Ciò nonostante, abbiamo raggiunto gran parte dei nostri obiettivi ed il mercato ci riconosce oggi un primato sul piano tecnologico».
«Le nostre soluzioni vengono molto spesso selezionate all’interno di numerosi progetti e per alcuni di questi siamo l’unica scelta tecnologica possibile. Abbiamo un backlog di ordini firmati di diversi milioni di euro ed una pipeline commerciale da decine di milioni».
L’esempio di applicazione della batteria allo stato solido in un traghetto a Dubai
Che significa l’unica scelta tecnologica possibile? «Un esempio reale. Se una compagnia di trasporto deve collegare Dubai alle isole frontestanti in un paio di ore, serve una nave che faccia almeno 25 nodi di velocità e 55/60 miglia di autonomia. Questa nave non si poteva fare elettrica – sottolinea l’imprenditore – per via dei limiti di peso e di volume delle batterie tradizionali».
«In questo specifico caso, peraltro non isolato, l’unica soluzione che è stata individuata per rendere possibile operare su questa tratta in elettrico è la tecnologia solid state di Sealence».
La ricetta di Sealence: far crescere i talenti
La visita ai laboratori di Sealence ha svelato le potenzialità dei nostri cervelli quando approdano in aziende che li sanno far crescere. Questo il dato positivo di Sealence, magari spendere più tempo ma «alla fine far maturare i talenti e creare centri di produzione tecnologica che possono competere nel mondo».
Va bene che i cinesi hanno la materia prima, sanno lavorare il litio e hanno bravissimi ingegneri. Ma l’Italia può ancora giocare una partita da protagonista almeno nel settore navale, capitalizzando un sapere millenario nell’arte della navigazione.
Sealence sta dimostrando proprio questo, che siamo ancora un Paese in grado di mettere insieme i talenti per dare risposte vere e di poter guidare un processo di transizione più in sintonia con le esigenza dell’ambiente.
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500euro/kWh?
E’ uno sproposito!
Complimenti gran lavoro,
potrebbero sostituire i motori diesel nei vaporetti a Venezia?
per caso saranno presenti al prossimo salone nautico di Venezia?
A Venezia hanno e stanno portando avanti un progetto di ricerca con università https://www.vaielettrico.it/sealence-dopo-i-primi-18-mln-lancia-un-nuovo-crowdfunding/
Fanno ben sperare queste società. Bravi
Ma non eravamo intorno ai 300wh/kg con le tradizionali batterie? Forse avevo capito male?
Le NMC di alta fascia stanno sui 250, si parla di 300 per alcuni modelli di ultimissima generazione annunciati, ma non so chi le monti già. LFP hanno densità minori.
E non c’è solo la densità dei moduli, ma anche tutto quello che sta intorno alla batteria. Per esempio la 77kwh di Volkswagen che equipaggia la mia id.4 pesa circa 480kg. Qui a pari capacità siamo a un buon 40% in meno, mi pare già un ottimo risultato.
Se già oggi, a uno stadio prototipale, queste SolidState pareggiano le NMC, si può solo immaginare che miglioreranno sempre di più.