Basf nel riciclo batterie a basso impatto ambientale

Via alla costruzione del primo stabilimento Basf per il riciclo delle batterie e il recupero dei metalli preziosi con processo idrometallurgico a basso impatto ambientale. Sarà operativo tra un anno e mezzo.

basf riciclo batterie

Dove finiscono le batterie esauste delle auto elettriche? E’ la domanda con cui i no watt credono di dare scacco matto a chi la pensa diversamente. In realtà le batterie delle BEV possono essere riciclate, riutilizzando fino al 95% dei materiali che le compongono. E se poco si vede in giro per l’Europa è solo perchè di batteria auto a fine vita ce ne sono pochissime; il che per inciso certifica che durano ben più dei 7-8 anni della garanzia.

La scommesa circolare del colosso chimico

Il fatto però che sul riciclo delle batteria si stia muovendo un colosso della chimica come la tedesca BASF (oltren 78,6 miliardi di euro di fatturato l’anno scorso, con 110 mila dipendenti) qualcosa vorrà pur dire. L’azienda costruirà a Schwarzheide, in Germania, un impianto per il riciclo della massa nera delle batterie su scala commerciale.

La novità è il processo idrometallurgico

La tecnologia idrometallurgica adottata permetterà il recupero e il riutilizzo a nuovo di quasi tutti i metalli attivi catodici (CAM) a freddo e con un utilizzo minimo di energia. Il processo prevede la triturazione completa della batteria stessa.

Alla fine si ottiene la cosiddetta “massa nera”: una polvere che contiene i materiali preziosi che si trovavano all’interno della batteria, ovvero litio, nichel, cobalto e manganese. Questi elementi vengono separati chimicamente e lavorati attraverso un processo idrometallurgico per produrre nuova materia prima, utile per altre batterie.

La presenza in Europa centrale di numerose case produttrici di veicoli elettrici e di oltre 20 future  gigafactory  di celle per batterie, spiega Basf, «rende Schwarzheide il sito ideale». La logistica delle batterie è particolarmente compessa, sia per peso-volume dell’oggeto, sia per le rigorose misure di sicurezza durante il trasporto. Avere impianti di riciclo a chilometro zero diventa fondamentale. E significherà nel lungo termine dipendere sempre meno dai Paesi produttori di materie prime strategiche e dagli attuali produttori asiatici di batterie.

Lavorerà 15 mila tonnellete di batterie all’anno

Questo primo investimenti di Basf nel riciclo delle batterie genererà 30 nuovi posti di lavoro nell’area produttiva, a partire dall’avvio della produzione, previsto per inizio 2024. L’impianto sarà in grado di lavorare 15.000 tonnellate di batterie EV all’anno, oltre ai residui di produzione.

Basf riciclo batterie

«Grazie a questo investimento in un impianto su scala commerciale, arricchiamo la catena del valore per il riciclo delle batterie. Ciò ci permetterà di ottimizzare il processo end-to-end e di ridurre ulteriormente l’impronta di CO2» ha commentato Peter Schuhmacher, Presidente della divisione Catalysts di BASF. «L’idea di creare un ciclo chiuso, che va dalle batterie a fine vita ai CAM per la produzione di nuove batterie _ ha aggiunto _ contribuisce a supportare l’attività dei nostri clienti lungo l’intera catena del valore, riduce la dipendenza dalle materie prime estratte e favorisce lo sviluppo di un’economia circolare in Europa».

Le rigide regole Ue sulle batterie

Il riciclo è una leva importante per ridurre l’impronta di CO2 dei veicoli elettrici a batteria ed è fondamentale per soddisfare gli ambiziosi obiettivi politici sulla circolarità contenuti nella proposta del regolamento UE sulle batterie. T

La divisione Catalysts di BASF è il principale fornitore mondiale di catalizzatori ambientali e di processo.

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Visualizza commenti (5)
  1. E va bene così; mentre tutti gli altri Stati (europei e non) si organizzano sin da adesso allo studio di nuove tecnologie, o allo smaltimento o riciclaggio di materiali; in Italia le fabbriche chiudono per riaprire ovunque (anche su Marte), tranne che in Italia! Cervelli che fuggono all’estero, Investimenti su ricerche e sviluppo zero! È finita l’era dell’ing. Olivetti e delle tante fabbriche italiane che hanno prodotto lavoro, benessere e tecnologie.
    Ora, chi sa quanti insulti riceverò per questo mio commento, ma non m’importa nulla! Anche perché, in Italia è importante solo che giocatore acquista questa o piuttosto l’altra squadra di calcio! Buona giornata a tutti.

    1. Nessun insulto, spero. Lei però è troppo negativo. Vaielettrico racconta ogni giorno di start up italiane con idee innovative e di aziende consolidate che si stanno convertendo alla tecnologia elettrica. Certo: se gli automobilisti italiani sono i meno propensi d’Europa ad acquistare veicoli elettrici (4,8% del mercato contro i 14-16% di Germania, Francia e Regno Unito) è difficile che si sviluppi una filiera industriale.

  2. Sono veramente curioso, chissà in che ambiente avviene la triturazione e con che materiali saranno progettati i trituratori, sarebbe da farci un bel giro dentro una volta in servizio. Le batterie al litio sono veramente infiammabili con un niente (esperienza diretta cercando di rimuovere l’involucro di un power bank). Urge googolata!

  3. PaoloPerotti

    Purtroppo questo stabilimento per anni lavorerà forse un paio di giorni al mese !
    Dato che ora ci sono pochissime batterie (di automobili) da riciclare.
    Per averne la conferma bastano il numero dei nuovi posti di lavori: solo 30

    Potrebbe invece smaltire e riciclare la miriade di batterie al litio dei vari cellulari

  4. Guido Baccarini

    Conto della serva: 15.000 tonnellate sono tra le 40 e le 60mila batterie (stima estremamente spannometrica, ho considerato tra i 250 e i 400 kg di batteria al netto dell’involucro esterno, poi ci sono le plugin che non superano i 100kg).
    Decisamente poco se consideriamo che in Europa nel 2021 sono stati venduti oltre 1 milione di veicoli. Quindi serviranno altri 20 impianti così e saremo a posto!
    Fortunatamente c’è tempo: prima che quel milione di batterie del 2021 arrivi al fine vita passeranno due decenni.
    Molto importante e significativo che sia BASF ad entrare in quel mercato: evidentemente lo ha trovato redditizio e ora ci sarà una ulteriore spinta tecnologica ad affinare le tecniche per efficientare il processo sia in termini energetici che di uso di acqua e altri reagenti chimici.
    Oltre a spostare in Europa il processo di ri-costruzione delle nuove batterie con gli elementi riciclati.

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