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Flotte aziendali: il Barometro Arval segna “elettrico”

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La mobilità aziendale è un elemento decisivo per la gestione dei costi e il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità delle aziende. Emerge dall’analisi di Arval Mobility Observatory, il centro studi di Arval che analizza e prevede le tendenze nel mondo della mobilità, nel suo Barometro delle Flotte Aziendali.

Fonte: Barometro Arval sulle flotte aziendali

Per un’azienda su tre, sostiene il report, la sfida principale è contenere l’aumento del “totale cost of ownership” (TCO), in aumento di 11 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione. Seguono la necessità di adeguarsi alle politiche pubbliche restrittive in materia di veicoli termici e la promozione di una guida sempre più responsabile verso i propri collaboratori.

I dati e la tecnologia: due aspetti cruciali

Saper leggere, interpretare e trasformare i dati in strategie operative concrete garantisce alle aziende di migliorare la gestione della loro mobilità e di affrontare le sfide con maggiore
sicurezza.

Questo approccio data driven si sta affermando come un asset strategico all’interno delle aziende, tanto che il 64% (+7%) sta già utilizzando o pensa di utilizzare nei prossimi tre anni i dati provenienti dal veicolo.

Il driver della transizione energetica

Rimane forte anche l’attenzione delle aziende italiane verso l’adozione di alimentazioni alternative. A spingere verso l’inserimento in flotta di veicoli a basso impatto ambientale è la
necessità di rispettare la propria politica di CSR (34%) mentre, nonostante l’attenzione alla riduzione dei costi, meno pesa la volontà di risparmiare sulle spese di carburante (26%).

Fonte: Barometro Arval sulle flotte aziendali

Più lenta si dimostra invece la transizione delle flotte di veicoli commerciali e, in questo scenario, si prevede che, entro tre anni, un’auto su quattro sarà 100% elettrica mentre, per
gli LCV, il rapporto sarà di uno a cinque.

La charging strategy diventa priorità

Dal Barometro Arval, emerge poi che sei aziende su dieci hanno già installato, o pensano di farlo nei prossimi 12 mesi, punti di ricarica presso le sedi aziendali. Il 58% supporta l’installazione di punti di ricarica domestica e la metà delle aziende prevede rimborsi per le spese energetiche effettuate presso punti di ricarica pubblici.

  • LEGGI anche: Charge&Lease: da Arval e Plenitude flotte elettriche chiavi in mano

Secondo il report questi numeri dimostrano come la definizione di
una adeguata charging strategy per la propria flotta si riveli sempre più strategica. Tanto che quelle che già l’hanno strutturata o lo faranno nel prossimo futuro sono ben l’86%.

barometro arval«I risultati del Barometro 2025 evidenziano l’impegno delle imprese nel combinare innovazione ed efficienza operativa» dichiara Massimiliano Abriola (Nella foto), Head of Consulting
Arval Mobility Observatory di Arval Italia. «La tensione verso la sostenibilità si affianca alla ricerca dell’ottimizzazione dei costi qualificando elettrificazione, sharing e dati come gli abilitatori tecnologici della mobilità che soddisfa vincoli di TCO e obiettivi ESG».

  • LEGGI anche e guarda il VIDEO del nostro webinar sulle proposte di Hyundai per le flotte aziendali

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5 COMMENTI

  1. Personalmente girando come una trottola per cantieri per fare manutenzioni io il mezzo elettrico nn lo voglio e uso il diesel e benzina perdere mezzora o più per una ricarica significa perdere almeno un’assistenza ad un cliente. Poi sinceramente su due anni dove abbiamo un Toyota elettrico che è stato fermo 4 mesi per cinque anomalie elettriche è assolutamente inaccettabile; il vecchio Renault diesel euro 4 con poco si ripara e non ha mai avuto tanti problemi come l’elettrico. Poi per tutti quelli che a sbaffo fanno sacca lavoro e ferie con l’auto aziendale va bene l’elettrico dal 300 km di autonomia

    • Un campione di due auto, di cui una (la Toyota) notoriamente afflitta di molti problemi, mi sembra un po’ troppo ristretto per dare giudizi sull’affidabilità di elettrico e diesel.

      • Prima della Toyota Proace abbiamo provato anche il Nissan, peggio del peggio, la batteria non teneva nemmeno 200 km (oltre anche scomodo, instabile ai 120kmh e rumoroso) almeno il Toyota, quando non è fermo riesce a farne 300 (un’andata e ritorno dall’officina al magazzino ricambi) ma assolutamente da non usare per uscite di assistenza ai clienti. Il Toyota è afflitto dagli stessi problemi del fiat Peugeot e Citroen che sono la stessa piattaforma

          • Errore sistema trazione errore sistema ricarica rapida batteria , blocco dello sgancio del connettore ricarica. Tutte le volte veicolo fermo con necessità di recupero mediante carro attrezzi da Arval. Se fosse stato mio lo avrei già restituito, ma per fortuna è a noleggio e quindi viene dato sempre il sostitutivo o viene usato il vecchio diesel aziendale

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