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Bankitalia “avverte” il governo: “Servono più rinnovabili e batterie”

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Bankitalia mette il governo di fronte alle sue responsabilità sulle rinnovabili. In un “paper” appena pubblicato elenca errori e omissioni. Manca un “testo unico” che metta ordine nel disordine dei decreti. Occorre accelerare nel rilascio dei permessi, per centrare gli obiettivi al 2030. E servono accumuli e batterie, ancora insufficienti per reggere la mole degli investimenti in arrivo.

Critiche in buona parte già lette, osservazioni che gli addetti ai lavori ripetono da tempo. Ma messe in fila, in un documento che porta il timbro di una istituzione di alto livello – e non attaccabile politicamente – come Banca d’Italia hanno ancora più valore. Come si legge nel dettagliato report appena pubblicato sul suo sito, il nostro Paese è rimasto indietro sullo sviluppo delle rinnovabili. E deve correre ai ripari quanto prima.

Servono più impianti eolici e rinnovabili, ovviamente, ma servono innanzi tutto strumenti amministrativi più semplici, che semplifichino le procedure. Non a caso, come primo punto, il report curato dai ricercatori di Bankitalia segnala al governo la necessità di norme certe. In particolare, “un testo unico legislativo” per accelerare la crescita dell’energia rinnovabile in Italia.

Per Bankitalia lo sviluppo delle rinnovabili ha bisogno con urgenza della pianificazioni di reti elettriche e di batterie a supporto

Negli ultimi anni “ha ripreso slancio” ma rischia di non centrare gli obiettivi al 2030. Perché la crescita degli impianti, nonostante i numeri tornati positivi negli ultimi due anni “risulta ancora insufficiente a raggiungere quanto stabilito“.

Ma non si tratta soltanto di accelerare lo sviluppo degli impianti per l’energia a zero emissioni. Lo studio indica un altro nodo da sciogliere quanto prima. Come noto, l’incremento delle rinnovabili si concentra soprattutto nel Mezzogiorno, in particolare per gli impianti di grandi dimensioni.

Ma questo potrebbe accrescere la congestione della rete di trasmissione nazionale gestita da Terna, visto che l’energia elettrica va poi portata nelle regioni settentrionali, dove maggiore è la domanda delle imprese. Per evitarlo, occorrerà investimenti infrastrutturali aggiuntivi.

L’asta per i sistemi di accumulo incentivati si terrà il prossimo settembre, per un fabbisogno per il 2028 di 10 gigawatt

Oltre a un testo unico gli esperti della Banca d’Italia indicano la strada “dell’identificazione preventiva da parte delle Regioni di aree idonee a beneficiare di iter accelerati per la realizzazione di impianti“.

Sempre in tema di infrastrutture, lo studio ricorda la necessità di programmare quanto prima un sistema di accumuli e batterie che immagazzini l’energia rinnovabile che viene prodotta e non consumata. “La non programmabilità e intermittenza delle fonti solari ed eoliche” e la “crescente elettrificazione dei consumi necessitano di investimenti sia nei sistemi di accumulo sia nella rete di trasmissione, oltreché nella gestione digitale della generazione distribuita“.

A questo proposito, un passo avanti importante sarà la prima gara che verrà indetta da Terna a settembre per i sistemi di accumulo incentivati. Circa tre quarti dello storage necessario sarà individuato nelle regioni del Sud. Il fabbisogno nazionale di sistemi di accumulo da approvvigionare per il 2028, secondo Terna, è pari a 10 gigawatt.

Gli analisti di Bankitalia, infine, avvertono come in assenza di una corretta pianificazione, la situazione potrebbe addirittura peggiorare. Soprattutto se la crescita delle rinnovabili non sarà accompagnata da una parallela espansione delle infrastrutture a supporto degli impianti eolici e fotovoltaici. “Le congestioni risultano in allocazioni necessariamente meno efficienti di quelle che si otterrebbero se il mercato fosse completamente integrato. Questa situazione potrebbe aggravarsi se l’espansione della capacità di produzione rinnovabile prevista nei prossimi anni non sarà accompagnata da una parallela espansione della capacità di trasmissione, oltre che dei sistemi di accumulo“.

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16 COMMENTI

  1. Attenzione a chiedere nuovi decreti al governo attuale, che non conosce senso del pudore, se prima non scendono in piazza molto arrabbiati gli imprenditori per il costo energia a mettergli al meno un briciolo di timore di (quasi impossibile) crisi di governo

    perchè è appena successo che per obblighi Europei i nostri governanti dovevano aggiornare e applicare anche in Italia una serie di normative per facilitare e velocizzare le installazioni delle rinnovabili, ad es. la normativa Red europea aggiornata, e invece sono riusciti a usare l’occasione per scrivere decreti che le ostacolano più di prima,
    e costringono i tribunali a ripartire daccapo a creare una prassi che limiti i danni

    – per me la peggio schifezza è stata il DL agricoltura di primavera scorsa, con i giochetti da azzeccagarbugli, roba da secolo ottocento e signorotti feudali

    – poi il Decreto Aree Idonee e il Testo Unico, peggiorativi, ne abbiamo già parlato tanto

    – la fantozziana situazione anche delle autorizzazioni nazionali per gli impianti grandi, frenate al Mase e al Ministero della Cultura; questo autunno la commissione al Mase, già tenuta insufficiente di organico, è stata rimpastata togliendo ingegneri e mettendo nomine politiche di non chiara competenza, anche per far passare il famoso ponte

    – e ora più fonti fanno intendere che ci sono colpevoli ritardi anche nel poco personale disponibile per fare gli allacciamenti di rete dei nuovi impianti, aggiunge altri ritardi

    – aggiugno io anche le gare d’asta pubbliche sono oganizzate con prezzi artificialmente troppo alti (+30% rispetto ai prezzi in libero mercato delle rinnovabili), e anche i tanti incentivi elargiti a categorie e gonfiati: è un ulteriore modo per limitare i quantitativi di rinnovabili installabili e renderle in parte più costose

    se per assurdo il Governo attuale non avesse fatto niente, come dei “lazzaroni”, sarebbe stato meglio, invece di 6-7 GW annui, staremmo installando almeno il doppio,
    i prezzi sarebbero già scesi in parte ora, e via via di più

    invece secondo me hanno agito come “sabotatori” e “traditori” della Patria, e come supporter dei fossili di ENI; abbiamo bruciato 2 anni di tempo, anzi forse 4, perché per poter riscrivere i decreti a colpi di sentenze di tribunale ci vorrà tempo

    la Spagna nel 2019 aveva circa 40% di rinnovabili e prezzi energia allienati ai nostri;
    ora sono a quasi 60%, hanno programmato lo spegnimento delle ultime centrali nuculari, e hanno prezzi energia più dimezzati rispetto ai nostri, con economia in buono stato; la differenza la hanno fatta le politiche del loro governo, cioè le scelte di voto, direi sono stati più furbi gli Spagnoli

  2. Lo scorso anno la percentuale di rinnovabili, nel mix energetico nazionale è stata del 42%, ancora decisamente bassa, per cui bisogna accelerare le installazioni di impianti solari, eolici, idroelettrici e geotermici, se non altro per ridurre l’incidenza del prezzo del gas sulla produzione di energia elettrica.
    la mia esperienza, degli ultimi anni, non mi induce ad essere particolarmente ottimista.

    Un paio di esempi limite:

    1) Autorizzazione alla costruzione di un impianto da 7 MW circa, in ex cava, in fase di autorizzazione da oltre 4 anni (con centinaia di migliaia di Euro spesi). La legge nazionale ne permette l’installazione quasi immediata. La burocrazia locale, regionale ed i comitati locali ne impediscono la costruzione, con cavilli e lungaggini incredibili.

    2) Impianto a terra in zona agricola (di fatto un’area abbandonata da decenni, perché non produttiva e di nessun valore paesaggistico) da 100kW. Un “giocattolo” per realizzare una CER (Comunità Energetica Rinnovabile).
    La legge recita che gli impianti a terra sono permessi solo se : “… finalizzati alla costituzione di una CER”.
    Gli impianti di produzione, secondo la legge, si possono associare ad una CER esistente, oppure devono realizzarne una ex novo (costoso e complicato).
    Il tecnico comunale ci ha fatto notare che noi vogliamo “associarci” ad una CER e non “costituirla”, quindi il nostro impianto bonsai non si deve fare…
    E’ chiaro che la costituzione e gestione di una CER, in un piccolo comune, economicamente non è sostenibile.

    In altre parole, i cittadini di tutta l’Italia sono per il fotovoltaico, l’eolico ecc. , se fatto a casa di altri, oppure se il solare è installato sui tetti.
    Gli impianti sui tetti hanno un problema: il costo. Un impianto da 1MW (che occupa meno di un ettaro di terreno marginale) costa quasi la metà di un impianto equivalente su tetto e produce almeno il 20% in più. L’idea corrente è che non bisogna occupare aree agricole e bisogna accettare l’aumento di costo, magari a carico della fiscalità generale o degli oneri in bolletta e … contemporaneamente pagare l’energia ai prezzi di spagnoli e portoghesi.
    Un matematico direbbe che si tratta di un’equazione senza soluzioni reali.
    Eppure circa un terzo dei terreni agricoli sono abbandonati e difficilmente utilizzabili a).

    Non sono certo che la responsabilità di questa situazione sia solo dei nostri politici.

    a) https://www.ilsole24ore.com/art/agricoltura-terzo-terreni-coltivabili-e-abbandonato-AFidFwv

    • non sono un professionista, ma ho letto tanti dati simili:

      FTV a terra oltre 1 MW-> energia a 4-5 cents al KW-h
      (compresi oneri burocratici, se li riducessimo, anche 3 cents)

      FTV a terra con sostegni rialzati
      come da cavilli aggiunti per agrivoltaico -> 6-7 cents al KW-h

      FTV sui tetti -> energia a 8-10 cents al KW-h

      ==============
      inoltre le installazioni sui tetti sono di taglie più piccole e lente da far crescere

      da alcuni dati disponibili, solo circa 1/9 delle superfici di tetti di capannoni, case, parcheggi, sarebbe facilmente utilizzabile, si arriva a circa 115 GW nominali,
      e non basterebebbero a decarbozzare i consumi elettrici italiani del 2050

      “facilmente”= senza far crescere ulteriormente i costi o allungare di decenni i tempi, senza aspettare che ogni casa e capannone venga ristrutturato in modo naturale consentendo le instalalzioni dei pannelli, senza strapagarlo con incentivi pubblici

      un mix equilibrato secondo me prevede un rapporto 1 a 3 tra FTV sui tetti (buono per autoconsumo) e FTV/Agrivoltaico a terra di grandi taglie (buono per alimentare la rete, insieme ad accumuli di grande taglia, più economici di quelli domestici)

  3. Se se ne è accorta anche la banca d’Italia significa che la situazione è grave, speriamo non completamente compromessa. Il problema è che visti i limiti di acume dei nostri attuali governanti la situazione non potrà migliorare nel breve, ma questo l’hanno voluto gli italiani

  4. Gli spot pubblicitari li hanno sempre fatti tutti i politici di qualsiasi colore. Passate le elezioni e presi i voti, arrivederci. Molto positivo invece che una importante istituzione come Bankitalia abbia tracciato un quadro reale della situazione, senza avere interessi di parte. C’è solo da sperare che qualcuno di quelli che comanda lo capisca e decida di investire in po’ in quella direzione invece di buttare soldi in improbabili progetti di ponti e nuovi nucleari , entrambi inutili ma che bruceranno una montagna di denaro

    • Ciao, e considera che non servono neppure soldi pubblici,
      ma “solo” disambiguare i recenti decreti capestro e sbloccare le autorizzazioni,
      lo Stato al più deve spendere per potenziare la rete di distribuzione

      ci pensano i privati a mettere i capitali di investimento realizzando impianti rinnovabili e ormai anche relativi accumuli, appunto di proprietà privata, che poi si ripagano rivendendo l’energia a basso costo ad esempio:

      – partecipando alle aste pubbliche competitive, aggiudicandosi contratti di tipo prezzo fisso CdF (Contratti per differenza) delle aste Fer X, Fer 2
      – vendendo in libero mercato a prezzo fisso, con contratti PPA
      – vendendo in libero mercato a prezzo variabile

      • dove lo Stato anticipa dei fondi e tutto sommato ci può stare, mi pare sia per Energy-Release per le aziende, e incentivi per Industria 5.0

        e possiamo discutere se incentivare ancora o meno gli impianti sui tetti domestici e per aziende agricole, o lasciarli al libero mercato

        ma volendo, usando le vie citate sopra, si può inondare rapidamente la rete di energia a basso costo (e relativi accumuli) senza che lo Stato ci metta un quattrino

  5. Il capo del governo è quella che gridava, anzi girava lo spot pubblicitario sulle accise di come ci portano via i soldi. Accise dovutamente abbassate da Draghi colpa caro petrolio ma rialzate da chi gridava che erano estorte e ora volutamente mantengono alto il prezzo della corrente con moltiplica strategia voluta ai nostri danni.

    • Tengono volutamente alto il prezzo dell’energia elettrica? Chi? Il governo? Ma il costo dell’energia elettrica non è quotato in base al mix di produzione? E questo non è legato soprattutto per noi e pef la Germania (che ha pure rinunciato al nucleare) al costo del gas trattato in Olanda?
      Io sono avverso a questo governo ma dubito fortemente che chiunque fosse ora al governo con questi vincoli potrebbe fare molto di più quantomeno a breve scadenza, peraltro oggi come oggi il mantra “delirante” è armiamoci e partite e l’Europa che ha promesso di investire in armamenti 800 miliardi da qualche parte li dovrà pur trovare …. credete che per i progetti invocatj da Banca d’italia resteranno a bilancio molti fondi da spendere nel prossimo futuro?

      • Probabilmente il lettore stava parlando del costo energetico dell’elettricità alle colonnine stradali. Questo costo mi pare totalmente slegato dal prezzo del pun tutti i fatti non esistono costi di accise che possano giustificare un aumento di prezzo così elevato negli ultimi due anni, credo invece sia frutto di una speculazione (ordinata velatamente) dalle sfere governative.

      • Ciao Antonio,
        il Governo attuale ha agito tramite Decreti con intensità e spudoratezza rivendicata nel 2023 e 2024 per ostacolare le installazioni di rinnovabili

        avremmo già ora più rinnovabili installate se non fosse per questo sabotaggio, e gli effetti negativi si estenderanno anche ai prossimi anni, perché per far correggere i Decreti ci vorranno anni di sentenze dei tribunali

        la loro azione da traditori della patria a fatto la differenza differenza tra installare nel 2024, 2025, 2026, 2027 circa 6-7 GW di rinnovabili all’anno, oppure 15-17 GW come penso sarebbe stato senza i nuovi ostacoli messi ad arte

        in termini di economia nazionale, tra risparmi mancati (anche nelle bollette) e indotto lavorativo, già nel 2024 penso ci hanno fatto buttare al vento circa 20 miliardi all’anno, e forse 30 miliardi nel 2025, e cosi via ogni anno

        siamo in un’epoca in cui con i social a fare da megafono, in nome della facciata delle ideologie, si fanno passare le peggio porcate contro l’intera cittadinanza, invece di scomodare l’ipotesi più semplice, che per me rimane banalmente la corruzione politica e scambio di favori illeciti che prospera nei partiti meno competenti e più demagoghi quando li votiamo, dandogli un segnale che possono fare le peggio cose e non avere conseguenze penali o civili anche già solo per danno erariale

        considera che il bilancio ENI (principale ma non unico soggetto che ha molto da perdere dalle rinnovabili, e secondo me sponsor indiretto di varie azioni anti-rinnovabili) è 94 miliardi annui, sono uno Stato nello Stato Italiano, e sono praticamente i consiglieri del governo attuale

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