Bando wallbox: troppi articoli clickbait che ingannano

Bando wallbox tanti titoli fuorvianti, eccone tre (tra i tantissimi). Ok al nuovo Bonus, domande dal 29 aprile; Come richiedere Bonus colonnine elettriche per privati 2025. Infine, Bonus colonnine domestiche per auto elettriche: requisiti e scadenze. Purtroppo non è vero. I soldi sono finiti, non c’è un nuovo bando ma solo la riapertura di quello del 2024 per chi non è riuscito a installare la wall box e presentare domanda.

Non si cerca  il pelo nell’uovo, ma con questa informazione si dà un’idea distorta degli incentivi per la mobilità elettrica. Sembrano abbondanti e copiosi, ma non è così.

Il bando wallbox 2024

Stanziati 100 milioni per il bando wallbox ma spesi molti di meno

La storia dei finanziamenti per la ricarica domestica prende il via con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 agosto 2022  a cui segue la pubblicazione  in Gazzetta Ufficiale il 4 ottobre 2022.  Circa un mese di tempo per presentare la domanda. Alla fine come prevedibile rimangono dei residui. Un flop, come per le stazioni di ricarica con i fondi Pnrr, nella spesa: su 80 milioni stanziati per 2022 e 2023 ne sono stati assegnati solo sei (leggi).

La situazione migliora nel 2024 tra riapertura termini a febbraio per il bando 2023 e il bando 2024 dell’ 8 luglio. Alla fine si registra un progresso come abbiamo scritto a dicembre 2024 facendo un calcolo sulle graduatorie. Ma emergono numeri ridicoli per le domande presentate dai condomini.

Il bando wallbox del 2024 si chiude prima della fine dell’ano e rimangono delle risorse non spese che lodevolmente vengono rimesse in campo quando si riaprono i termini per la partecipazione: si parte il 29 aprile come abbiamo scritto il 17 aprile, un giorno prima della comunicazione ufficiale del Ministero delle Imprese.

Valle D'Aosta
In Valle D’Aosta contributi per le auto elettriche e le stazioni di ricarica domestiche

Troppi titoli clickbait, i modelli virtuosi di Bolzano e Valle D’Aosta

E poi a cascata sono decine i siti che pubblicano la notizia. Benissimo. Peccato che la titolazione è da clickbait e induce a pensare che ci sia un nuovo bando per il 2025. Ma vista le dichiarazioni sugli incentivi alla mobilità elettrica del ministro Urso non sembra ipotesi fattibile. Ci si limita a finanziare le installazioni dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024. Sarebbe interessante, alla chiusura del bando, sapere quanti dei 100 milioni stanziati sono stati spesi e quanti sono rimasti in cassa. Dirottati su altri capitoli del bilancio statale, se un nuovo decreto li rimettesse in circolo per le installazioni di quest’anno. Ma oggi non è così e chi si muove oggi, a norma di legge resterà a secco.

L’informazione non precisa – in tanti si limitano a leggere i titoli – è fuorviante. Fa pensare a un fiume di finanziamenti per la mobilità elettrica. Ma non è vero. Anche nell’ultimo bando sulle auto la gran parte delle risorse sono state utilizzate per le auto termiche e plugin (c’è da capire bene le risorse spese) e il resto riassorbito per finanziare tutt’altro.

Infine ricordiamo, in contrapposizione al bando wallbox nazionale, i virtuosi esempi della provincia di Bolzano (qui il bando)  e della Regione Valle D’Aosta (leggi) presenti da anni e dove si annunciano per tempo e con tempistiche adeguate. In Valle D’Aosta per esempio: “Le domande possono essere presentate annualmente dal 01 gennaio al 31 ottobre“.   Un modello chiaro rispetto a quello gestito da Invitalia (sarebbe interessante capire quanto è costata la gestione del bonus dal 2022 ad oggi da parte dell’ente dove l’ufficio stampa non risponde mai alle richieste di informazioni).

Visualizza commenti (2)
  1. Abelardo Provolini

    A me pare che dare un incentivo per opere gia’ fatte sia uno spreco di soldi…
    Capisco che chi le ha fatte si sentira’ tradito, ma con risorse limitate, bisogna incentivare a farne di nuovi, non premiare chi ha gia’ avuto un comportamento virtuoso.

    1. Credo (per esperienza indiretta) che la ratio del provvedimento sia dare ossigeno a coloro che sono stati fregati dalla italica burocrazia. Se fossimo in un paese sviluppato tutta la procedura si svolgerebbe in 5 minuti su un portale chiaro e funzionale, mentre così non è. Tant’è che fino a dopo la chiusura del bando non si sapeva quanto del budget stanziato fosse ancora disponibile.

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