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Bando alle termiche: ANFIA protesta e batte cassa

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bando termiche

L’ANFIA protesta e chiede al Governo un «ripensamento» sul bando alle auto termiche entro il 2035. Ma sollecita soprattutto un “piano” di sostegno alla filera nella transizione. In altre parole, quattrini. In una nota l’Associazione che rappresenta la filiera italiana dell’automotive  si dichiara «sorpresa» e «allarmata» per la decisione del Comitato Interministeriale alla Transizione Ecologica (Cite). Una decisione che può provocare «danni occupazionali ed economici».

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L’annuncio del bando alle termiche nel 2035, si legge nella nota dell’ANFIA, «ha sorpreso e messo in serio allarme le aziende della filiera produttiva automotive italiana – e, probabilmente, anche tutti gli imprenditori e le decine di migliaia di lavoratori che rischiano il posto a causa di un’accelerazione troppo spinta verso l’elettrificazione – non essendo coerente con le posizioni espresse, ancora poche ore prima, da autorevoli esponenti del Governo». Il riferimento sembra essere alle rassicurazioni più volte espresse dal ministro allo Sviluppo Ecomonico, il leghista Giancarlo Giorgetti.

“Così 73 mila posti a rischio entro il 2040”

Il presidente dell’Anfia Paolo Scudieri

ANFIA riprende poi il recente studio di CLEPA, l’Associazione europea della componentistica, per rammentare il rischio di perdere solo in Italia 67.000 posti di lavoro entro il 2030 e 73.000 entro il 2040. «Siamo di fronte a perdite che le nuove professionalità legate all’elettrificazione dei veicoli non basteranno a compensare». sostiene l’Associazione.

Rivolgendosi poi all’Esecutivo nel suo insieme, ANFIA chiede se il bando alle termiche annunciato dal CITE «rispecchi realmente le posizioni del Governo italiano». E lamenta che sia stata comunicata alla stampa «una decisione così forte senza aver contemporaneamente predisposto un “piano di politica industriale per la transizione del settore automotive”, operativo sin da oggi».

ANFIA chiede “un piano industriale”. Cioè sussidi

L’Associazione auspica quindi «un ripensamento o comunque un chiarimento». Ma  soprattutto chiede al Governo italiano «di fare quello che i governi degli altri Paesi hanno già fatto». Cioè «dare delle certezze alla filiera e definire al più presto la road map italiana per la transizione produttiva e della mobilità sostenibile».

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Apri commenti

54 COMMENTI

  1. Magari, entro fine anno, un articolo che dica che il trio Giorgetti Draghi Cingoleni non ha messo un euro, mettetelo….

  2. Pensano ai posti di lavoro solo quando vengono obbligati a fare investimenti, cioè a spendere. Mi chiedo se farebbero gli stessi ragionamenti se qualcuno proponesse loro una serie di automi a basso costo che sostituiscano tutti gli impiegati umani…

  3. Quello che è grottesco è che questo articolo vuole mettere alla berlina il settore automobilistico “tradizionale” accusandolo di voler prendere soldi dallo Stato. Cioè esattamente quello che fa il settore elettrico da che esiste. Bella imparzialità.

    • E’ sicuro di quello che dice? Proviamo a fare un calcolo di quanti sussidi hanno incamerato le auto termiche e le aziende che le producono negli ultimi 50 anni, e quello che è toccato alle elettriche in due anni di incentivi? Secondo me siamo cento a due. Scommettiamo?

      • Guardi, gli incentivi e gli aiuti ci sono stati in tutti i comparti industriali, dagli alimentari all’acciaio a tutto il resto. La differenza sta nel fatto che ora lei demonizza un settore che è stato smantellato per una scelta politica e non perchè ha fallito sul mercato. E stia pure tranquillo, dia tempo e vedrà che arriveranno gli aiuti anche alle fabbriche di auto elettriche (intendo oltre a quelli colossali che già hanno). E lei queste cose, peraltro, lavorando al Sole 24 ore, le sa benissimo, non sono certo io a fargliele scoprire.

        • Lei mena il can per l’aia: se tutti i settori prima o poi beneficiano di sussidi, perchè si scandalizza solo per quelli alle auto elettriche? Le termiche verranno bandite perchè inquinano le città ed emettono gas serra. Quindi sono un danno per i cittadini e per il pianeta. Come l’amianto, la diossina, i rifiuti tossici, le scorie radioattive, i liquami delle porcilaie, gli scarichi delle fogne non depurati. Vede quante cose sono già stata vietate, e già da anni? Lei ha mai accusato qualcuno di demonizzare le discariche a cielo aperto nella Terra dei Fuochi?

    • Commento ben poco astuto.
      Possiamo dare tutti i soldi che vogliamo ai produttori di carrozze con cavalli, pellicole e macchine fotografiche, schermi a tubo catodico, tastiere per cellulari, autoradio, navigatori GPS, eccetera, senza riuscire a evitare che i lavoratori di quel settore perdano il loro posto.
      Possiamo invece dare soldi a chi vuole produrre batterie, e auto elettriche, sistemi di produzione e accumulo di energia rinnovabile e avremo almeno qualche chance di creare posti di lavoro e filiere produttive che possano autosostenersi e magari produrre ricchezza per il paese.
      Nel primo caso si tengono in vita aziende zombie e posti di lavoro che non servono più, nel secondo si producono nuovi posti di lavoro e aziende floride e prosperose che assumono lavoratori.
      Ci sono semplicemente politiche economiche migliori di altre.
      Gli incentivi che porta come esempio (alimentari, acciaio) servono a mantenere la produzione in Italia di prodotti di interesse nazionale che si vuole evitare di acquistare all’estero per scongiurare interruzioni o speculazioni degli approvvigionamenti (acciaio) o invasione di prodotti a basso prezzo e di qualità inferiore (alimentari). Crede forse che a dare incentivi ai motori termici si eviterà l’invasione di auto elettriche da USA, Cina o Germania oltre a contribuire al non raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e di abbattimento dell’inquinamento atmosferico? Se la risposta è sì, avrei la fontana di Trevi da venderle.

      • Lei è un fenomeno. Le tecnologie che lei cita sono stato superate da altre che si sono imoste sul mercato perchè esso le riteneva migliori. Le risulta che venissero incentivate le macchine fotografcihe digitali? O gli schermi piatti? No vero? Ecco, questo è il problema dell’auto elettrica: che per affermarsi (?) ha bisogno di incentivi, perchè senza la gente non la acquisterebbe. Non è difficile.

        • Lei continua ad ignorare che la combustione di idrocarburi nuoce gravemente alla salute dell’uomo e del pianeta. Ci dica una buona volta se ne conviene o no. E se no, ci dimostri che l’effetto serra non esiste e gli ossidi di azoto sono un elisir di lunga vita.

          • Ma è ovvio che ne convengo! La differenza fra me e voi è che mentre io noto le problematiche relative all’uso di un’auto elettrica, che seppure inevitabile è molto lontana dall’essere funzionale quanto una ICE, qui leggo solo quanto è sia meravigliosamente bello viaggiare in elettrico, tutto qua. Il partito dell’auto elettrica ha già vinto, ed in maniera schiacciante: non c’è verso per il quale si possa anche solo pensare ad una mobilità diversa nel futuro. Ma questo non mi può vedere parte del coro di coloro i quali vedono solo gli aspetti positivi. Perchè ci sono anche quelli negativi.

        • Guardi, assumiamo per assurdo che lei sia veramente così astuto e quindi che abbia ragione. Grazie al suo intervento da domani i governi di tutto il mondo eliminerebbero gli incentivi alle auto elettriche. Per par condicio dovrebbero sparire anche, quelli sì scandalosi, tutti gli incentivi a diesel e benzina euro 6 (spero che almeno su questo ne converrà).
          Notizia di questa settimana è che lo share di vendite di auto plug-in (non solo BEV, eh!) è in crescita un po’ in tutto il mondo. E un po’ in tutto il mondo le vendite sono dominate da Tesla, che non produce certamente utilitarie. E se guardiamo il mercato USA a dominare le vendite di plug-in è ovviamente Tesla, che sta dominando nonostante non stia più beneficiando degli incentivi, in quanto negli USA gli incentivi vengono dati con quote massime sul numero di auto vendute per singolo produttore e Tesla ha ormai già raggiunto la quota massima.
          Quindi vediamo già negli USA il dominio di un produttore di auto elettriche che non beneficiando più di incentivi continua a incrementare le vendite e le quote di mercato, nonostante abbia solo quattro modelli a listino e solo due in una fascia di prezzo relativamente più abbordabile.
          Il problema è che l’eliminazione ritenuta così astuta da parte sua degli incentivi genererebbe una spaccatura ancora più netta tra ricchi e poveri, ovvero ci sarebbero i ricchi che si potrebbero permettere di continuare ad utilizzare le auto ecologiche quanto e come vorranno e i poveri costretti ad acquistare auto di vecchia tecnologia, subendo tutte le penalizzazioni legate a misure anti inquinamento, alti e bassi del mercato degli idrocarburi, tasse sulle quote di emissione e chi più ne ha più ne metta, senza poter minimamente protestare o poter evitare questo tipo di problematiche. Senza incentivi, insomma, si creerebbe ancora di più un divario tra ricchi e poveri, ovvero cittadini di serie A e cittadini di serie B.
          Contento (e astuto) lei, mi verrebbe da dire.

          Al contrario, una persona veramente astuta dovrebbe appena possibile approfittare degli incentivi che per fortuna i governi si stanno sforzando di implementare, per passare all’unica vera tecnologia disponibile oggi che permette di affrancarsi da una tecnologia che produrrà ritorni economici sempre più negativi, che si verificheranno comunque, sia che gli incentivi ci siano o meno. E, aggiungerei, dovrebbero farlo senza fare troppo gli schizzinosi cercando scuse puerili tipo che sia una tecnologia ancora immatura. L’unico vero problema da risolvere è quello relativo all’infrastruttura ovvero come ovviamo alla questione di far ricaricare chi non ha il posto auto e lascia l’auto parcheggiata in strada. E di questo si parla spesso su Vaielettrico, resti collegato 😉

          Un’ultima riflessione importante: si dice che i ricchi siano tali in quanto più scaltri nell’uso del denaro rispetto ai poveri. Le pare che i più ricchi acquisterebbero le auto elettriche se non fossero vantaggiose anche e soprattutto da un punto di vista economico?

          • L’unica cosa che capisco dal suo intervento è che lei non ha letto il mio. Io mica ho detto che non si devono incentivare le auto elettriche. Ho detto che trovo grottesco additare al pubblico ludibrio un settore che chiede di essere sostenuto dopo che viene forzatamente fatto chiudere per dare la precedenza ad uno sussidiato.

          • @ L’Astuto si decida, io ho risposto ad un commento che diceva altro. Non cambi versione, né discorso.

        • Concordo con lei e nel contempo sono contro qualsiasi tipo di incentivazione statale e quindi anche per le BEV. Se le elettriche sono il futuro devono andare avanti con le proprie gambe, punto. Se nel frattempo, da qui al 2035, ci saranno alternative ancora più green (idrogeno? Comunque sono sempre azionate da motori elettrici) ben vengano. Dagli anni 90 siamo passati dalla benzina al gasolio e adesso ancora verso la benzina/ibrido solo perché il prezzo alla pompa era ed è il 10/15% più basso: altrimenti saremmo andati tutti a benzina. Con questo voglio dire che se l’elettrico con “batterie” è veramente il futuro deve esserci convenienza prima di tutto, intesa nellintera catena e cioè dall’estrazione del litio fino alla alla rottamazione dei veicoli passando per i costi di ricarica delle strutture pubbliche (prezzi esagerati) e soprattutto dell’acquisto dell’auto. Quindi basta aiuto pubblici a case automobilistiche e incentivi a pioggia.

          • Primo dovremmo lavorare per valutare soluzioni che ci portano a ridurre inquinammento anche se oggi più costose , parliamo di idrogeno , biocarburanti ecc senza la cognizione di quello che vuole dire a livello di costi e energetici .
            Le prime Fuel Cell del progetto Gemini avevano un rendimento del 60% e adesso 60 anni dopo siamo arrivati al 65% non mi sembra un grosso salto tecnologico .
            Parliamo di chi riparerà le auto elettriche e speriamo che l idrogeno sia più semplice , ma quando ci dovumenteremo meglio prima di scrivere ?

          • Ci mettiamo dentro anche i 18 miliardi annui di incentivi ai carburanti fossili (pesca, agricoltura, autotrasporto) e quelli per l’acquisto di auto termiche e ibride nuove euro 6 e 7?

  4. Quanti BLA BLA BLA. Ogniuno a difendere i propri interessi e i propri guadagni. Nessuno veramente interessato al futuro e alla salute del mondo. I giovani si stanno distaccando dalla proprietà dell’auto e invece di cavalcare un prodotto che può essere interessante anche da altri punti di vista oltre quello della mobilità continuano col voler recuperare un “cavallo” ormai zoppo.

    Complimenti e arrivederci all’estinzione ormai inevitabile cari vecchi costruttori.

  5. Quanti posti di lavoro creano le nuove tecnologie?

    Quanti danni causa il cambiamento climatico?

    La politica faccia i conti per bene e dia incentivi solo dove conviene di piu’ per tutti, e non solo una lobby

    • Le nuove tecnologie creano sempre nuovi posti di lavoro , sicuramente di livello più alto . La chiave è quello di compensare la perdita di posti con quelli nuovi .
      Le tecnologie IOT , predictive maintenance , ad esempio hanno creato molti posti .
      Le auto elettriche ,per i meccanici che vorranno studiare ,creeranno nuovi posti . Guarda quante poche carrozzerie sono certificate da Tesla ?
      L impatto del riscaldamento globale è sotto gli occhi di tutti , se hai un po’ di anni come me purtroppo hai già dei riscontri

  6. L’ANFIA la pensa esattamente come la maggior parte degli automobilisti italiani. Recentemente sono usciti diversi sondaggi sulla propensione all’acquisto di una EV che evidenziano che gli italiani non sono pronti. Per la transizione ci vuole tempo. Per adesso si va ancora a tutto termico o ibrido plug in al massimo. Autonomia (poca e variabile) e ricarica (poche colonnine e per pochi) non sono all’altezza di un automobilista che usa l’auto per lavoro e tempo libero.

    • Non ho visto questi sondaggi e chi li ha fatti ,ma sicuramente dopo una demonizzazione del diesel e mancata conoscenza , disinformazione su trazione elettrica ha generato sicuramente una situazione di st by e di indecisione .
      Io ho fatto il salto e indietro non torno più ,ma posso capire che per alcuni può essere difficile

      • Confermo che sono tantissimi i sondaggi in rete, alcuni commissionati dalle case automobilistiche. E poi aggiungo che anche Vw (è appena finita la diatriba sugli investimenti nell’EV all’interno del board) e Stellantis (scetticismo palese del CEO) non dormono sonni tranquilli pensando agli investimenti necessari nell’EV e con il rischio del flop nelle vendite.

        • VW e Stellantis ,che hanno capacità produttive importanti dovrebbero andare in Tesla , comprare lo skateboard e vestire la linea sopra per fare un auto a grande tiratura e con funzionamento garantito dall’ esperienza Tesla

          • Purtroppo avrebbero dovuto farlo un po’ di tempo fa, quando i tempi erano giusti.
            Ricordiamo che FCA preferì fare l’accordo con Chrysler, con dietro interessi da parte dei governi, anche quello degli Stati Uniti, di non lasciare a casa tutto l’indotto.
            Purtroppo l’operazione si è rivelato essere l’ennesimo calcio al barattolo lungo la strada.
            Peggio ancora Toyota, la cui ottusità li ha spinti a liberarsi della partecipazione in Tesla, proprio quando Tesla stava iniziando a sbocciare. Quella di Toyota sembra essere l’ennesimo caso in stile Nokia/Kodak/Sony/eccetera, ovvero non essere in grado di vedere la transizione tecnologica in atto e, ritenendo di poterla dominare dall’interno, facendo le scelte sbagliate rimanendone tagliati fuori.

      • Guardi che se a me ponessero la domanda sulla propensione all’acquisto risponderei di si in assoluto per l’aria pulita, etc , ma poi vuoi x i costi/gestione ricarica/autonomia, smetterei di sognare e mi terrei l’auto termica in attesa degli eventi. Concludo dicendole che personalmente sono x la riduzione della CO2 na non vivo nel mondo delle favole. Sarebbe meglio che si rendesse conto della situazione in essere per dare un contributo al cambiamento. Se continua a dire che le strutture ci sono, le auto costano poco, e hanno una autonomia sufficiente, non stimola il governo/case automobilistiche/automotive in generale ha prendere sul serio le EV. Dire stop nel 2035 serve solo a creare confusione e fermare in assoluto la propensione all’acquisto di auto.

        • Lei mi attribuisce ciò che non ho mai detto. Però si informi meglio prima di scrivere che saremmo noi automobilisti elettrici a vivere nel mondo dei sogni. Viviamo tutti in Italia, come lei. Non tutto è perfetto, ma 14 anni sono il doppio del tempo che c’è voluto per costurire l’Autostrada del Sole, ed eravamo negli anni 60…

          • Egregio, non voglio e non era mia intenzione entrare in polemica con lei perché innanzitutto voglio dirle che apprezzo quanto lei sta facendo per un futuro migliore. Detto questo, vorrei sottolineare che lei il 5 dicembre, in un altro argomento, mi ha risposto:
            “A2A ha installato a Milano oltre 400 stazioni dj ricarica….altre 100 fanno capo a EnelX e Be Charge..”.
            Quanto sopra le attribuisco: con questi numeri il problema dell’EV di massami spiace ma non è proprio risolto e non si va da nessuna parte. Si rende conto che cercare le colonnine in zona areaC Milano è come cercare il classico “ago nel pagliaio”? Le colonnine a Milano, per essere “nazional popolari” dovrebbero essere concepite sulla falsariga degli stalli delle BikeMi. Ovviamente più estesi, visibili (senza ricirrere alle APP e passare il tempo a programmare la ricarica della EV) e disponibilità in tutte le vie. I soldi ci sarebbero anche ma vengono deviati, ad esempio, in “telecamere” come da notizia di oggi che riporto:
            “Milano investe 3 milioni in nuove telecamere, ecco dove saranno messe..”.
            Quindi concludo dicendo che a volte sollevare problemi può sensibilizzare l’amministrazione comunale a riflettere come spendere meglio i soldi dando delle priorità. Da subito perché le BEV sono già in vendita e non nel 2035.

          • Consulti per esempio il sito Chargemap https://it.chargemap.com/cities/milano-IT: in area C Milano sono indicate 103 colonnine di ricarica pubbliche. Non sono tantissime, ma raddoppiano ogni anno, quindi non parlerei di “ago nel pagliaio”. Penso che incrementarne il numero via via che aumenteranno le Bev circolanti non sia una problema irrisolvibile. E le amministrazioni comunali non devono sborsare un euro: c’è la fila di pretendenti privati che vorrebbero installarle. Penso che sia giusto sollevare i problemi, ma è necessario farlo a ragion veduta

        • Infatti dovrebbero fare come la Norvegia che bloccano molto prima .
          Ma al posto di vedere date mi piacerebbe vedere proposte , il sostenere strutture decotte non ci servirà all innovazione

      • Senza i dati sul tipo di campionamenti vale quanto 2 euro di carta… Se faccio un sondaggio agli iscritti di vaielettrico e pongo la domanda con buona probabilità otterrò il 90% di favorevoli.. ma è sottoinsieme di sottoinsiemi del popolo italiano…

        • La statistica la conosco piuttosto bene. Non ho bisogno di ripetizioni. Lei mi sottoponga qualcosa di meglio

          • Credo che la risposta di Giorgio non fosse indirizzata a Lei, ma a Pigalia.
            Almeno, io l’ho interpretata così.

          • Certo che quanto a suscettibilità non è che siamo proprio messi benissimo, eh….

  7. L’ansia ripropone una nuova Taranto o il lavoro o il cancro. Ma stavolta è ancora peggio e mi chiedo come si fa a mantenere in certe posizioni gente così irresponsabili

  8. Ma mi chiedo se in 14 anni Anfia saprà fornire proposte per gestire la trasformazione .
    Consiglio ad Anfia di andare a leggere le azioni portate avanti dal sindacato dei vetturini a cavalli quando sono arrivate le auto a benzina.
    La trasformazione avverrà molto prima del 2035 .
    Non si può frenate l innovazione con le mani , e più freni e più arrivano i cinesi

    • L’ Anfia si preoccupa giustamente dei posti di lavoro, e una transizione netta può essere un problema, e già adesso lo e perché molti prima di comprare una macchina nuova ci pensano su due volte, adesso poi in particolare molti non compreranno neanche quella, non si può paragonare il passaggi dalle carrozze alle auto a benzina con quello che sta succedendo adesso, le cose sono molto diverse, soprattutto perché l’Auto ha cominciato ha prendere piede con la Model T di Ford, prima di quella le auto erano per pochi.

      • Una transizione netta è dall’oggi al domani, 2/3 anni.
        Qua si parla di 14 anni.
        Lanostra classe imprenditoriale ha tutto il tempo per programmare ed attuare un cambiamento, ma al solito, piangono e chiedono che questo cambiamento venga sostenuto economicamente da qualcun altro.
        Oneri agli altri ed onori a me.

  9. Ci rendiamo conto che andrà a sparire solo la filiera legata esclusivamente al motore termico e non tutta l’auto?
    Certo che se la nostra imprenditoria si adeguerà solo dopo che il mondo intero avrà dismesso le auto termiche…

      • L’unico che si muove è il governo, che velocemente trova metodi per rallentare le auto elettriche: toglie gli incentivi, incentiva il termico, frena le colonnine, frena i grandi impianti fotovoltaici ecc.

  10. Come al solito il governo dice una cosa e ne fa un altra, senza contare la coerenza che e pari a zero , poi ormai sono decine di anni che li nostro paese non ha una politica industriale, la cosa triste e vedere che anche con questo governo queste cose non sono cambiate.

    • Che l’andazzo fosse quello indicato dalla EU, non c’erano dubbi nemmeno prima. Sono mesi e mesi che se ne parla, sono anni che si ragiona sullelettrico. Anfia ha ragione a batter cassa, perché il governo deve per forza proporre politiche adeguate alla transizione. Poi anche l’imprenditoria farà la propria parte, come sempre e senza aspettare lo stato. Certo magari se per una volta si coordinano.. Magari ne usciamo pure bene

      • Che l’andazzo fosse quello mica tanto, visto che l’Italia non ha firmato l’accordo della cop 26 e il Ministro Giorgetti ha detto chiaramente che l’Italia non aveva intenzione di aderire, poi se dopo poco tempo hanno cambiato idea allora e un altro discorso, ma se vogliamo dirla tutta potrebbero cambiare di nuovo idea, ormai non mi stupisco più di nulla, purtroppo questo è un difetto che tutti i governi italiani (indifferentemente da colore politico) hanno .

      • Come al solito, l’imprenditoria italiana vuole fare la sua parte, cioè incassare gli utili, dopo che lo stato e chi paga le tasse ha ha fatto la sua, cioè pagare le spese.

        • concordo in toto, la prenditoria italiana non si smentirà mai, spese pubbliche e utili privati e lo si vede amplificato con l’effetto covid degli utlimi 2 anni; d’altronde il tutto avallato dal governo dei migliori (non è il momento di mettere le mani nella tasche degli italiani ma è il momento di dare (ai soliti noti ovviamente)).
          p.s.:lo stralcio delle cartelle è solo l’ultimo esempio nella patria dei condoni.

    • Senza una politica chiara di transazione ANFIA ha perfettamente ragione, ma in Italia non esistono programmi politici, dall’energia alle industrie tutto è lasciato in mano a politici inetti

      • In Italia ormai e da molte decine di anni che non esiste più una politica industriale, e purtroppo questa e una cosa trasversale, qualsiasi schieramento politico vada al potere, i motivi sono diversi, ma queste e un altra storia, le case automobilistiche chi più chi meno hanno detto che vogliono convertite la loro flotta in elettrico entro al massimo il 30, per cui in teoria non ci dovrebbero essere particolari problemi, e stanno spendendo un sacco di soldi, VW in particolare spenderà quasi 90 Miliardi, ma come ho detto per ora sono tutte parole, per sapere se andrà come dicono bisognerà aspettare i prossimi anni, comunque già nel 24 dovrebbero esserci molti più veicoli elettrici.

      • E cosa ha fatto Anfia il giorno dopo che è scoppiato il dieselgate ? Se fosse stata capace avrebbe capito che i posti di lavoro dell’ ex Marelli ,poi Bosh che producevano pompe per i diesel sarebbero stati vulnerabili ? E cosa ha fatto NIENTE .
        Bisogna avere visione ed anticipare i potenziali problemi , questa è la mansione dei dirigenti !!

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