Bando agrivoltaico: più tempo per gli impianti

agrivoltaico

Il bando che finanzia l’agrivoltaico è scaduto il 30 giugno ma vista la complessità della realizzazione degli impianti è stato concesso più tempo per il loro avvio. Questa la modifica: il 30 giugno 2026 è il termine ultimo per il completamento dei lavori di installazione. Rispetto alla versione precedente non coincide più con  la messa in esercizio dell’impianto agrivoltaico. 

I tempi lunghi dell’agrivoltaico

La realizzazione di un impianto fotovoltaico su suolo agricolo – ricordiamo che il DL Agricoltura proibisce i pannelli a terra – implica l‘obbligatoria simbiosi con l’attività agricola. Non basta, quindi,  installare i pannelli ma si deve calcolare per esempio il grado di ombreggiamento sotto i pannelli. Parametro che cambia a seconda delle colture, ci sono anche altre variabili, e in alcuni casi non è possibile avviare l’impianto se non pregiudicando la produzione agricola e vanificando il principio dell’agrivoltaico.

Esempi di agrivoltaico: limiti e opportunità

La pubblicazione del Dm 149/2025 da parte Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) concede, quindi, più tempo per la realizzazione degli impianti agrivoltaici. Il ministero spiega che l’obiettivo è «garantire che gli obiettivi del Pnrr possano essere realizzati entro le relative stringenti tempistiche previste».

I limoni coltivati con agrivoltaico

Il decreto accoglie le esigenze rappresentate degli operatori del settore e introduce queste due novità:
-prevede una finestra temporale adeguata al completamento della messa in esercizio degli impianti, successiva alla data della relativa installazione, che, al contempo garantisca il soddisfacente conseguimento dell’obiettivo Pnrr;
-assegna alla rendicontazione finale delle spese, un margine temporale più ampio, comunque coerente con la necessità di garantire il completamento delle operazioni finanziarie entro il termine del 31 dicembre 2026.

Il plauso delle organizzazioni agricole

Il decreto ministeriale è stato sollecitato dalle organizzazioni degli imprenditori agricoli. Soddisfatta Confagricoltura: «Queste modifiche configurano un quadro normativo più realistico e flessibile per il settore dell’agrivoltaico e mira a favorire il conseguimento del target di nuova potenza agrivoltaica fissato dalla specifica misura Pnrr». Insomma avanti tutta nella realizzazione di questi impianti che richiedono una gran lavoro di progettazione sia sul lato della produzione energetica che agricola.

Agrivoltaico avanzato: una balla che non c’è legame con agricoltura

Alla produzione di energia sia per l’autoconsumo che per la vendita e il conseguente rafforzamento dei bilanci aziendali, si associano i benefici sulle colture. L’ombreggiamento permette di tutelare le piante dalle temperature troppo elevate e la tutela, per esempio, durante le sempre più frequenti gelate.

LEGGI: La transizione energetica è un buon

affare, solo la politica non lo capisce

 

 

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