Bajaj acquista KTM per 800 milioni €: svolta per l’elettrico a due ruote?

Bajaj acquisisce KTM per 800 milioni. Ecco i motivi perché è un’occasione per rilanciare l’elettrico in Europa. La Freeride E può essere solo l’inizio…

KTM cambia proprietà. E lo fa in un momento cruciale per il futuro della mobilità a due ruote, quando il passaggio all’elettrico resta un terreno incerto e lontanissimo, ma comunque carico di potenziale. A fine maggio 2025, Bajaj Auto, colosso indiano del settore motociclistico, ha annunciato un investimento da 800 milioni di euro per acquisire la maggioranza del gruppo Pierer Mobility, che controlla KTM, Husqvarna e GasGas.

Non si tratta solo di una mossa industriale: è un’operazione che può rimettere in gioco un marchio europeo di grande tradizione. KTM è infatti finito in difficoltà finanziarie, ma è ancora dotato di un patrimonio tecnico, progettuale e identitario di altissimo livello. E se oggi KTM cerca stabilità economica, domani potrebbe trovarsi nelle condizioni ideali per rilanciare davvero la sua gamma, anche quella a zero emissioni.

Una KTM elettrica? Non è fantascienza: esiste da oltre 10 anni

KTM è stata tra le prime case europee (e anche mondiali) a credere nell’elettrico. Nel 2008 ha presentatola Freeride E, una moto da fuoristrada 100% elettrica. E nel 2012 quella visione era in vendita. Non era uno scooter cittadino né un esperimento di laboratorio: era una vera enduro, con telaio derivato da modelli a benzina, peso ridotto, erogazione pronta e autonomia sufficiente per divertirsi nei boschi.

Negli anni la Freeride E ha continuato a evolversi, fino alla versione aggiornata per il 2025: motore da 11 kW nominali (19 kW di picco), batteria da 5,5 kWh, peso contenuto in 109 kg, tre modalità di guida, freno rigenerativo e sospensioni WP. Una moto matura, nonostante le alterne fortune, apprezzata dagli appassionati che negli anni ha saputo ritagliarsi una nicchia (anche grazie alle sempre maggiori limitazioni alla circolazione delle moto a benzina nelle aree naturali).

L’Asia è già elettrica: Bajaj può fare la differenza

Con l’acquisizione da 800 milioni, Bajaj passa da grande azionista a controllore operativo di KTM. E porta in dote un know-how strategico: la profonda familiarità con la mobilità elettrica urbana, soprattutto in India, dove moto e scooter elettrici sono una realtà quotidiana non un’ipotesi proiettata nel futuro. Per KTM, questa alleanza significa accesso diretto a tecnologie, piattaforme produttive e mercati dove l’elettrico è da anni affermato. Se ben gestito, questo può tradursi in nuovi modelli a batteria destinati anche all’Europa, con prezzi più competitivi e caratteristiche tecniche che rispondano davvero alle esigenze dell’utenza urbana e interurbana (in un primo momento è difficile immaginarsi moto di grossa “cilindrata”, ma con il tempo…).

In più, Bajaj ha già esperienza con il suo scooter elettrico Chetak, e con la produzione delle piccole cilindrate di KTM e Husqvarna. La sinergia produttiva è già collaudata e sicuramente crescerà.

Il marchio KTM può far cambiare idea anche agli scettici

Il mondo della moto guarda ancora con sospetto all’elettrico. Rumore, frizione, sensazioni meccaniche: per molti sono irrinunciabili. Senza parlare poi del gap tecnologico che ancora (è innegabile) esiste. Ma se a proporre una moto elettrica fosse un marchio come KTM, con la sua credibilità tecnica e sportiva, allora il discorso cambia.

Una KTM elettrica stradale, ben fatta, prestazionale, con un design europeo e un’identità forte, potrebbe essere la chiave per aprire una nuova fase. Una fase in cui anche i motociclisti più tradizionali cominciano a vedere l’elettrico non come una rinuncia, ma come un’alternativa concreta.

Non tutto è scontato, ma le condizioni ci sono

Quindi con l’acquisizione di Bajaj garantisce automaticamente che KTM punterà forte sull’elettrico? No! Non stiamo dicendo questo. Prima verranno il risanamento finanziario, il riassetto societario e il rispetto delle condizioni imposte dai creditori. Ma è innegabile che oggi ci siano tutti gli elementi per fare un salto di qualità: competenza tecnica già disponibile, visione industriale favorevole, e un marchio che può parlare al cuore di chi va in moto da sempre.  Se questi fattori (e altri) si allineeranno potremmo vedere nei prossimi anni un’ampliamento della gamma elettrica KTM.

Visualizza commenti (3)
  1. si paragona il marcato asiatico degli scooter da città elettrici con il mercato motociclistico europeo o americano quando anche in Cina la “Moto” viene prodotta con motore endotermico e si relega l’elettrico allo scooter. il KTM da cross non la si può mettere sullo stesso piano delle altre motociclette, con il cross non ci gira nessuno per la strada , non è quello il suo scopo, viene prodotta esclusivamente per girarci su circuiti chiusi e poi…. 12 CV . Bajaj sfrutta il suo capitale per fare shopping producevano già dal 2013 dei modelli a brand KTM (125-250cc) in partnership per l’India, adesso vanno aquisire (forse) al 100% un brand alla frutta lato economico e portarsi a casa tecnologia , desigh e visibilità che l’industria indiana non ha

  2. franco mantellini

    Una ktm elettrica? Il fallimento è dietro l’ango, la stragrande maggioranza dei motociclisti stà lontano da quella roba. Ne venderebbero pochissime, non abbastanza da reggere il mercato.

  3. Non vorrei smentire l’autore dell’articolo ma consiglio di riporre poche speranze …perché i Kappisti sono (nella maggioranza) da sempre motociclisti che prediligono questo Marchio in quanto mezzi duri e più “puri” del resto del mercato (chi ne ha anche solo provata qualcuna di queste moto sa cosa intendo)…giusto come paragone , sarebbe alla stessa stregua di una HD elettrica (cosa peraltro tentata qualche Anno fa dalla casa di Milwaukee e che mi vide partecipe a una componente importante del progetto che però fu abortito quasi subito per il mancato gradimento dei biker del Brand).

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