Baidu fornirà veicoli a guida autonoma a Lyft, il servizio americano di trasporto privato (ride-hailyng). L’operazione prevede il debutto dei primi robotaxi cinesi in Europa entro il 2026. Le auto saranno prodotte da Jiangling Motors e inizialmente operative in Germania e Regno Unito
La collaborazione è parte di una più ampia spinta dell’industria tecnologica cinese per affermarsi nei mercati internazionali della mobilità autonoma ed elettrica. Il progetto rientra in una strategia già tracciata da altri attori del settore. A maggio, Uber ha annunciato una partnership con Momenta, altra azienda cinese di guida autonoma, per lanciare servizi simili in una città europea non ancora specificata. Momenta fornirà anche sistemi di guida assistita a IM Motors per auto vendute nel Regno Unito, confermando la crescente influenza cinese nella mobilità europea.
Da Baidu e Lyft la risposta all’accordo annunciato da Uber e Momenta: a Wuhan è in corso il più grande esperimento di auto autonoma al mondo
La Cina ha spinto con forza sullo sviluppo dell’auto elettrica e autonoma, sostenendo il settore con prestiti a basso interesse e norme favorevoli. A Wuhan, Baidu ha avviato quello che è oggi il più grande esperimento di guida autonoma al mondo, mentre in più di una dozzina di città sono già attivi test con veicoli senza conducente. Questa mole di sperimentazioni permette alle aziende cinesi di raccogliere dati essenziali per addestrare i propri sistemi AI.
Al contrario, negli Stati Uniti il contesto legale è più complesso e costoso, in particolare per i potenziali risarcimenti legati a incidenti stradali. A giugno, una giuria in Florida ha attribuito a Tesla la responsabilità parziale per un incidente mortale, con un verdetto che potrebbe costare all’azienda fino a 243 milioni di dollari. Non sorprende quindi che i produttori cinesi evitino per ora il mercato USA, dove gravano anche dazi del 100% sulle auto elettriche d’importazione e forti restrizioni sui sistemi di guida assistita.
Guida autonoma, le regole cambiano da città a città
I veicoli cinesi, come la Jiangling RT6 scelta da Baidu, presentano un costo di produzione notevolmente inferiore rispetto alle controparti occidentali. Il minivan ID. Buzz di Volkswagen, ad esempio, costa tra i 62.000 e i 72.000 dollari nella versione senza guida autonoma, contro meno di 30.000 dollari per la RT6. Una differenza che potrebbe rendere più competitivi i robotaxi cinesi nei mercati europei.
Tuttavia, espandere un servizio di robotaxi in un nuovo Paese non è semplice. Ogni città ha specificità di traffico e normative che richiedono adattamenti tecnici e operativi. Anche se le auto non hanno conducenti, servono ancora operatori remoti per monitorare i veicoli e rispondere a eventuali imprevisti. Lyft e Baidu, comunque, puntano a una presenza significativa: l’obiettivo dichiarato è portare “migliaia di veicoli” su strada in Europa nei prossimi anni.
La raccolta dati rimane uno dei temi più sensibili legati alla guida autonoma. Le auto utilizzano telecamere ad alta risoluzione che catturano immagini costanti dell’ambiente circostante, e sebbene le aziende assicurino che poche informazioni vengano archiviate, i timori su privacy e sicurezza persistono. Non solo in Europa: anche la Cina ha imposto restrizioni sull’uso e l’esportazione dei dati di guida.
Nel frattempo, aziende come Tesla e Waymo continuano a testare i robotaxi in città americane come Austin, Phoenix e San Francisco. Mentre in Europa, Volkswagen lavora alla versione autonoma del suo minivan elettrico. La competizione è globale, ma la Cina ha già dimostrato di avere il vantaggio della scala e della rapidità.
E con questo possiamo mettere la pietra tombale sul settore auto