
Autorimesse e auto elettrica. Quando raggiungi un luogo ai limiti dell’autonomia dell’auto, dove ci si tratterrà per un po’, puoi scegliere varie soluzioni per la ricarica. Una è quella di usare una colonnina FAST o ultra FAST appena prima di arrivare o appena ripartiti. Ma un’altra più comoda soluzione potrebbe invece essere sfruttare la sosta dell’auto nel luogo di destinazione per la ricarica.
Autorimesse e auto elettrica: i vantaggi della ricarica lenta in AC
E’ il caso ad esempio della classica gita fuori porta. Ad esempio in visita in una città d’arte. Dove si arriva al mattino, dopo qualche ora di viaggio, e dove ci si trattiene fino a sera. La cosa migliore che possiamo fare, quando possibile, è trovare un punto di ricarica in corrente alternata: una colonnina AC. I vantaggi sono molteplici:
- non servono soste intermedie. Se la destinazione è nel range di autonomia dell’auto, si arriva a destinazione diretti. Lì si ricarica (l’auto sarebbe comunque parcheggiata) e si riparte alla sera con il pieno. Arrivando di nuovo senza soste.
- i costi di ricarica sono inferiori a quelli di una ricarica FAST o ultra FAST. In media si spendono dai 25 ai 35 centesimi a kWh, circa la metà delle ricariche rapide. Anche se, parlando di costi, dovremmo aprire un capitolo a parte. Perché questi sono ampiamente variabili in funzione di abbonamenti flat o tariffe agevolate dei costruttori.
- le batterie ringraziano. Le ricariche FAST e ultra FAST mettono sotto stress la batteria. Nessun problema se si tratta di ricariche sporadiche, ma, quando è possibile evitare ed effettuare una ricarica lenta, senza alcun particolare disagio, meglio farlo.
Autorimesse: sarebbe così comodo, eppure…

Purtroppo chi progetta l’installazione delle colonnine in AC (le più diffuse) nella maggior parte dei casi le tratta quasi come fossero pompe di carburante. Senza entrare nel merito delle dinamiche (molto diverse) legate alle auto elettriche. Spesso ti trovi ad affrontare situazioni paradossali. Di recente ad esempio, sono andato a Milano da Riva del Garda con una Dacia Spring. Partito con il 100% di batteria, sono arrivato con la batteria appena sopra al 25%. Nel quadrilatero della Moda esistono varie autorimesse. Alcune di queste, ad esempio il parcheggio Meda, dispongono di colonnine per la ricarica. Ma si tratta di poche colonnine per un parcheggio molto grande. Volendo assicurarmi la ricarica durante la permanenza, non potevo certo scommettere sul fatto di trovarne una qualsiasi libera! Ho preferito quindi contattare un’autorimessa più piccola, il garage Borgospesso. Ho prenotato il posto-auto e chiesto di avere una semplice presa di corrente nelle vicinanze dell’auto.
Ma bisogna viaggiare ben attrezzati…
In questo modo ho potuto parcheggiare, nel cuore di Milano, e ripartire con l’auto carica. Niente soste all’andata e niente al ritorno. Nemmeno con una piccola citycar come la Spring. Fondamentale è stato poter contare su una stazione ricarica mobile come Juice Booster 2 (di cui abbiamo parlato qui). È stato sufficiente collegarlo alla presa schuko messa a disposizione dell’autorimessa e collegarlo all’auto. Sicuro che avrei potuto sfruttare in tutta sicurezza tutti gli ampere a disposizione. Non conoscevo in anticipo (e nemmeno i gestori erano in grado di dirmelo) la potenza a disposizione. Ma sapevo che la stazione si sarebbe autoregolata su quanto disponibile. Nel caso specifico, ho ricaricato a circa 2 kW di potenza. In meno di 10 ore ho ripristinato la batteria quasi al 100%, ripartendo per Riva del Garda senza alcuna sosta. Si tratta di un servizio che potrebbe fare la differenza, nel prossimo futuro, nella scelta dell’autosilo in cui lasciare l’auto. Perché rappresenta il modo più intelligente per muoversi.
Paese che vai…stessa ingenuità di progettazione

Situazione simile (con alcune varianti) l’ho incontrata in Austria, in un viaggio fino a Innsbruck, in aeroporto, per prendere un volo per la Germania. Rientro previsto dopo quattro giorni. Il parcheggio-passeggeri è dotato di sei colonnine di ricarica AC. Ok. Ma l’utilizzo è consentito solo per il tempo necessario alla ricarica. E in ogni caso non per più di 48 ore continuative. Bene, corretto. Ma quindi, secondo loro, chi le dovrebbe utilizzare? E in che modo? Ci troviamo, lo ricordo, nel parcheggio solo-passeggeri di un’aeroporto internazionale. Probabilmente le hanno pensate per chi parte e rientra in giornata. Ma si tratta di colonnine da 22 kW di potenza. Proviamo a fare qualche conto. Oggigiorno la maggior parte delle auto ricarica almeno a 7 kW (se non a 11) e dispone di batterie da non meno 30 kWh. Consideriamo che non necessariamente lo stato di carica all’arrivo dev’essere vicino allo zero. In che modo sarebbe dunque possibile abbandonare l’auto in aeroporto certi di tornare prima che la ricarica sia terminata?
Quali potrebbero essere le azioni per venirci incontro
Ho ricaricato al passo del Brennero, presso la FAST gratuita messa a disposizione dall’A22. E sono arrivato in aeroporto con “il pieno” visto che i circa 40 km che separano la stazione di ricarica in autostrada dall’aeroporto sono quasi del tutto in discesa. Ma ho effettuato una sosta che non sarebbe stata necessaria se a destinazione ci fosse stata una diversa organizzazione. Come si potrebbe dare un buon servizio? Ad esempio pensando un sistema di ricarica mobile, come quello immaginato da Volkswagen. Grossi “powerbank” che si spostano nel parcheggio e ricaricano le auto in sosta. Per poi rientrare automaticamente alla base (di ricarica) e ripartire nuovamente. Un po’ come fanno i robottini aspirapolvere nelle nostre case. Altra soluzione, meno futuribile, potrebbe essere rappresentata, anche qui dalla ricarica a bassa potenza, ma disponibile su un numero molto più elevato di stalli. Nelle autorimesse è più utile avere 66 posti auto con ricarica da 2 kW rispetto a soli 6 posti (peraltro inutilizzabili) da 22 kW. Non credete?
La soluzione è lasciare le chiavi al gestore dellautosilos che normalmente sono disoccupati e spostare un’auto non richiede molto tempo. Devo certamente avere fiducia del gestore e questo é compito loro.
Il tema della potenza é il vero problema, occorrerebbe una direttiva che permettesse gli aumenti di potenza senza spese abnormi per non incidere troppo sul costo del parcheggio che già ora è normalmente alto.
… e poi vi chiedete perché l’utilizzatore comune non usi l’auto elettrica?
ci chiediamo che cosa non funziona ancora per cercare di migliorarlo.
Concordo, le colonnine AC paradossalmente hanno il difetto di essere troppo veloci visto che bisogna scollegare l’auto a fine carica. È una cosa che ho notato anch’io da quando un’auto elettrica ce l’ho.
Il peggior difetto di chi progetta queste cose invece è non crederci. Capisce che sono scomode ma non si sforza di trovarci una soluzione se per lui la soluzione è guidare la sua auto diesel.
Spero proprio sia questo il futuro. Tantissime prese Slow (2-3kW) a servizio dei normali stalli di parcheggio (senza il vincolo di lasciare libero lo stallo a fine ricarica), colonnine Quick per quando le slow non bastano (con obbligo di liberare lo stallo), colonnine Fast per quando è cruciale impiegare poco tempo.
E sono d’accordo – le Quick in aeroporto sono assurde (troppo lente per essere usate all’arrivo o alla partenza, troppo veloci per lasciare l’auto in carica anche per i viaggi più brevi).
Quello evidenziato è un bel problema è vero, da colui che se può fa mezzo km pur di non mettere in auto silo ma in strada, potrebbe essere il modo per farmi essere loro cliente quando avrò una elettrica.
L’ostacolo più grande secondo me è che allo stato attuale delle cose i gestori di autosilo non han il minimo interesse nel spingere per una elettrificazione progressiva degli stalli, al contrario essere loro proattivi chiedendo un aumento drastico della potenza impegnata (immagino la maggior parte di quelli piccolini che vedo per Milano non abbia ora più di 11kw) quindi anche a investire quel qualcosa si rifletrerebbe ulteriormente sui prezzi già non proprio economici che potrebbe portare ad avere anche meno clienti in un periodo cmq di assestamento.
D’altra parte potrebbero essere le varie Enel etc che li pagano per tenere le loro colonnine in comodato d’uso, magari con una frazione del guadagno delle cariche che gli porta, altrimenti sarebbe solo un ospite scomodo e riservare troppi stalli in un momento in cui cmq son poco diffuse e potrebbero restare vuote troppo a lungo invece di essere sfruttate per le termiche.
Per gli aeroporti un sistema meccanico con un braccio che arriva a trovare e collegarsi alla presa dell’auto (magari parcheggiata obbligatoriamente “di culo” è più rapido che dei droni con batterie che cmq a loro volta devono essere ricaricate, in ottica cmq di avere nel giro di pochi anni una escalation di numeri sarebbe costoso per via delle batterie da montare e più lento…è anche vero che con quello che costano i parcheggi a lunga permanenza, potrebbero anche assumere qualcuno che va ad attaccare e staccare gli spinotti alle auto parcheggiate hehe
Ma una cosa mi chiedo sempre quando leggo di questi sistemi, ma nelle elettriche lo sportello di ricarica è sempre aperto anche con auto chiusa? Che altrimenti servirebbe un sistema universale di riconoscimento che permetta apertura altrimenti si finisce come con i caricabatterie dei cellulari che ci son volute due leggi per uniformare i connettori
Xardus, complimenti hai detto tutto.
In particolare l’ultima parte è un tassello fondamentale: se serve una ricarica mobile chi e come si deve aprire e chiudere lo sportellino di ricarica quando il proprietario non c’è è un nodo cruciale da dipanare.
Molte nuove auto elettriche dispongono della possibilità di una chiave virtuale elettronica che è possibile inviare a chi vogliamo autorizzare all’apertura dell’auto. Immagino che questa potrebbe essere una soluzione.
Dove non è così, probabilmente sarà possibile lasciare la chiave (come peraltro già avviene in molti autosilo).
Ma sarebbe comunque poco pratico, tutti devono dotarsi di un sistema apposito, e in più cela fiducia.. Non è che ti fidi a dare certe cose tue a chiunque, considerando l’ignoranza in sicurezza informatica generale lasciare queste cose all’utente finale è molto pericoloso.
Basterebbe banalmente un rfid più evoluto che viene aperto da dei codici che vengono mandati dal connettore di ricarica automatica.
Amazon ci prova da un po a farti la consegna nel bagagliaio negli USA, ma appunto devi fidarti a dare accesso ad estranei alla tua auto anche con il nome amazon dietro
O più semplicemente (pirla a non pensarci prima) lasci un opzione in app per permettere la carica, lo sportello resta aperto finché non viene caricata e poi si richiude, magari anche da remoto tramite app proprio per i casi di lunghe soste così possono essere ricaricate con meno problemi fuori da orari di picco quando sai che resti fermo tre giorni per esempio. Se il futuro sarà tenere le auto come batterie per stabilizzare la rete quello cmq necessitera di avere più possibile auto ferme che restano collegate quindi penso che salvo per le colonnine fast e ultra fast si andrà nella direzione di mettere colonnine da 2kw ovunque anche in strada con strisce bianche, ma chissà quanto ci vorrà
No lo sportello è chiuso quando l auto è chiusa , nella mia Kia Niro ,se non stacco la presa entro 15 secondi la presa si riblocca
Facciamo un po’ di chiarezza:
-tutte le auto elettriche, per la ricarica in alternata, usano un connettore standard (tipo 2),
-i proprietari di molte auto elettriche, tra cui le Tesla, possono già comandare da remoto: l’apertura & chiusura dello sportellino della ricarica e lo sblocco del cavo di ricarica,
-basta un semplice aggiornamento SW per tutte le auto che ora non permettono le suddette opzioni.
Ottima riflessione !
Purtroppo in Italia sono in vigore delle norme cogenti sulla prevenzione incendi
https://www.vigilfuoco.it/allegati/PI/RegoleTecnicheXAttivita/COORD_DM_01_02_1986.pdf
Esistono già soluzioni tecniche compatibili con la suddetta normativa:
-) una serie di prese “limitate” a 10 A distribuite SOLO in zone non soggette alla normativa VVF
-) una serie di WallBox con “bilanciamento di carico”
-) un sistema simile a questo https://www.trojanenergyltd.com/
Ciao da Paolo
Io ci credo eccome. Mi chiedo quali pensieri aleggino nelle teste che fanno simili progetti. Sembra che oltre a non capire molto di ricarica non conoscano le dinamiche di chi prende l’aereo. Vedi areoporto di Verona nel posteggio veloce di accompagnamento delle partenze e arrivi.
Tutte il tema delle EV è ancora affrontato dai progettisti dell’infrastruttura in modo da principianti, intanto obbligherei che ci progetta questi punti di rifornimento , il possesso di una EV e la usi.