A Verona, si discute del futuro del mercato dell’auto. La tre giorni dell’edizione 2025 di Automotive dealer day (13-15 maggio) non è solo un momento di incontro tra gli operatori. Ma anche il momento per capire le richieste di tutta la filiera – dal governo italiano alla Ue – per il rilancio del settore. Idee diverse, raccolte nel convegno di apertura della manifestazione. A cui ha dato alcune risposto il ministro dei trasporti, Matteo Salvini.
Salvare l’auto europea. Occorrono interventi e occorre fa presto: senza una visione precisa – e di fronte alla crescita dei marchi asiatici – c’è la concreta possibilità che nei prossimi anni si dimezzi la produzione dei veicoli all’interno della Ue. Come fare e cosa dovrebbero fare le istituzioni? E’ stato questo il punto centrale del dibattito che ha aperto la tre giorni dell’Automotive Dealer Day di Verona.
Sotto la regia della società di consulenza Quintegia, la manifestazione si è aperta con un dibattito cui hanno partecipato i rappresentanti delle principali associazioni di categoria dell’automotive. Ad ampio raggio, da chi sostiene che il futuro è dell’auto elettrica a chi ritiene che è importante garantire la neutralità tecnologica a parità di calo di emissioni. Da chi le auto contribuisce a mantenerle durante tutto l’arco di vita a chi ha i rapporti diretti con i consumatori.
Senza dimenticare le ricadute nell’economia del paese. “Il settore automotive è un grande attivatore finanziario e fiscale”, ha ricordato nel suo intervento Marco Stella, presidente di Anfia (associazione delle filiera automobilistica). Per l’Italia rappresenta il 5% del Pil, che arriva al 15% con tutto l’indotto. “Il governo ha rinnovato per tre anni i benefici legati alle attività di ricerca sviluppo. E’ un primo passo, ma la risposta deve essere europea. Anche da Bruxelles, è arrivata una prima risposta, con il rinvio delle multe. Anche se ha dato un po’ di respiro, è evidente che non basterà: bisognerà rivedere la normativa sulle emissioni di CO2 e un regolamento che è a dir poco terribile, per il settore“.
“Il rinvio delle multe alle case automobilistiche da parte della Ue è solo una boccata di ossigeno”
Ma le preoccupazioni sono anche di chi guarda al futuro prossimo. Lo ha fatto Fabio Pressi, presidente di Motus-e. (l’associazione che ha come scopo la promozione della mobilità elettrica). E’ partito dai dati, per certi versi clamorosi, delle ultime immatricolazioni. “Ad aprile, l’Italia è stata in termini percentuali il primo mercato europeo, con un aumento del 110,38% rispetto ad aprile 2024, con una quota di mercato salita al 4,76%. Ma il dato non deve ingannare, rimaniamo distanti rispetto al resto d’Europa“.
Prendendo proprio i dati forniti da Motus-e, la quota di mercato delle auto elettriche è attestata al 18,18% in Francia, al 17,01% in Germania, al 6,98% in Spagna e al 20,75% nel Regno Unito. Nello stesso mese, la market share in Italia era stata del 5,17%. Per Pressi è importante che “ci siano certezze per il mercato“, perché secondo gli obiettivi l’Italia dovrebbe immatricolare nei prossimi anni 6 milioni di veicoli elettrici. Un obiettivo al momento molto complicato da raggiungere.
Un altro tema ha guidato tutti gli interventi all’incontro istituzionale dell’Automotive Dealer Day: la necessità di sostituire il parco auto circolante. Uno dei più “anziani” d’Europa, dove il 25% di veicoli sta nella categoria compresa da Euro 0 a euro 4. E che ha una età media di 13 anni. Sull’argomento è andato molto diretto Michele Crisci, presidente di Unrae (l’associazione dei marchi stranieri in Italia). “Il principale limite italiano è la mancanza di una strategia precisa. Troppi annunci anche mal interpretati su provvedimenti che alla fine hanno portato benefici molto relativi. E’ il caso degli ultimi incentivi, bruciati in sette ore“. Così come ha rimarcato gli errori compiuti dal legislatore sulla fiscalità legata alle flotte aziendali.
Automotive Dealer Day: il Ministro Salvini ha ammesso l’errore sulla fiscalità delle auto aziendali a ha promesso la fine del superbollo
Quest’ultimo è un tema ripreso anche da Alberto Viano, presidente di Uniasa (associazione degli autonoleggi e degli operatori sharing). A cominciare da una forte critica alle scelte del governo: “Mai ci saremmo aspettati una riforma che ci ha fatto fare passi indietro e che è stata approvata diversamente da come era stato concordato“. La categoria chiede innanzitutto di rivedere la deducibilità fiscale che in Paesi come Germania, Uk e Spagna è al 100%, mentre in Italia è solo al 40%. Viano ha anche ricordato come il settore delle auto aziendali potrebbe essere fondamentale per la sostituzione del parco auto, visto il tasso di ricambio e il fatto che rappresenta il 34% del circolante.
Molto severo il giudizio nei confronti di Bruxelles da parte di Plinio Vanini, presidente di Federauto (l’associazione dei concessionari auto). Critico sia sugli obiettivi al 2035 (“Scelta ideologica e unilaterale”), sia sul rinvio delle multe. “L’Unione europea ha solo spostato nel tempo la data della sentenza. Ben diverso sarebbe stato se avesse deciso di azzerare le multe“. Negativo il suo giudizio anche sulle politiche di rottamazione (“Non risolvono il problema“). A sua volta ha chiesto una diversa fiscalità sulle nuove immatricolazioni nonché l’abolizione del superbollo.
A rispondere a nome del governo ci ha pensato il ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Il quale ha ammesso che “sulle flotte aziendali è stato commesso un errore” e ha aperto alla possibilità di abolire il superbollo “che prevede un mancato incasso di soli 200 milioni“. Ha ribadito la sua totale contrarietà al tutto elettrico, contestando le scelte in tema di decarbonizzazione da parte della Ue: “Hanno commesso il delitto perfetto, perché mentre l’Europa continua a diminuire le sue emissioni, altrove a cominciare dalla Cina, si inquina senza che ci sia un domani. Ma così facendo stiamo uccidendo un settore“.
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“lo stato ci deve..” Niente, lo stato non deve fare niente.
sei tu industria che devi rendere più appetibili i tuoi prodotti, altrimenti è giusto che chiudi.
vendi, al prezzo di quadricicli, auto vere alla bezos: semplici e senza inutile ciarpame metrosessuale.
io, per la gioia di tutti, da domani obbligherei a muoversi solo con il monopattino: nessuna auto di nessun tipo e neppure trasporto pubblico. niente spesa a 20 km da casa..
abbattimento in tempo record di ogni inquinamento: vediamo quanto dura prima delle lamentele elettriche, termiche o ambientaliste che siano
Egr. Antonio, gli Italiani hanno già problemi con gli stipendi ora, qui si parla del settore auto, la domanda è: giusto tassare chi inquina oppure no?
Mi sembra sia compito di chi governa tenerne conto non l’industria, tanto secondo le cose come stanno girando comunque mi sembra che nessuno tenga conto degli stipendi il mercato fa quello che vuole e non segue gli stipendi, i governanti lasciano fare, ( non so se ha visto la trasmissione di Report dove si proponevano a Bruxelles maiali a 6 coscie) la sanità raccoglie i cocci, alle persone resta Dio. Speriamo nel teletrasporto, che sia economico.
Non capisco, il ministro dice che in Cina inquinano come se non ci fosse un domani, ma hanno un parco auto più giovane del nostro e la percentuale di elettriche è nettamente maggiore. Forse dovrebbe aggiornarsi un po’, altrimenti ce lo prendiamo in quel posto.
Il calo delle vendite delle termiche è ormai lampante e la via è segnata. Cerchiamo piuttosto di favorire gli investimenti in Italia, perché negli ultimi anni ho visto che Spagna, Portogallo e i paesi dell’est come Albania, Slovenia e Romania ci hanno portato via molte fabbriche che prima erano da noi.
Oltre al fatto che non capisco l’abolizione del superbollo rispetto alle vendite auto. E’ solo un regalo per chi è già pieno di soldi ai danni dei contribuenti, tra cui ci sono anche quelli che non possono permettersi un’utilitaria.
forse intendevano aiutare il rilancio Maserati togliendo il bollo…
di sicuro Porsche ringrazia…. un po’ meno i polmoni … visto che quelle vetture hanno una differenza del 70% tra inquinamento dichiarato ed effettivo su strada (specie se finiscono a fare slalom in autostrada)
il superbollo non ha mai avuto senso, ha solo spostato le immatricolazioni in altri stati dove la fiscalità è notevolmente bassa perdendo importanti intriuti al fisco italiano; tutte quelle auto circolano lo stesso in Italia ma sotto forma di noleggio contarga straniera. quanto perde L’italia in fiscalità: cifre abnormi: tassa di immatricolazione , tassa di possesso, assicurazione e dulcis in fundo anche molte sanzioni non recapitabili
Tito, il calo delle termiche è lampante? Ah forse tu consideri “elettriche” le macchine che quando va bene ti permettono di andare inbelettrick a 30 km/h pef 5 km come la grande panda jbrida 🙂
È tutto il settore auto ad essere in crisi, non c’entrano nulla le auto elettriche.
Si fatica a vendere anche le ibride, benzina, e diesel , a causa dei nuovi dispositivi di sicurezza le
Auto sono schizzate del 30% pure le l’usato ha lievitato, adesso che entreranno a produrre in Europa i Cinesi sarà ancora un’altra mazzata poiché le loro catene di montaggio sono più efficienti .
Se l’Europa vuole continuare a detenere una fetta del mercato deve intervenire come ha fatto la Cina a supportare i produttori Europei con un riscontro tangibile sugli investimenti e le risposte puntuali delle aziende, per quanto riguarda l’elettrico sarà il mercato a decidere chi vorrà muoversi con le auto inquinanti sarebbe solo il caso di tassarli di più in base alle emissioni e le tasse girarle alla sanità pubblica che deve coprire i danni dall’inquinamento. Oppure vogliamo andare avanti a benzina e gasolio senza conseguenze?
Qualcuno deve iniziare e visto che l’Europa ha iniziato per prima è giusto che anche ora cominci per prima a decarbonizzare e non mi riferisco alla CO2 ma a tutti gli inquinanti che escono dal tubo di scarico che si vuol far passare per aerosol .
In pratica tu vorresti che i magri stipendi italiani si assottigliassero ancora di più? O compri una BEV o una PLUG IN … che fino a prova vobtraria costano assai di più della corrispettiva ICE (fascia D esclusa ma in % quella fascia è pico significativa) oppure tj compri una ICE (anche se non puoi ricaricare a casa)ma te la tassiamo per parificarla a una BEV. Bhe sarebbe un’ottima soluzione per portare il parco auto italiano dai 13 annj attuali ai 15 – 20 kn prospettiva con buona pace delle più che ottimistiche previsioni UE, e chissà come sarebbero felici dj ciò i lavoratori dell’automotive
Anto’ (giusto per avere un discorso più amichevole), il punto è che gli italiano oltre al problema stipendi sono in standby e non compreranno auto nuove e ancor meno usate se proprio non ne possono fare a meno.
Standby di cosa?
Forse con i tanti annunci sui cosa potremo avere come BEV sperano di tirare avanti finché non usciranno queste ultime come sono state proclamate, ovvero a prezzi più competitivi delle termiche, buona autonomia, costi inferiori di gestione.
Tu vedrai che appena ci troveremo nei paraggi con queste promesse sulle auto BEV avremo che queste ultime saranno vendute, con buona pace di chi dice che gli italiani vogliono le termiche.
Per ora non è il momento. Punto.
Bob, giusto per restare sull’amichevole e soprattutto per capirci, le promesse fatte sulle macchine elettriche mi ricordano quelle fatte da un nostro ex premier sui milioni di posti di lavoro o se preferisci quelle fatte attualmente da un certo presidente a stelle e strisce, bellissime sulla carta ma beato chi ci crede.
Già nel 2020 si parlava di auto elettriche che sarebbero costate meno delle termiche, che sarebbe uscita a brevissimo la model 2 a 25000 dollari, che il paese sarebbe stato tappezzato da colonnine dj ricarica con costi dell’energia competitivi con benzina, diesel e GPL e ci sarebbero state per le strade italiane milioni di BEV… Sono passati 5 anni e lo stato dell’arte e la %di BEV vendute le conosciamo tutti, le stesse promesse sono ora slittate al 2028 – 2030 … e sinceramente sarei pronto a scommettere che allora saranno ancora rimandate più in là.
Sarò scettico ma come diceva un famoso italiano …. a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.
Salve, meno male che si parla di questi temi ma soprattutto che c’e’ il ministro salvini !!!
Il ministro urso perche’ non c’e’ ? ( I nomi scritti in minuscolo non sono un errore da parte mia ).
Troppa eccellenza politica italiana allo stesso convegno mi sembra uno spreco in effetti !!!
Per rilanciare le vendite aspetto con ansia cosa ne uscira’ fuori, sono proprio curioso !!
Per quanto riguarda il parco circolante tra i piu’ anziani d’ Europa ricordo che noi italiani siamo grandi estimatori di auto storiche e che al 31/12/2024 il 3,4% e’ rappresentato da auto euro 0 quindi antecedenti al 1993, il 4,5% euro 1, il 5,5% da euro 2 entrata in vigore da gennaio 1997 valevole fino a dicembre 2000.
Ora quante di queste vetture vengono usate quotidianamente piuttosto che nei raduni o gite domenicali ?
Tornando al salvini, sempre scritto minuscolo apposta, non ho ancora sentito dare qualche suggerimento da parte sua per far riprodurre le auto con tutto l’ indotto che ne consegue qui’ in Italia !!
urso………. non classificato !!!
Basta vedere lo stipendio medio italiano, il costo della vita odierno e confrontarli con le auto piu’ vendute per capire che la gente vuole vetture al prezzo giusto, che abbiano in cambio qualcosa che li gratifichi in base a quanto spendono.
Le case europee ricomincino a produrre vetture semplici, dotate dei sistemi di sicurezza ovviamente ma soprattutto dai prezzi onesti oltre che ad una formula di acquisto allettante per chi deve acquistare auto nuove, io ho la mia idea ma questo e’ un altro discorso !!!!
non è che un’auto essendo immatricolata tenta anni fa non venga usata quotidianamente anzi i miei usano principalmente quelle per girare in a Mestre e Marghera ; vuoi mettere posteggiare in centro città con una vecchia utilitaria mezza sgangherata che nessuna se la fila , non te la aprono , non la rubano e non la rigano? Panda 45 docet
Come spesso accade stiamo parlando di aria fritta, siamo lontani anni luce da altri paesj europei (sempre j soliti oedaltrk tutti gli altri non sono pervenuti) ma abbiamo un 110% anno su anno, facendo finta che 2024 sia stato un anno “normale: senza l’attesa dei bonus e ignorando che da noj le condizioni sia di costo energetico sia di salari è anch’esso anni luce dai paesj sopracitati, non a caso la Spagna, che ha dei costi dell’energia che sono metà dei nostri, è a solo meno del 2% più dj noi (forse qualcuno che abbia notato che anche li gli stipendi sono da “terzo mondo” ovviamente no.
Fintantoché non si risolveranno questj problemi pensare anche solo a avvicinarsi ai target europei è fantascienza, ma forse c’è ne si accorgerà quando il muro, su cui rischiamo di andare a sbattere, sarà a 15 cm dal nostro naso. Speriamo solo che prima di allora qualcuno (di quelli che decidono) levi le fette di salame dagli occhi e decida qualcosa di serio … ma viste le priorità europee in armi e ancora armi ho paura che questa mia speranza resterà tale.