Chiuso con la fine di luglio Autolib, il car-sharing elettrico di Parigi gestito con le Bluecar Bolloré. Mentre in Germania parte il ride-share di Moia, gestito direttamente dalla Volkswagen. È un segno dei tempi, una staffetta simbolica.
Dopo Autolib arriva la Renault?
È la fine della fase pionieristica del trasporto condiviso. Che entra nella maturità, con le Case auto a prendere direttamente in mano il business. I costruttori sono rassegnati al fatto che si venderanno sempre meno auto ai privati. Le nuove generazioni non hanno la smania di possedere la macchina. Vogliono poterla usare quando ne hanno bisogno, semplicemente prenotando e pagando il viaggio con il loro telefonino. Senza tutti i fastidi di un proprietario (bollo, assicurazione, tagliandi…). Che siano loro a guidare (come nel caso di Autolib) o no (come nel caso di Moia). Certo, per molti parigini è la fine di un’era. Fa effetto vedere Autolib, il car sharing fiore all’occhiello dell’industriale bretone Vincent Bolloré, gettare la spugna. Ma è la dimostrazione che un servizio del genere deve essere sostenibile anche economicamente, oltre che sul piano ambientale. Invece, informa l’Ansa, lo stop definitivo segue la disdetta del contratto da parte della municipalità di Parigi, stanca di coprire le perdite.
Falliti tutti i tentativi di Bolloré di farsi rifinanziare l’iniziativa dall’amministrazione comunale con 233 milioni di euro fino al 2023. A quasi 7 anni dalla loro introduzione, le 4 mila vetturette elettriche grigie- disegnate e realizzate in collaborazione con Pininfarina e la torinese Cecomp – vanno in rimessa. Mentre si lavora alla ricerca di un sostituto per l’autunno. Tra i futuri gestori, è probabile l’arrivo di grandi marchi francesi, come Renault con le Zoe. Un altro costruttore che entra direttamente nella gestione dei servizi di trasporto. Facendo tesoro degli errori di gioventù di Autolib. Ricordiamo che le auto di Bolloré sono usate anche nel car sharing elettrico Bluetorino, nel capoluogo piemontese. E che i motori elettrici dello stesso Bolloré sono forniti anche alla Citroen Mehari (guarda).
Da che parte vai? Ci pensa Moia (Volkswagen)
Proprio mentre Autolib getta la spugna, ad Hannover, in Germania, Moia inizia il servizio effettivo di ride-share, dopo una sperimentazione con 3.500 cittadini. Moia è una società fondata dalla Volkswagen proprio per creare servizi di mobilità condivisa. Che cos’è il ride-share? È un trasporto-passeggeri che, con dei pulmini, porta a destinazione persone che prenotano il loro spostamento attraverso una app. Ovviamente il software messo a punto da Moia serve a raggruppare utenti che vanno in direzioni vicine tra loro. L’utente scrive dove vuole essere raccolto e a che ora, con il luogo di destinazione. Una volta arrivato alla meta, il cliente paga (in elettronico) una tariffa che è una via di mezzo tra il costo di un bus e quello del taxi. Entro fine anno saranno in servizio 150 shuttle (ora sono 35), che diventeranno 250 entro due anni, per la metà elettrici. Entro quattro anni, poi, tutti i furgoni saranno elettrici. Ma il tutto è subordinato a un’indagine che la municipalità di Hannover effettuerà per capire l’impatto dei mezzi di Moia sul trasporto pubblico e sul traffico. E probabilmente anche sui taxi. Ma se andrà bene qui, Moia si espanderà in tutte le grandi città europee, Italia compresa.
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